Intendo formalmente protestare come cittadino europeo e del mondo per una gravissima e gratuita provocazione rivolta dal presidente degli Stati Uniti Biden al Presidente della Federazione Russa Putin.
Considerando che Russia e America possiedono da sole oltre 10.000 testate nucleari con cui senza dubbio possono reciprocamente distruggersi e distruggerci teoricamente infinite volte, tale deliberato attacco pubblico da parte di Biden verso Putin, che innalza enormemente il rischio di una grave escalation fra due superpotenze nucleari, proprio mentre il mondo si trova inginocchiato davanti alla Pandemia, mi sembra un atto immorale e enormemente irresponsabile.
Il capo di una superpotenza nucleare, responsabile come è della vita dell’intero pianeta in virtù del suo potenziale distruttivo, non dovrebbe mai aggredire brutalmente a freddo, davanti al mondo intero, il capo di Stato di un’altra superpotenza nucleare. Ci sono delle convenzioni non scritte e soprattutto il buon senso che lo vieterebbero in maniera assoluta, a meno che, ma sarebbe pura follia, non si sia deciso di andare verso conseguenze potenzialmente irreversibili.
E’ stato un atto talmente grave che con profonda angoscia mi chiedo se chi lo abbia intentato sia o meno completamente in possesso delle proprie facoltà non solo logico razionali, ma anche etiche, e quindi se non sia una persona facilmente preda di circonvenzione da parte di chi della tensione internazionale ha sempre bisogno per riprodurre il proprio potere e status all’interno delle rispettive società, come è noto che sia per gli apparati industriali militari, unici a trarre enormi vantaggi dalle minacce alla sicurezza nazionale derivanti dalla tensione internazionale.
La mia protesta dunque non ha nulla a che vedere con un giudizio di merito su Putin. E’ una questione sul fragilissimo equilibrio della pace. Il gesto di Biden rasenta la follia ed è completamente antipolitico. Una provocazione lanciata a freddo per accendere una escalation internazionale senza altro senso che questo. Ma insieme è un gesto di profondo disprezzo per tutte le nostre vite, su cui getta un ulteriore elemento di rischio, in un momento di estrema fragilità dove l’umanità avrebbe dovuto almeno temporaneamente deporre le armi per sollevare gli strumenti della medicina.
I rapporti internazionali tra capi di stato, a meno di trovarsi a davanti a dei paesi realmente genocidi, non sono la sede appropriata per darsi gli uni con gli altri dell’assassino, a meno di non essere pronti ad andare in guerra.
Essendo il capo di uno Stato sempre responsabile di ciò che la forza militare dello stato commette, asserire che il capo di una superpotenza sia un “assassino” ovvero che abbia le mani sporche di sangue, in linea generale potrebbe persino avere senso, quando fosse detto in un discorso privato o comunque fatto da persone senza incarichi di Stato le cui parole non avessero gravi conseguenze su miliardi di vite. Ma che un presidente di una superpotenza si rivolga al presidente di un’altra superpotenza chiamandolo assassino e dicendo che pagherà un caro prezzo per questo, equivale alla fine di ogni mediazione politica. Dove finisce la politica si apre lo spazio per la violenza.
Tutti i capi di Stato che abbiano proiezioni geopolitiche extraterritoriali, come è per delle superpotenze, sono ovviamente responsabili degli atti omicidi che le loro forze armate commettono nel mondo. Se Putin, in questo senso, non è certamente da meno di un qualsiasi capo di una superpotenza, il presidente Biden, già da molto tempo, ha le mani parecchio grondanti di sangue, anche quello di numerosi innocenti, dato che durante la presidenza Obama, di cui era il vice, il numero degli omicidi extragiudiziali con i Droni, autorizzati direttamente dallo staff presidenziale, e che sono veri e propri crimini umanitari, e violazioni della Carta delle Nazioni, contro cui la legge internazionale è impotente, aumentò rispetto alla presidenza di Bush Jr. a livello esponenziale, raggiungendo il numero di diverse migliaia di persone assassinate, far cui anche cittadini americani uccisi extragiudizialmente violando il 6° emendamento della Costituzione.
Ciò nonostante, se fosse stato Putin a dare pubblicamente dell’assassino al Presidente Biden avrei protestato nello stesso identico modo di questa protesta e non avrei esitato a definirlo un irresponsabile che, disprezzando le vite umane stava mettendo in gioco la fragilissima pace mondiale in una maniera inaccettabile dai popoli democratici, in un momento in cui l’umanità sarebbe richiamata almeno per un momento a deporre le armi per sollevare gli strumenti della medicina.
Che il Presidente Biden abbia definito il Presidente Putin un assassino è solo una provocazione che non vuole essere null’altro che una provocazione, che distrugge decenni di fatiche politiche e sociali verso il disgelo, sul filo del rasoio di un olocausto nucleare sempre possibile, sottovalutato dagli stolti, spesso coinvolti in politica, esattamente come è stata sottovalutata la possibilità di una pandemia annunciata da decenni e alla quale nessuno dei decisori politici ha mai dato il giusto peso con le gravissime conseguenze che stiamo pagando. L’esperienza della Pandemia dovrebbe essere da monito per noi tutti a prendere molto sul serio i pericoli che abbiamo davanti, di cui l’olocausto di una terza guerra mondiale nucleare è il peggiore di tutti, e anche il più probabile dato il numero di bombe nucleari che ci minaccia di estinzione sulla terra che sono 15.000.
Il comportamento del presidente di una superpotenza nucleare che attacca a freddo il presidente di un’altra superpotenza nucleare perché i suoi servizi gli hanno detto che l’altro sarebbe indirettamente responsabile di un tentativo di discreditare la sua immagine durante le elezioni americane, ci pone davanti al comportamento di una persona assolutamente non all’altezza del ruolo che ricopre, che mette in gioco la vita e la pace dell’umanità per un risentimento personale provocato dalle voci degli apparati. Il suo attacco a Putin ha mandato le lancette dell’orologio della catastrofe nucleare senza alcun dubbio avanti. La mezzanotte nucleare ora è molto più vicina.
La aggressione verbale del Presidente Biden non ha nessuna funzione in politica, non è una sanzione, non è una mediazione, non è niente. E poiché con gli assassini non si convive, ma li si getta in una cella, quando non li si giustizia come si fa negli USA, allora chiamare un capo di stato, da capo di stato, assassino significa dirgli che deve essere eliminato dalla vita pubblica, dunque tale asserzione non ha altro senso e scopo che quello di innescare una escalation, perché una cosa del genere non offre nessuno spazio di mediazione politica alla figura cui tale aggressione è indirizzata che quella di rispondere con una reazione di pari intensità; negazione per negazione, morte per morte.
E tuttavia Presidente Biden, hai cominciato tu, a freddo. Hai agito come una persona che improvvisamente per strada colpisca al volto un passante. È inammissibile.
Se qualcuno facesse cosi in bus o nella metropolitana, aggredendo qualcuno, egli minaccerebbe con ciò non solo la persona aggredita, ma la sicurezza di tutti.
Presidente Biden, non hai nessun diritto di ipotecare il futuro di miliardi di esseri umani con la tua gratuita violenza verbale rivolta a provocare senza nessun motivo plausibile il capo di un altro Stato. Chi pensi di essere? Un nuovo Raskolnikov in formato nucleare?
Hai deliberatamente provocato, per motivi personali, una potenza nucleare come la Russia, con un potenziale super distruttivo del tutto identico a quello americano, senza che ciò abbia alcun senso politico. L’incidente atomico, lo hanno detto illustrissime personalità scientifiche e politiche della nostra storia, non io, è sempre incombente sull’umanità. Solo gli stolti o i dementi non ne sono consapevoli. Atteggiamenti come i tuoi non sono tollerabili, anche se non abbiamo il potere di impedirteli, abbiamo il dovere di dirtelo in maniera molto chiara.
E’ una vergogna e un atto criminale nei confronti del prezioso bene della pace, e purtroppo non posso fare altro che alzare il mio sdegno, non posso fare altro. Ma lo farò senz’altro.
Presidente Biden, quando aggredisci in questo modo irresponsabile, insensato e definitivo, senza nessuno spazio di manovra, altri capi di Stato, specie se dotati del più grande arsenale atomico della terra, stai giocando a un gioco potenzialmente mortale con le nostre vite, con il nostro futuro, con la nostra pace. Non ne hai nessun diritto. Non sei Dio.
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