In verità, in verità vi dico che, dopo il mio (cordialissimo) confronto con il buon Alex Grassi. Soprattutto: dopo i commenti che i suoi fan sfegatati (il primo lo potete leggere qui in basso) hanno lasciato sia in diretta che sotto al vod, ho deciso che era assolutamente necessario un articolo riepilogativo, nel merito, per le 2 ore e mezza di live realizzate con questo guru dell’ecommerce, specializzato nel liberare i padri di famiglia che vogliono muoveri “prima di perdere i loro figli per sempre” (sic!). Anche per le cose non dette/emerse durante la live.

Perché, vedete, la parte principale del problema nel proliferare di un certo tipo di comunicazione, che usa un certo tipo di leve psico-emotive, un certo tipo di urgenza e scarsistà nello spingere all’acquisto di corsi da migliaia di euro, un certo tipo di senso di colpa ed inadaguetazza instillato a scopo di lucro, fatturando milioni, è rappresentato da chi (ancora) ci casca. E sembra non voler essere salvato, né messo in guardia. Prima ancora di analizzare com’è andato il confronto, infatti, è opportuno “scomporre” questo commento e spiegare perché è la prova schiacciante dei pericoli che esistono dietro un certo tipo di “marketing”, di proposta di valore, di “testimonianza” 100% emotiva e 0% concreta, come sono almeno tutte quelle che abbiamo analizzato tra gli studenti del Grassi.
Una mente sveglia e vaccinata alla fuffa ed alla manipolazione mentale, infatti, nota subito che questo commento manca di un elemento fondamentale. Voglio dire: parliamo di ecommerce, giusto? Ecco, appunto: dove cazzo sono gli ecommerce? Dove sono le prove delle nuove, straordinarie competenze acquisite? In che senso la vita è stata stravolta? Almeno come accenno, che tipo di nuove conoscenze sono state instillate nel virgulto entusiasta in questione? L’impatto sulla sua vita, come possiamo misurarlo in maniera oggettiva, al di là dell’anedottica?
Ecco: a proposito di mente vaccinata a fuffa e pensiero logico-critico, vi posto il commento (perfetto) di sintesi di Alessandro Boldrini, non a caso una “vecchia guardia” del gruppo facebook di Fufflix.

Perché, vedete, se non si trovano risposte alle domande specifiche appena esposta, ma solo una vaga testimonianza basata sulla propria, non verificabile esperienza personale e su una chiara quanto imbarazzante adorazione cieca verso il “leader”, abbiamo un (grave) problema di percezione della realtà. Che rivela un bisogno scalpitante di credere in qualcosa e qualcuno, che rende ciechi o comunque poco lucidi.
Nel commento del fan si parla di “missione”, dipingendo Grassi come una sorta di messia. Pare quasi che faccia tutto questo gratuitamente, con il solo scopo di aiutare il prossimo. E poi i riferimenti ulteriori a valori, coraggio, principi. Il nostro viene descritto anche come un impavido paladino che trasmette “valore genuino”, che ispira, che combatte con coraggio per la libertà di altri padri come lui. Un condottiero, oltre che un generoso messia. La mitizzazione è pericolosa per i veri filantropi, figuriamoci per fa banalmente formazione, in certi settori e con certe “leve” usate per venderla.

A leggere tale “AndreaBiker”, infatti, confesso che quasi partecipo alla sua scollattura dal reale e dimentico che Alex Grassi non fa altro che vendere corsi di formazione per aspiranti venditori di motozappe made in china. Per qualche istante ho vacillato, immaginandolo appunto a metà tra un messia ed un paladino, a costruire pozzi in Africa come volontario, come filantropo che devolve il 50% del suo reddito a padri meno fortunati.
E invece no: è un venditore di infocorsi, che fa milioni mostrando a persone con zero competenze nel settore la via presunta via facile per fare soldi online. Certo, precisa che “all’inizio devi impegnarti”, in live ammette persino che solo il 5% scarso dei suoi studenti combina qualcosa di duraturo (ovviamente dobbiamo sempre fidarci, non abbiamo prove), ma il 90% del tempo restante ti vende brutalmente se stesso, il suo percorso dell’eroe, i suoi continui viaggi per il mondo con la famiglia.
LA FEDE, UN DISASTRO PER GLI AFFARI
E chi lo stima, proprio come fosse il credente di qualche religione, si fida ciecamente. Gli crede sulla parola. Ritiene anzi proprio offensivo dubitare, porre domande, insinuare legittimi dubbi: in Alex Grassi e nella sua capacità ispirazionale devi credere, così come devi credere ai suoi risultati e ai suoi studenti. Con un approccio fideistico. Non è fiducia, è proprio fede cieca nel “salvatore”. E negli affari la fede è il biglietto verso il baratro, verso la perdità di tutto. Negli affari contano i numeri in trasparenza, i dati, le statistiche, le fredde e razionalissime analisi, la prova verificabile di competenze ed esperienze. Insomma: la trasparenza e la concretezza dovrebbero essere le parole chiave, altrimenti è un po’ come sperare di guarire una febbre persistente affidandosi ad uno sciamano.
Perché, vedete: vendere sogni a disperati, incompetenti e sprovveduti è semplice. Dannatamente semplice e, ancora oggi, paga. Perché tante persone hanno bisogno di sentirsi dire certe cose, di vedere una speranza di svolta, di cambiamento; una via d’uscita da vite che sono ritenute insoddisfacenti (magari anche perché hanno standard di paragone sbagliati e fuorvianti). Queste persone, che sono tante, risultano disposte a dare tutto, pur di comprare questa opportunità.
IL GRANDE ASSENTE
Ma, fuffa motivazionale e vendita emozionale a parte, visto che qui parliamo di ecommerce, ovvero di attività che richiedono un rigore quasi scientifico, un approccio decisamente razionale su dati e numeri, la trasparenza massima (a proposito di) sulle tue reali competenze ed esperienze da “formatore” e “consulente”, dobbiamo parlare del grande assente (anche dalla live di confronto); l’elemento più importante, cruciale, irrinunciabile, ovvero l’eccomerce di successo mostrato in chiaro.
Perché tu vendi formazione e successi con l’ecommerce, non “mindset”, non corsi ispirazionali per gente irrisolta, giusto? Ed io voglio vedere i tuoi store di successo, quelli dei tuoi studenti, non la solita storiella dell’ex padre povero/frustrato che ora è diventato ricco e felice grazie al “metodo” che è pronto a venderti, con spirito filantropico.
E non uno, due o tre, magari neppure più attivi. Ne voglio vedere oltre 200, come minimo, visto che oltre 200 sono i padri che dici di aver “liberato”. E poi ci sono i tuoi, quelli con i quali guadagni e vivi già da anni, oltre alla formazione.
Senza questo, resta solo la vacua e pericolosa venerazione per il personaggio, per il guru. La potenziale pubblicità ingannevole, mista a pratica commerciale scorretta. La fuffa, quella purissima, di cui con Fufflix ci occupiamo da anni e che non prevede per forza di trovarci al cospetto di biechi truffatori e criminali incalliti.
L‘UNICO “CASO DI SUCCESSO” CHE HO VISTO
E comunque, come detto, nessuno store mai mostrato in chiaro. Anche quello che ci ha fatto vedere (rigorosamente in privato), per altro connesso ad un prodotto fisico autoprodotto e venduto offline già da quasi 10 anni, non ci è stato permesso di mostrarlo, neppure di citarlo. E, comunque, non c’entra nulla con la promessa che si legge sulle landing page di Grassi e si ascolta nei suoi webinar, ovvero ecommerce partiti da zero, gestiti nei ritagli di tempo da ex falegnami/arrotini/netturbini/meccanici/spurgafogne e con micro-budget di partenza.
No: è una realtà discretamente strutturata, che fa 470k di fatturato, ha 490k di costi, 14.000 euro di perdita e 200.000 euro di debitoria complessiva nel 2024 (annunciando un milione di fatturato per il 2025). Ha una gestione finanziaria abbastanza complessa e non è gestita da nessun “papà liberato”, ma da imprenditori e commercianti con esperienza pregressa offline, che con un prodotto proprietario avrebbero usufruito di non ben precisate consulenze da parte del team di Grassi (che dunque pare agire come una delle migliaia di web agency che fanno consulenza sull’ecommerce).
Chi vi scrive posta i suoi ecommerce pubblicamente da oramai 6 anni, senza che nessuno li abbia copiati o distrutti (anche quando fatturavano quasi un milione l’anno). Eppure, quando parlate con un santone dell’ecommerce, tutto diventa segreto, insondabile, mai mostrabile. Patti di riservatezza, link fatti passare manco fossero pizzini di mafia e poi, ogni singola testimonianza, parla solo di presunte vite svoltate e non mostra mai alcuna prova di svolta.
IL TRAGICOMICO CASO ANDOLFO
Anzi, come nel caso del signor Mario Andolfo, che due anni fa raccontava (pure lui) di vita stravolta grazie all’ecommerce, di spese sanguinose ma sacrosante affrontate per seguire i corsi, di mindset rivoluzionato e…di un ingresso nel team proprio di Grassi.
A distanza di due anni, Andolfo è però finito di nuovo a fare l’impiegato full time, come si legge sul suo profilo linkedin. Per la precisione, attualmente, lavora come Front Office per Bologna Gomme srl.
Proprio durante la live, già conoscendo l’epilogo, ho chiesto a Grassi che fine avesse fatto il buon Andolfo, che ruolo avesse ora nella sua società o che ecommerce di successo gestisse. La prima risposta è stata:“Se vuoi ti recupero il contatto e la sua partita iva“. Subito dopo, mostrato l’epilogo ed il ritorno ad un ruolo impiegatizio, Grassi ha cambiato versione, evidentemente spiazzato:”Ah, ma non lo sento da anni“. E poi, come il più classico dei santoni digitali, ha ribaltato tutte le colpe sul suo (ex) studente modello, prima portato come esempio di vita stravolta ed ora relegato a rango di incapace nell’applicare i consigli d’oro del formatore. Insomma: Mario ha lasciato la via del mindset ed è tutta colpa sua.
E qui veniamo al secondo punto, ovvero al ribaltamento della realtà operato dai fan allucinati, ai quali si vendono prima di tutto illusioni, emozioni, risultati eccezionali. Per il sior “Mattia Sala”, quello bravo a parole sarebbe il sottoscritto (ma non spiega come, dove e perché). Non solo: Grassi avrebbe risposto a “tutte le domande, senza esitare e con una trasparenza allucinante“

Peccato che, di allucinante, qui, ci sia semmai solo l’allucinazione del signor Mattia. In ordine sparso, elenchiamo le principali domande e questioni che hanno visto risposte evasive, vaghe, negate o fuorvianti.
- Sito non a norma GDPR (il suo principale)
- Contratti di consulenza non a norma, con clausole illegali e/o vessatorie
- Zero trasparenza sui “casi di successo”, che non presentano MAI siti, bilanci, partite iva, dettagli su prodotto, costi, margini ecc ma si basano sul mero stortytelling emozionale (vedi Andolfo)
- Leve di marketing assolutamente opinabili, che provano a far sentire i padri inadeguati e falliti, per spingerli a spendere fino a 5000 euro per un corso, senza neppure dirgli che serve una partita iva per aprire un ecommerce e parlando di “ritenuta d’acconto a prestazione occasionale” in maniera del tutto impropria.
- Neppure un suo singolo ecommerce mostrato, né in live né in privato
- Potenziale fake counter sul sito principale (ultimi 8 posti disponibili da settimane)
- Retorica da positivismo tossico che ribalta su chi non riesce tutte le responsabilità
Insomma: quella di Alex Grassi sembra una sorta di web agency che, invece di lavorare con il B2B (cosa molto complessa e a bassa marginalità, soprattutto oggi), vende sogni di ricchezza a privati che, dai numerosi commenti letti, sembrano per lo più accontentarsi di comprare anche solo una vaga speranza, l’acquisizione di qualche neppure ben precisata “nuova competenze”, in un settore sempre più saturo e complicato come quello delle vendite di prodotti online.
L’approccio del guru è quello che abbiamo riscontrato in tanti altri: una storia mielosa per impressione i facilmente manipolabili, la manipolazione retorica attraverso fallacie logiche (“non ti mostro gli store perché sennò li copi” o “non te li mostro perché tanto ci troveresti come del marcio“; “non mi conosci quindi non puoi giudicare se ciò che faccio è corretto“).
In conclusione va ribadito che, questo articolo di approfondimento, si è reso comunque necessario molto più per i commenti della claque acritica adorante, che per l’intervento di Grassi in diretta. Cioè: sono i suoi “fan” ad avermi preoccupato e turbato, confermandomi quanto sia facile penetrare le blande o proprio inesistenti difese razionali di chi è preda delle proprie emozioni e, a torto o a ragione, si sente irrisolto ed insoddisfatto della propria vita.
Il problema, come dicevamo, è che che l’approccio da opportunity seeker è un po’ come giocare d’azzardo, ma scommettendo sulle formule magiche di altri che sono semplicemente opportunity seeker un po’ più scaltri (e/o fortunati) della media.
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