In merito al libro del ministro Speranza ritirato dalle librerie Italiane, gravissimo vero e proprio atto distopico di riscrittura del passato per controllare il presente, consumatosi, a mio discernimento, ai danni dei diritti politici sociali e civili , sul mio intervento pubblicato il 4 Dicembre 2020 , scrivevo che avevo inviato senza successo una decina di mail al Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, per chiedere loro come accedere alla comunicazione di intenzione di ritiro dal commercio della propria opera da parte dell’autore Speranza.
Ho scritto anche agli uffici stampa Feltrinelli i quali non mi hanno degnato nemmeno di un No-comment.
Ho scritto e telefonato all’ufficio stampa del Ministero della Salute. Nessuna risposta, come a un non cittadino. Ciò per un istante mi ha fatto balenare il sinistro ricordo e il gelo di quella famosa domanda e risposta «Warum? Hier ist kein Warum»
Paese questo sempre più allucinante e allucinato.
Ho chiesto questo documento perché in Italia l’autore ha fra i propri diritti quello di ritiro dell’opera, ma solo per gravi motivi morali, fra cui il diritto di pentimento.
Tuttavia tali diritti si possono esercitare, come è ovvio, solo nei termini di legge, la 633-1941-, la quale prescrive che l’autore nell’esercitare il diritto di ritiro, inoltri una richiesta spiegando i motivi del ritiro sia all’editore che al MiBACT, il quale la deve rendere pubblica.
Dopo una prima prima parziale risposta del 2 Dicembre in cui mi avevano scritto
“Gentile dott. Colantoni,
con riferimento a quanto rappresentato nelle comunicazioni in oggetto, questa Direzione Generale sta conducendo una ricognizione al fine di circostanziare la vicenda descritta. Sarà pertanto nostra cura riscontrare più dettagliatamente la Sua richiesta una volta acquisiti tutti gli elementi e le informazioni necessarie.”
Il 7 Dicembre, a seguito di un mio ultimo sollecito, ho finalmente ricevuto una risposta più articolata dal Ministero della Cultura di Dario Franceschini, il quale, firmando MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI E PER IL TURISMO, Direzione generale biblioteche e diritto d’autore, Segreteria del Direttore Generale, mi ha scritto quanto segue :
“Egregio Direttore,
si fa riferimento alle segnalazioni inerenti la commercializzazione del Libro “Perché Guariremo” dell’autore, nonché Ministro della salute, Roberto Speranza, edito da “La Feltrinelli”. Al riguardo la stessa casa editrice, contattata al fine di definire i termini della vicenda, ha chiarito che la messa in commercio dell’opera citata era prevista per metà ottobre 2020, tuttavia, in considerazione della seconda ondata Covid 19 e dei conseguenti impegni istituzionali dell’autore, che avrebbero impedito la piena promozione del libro, la casa editrice Giangiacomo Feltrinelli Editore S.r.l. e l’autore si sono accordati per rinviarne, a data da definirsi, la vendita e la promozione. Ciò stante, al momento, non può trovare applicazione l’art. 142 della legge n. 633/1941 in quanto, da un lato, l’autore non ha esercitato il diritto di ritirare definitivamente dal commercio l’opera, con conseguente cessazione del contratto di edizione inter partes e, dall’altro, la decisione di procrastinarne la vendita e la promozione non è frutto di una scelta unilaterale dell’autore, ma è stata condivisa con l’editore nell’ambito dell’autonomia negoziale riconosciuta alle parti.
Distinti saluti”
Pur essendo felice, da responsabile della Cultura del mio magazine, ma soprattutto da cittadino, dallo sboccio di questo prezioso germoglio di civiltà, rappresentato da questo dialogo fra P.A. e Stampa, ritengo che questa risposta sia assolutamente fuorviante, inesatta e inadeguata a chiarire in che tipo di limbo giuridico si trovi oggi il libro scomparso , che il Ministro della Salute in carica ha scritto nel pieno della sua funzione, nel corso di una Pandemia in atto, la quale, in Italia, ha fatto 60.000 morti. Libro avente come tema proprio la gestione della pandemia stessa, ovvero, in estrema sostanza, la vita e la morte dei cittadini che sono stati coinvolti, o potranno esserlo, dall’infezione.
Libro che pur essendo stato pubblicato e messo in commercio i cittadini italiani oggi non hanno il diritto di leggere, cosa che li priva, non sappiamo a che titolo legale , della possibilità di valutazione delle capacità del Ministro della Salute che sta gestendo la Pandemia, sulle basi delle cose che lo stesso ministro ha scritto e ritenuto voler pubblicare su tale gestione.
A quale titolo giuridico i cittadini sono stati privati dell’accesso a tale libro, che per essere stato scritto da un ministro in carica su temi riguardanti il suo ministero, non può che essere interpretato, in alcune sue parti , che come atto performativo ? E quanto ci dovrebbe dire il Ministero della Cultura.
Invece la sparizione di questo libro consumatasi fuori dalla legge che norma il ritiro di un opera dal mercato è un gesto gravissimo che una democrazia avanzata non dovrebbe assolutamente tollerare.
Evidentemente non siamo una democrazia avanzata, e assomigliamo sempre di più a una democratura, con la sua popolazione sempre più declassata e analfabeta funzionale.
Il libro che il Ministro della salute ha scritto nel corso di una Pandemia sulla gestione della Pandemia dovrebbe essere in mano a ogni cittadino italiano, ci sono scritti i nostri destini, e invece mentre in massa tweettiamo San Remo2021 e Orietta Berti ce lo hanno strappato di mano, scavalcando la legge, senza nessuna procedura formale. Hanno semplicemente ordinato alle librerie di restituirlo, di non venderlo, di farlo sparire. Non ce nessuna traccia documentale nel ministero competente, solo voci, tutto inessente , sentiti dire… allo stesso modo in cui i forni crematori hanno bruciato migliaia di cittadini strappati alla loro vita relazionale, morti da soli, ridotti in cenere senza nemmeno l’autopsia, cancellati dalla terra,dalla storia.
Per dovere verso la storia, non per altro, poiché questa è una società ineluttabilmente condannata dalla propria dantesca ignavia e viltà a nuovi medioevi, ho risposto al Ministero della Cultura mettendo in conoscenza la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero della Salute .
E ho deciso di pubblicare tale mia risposta, nonché le loro , per l’evidente essere di interesse pubblico, anche se non c’è nessun pubblico a interessarsene, con il riguardare il tema e insieme importanti atti esecutivi concernenti la salute pubblica nel corso di una pandemia, da cui dipende anche il destino economico del paese oltre che le vite degli individui.
LETTERA DI RISPOSTA ALLA RISPOSTA DEL MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI E PER IL TURISMO – Direzione generale biblioteche e diritto d’autore-Segreteria del Direttore Generale
Esergo della lettera:
“L’intento del legislatore è ancor più valorizzato in considerazione di quanto già previsto nel co. 2 dell’art. 1 del decreto trasparenza secondo cui la trasparenza è condizione di garanzia delle libertà individuali e collettive, nonché dei diritti civili, politici e sociali, e integra il diritto ad una buona amministrazione e concorre alla realizzazione di una amministrazione aperta, al servizio del cittadino. La trasparenza diviene, quindi, principio cardine e fondamentale dell’organizzazione delle pubbliche amministrazioni e dei loro rapporti con i cittadini”
Da “Linee guida recanti indicazioni operative ai fini della definizione delle esclusioni e dei limiti all’accesso civico di cui all’art. 5 co. 2 del d.lgs. 33/2013” – Autorità Nazionale Anticorruzione
Innanzi tutto vorrei ringraziare la segreteria DGBIC per la sollecita risposta.
Quindi grazie.
Avvisandovi che pubblicherò questa lettera sul mio magazine, in riguardo alla vostra cordiale risposta vorrei esprimere quanto segue:
Con riguardo alla Legge n. 633/1941, nelle successive revisioni che l’hanno interessata (l’ultima delle quali intervenuta nel 2019) il legislatore ha ritenuto opportuno confermare la previsione secondo cui il ritiro di un libro dal commercio è possibile solo qualora concorrano gravi ragioni morali, fra cui vi è anche un diritto al pentimento dell’autore. Tale diritto va esercitato ai sensi della legge che lo regola, e non è ammesso fuori di tale legge.
E’ noto che ciascuna pubblicazione non soltanto ha un’esistenza autonoma dalle presentazioni che di essa si programmino, ma ha anche una relazione con il pubblico caratterizzata dall’essere diretta e del tutto indipendente dall’autore: pertanto eventuali impedimenti dell’autore nel partecipare alle presentazioni non possono certo ricondursi alle gravi ragioni morali che giustificherebbero il ritiro della pubblicazione dal commercio.
Tale impossibilità a presenziare le presentazioni , come ha detto ad Andrea Scanzi sul canale 9 lo stesso ministro Roberto Speranza, durante la puntata di «Accordi & Disaccordi, è stata la giustificazione ufficiale del ritiro de facto, ma non de jure, del libro dalle librerie italiane.
Concretamente il libro in questione è stato ritirato dal commercio: infatti esso è stato distribuito ed è arrivato nelle librerie, dove diversi cittadini lo hanno comprato, fra essi alcuni recensori o giornalisti, perciò arrivandovi e poi sparendo da esse, tale libro è entrato nell’ambito di applicazione della legge 633/1941.
Ho visionato personalmente delle mail, che mi sono state mostrate da alcuni librai , del circuito della distribuzione con le quali il libro è stato ritirato dalle librerie con la motivazione, prima di esserne stata rinviata la pubblicazione ma subito dopo di essere uscito fuori catalogo. E ho raccolto diverse testimonianze dirette di librai, legati a diverse catene distributive.
Non vi è inoltre nessun annuncio sul sito ufficiale della casa editrice circa il fatto che l’uscita o la distribuzione di tale libro sia rimandata, né è stata fornita una data di tale eventuale procrastinazione. La cui durata evidentemente non potrebbe essere definita ad libitum onde non trasformarsi appunto in una sparizione definitiva dal commercio.
Non è ammissibile che una simile azione si consumi nell’oscurità di due volontà private, quali quella dell’autore e dell’editore, né si può tralasciare il fatto che, nel caso specifico qui trattato, il potere politico dell’autore, Ministro del Governo in carica, rappresenti una evidente deterrenza affinché l’editore rinunci a difendere, contro un rappresentante di Governo che ha anche decretato lo stato di emergenza, nel quale tutt’ora ci troviamo, i propri interessi, ovviamente danneggiati da un simile ritiro sotto il profilo delle spese già sostenute ed eventualmente rimborsabili, ma ancor più sul piano della reputazione e del prestigio, che rappresentano un importante capitale di immagine per la casa editrice.
Montesquieu nel suo ‘Lo spirito delle leggi’ e ancor prima Locke in ‘Due trattati sul governo’ hanno chiarito che vi è dispotismo laddove viga un principio di governo inconoscibile dal magistrato, poiché completamente immerso nella volontà privata del tiranno, al cui opposto sta il governo guidato dal principio della legge e della trasparenza. Le leggi sono visibili a tutti. E chiunque può farvi riferimento. Ecco perché, come recita l’esergo di questa lettera, la trasparenza è valore cardinale della Repubblica Italiana.
Il Ministro Speranza non può a suo gradimento inserire e ritirare contenuti editoriali dalla sfera pubblica trincerandosi dietro i propri impegni e gli accordi con l’editore, poiché egli è tenuto, come tutti, ad osservare una legge che contempla certamente il diritto di ritiro delle pubblicazioni ma regolandolo affinché esso sia compatibile con l’interesse generale.
Il legislatore, ben rendendosi conto delle possibili conseguenze sociali e politiche della comparsa o della scomparsa di un libro nella vita storica di una società (e vi cito la Bibbia come esempio di apparizione, tralasciando i tristi episodi di roghi dei libri), ha voluto che il ritiro di una pubblicazione dalla sfera pubblica fosse accompagnato da una doppia comunicazione da parte del suo autore: l’una diretta all’editore per ovvi motivi pragmatici (visto che l’editore, oltre che titolare di alcuni diritti, è anche colui che praticamente deve ritirare l’opera), l’altra indirizzata ad uno dei Ministeri della Repubblica, ovvero al vostro, incaricato di rendere pubblico tale intendimento.
E perché, secondo voi, il legislatore ha voluto che così fosse, perché il legislatore ha stabilito che l’intenzione di ritiro fosse pubblica? È molto semplice: perché ciò che appare nella sfera pubblica in conseguenza della libera volontà di farlo ivi comparire, come accade ad un libro per volontà dell’autore e dell’editore (i quali – si potrebbe dire parafrasando Seneca – erano liberi di non farlo apparire, ma non sono più liberi di farlo scomparire se non a termini di legge), da quel momento in poi deve essere conforme alla legge.
Se la legge dispone che l’atto di ritiro sia reso pubblico, ciò vuol dire che esso tocca l’interesse generale, ovvero che ogni cittadino può sentirsene leso e reagire contro di esso, quanto meno politicamente, ovvero manifestando una vibrante protesta, come sto facendo io con i miei articoli e con queste lettere al vostro Ministero, e ciò proprio nello spirito di
“attuazione del principio di trasparenza che il novellato articolo 1, comma 1, del decreto trasparenza ridefinisce come accessibilità totale dei dati e dei documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni non più solo finalizzata a “favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche”, ma soprattutto, e con una modifica assai significativa, come strumento di tutela dei diritti dei cittadini e di promozione della partecipazione degli interessati all’attività amministrativa”
come recita il documento da me citato in esergo.
Con ciò l’oggetto libro non è più solo dell’editore e dell’autore, ma anche della Repubblica. Ovvero con il suo apparire nella sfera pubblica come libro pubblicato si forma nei suoi riguardi un interesse terzo tutelato dalla legge come interesse pubblico, che non può essere scavalcato da accordi privati, inconoscibili per l’opinione pubblica.
Tale interesse generale è talmente importante che, quando il TAR ha recentemente bocciato il ricorso presentato dai gestori delle discoteche per poter esercitare la loro attività, esso è stato invocato dal giudice monocratico, il quale ha scritto: “Nel bilanciamento degli interessi proprio della presente fase del giudizio, la posizione di parte ricorrente risulta recessiva rispetto all’interesse pubblico alla tutela della salute nel contesto della grave epidemia in atto“.
E nel caso specifico, quale quello che trattiamo, di un libro pubblicato da un Ministro della Salute in carica, si tocca proprio l’interesse pubblico alla tutela della salute, oltre che interessi che riguardano la libertà di stampa osservati sul versante del diritto dei cittadini sovrani ad accedere alle informazioni, una volta che esse siano state pubblicate, in questo caso alle dichiarazioni di un proprio rappresentante – investito di una carica istituzionale che riguarda la salute come diritto primario – il quale, pubblicando e ritirando dal commercio dopo pochi giorni la sua opera avente come tema proprio la salute pubblica nel corso di una pandemia che ha raggiunto ormai in Italia la cifra di 60.000 morti, non può per quanto ivi affermato sottrarsi a responsabilità con un atto gravissimo come quello di ritirare un’opera ormai divenuta irreversibilmente pubblica nel momento in cui la prima copia è stata messa in vendita su uno scaffale di una libreria.
Ultimo episodio a conferma di una meticolosa azione di ritiro del libro dal mercato è quanto avvenuto a seguito dell’articolo di Matteo Sportelli pubblicato sul Corriere della Sera del 7 Dicembre ed intitolato “Il libro del ministro Speranza non è scomparso: è in vendita su Amazon”. L’informazione era corretta , e sulla piattaforma vi erano in vendita delle copie, ma a seguito dell’articolo , fra il 9 e il 10 dicembre era scomparsa qualsiasi traccia del libro dalla piattaforma. Come se non fosse mai esistito. Tanto che il giornalista in un suo tweet delle ore 10.28 del 10 dicembre ha scritto “aggiornamento: il link di Amazon non è più disponibile”.
Il sito Amazon, se si cerca Roberto Speranza, al link in cui era presente e in vendita il suo libro, che reindirizzava a diverse decine di venditori, come è consuetudine per merci esaurite e vendute fino al giorno prima, non recita il “libro non disponibile” o “esaurito”, semplicemente recita “Siamo spiacenti. L’indirizzo web inserito non è una pagina funzionante sul nostro sito”.
Eppure io ho fatto in tempo il 9 mattina ad acquistare il libro e ho una ricevuta della piattaforma Amazon. Voi come lo chiamate questo?
La pubblica opinione, sebbene con una certa stanchezza e superficialità, che caratterizza la stampa italiana degli ultimi decenni, e che riflette un paese in avanzata fase regressiva e involutiva, ha coralmente chiesto ragione di questo atto di ritiro, ma è stata disprezzata dal silenzio, o da risposte derisorie dell’intelletto, e ciò è indecente e inaccettabile in una democrazia avanzata.
Vi linko solo alcuni dei numerosi articoli che manifestano la frustrazione e l’offesa della pubblica opinione, rappresentata dalla stampa ma costituita dall’elettorato contribuente che non solo, con il voto, affida l’esercizio del potere, di cui in quanto popolo sovrano è l’unico titolare, ai propri rappresentanti, ma con le proprie tasse mantiene anche fisicamente in vita lo Stato.
Da cittadino mi sento di chiedere con una certa solenne gravità che il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo non si limiti a raccogliere informazioni presso i responsabili Feltrinelli, come mi avete comunicato di aver fatto e come farebbe un qualsiasi privato in una faccenda privata, bensì eserciti istituzionalmente il potere di controllo ad esso spettante su tale vicenda, che risulta essere tutt’altro che chiara sotto il profilo giuridico formale.
Ecco qualche link agli innumerevoli articoli che, rappresentando lo sconcerto della pubblica opinione, hanno inutilmente chiesto ragione del ritiro.
Iniziamo con l’estratto del dialogo del video di Report andato in onda sulla terza rete nazionale nel corso della puntata di Report del 2 Novembre 2020 dal titolo “Virus e segreti di Stato” fra un giornalista e alcuni commessi di una libreria Feltrinelli. Il servizio della televisione di Stato afferma che il libro arrivato nelle librerie è stato immediatamente ritirato
ROBERTO PERSIA Cercavo il libro del ministro Speranza, quello edito da Feltrinelli.
COMMESSA FELTRINELLI Sì, però è stata rimandata l’uscita.
ROBERTO PERSIA Quando doveva uscire?
COMMESSO FELTRINELLI Giovedì scorso, non si sa quando esce.
COMMESSO FELTRINELLI 2 “Roberto Speranza” eccolo qua. Aspetta che devo chiedere alla collega. Ma il libro di Speranza quando deve uscire?
COMMESSA FELTRINELLI C’è qualche problema e non lo fanno uscire.
COMMESSO FELTRINELLI Per il momento no.
COMMESSA FELTRINELLI Ce l’abbiamo, ma non lo possiamo vendere.
ROBERTO PERSIA Ma è un problema di stampa? O è un problema…
COMMESSA FELTRINELLI No, no, no, non è un problema di stampa, è un problema politico. Noi l’abbiamo in magazzino però non lo possiamo distribuire.
ROBERTO PERSIA Vi è arrivata una comunicazione, una email?
COMMESSA FELTRINELLI Sì. Così ho sentito dai miei colleghi del magazzino che non lo possiamo vendere. Adesso hanno deciso di distribuirlo il 30 novembre.
GIULIO VALESINI FUORI CAMPO Il libro di Speranza è apparso sabato 22 ottobre solo in qualche libreria e solo per poche ore. Poi è stato immediatamente ritirato dal mercato per evitare imbarazzi. La stessa sorte è toccata anche a un dossier dell’OMS, ma siccome era molto critico nei confronti del nostro paese sulla gestione della pandemia, anche questo è stato fatto sparire. Molto più rassicurante è invece un video dove si elogiano le nostre capacità di reazione.
Aggiungo che di fronte a una tale esigenza di chiarezza da parte della società civile , espressa in questo ampio ventaglio di interventi delle più diverse tendenze politiche, credo che anche la Giangiacomo Feltrinelli Editore, visto il nome di bandiera della casa editrice e i valori che gli sono intrinseci, dovrebbe sentirsi coinvolta a comportarsi un po meno da apparato succursale del potere , e ad essere più consona alla figura di Giangiacomo Feltrinelli che per pubblicare “il dottore Zivago” , sfidò temerariamente L’URSS e gli apparati del PCI che volevano a tutti i costi impedirglielo, come ci ha orgogliosamente raccontato suo figlio Carlo, attuale Presidente della società, nel bellissimo libro Senior Service che ha dedicato alla figura del padre.
Seguono qui alcuni degli articoli con cui si è chiesto ragione della censura tanto per dare un’idea della ampiezza dell’aspettativa sociale nei riguardi di questo fatto.
Resto in attesa di un vostro cortese riscontro, e,a tutela dei “diritti dei politici, civili e sociali” come recitava il passaggio in esergo di questa lettera, di un vostro deciso interessamento alla questione giuridico formale della vicenda del libro scomparso. Nel frattempo pubblico questa lettera per il suo contenuto di enorme pubblico interesse.
Grazie. Auguri per le imminenti festività che vi auguro di passare serenamente per quanto la condizione attuale consenta, e buon lavoro.
Ecco i link
https://www.rai.it/dl/doc/1604414373290_virus_segreti_stato_report.pdf
https://www.iene.mediaset.it/video/libro-speranza-roberto_929858.shtml
https://www.open.online/2020/11/13/medici-politici-che-hanno-scritto-libri-sul-coronavirus/
https://www.blitzquotidiano.it/politica-italiana/roberto-speranza-libro-perche-guariremo-3229755/
https://ilmanifesto.it/il-giallo-delle-illusioni-di-speranza/
https://www.ilmattino.it/primopiano/politica/roberto_speranza_libro_recensione_oggi-5556926.html
https://www.today.it/politica/libro-speranza.html
http://www.francescoscoppetta.it/speranza-il-libro-del-ministro-che-gridava-al-lupo/
https://www.agi.it/vista-tv/video/2020-10-29/covid-meloni-negazionisti-al-governo-10112873/
https://www.laportadivetro.org/io-e-il-virus-il-libro-sparito-del-ministro-speranza/
https://www.imolaoggi.it/2020/10/24/covid-ritirato-libro-autocelebrativo-di-speranza/
http://www.lecronachelucane.it/2020/12/03/chi-di-speranza-vive-disperato-muore/
FINE
Tutti i miei interventi sulla pandemia, dal 2 marzo 2020
Coronavirus – Lo stato delle cose
Coronavirus, i punti fragili nella difesa dalla contaminazione
Prove tecniche di Dittatura? Voci off di Giuristi,filosofi e cittadini sovrani
Fase 2 “permettiamo i funerali”- Potere Esecutivo in delirio
Pandemia e analfabetismo funzionale. Contagio e Cultura
Coronavirus, fase 2: ora gioca la responsabilità individuale
Reductio ad agguatum, Nadia Urbinati & Co. e il Manifesto pro Conte
Movida e Covid19: fermatela subito o avremo una seconda ondata devastante!
Il libro sparito del Ministro Speranza è censura di Stato, distopia orwelliana.
Welcome to dystopian Italy: the Minister of Health Roberto Speranza’s missing book
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