Alla presentazione del libro “La notte in cui gli animali parlano”, l’autore, Sante Roperto, è riuscito ad ottenere la partecipazione di Russel Grandinetti, numero due di Amazon e definito dal Guardian come la persona attualmente più influente del pianeta nel settore editoriale.
Roperto ed il top manager italo-americano, infatti, sono legati da comuni origini geografiche: i nonni di entrambi sono nati e vissuti a Conflenti, un piccolo paese calabrese in provincia di Catanzaro. Conosciutisi proprio a Conflenti circa un anno fa, i due hanno stretto amicizia e Grandinetti, mostrando anche durante e dopo lo stesso evento un’umiltà tipica delle grandi personalità americane, ha deciso di partecipare alla presentazione del romanzo, tenutasi a Caserta.
Il vicepresidente di Amazon, è intervenuto anche per raccontare il suo punto di vista sulle attuali evoluzioni del settore editoriale ed ha da subito offerto un interessante spunto di riflessione:”Spesso, i media, mettono in contrapposizione libri cartacei ed e-book – ha ricordato -. Ma questa dicotomia non esiste in realtà, perché le due tipologie di prodotto non sono in competizione, ma risultano complementari fra loro. I concorrenti del libro non sono di certo gli e-ebook, ma semmai realtà come Facebook, Twitter, Instagram ecc. Noi siamo i primi ad avere interesse affinché le persone leggano molto e non ci sentiamo assolutamente in contrasto con gli editori. Anzi, ci collaboriamo da tempo e da tempo condividiamo e comprendiamo le loro problematiche. Ci tengo però a ribadire che, a mio avviso, la sfida principale oggi e domani sarà quella che si giocherà sull’attenzione che chi produce letteratura sarà in grado di ottenere dai suoi potenziali lettori”.
Grandinetti ha dunque posto l’accento su un aspetto fondamentale, che è il forte cambiamento registrato dalla gestione del tempo libero. Prima del web e dei social netwok, quando non lavoravano, le persone potevano guardare la tv, ascoltare la radio, consultare un giornale, praticare sport e appunto leggere un libro. Oggi, a tutte queste attività, si sono aggiunte quelle che ci tengono sempre più spesso con il capo chino su uno smartphone o su un tablet, trascorrendo ore e ore a chattare, guardare e condividere video e gif, pubblicare commenti su articoli e status altrui.
Ogni giornata è fatta di 24 ore e, se di queste 4-5 in media sono oramai dedicate alla navigazione in rete ed all’interazione sui social, è facile intuire che c’è meno tempo per immergersi nella lettura di un libro, che sia cartaceo o digitale non cambia.
A questa considerazione di ordine temporale e culturale, c’è poi quella che riguarda la logistica, i costi di produzione e l’apporto che le nuove tecnologie possono offrire per la diffusione dei libri. Con Amazon, un editore, può vedere il suo libro pronto per la stampa in 4 ore e spedirlo in ogni parte del mondo con la formula P.O.D, ovvero “print on demand” (si stampa solo ciò che viene ordinato, quando viene ordinato). Ed in 48 il libro è disponibile ovunque, se lo si vuole cartaceo. Altrimenti, naturalmente, è immediatamente leggibile su ogni device.
LA VERA RAGIONE DELLA CRISI DELL’EDITORIA
In altre parole, se l’editoria è in crisi, non è certo per colpa degli e-book, ma causa di un repentino quanto profondo mutamento del tempo libero speso per l’intrattenimento e per il proprio accrescimento intellettuale. I video dei gattini o le gif esilaranti rosicchiano sempre più ore d’attenzione, favorendo un fenomeno a mio avviso preoccupante che ho descritto anche in questo mio recente editoriale, ricordando ciò che Eco aveva già prefigurato oltre 50 anni fa.
Ai ragazzini ed ai giovani non è mai piaciuto particolarmente leggere, ma oggi le nuove generazioni devono in più affrontare il bombardamento continuo di informazioni e stimoli spesso inutili e distraenti. Recenti studi dimostrano come un cervello stimolato continuamente da notifiche, suoni e contenuti di ogni tipo subisca vere e proprie modificazioni neuronali, in taluni casi irreversibili.
LA SFIDA DA COGLIERE: GUADAGNARE IL TEMPO PRIMA ANCORA DEL DENARO
Il futuro dell’editoria e dell’informazione, sia online che offline, passa dunque per quello che potremmo definire come “accaparramento dell’attenzione”, ovvero come capacità di ottenere appunto la giusta attenzione, in termini di tempo dedicato, da parte degli utenti digitali. Far capire alle persone che leggere un buon libro è un’alternativa decisamente valida al trascorrere ore ipnotizzati sulla propria newsfeed di Facebook o litigando sotto ad un video di Youtube con perfetti sconosciuti. Come riuscirci in maniera efficace e continuativa, è la risposta ad una delle domande del secolo, che speriamo sarà trovata in primis dagli editori indipendenti.