La attuale classe politica, nel nuovo governo di unità di colpa nazionale , è cosa conclamata, si configura come un nuovo potente gruppo nella variegata galassia dei NO qualcosa.
Sono i NO LEX capeggiati da Mario Draghi. I membri politici dei partiti che esprimono uomini e donne di governo e che credono di essere padroni del paese invece che servitori della Repubblica.
Sono quelli che come i NO VAX sono contro i vaccini, loro, NO LEX, sono contro la legge suprema. quelli contro la Costituzione, sono quelli sempre più animati da quell’orrido orgoglio del potere che Montesquieu raccomandava caldamente dovesse invece sempre essere umiliato.
Sono quelli che hanno sospeso lo Stato di diritto e la Costituzione ormai da quasi due anni con uno stato di emergenza che a sua volta non è assolutamente contemplato dalla Costituzione.
Quelli che hanno avocato a sé il potere del parlamento, e che vanno avanti a colpi di decreti presidenziali come se la nostra fosse una Repubblica presidenziale piena e non una repubblica parlamentare.
Sono quelli che sostenuti dalla forza del potere esecutivo, di cui stanno abusando, Vogliono obbedienza a provvedimenti governati da pura irrazionalità.
Sono quelli che rispetto al vaccino invece di fare una legge della Repubblica davanti alla quale fossero tutti uguali, ricorrendo al deforme ricatto del green pass per vivere una vita civica piena, hanno creato la diseguaglianza dei cittadini davanti alla non legge , cosa che stravolge la natura fondamentale della Repubblica, il cui articolo terzo della Costituzione recita “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”
Ecco sono Draghi e i NO LEX
Sono quelli seduti negli scranni delle camere della Repubblica, che noi, il popolo, gli abbiamo affidato, che nelle interviste affermano candidamente di non poter assolutamente imporre un vaccino, cosa che, invece, qualora vi fossero le evidenze scientifiche, e dopo adeguate sperimentazioni entro i termini prescritti dalla legge, potrebbero e dovrebbero fare eccome, certamente entro i criteri costituzionali e lasciando legiferare il parlamento, se animati da buona coscienza, volessero salvare sia la forma dello Stato Costituzionale sia la pubblica salute, le quali non sono l’una senza l’altra, e non certamente usando poteri emergenziali auto affidati fuor di Costituzione.
Ma che poi con un decreto legge di un Presidente del Consiglio non eletto, mero tecnico chiamato a supplenza di un Presidente del consiglio dei ministri politico, mancante ormai da troppi anni dal parlamento, hanno istituito il greenpass , il quale da originario provvedimento di mera facilitazione per spostarsi attraverso le frontiere europee, evitando al cittadino vaccinato quarantene nei suoi viaggi, quale doveva essere in origine, come ben ha spiegato il giurista Ugo Mattei, ora è stato trasformato come in un incubo a documento di vero e proprio status sanitario che si presenta come un osceno e infame impianto ricattatorio e discriminatorio, istigazione alla prostituzione popolare, che minacciando di tagliare fuori dalla vita sociale chi non china il capo, o semplicemente non fosse nelle condizioni di salute per vaccinarsi o fosse vaccinato con vaccini stranieri non autorizzati da EMA o altro, vuole imporre obtorto collo ciò che il legislatore, semmai, sarebbe chiamato, e questa è la funzione che gli è affidata dalla sovranità del popolo, e per cui è lautamente pagato, a far divenire legge dello Stato : ovvero una cosa che valga per tutti, e che non generi classi di cittadini A e B, e dunque conflitto sociale, Ovvero il vaccino, come provvedimento sanitario generale che tuttavia il legislatore non può fare così alla buona , a causa della Costituzione che si erge ad ostacolo su queste cose, ovvero a fare provvedimenti alla spicciola, richiedendo al legislatore di fare invece un faticosissimo, arduo, quanto necessario, sia alla salute dello Stato che a quella dei cittadini, lavoro di bilanciamento fra diritti in conflitto, che l’attuale legislatore non è messo nelle condizioni di fare dallo Stato di emergenza che ha avocato i poteri del parlamento all’esecutivo da ormai due lunghissimi anni. Infinito stato di emergenza, incostituzionale, che non sarà purtroppo senza conseguenze sulla salute delle istituzioni , come ben sapevano i romani che imponevano il limite di sei mesi a tale condizione dello Stato, che essi chiamavano dittatura, ovvero la sospensione di tutte le magistrature ordinarie e il potere quasi assoluto a una magistratura straordinaria e che oggi chiamiamo stato di emergenza, e che i nostri costituenti, consapevoli delle sue pericolosissime conseguenze, dalla esperienza della catastrofe da cui erano emersi, non hanno voluto nella Costituzione.
E dunque vuoi entrare nei bar? Vuoi entrare nel cinema? Vuoi entrare nei treni? Vuoi vivere una vita normale e non essere ridotto a un paria sanitario? Allora della marca da me indicata e non altri, anche se usati in mezzo mondo, fatti il vaccino che non ti posso imporre per legge: ecco questi sono Draghi e i NO LEX.
DRAGHI E I NO LEX, tanto per capire come sono torbidi e violenti nel loro imporre con la forza cose irrazionali, e DNA di qualsiasi tipo di totalitarismo in erba o compiuto è proprio imporre con la forza l’irrazionalità o le cose grottesche, ad esempio non hanno introdotto nei parametri per ottenere il green pass le semplici analisi icG, che attestano il livello degli anticorpi, cosi i cittadini di altri stati o vaccinati con vaccini non riconosciuti dalla grande lobby dell’EMA diventano pur se vaccinatissimi anche essi Apolidi Sanitari, come li ha recentemente definiti Emmanuel Hirsch, docente di bioetica all’università Paris-Saclay, ciò dimostra, in una luce abbagliante, la loro coscienza sporca. Le analisi degli anticorpi avrebbero reso infatti inutile il blocco dell’EMA a determinati vaccini, la nuova geo-bio-politica. Così il green pass è ottenibile solo con determinati vaccini, prodotti da determinate aziende farmaceutiche, abbastanza chiaro l’impianto e il conflitto di interessi no? L’intero stato di San Marino che per esempio ha adottato lo Sputnik si ritrova ostaggio del green pass come uno stato di apolidi sanitari.
Ho affrontato la questione nell’articolo “Sputnik V ecco perché io italiano mi sono vaccinato a Mosca. EMA ancora non lo autorizza, basta ostracismi geopolitici” Perché già, cari NO LEX, chi scrive è anche ultra vaccinato, tante le volte vi venisse la stupida idea di attaccarmi come NO VAX.
I NO LEX inducendo il popolo a prostituirsi per accettare una cosa che non sono in grado di imporre con una legge dello Stato, hanno gettato il terribile seme della discordia nel paese, nelle famiglie, nelle amicizie, fra coloro che sono incorruttibili verso questo principio di prostituzione e di attentato allo stato costituzionale o semplicemente che ne sono esclusi a priori, e coloro che più fragili vi vogliono cedere per il quieto vivere, perché sono terrorizzati dall’idea della lotta sociale, perché sono stanchi e quant’altro.
Prevedo un gran lavoro a breve per il Tribunale Europeo dei diritti umani.
I NO LEX dovranno essere chiamati a rispondere domani di avere gettato il seme della zizzania in una nazione stanchissima che è coscienziosamente passata attraverso lock down e limitazioni con enorme senso civico.
DRAGHI e i NO LEX con questo provvedimento illegale e anticostituzionale imposto unicamente in virtù di uno stato di emergenza anche esso incostituzionale, gettando il paese in una sempre più grave fibrillazione fra le due classi di cittadini che essi stanno per creare, i cittadini di serie A e quelli di serie B, stanno poi offrendo il fianco della nazione e dello stato a oscure forze della sovversione, alla strategia della tensione. Un altro gravissimo crimine , vero e proprio attentato alla sicurezza dello Stato, di cui dovranno essere chiamati a rispondere. Le piazze di normali cittadini che manifestano in difesa della costituzione essendo vulnerabili a tutti i tipi di agenti provocatori desiderosi dell’innalzamento dello scontro.
Del resto il NO LEX Draghi come ci ricordava uno stinco di santo come l’emerito Presidente della repubblica Cossiga, è l’uomo che nella sua prestigiosa biografia può vantare di aver lavorato per la Goldman Sachs, banca di truffatori che vendevano titoli tossici e che hanno innescato la terribile crisi economica del 2008 che ha fatto centinaia di migliaia di morti per le sue conseguenze. NO LEX signori.
Sono DRAGHI E I NO LEX
Sono quelli che preferiscono umiliare il popolo con le forche caudine del greenpass per costringerlo obtorto collo a fare un vaccino che non vogliono però rendere semplicemente obbligatorio con una legge dello Stato. I NO LEX.
Voglio ricordare ancora una volta che io sono vaccinato e non sto difendendo le tesi NO VAX , pur difendendo il fatto, come disse Voltaire, che loro possano avere una loro propria tesi ed esprimerla , si badi bene.
Ma ancora più gravemente i NO LEX sono quelli che in 15 anni non hanno mai adempiuto agli obblighi giuridici di sorveglianza e prevenzione sanitaria assegnata essi dalla legge 833 23 settembre del 1978, Presidente della Repubblica Sandro Pertini, legge che istituiva il Servizio Sanitario Nazionale, SSN che hanno massacrato in 40 anni riducendolo dai 600 mila posti letto del 1980 ai 160 mila odierni, cosa di cui ho ampiamente trattato nel testo Coronavirus Lo stato delle cose.
I NO LEX sono quelli che avrebbero dovuto obbedendo alla legge 833 attuare il PIANO PANDEMICO NAZIONALE cosa che loro , NO LEX, non hanno mai fatto.
Nel XVIII secolo per tale cosa sarebbero finiti tutti sotto la lama della ghigliottina del comitato di salute pubblica, si capisce.
Cosi i NO LEX non rispettando la LEGGE non hanno mai fatto le esercitazioni nazionali che Prevedeva il PIANO PANDEMICO. E mai significa mai , dacché esiste il Piamo pandemico dal 2005 a oggi, ovvero oltre 15 anni senza mai indire una esercitazione nazionale. NO LEX.
I NO LEX, pur essendo membri del governo nei vari governi che si sono succeduti fino a oggi , non hanno mai provveduto come prescriveva il piano pandemico a munire ospedali e qualsiasi presidio sanitario nazionale, quindi anche gli studi dei medici di famiglia, di depositi di Dispositivi di protezione Individuale ( D.P.I.) ovvero guanti, tute e mascherine ad altra protezione batteriologica.
Grazie al rifiuto dei NO LEX di adempiere ai loro obblighi di sorveglianza e prevenzione sanitaria, noi tutti ricordiamo benissimo i medici di famiglia durante la prima devastante ondata che mostravano atterriti un unico paia di guanti e una singola mascherina e non FFP 1, 2 o 3, assolutamente introvabili in Italia durante la prima ondata, ma semplicemente chirurgica, da usare per una intera settimana. Sono i NO LEX ladies and gentleman.
I NO LEX non obbedendo alla legge, pur assisi negli scranni dei legislatori, o nominati a capo delle istituzioni quali l’Istituto Superiore della Sanità, non hanno mai fornito a medici e infermieri e al personale OS l’addestramento a un corretto uso dei DPI come imponeva il Piano Pandemico, sebbene sarebbe servito loro poco non essendoci i DPI stessi.
Me lo ha confessato candidamente Giovanni Rezza, prima Direttore Reparto Malattie Infettive Istituto Superiore Sanità italiano per oltre dieci anni , e oggi, evidentemente promosso per meriti Pandemici sul campo, attuale Direttore Generale della Prevenzione presso il Ministero della Salute, in una lunga intervista che gli ho fatto ad Aprile 2020 per la Voce di New York il quale alla mia domanda “ ma lei ha mai fatto pressione per far attuare il PIANO PANDEMICO sul ministero della Salute?” Mi ha risposto che non gli riguardava, che non era suo compito, ecco il link dell’intervista, vi consiglio di leggerla, è illuminante. Dice anche che la Democrazia non è buona per affrontare le pandemie. NO LEX.
Lo hanno forse fatto il Burioni savonarola, il Lopalco moralizzatore della nazione, e le varie star batteriologiche che da due anni sono diventate presenze televisive fisse? Si sono mai messi a rischio di carriera per denunciare che il PIANO PANDEMICO giaceva pasto dei tarli nei cassetti delle istituzioni? Informati bene cittadino. E dimmi se non avendo essi mai avuto cura di lottare per far attuare il Piano Pandemico, ma essendosene ampiamente fottuti, pur consapevoli della imminenza di una Pandemia, annunciata da OMS e altre istituzioni da anni, adesso sia tollerabile sentirli sbavare da mattina a sera nelle televisioni facendo scintillare tutti i tipi di rolex immaginabili. Magari auspicando che i non vaccinati siano chiusi come topi nelle loro case o altrove, come ha fatto Burioni, Anche costoro nel XVIII secolo non sarebbero scampati a offrire il collo alla ghigliottina o nel III secolo i nobili culi ai pali.
Cosi grazie alle omissioni dei NO LEX quando il virus si è presentato negli ospedali, medici e infermieri, invece di essere la formidabile barriera progettata dal PIANO PANDEMICO NAZIONALE per spegnere sul nascere i focolai di infezione sono diventati essi stessi il primo grande diffusore di infezione a livello nazionale, pagando anche un alto tributo di morti, l’innesco del focolaio dell’ospedale di CODOGNO e poi nel SACCO di Milano non sarebbero stati possibili se I NO LEX avessero adempiuto alla legge attuando il Piano Pandemico nazionale.
Cosi questa PANDEMIA la dobbiamo tutta ai NO LEX fra cui quelli comandati da Draghi.
È una pandemia DOLOSA. Di cui i NO LEX sono responsabili. L’impianto dell’articolo 40 del codice penale è chiaro : chi era obbligato giuridicamente di impedire un evento non abbia fatto nulla per impedirlo e come se lo avesse cagionato. I NO LEX non hanno fatto assolutamente nulla di quanto imponeva essi la legge, che imponeva di sorvegliare e prevenire la Pandemia attraverso l’attuazione del Piano Pandemico. Ergo per la legge è come se i NO LEX avessero deliberatamente provocato la Pandemia. Insieme a una amica giurista, con cui ho dialogato, ho spiegato molto in dettaglio tutto ciò nel mio testo “Coronavirus necessario un nuovo processo di Norimberga” , che ho pubblicato il 30 Marzo 2020 e che è stato acquisito dalla Procura di Bergamo, città che ha pagato grazie alle omissioni criminali dei NO LEX un altissimo tributo di vite.
L’attuale Ministro Roberto Speranza, un ultra NO LEX, per aver fatto ritirare non a norma di legge il suo libro scritto in piena pandemia nelle cui 229 pagine non è mai citato il Piano Pandemico, che era esattamente quel manuale che nel libro scomparso lamentava di non aver avuto nell’affrontare la Pandemia , come ho raccontato in questo articolo, e sul cui significato ho riflettuto ampiamente in quest’ altro articolo , sequestrandolo illegalmente al popolo sovrano, il quale era ministro della salute prima che scoppiasse la pandemia non ha fatto mai attuare il PIANO PANDEMICO, che non conosceva nemmeno, motivo per cui ha fatto sequestrare fuori legge il suo libro che era già nelle librerie italiane come ho spiegato nei miei 4 articoli sulla questione.
Questo è essere NO LEX.
Per l’enorme prezzo di morti conseguenza delle loro omissioni, morti che sono stati bruciati senza nessuna autopsia, come ci si disfa di prove di un crimine, morti per sovrainfenzioni batteriche causate da carenza igienica nella martoriata sanita italiana a cui i NO LEX hanno tagliato e tagliato fondi, ma che essendo stati bruciati non si potrà mai provare che morirono per sepsi ospedaliera nelle intubazioni, infezioni di cui l’Italia ha il primato europeo da anni, morti bruciati senza che i loro cari potessero compiangerli, gettati come rifiuti negli inceneritori, i NO LEX nel VXI sarebbero stati gettati nelle segrete dei castelli e sottoposti a supplizio dello squartamento, e nel III secolo dopo cristo invece sarebbero stati impalati culo/bocca e lasciati all’appetito dei condor esposti sulle strade consolari.
Fortunatamente i NO LEX sono protetti dallo stato di diritto a cui non credono e che stanno tentando di distruggere non capendo che poi nulla li separerà dalle erinni della storia, oggi invece di essere scorticati vivi per aver dato in pasto una nazione alla pandemia, dirigono la gestione della crisi di cui sono stati gli unici artefici. NO LEX.
I NO LEX, non credendo alla legge, e cercando di umiliarla, non comprendendo che la legge domina i tiranni, con il loro sopruso ricattatorio sul popolo a cui vogliono imporre di fare ciò che non possono decretare per legge dello Stato, stanno impedendo ai cittadini di vivere la vita nella pienezza del godimento dei propri diritti cosi come sancisce la Costituzione.
I NO LEX non riconoscendo che la legge determina la sovranità del popolo che si esercita attraverso le proprie istituzioni che si comportano secondo il dettato costituzionale, si stanno determinando come un USURPATORE della sovranità popolare.
I NO LEX nella loro tenebra primitiva di credersi al di sopra di Dike, stanno provocando il popolo a una reazione violenta, i NO LEX sono dei provocatori che stanno portando il paese a uno scontro. Le piazze di questi giorni ci stanno chiaramente avvisando.
Dopo aver determinato le condizioni della Pandemia non avendo adempiuti ai propri obblighi giuridici di attuare il PIANO PANDEMICO ora i NO LEX stanno portando il paese verso il baratro della violenza.
DRAGHI e i NO LEX, per tutti questi motivi rappresentano un pericolo per la nazione e lo stato, enormemente maggiore del pericolo che potrebbero rappresentare i NO VAX.
FINE
APPENDICE AL TESTO
DELLE GRAVI RESPONSABILITA DEI NO LEX
(parte finale dell’articolo coronavirus necessario un nuovo processo di Norimberga del 30 marzo 2020)
DELL’ORIZZONTE GIURIDICO IN RAPPORTO CON QUESTO EVENTO EPIDEMICO.
Chiunque violasse i decreti presidenziali, ci ha fatto osservare il nostro Primo Ministro Conte, potrebbe rendersi responsabile innanzi tutto dell’articolo 650 c.p. ovvero del reato di non avere osservato un provvedimento legalmente dato dalla autorità per ragione di giustizia o di sicurezza pubblica, o d’ordine pubblico o d’igiene, ma nel violare il provvedimento potrebbe essere anche accusato, osservava il Presidente ammonendo i cittadini, di commettere ben più gravi reati, e per la precisione il 438 c.p. di epidemia dolosa e il 452 cp ovvero di delitti colposi contro la salute pubblica.
Ciò è reso possibile sulle basi del fatto che la salute è un diritto fondamentale dell’individuo, sancito dall’articolo 32 della Costituzione della Repubblica Italiana. E lo Stato è tenuto a tutelarla.
Sulla base di questo diritto fondamentale che la Costituzione riconosce in modo universale, a chiunque si trovi sul territorio nazionale e indipendentemente dalla cittadinanza, 30 anni dopo l’entrata in vigore della Costituzione, il legislatore ha finalmente portato a compimento la volontà dei costituenti, con la creazione del Servizio Sanitario Nazionale, con la Legge 23 dicembre 1978 n. 833, emanata sotto la Presidenza della Repubblica di Sandro Pertini.
Tale legge all’articolo 1 prevede che “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività mediante il Servizio Sanitario Nazionale” e che “La tutela della salute fisica e psichica deve avvenire nel rispetto della dignità e della libertà della persona umana”, tali finalità vanno conseguite, in vari modi fra cui: “1) la formazione di una moderna coscienza sanitaria sulla base di un’adeguata educazione sanitaria del cittadino e delle comunità”, e “2),la prevenzione delle malattie e degli infortuni in ogni ambito di vita e di lavoro”
Dunque il Governo italiano, indipendentemente dal partito che lo esprime, è sempre obbligato dalla legge ad attivarsi nella prevenzione delle malattie e non solo nella loro cura.
È Il Ministero della salute che, in virtù del Decreto legislativo del 30 giugno 1993 , n. 266 (Riordinamento del Ministero della sanità, a norma dell’art. 1, comma 1, lettera h, della legge 23 ottobre 1992, n. 421.), è tenuto a svolgere “per tutelare il diritto alla salute, le funzioni in materia di: a) programmazione sanitaria, predisposizione del piano sanitario nazionale, definizione degli obiettivi fondamentali di prevenzione, cura e riabilitazione, indirizzo del Servizio sanitario nazionale, determinazione dei livelli delle prestazioni da assicurare uniformemente sul territorio nazionale”.
E dunque è chiaramente la massima autorità competente nella prevenzione stessa della Salute Pubblica e individuale.
La prevenzione delle minacce alla salute pubblica e individuale comporta, come condizioni di necessità l’attività di vigilanza sanitaria al fine di individuare con ampio anticipo i pericoli alla salute pubblica e individuale, e di neutralizzarli per quanto possibile con mezzi già esistenti o da sviluppare attraverso scienza e tecnologia, come la legge impone.
Essa significa anche approntare i mezzi necessari per impedire l’evento, dunque la verifica costante che i mezzi sanitari siano idonei a neutralizzarla per quanto se ne è scientificamente tecnologicamente ed economicamente capaci.
La prevenzione sanitaria é un obbligo giuridico che per legge dello Stato grava sul Ministero della Salute.
E legge dello Stato è anche che nel fare questo non venga lesa la libertà e la dignità dei cittadini, come abbiamo letto. E come ci dicono gli articoli della costituzione 2 e 13.
La Salute pubblica e dell’individuo non è composta solo della perfetta funzionalità biologica delle cellule e del corpo dell’individuo, ma anche della sua libertà e dignità, che sono attributi della sua personalità, cosa nota dai tempi di Aristotele nella differenza fra bios e zoe. E infatti la salute è descritta dall’OMS come “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non solamente l’assenza di malattia o di inabilità”
Con gli straordinari mezzi della tecnologia contemporanea, si hanno ampi margini per prevenire molte cose che un tempo erano inevitabili, quindi agire senza arrivare a drammatiche situazioni di stato di emergenza, quali quelle di questi giorni.
Il nesso fortissimo fra questo obbligo giuridico di prevenzione e le conseguenze che potrebbe avere una epidemia, oggi lo comprendiamo tutti, da una parte proprio in virtù delle migliaia di vittime e dall’altra anche dalle gravissime ma a necessarie restrizioni che le nostre libertà civili hanno subito con il divieto per un lunghissimo periodo di uscire di casa, se non per procurarci il cibo, o per lavorare se addetti a settori strategici, con la conseguenza dell’arresto della produzione e del lavoro nazionale.
Osservo questa aspetto delle libertà civili perché il diritto alla salute che Lo Stato deve difendere non può distruggere altri fondamentali diritti se non per eccezionali motivi e questi riconducibili unicamente a cause di forza maggiore, ma mai assolutamente discendere da negligenze umane. Tali diritti si possono sospendere momentaneamente ( stato di calamità e art 16 della Cost) solo per cause di forza maggiore che costituiscono minaccia alla vita, ma se le minacce alla vita sono dipese da reati omissivi che hanno permesso eventi che alcune figure istituzionali avrebbero dovuto impedire, allora le cose cambiano e si complicano terribilmente.
OBBLIGO DI SORVEGLIANZA SANITARIA TUTELA DELLA SALUTE
Lo Stato deve tutelare la salute per legge. Perciò alcune sue Istituzioni hanno l’obbligo giuridico di sorveglianza e prevenzione sanitaria. È quello che recita la missione pubblicata sulla pagina dell’ufficio 5.
Per conoscere i pericoli sanitari che potrebbero minacciare la salute pubblica e necessario incaricare istituti scientifici , medici, scienziati e organismi nazionali e internazionali sanitari, e valutando attentamente le loro relazioni, agire sulla scorta delle loro indicazioni per impedire che i pericoli si concretizzino in danni alla salute del cittadino e alla pubblica incolumità.
Funzionari che a vari livelli e gradi omettessero questa concreta sorveglianza sanitaria si renderebbe colpevoli ad esempio, nel caso dell’ambito del lavoro di omessa sorveglianza sanitaria che è un reato. Essi ne risponderebbero personalmente penalmente (art 27 Costituzione) mentre lo Stato ne risponderebbe civilmente ( art 28 Costituzione).
UNA CATASTROFE GIURIDICA NELLA CATASTROFE SANITARIA.
Questo reato potrebbe configurarsi su vasta scala in questa situazione di epidemia, ad esempio ai danni di tutto il personale sanitario, e ove fosse dimostrato che si trattasse di una epidemia colposa, se non dolosa, sarebbe enormemente aggravato, alla luce di un decreto del 31 gennaio che ha istituito lo stato di emergenza nazionale per il pericolo epidemico, per tutti quei lavoratori a cui lo Stato non avesse fornito gli adeguati dispositivi per non contagiarsi. Una catastrofe giuridica nella catastrofe sanitaria.
È per l’obbligo che lo Stato ha di tutelare la salute che , i Carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni ispezionano senza requie la filiera della produzione alimentare al fine di prevenire intossicazioni, come quella provocata dal metanolo nel vino di anni fa, e il rischio di commercializzazione di cibi avariati. Allo stesso scopo sono serviti e continuano a servire incessanti controlli veterinari sull’allevamento di bestiame e pesce, sulla qualità dell’aria, a questo scopo sono finalizzati i blocchi della circolazione dei mezzi di trasporto e via dicendo. Si aggiunga che l’obbligo di sorveglianza sanitaria è stato pensato anche per tutelare la salute dei lavoratori ed è contemplato dal Decreto Legislativo 81/2008.
FORZA MAGGIORE O NEGLIGENZA?
Se fosse appurato che era possibile prevenire ed evitare quindi , lo stato di emergenza a cui siamo tutti sottoposti e che secondo Confindustria ci costerà 100 miliardi al mese, e ricordiamo chi i lavoratori sono stati costretti a stare nei posti di lavoro senza protezioni individuali fino al limite del ragionevole, tanto da portare i sindacati a minacciare scioperi nazionali.- e fosse dimostrato che non fu fatto nulla, o che fu fatto tutto male, negligenze dei decisori politici e dei funzionari responsabili nelle competenti Istituzioni giuridicamente obbligate ad agire per impedire il pericolo.
Se si provasse l’esistenza di documenti che provassero che gli Stati erano stati allertati dalla comunità scientifica, allarmi, che abbiamo abbondantemente visto nella prima parte di questo rapporto, allarmi anche ribaditi dalla stampa mondiale, a questo delitto contro la salute del cittadino, quale quello di non avere predisposto le misure straordinarie richieste dai piani anti epidemia dello Stato, e a ciò si unisse anche una grave condotta appropriativa messa in essere da gruppi di interesse agenti nelle istituzioni, i quali, nonostante la consapevolezza istituzionale del pericolo imminente di una pandemia che richiedeva urgente allocazione di importanti risorse finanziarie dello Stato per preparare i settori capaci di contrastarla, come il Servizio Sanitario Nazionale, avrebbero per i propri interessi particolari, contro l’interesse generale, stornato le necessarie risorse del bilancio dello Stato verso altre aere sovra finanziandole, quali le spese militari, danneggiando cosi gravemente la capacità dello Stato di fare fronte alla minaccia epidemica,.
Allora tale stato di emergenza sarebbe un odioso danno, oltre al danno incommensurabile della stessa epidemia, procurato da pochi, per loro colpa e dolo, a molti, e di cui si dovranno valutare significati e conseguenze.
E sicuramente si aprirà una grave crisi giuridica nello stato proprio per la vasta magnitudine del crimine di Stato intrinseco all’evento Pandemico
BREVEMENTE SUL REATO DI EPIDEMIA DOLOSA
Secondo la legge italiana, procurare un’epidemia è un reato contemplato dal Codice Penale agli articoli 438 e 452. Esso può essere di natura colposa, o, notevolmente più grave, di natura dolosa.
Tuttavia per esserne ritenuti colpevoli bisogna concretamente fare qualcosa per diffondere la malattia. La legge italiana, che risale agli anni Trenta, fondamentalmente si concentra sulle azioni della persona infetta o personalmente in possesso di germi patogeni, la quale inneschi l’epidemia o inavvertitamente, reato colposo, o consapevolmente, reato doloso.
Tuttavia dobbiamo considerare che nel 1930 la nostra attuale Costituzione non esisteva e dunque non esisteva il diritto universale alla salute, il nostro ordinamento post bellico ha integrato la disposizione normativa che contempla il reato di epidemia cosi come delineato dai legislatori degli anni 30, tranne che mutare le pene incompatibili con l’universo dei diritti umani inalienabili, come la pena di morte prevista per l’epidemia dolosa, ma il relativo articolo 438 cp dal 1947 in poi, non può che leggersi in combinato con i diritti e i doveri della nostra Costituzione,
Questo reato di epidemia va integrato nel complessivo ordinamento giuridico attuale anche in riferimento a comportamenti delle Istituzioni, le quali nel frattempo, a differenza dell’epoca fascista, sono nel frattempo divenute garanti e custodi dei diritti del sovrano ( il popolo), fra cui quello fondamentale alla salute.
Il dolo, a grandi linee, nel reato di epidemia è generico e consiste nella coscienza e volontà di diffondere l’epidemia stessa, ovvero di infettare una vasta comunità umana.
Dunque anche la sola consapevolezza, pur senza la volontà è già sufficiente per configurare l’elemento sostanziale di atto doloso. La caratterizzazione del dolo unicamente come intenzione di procurare una epidemia è stata infatti respinta da alcune sentenze della Corte Costituzionale emesse sul tema in anni precedenti, perché anche la consapevolezza di accettare un rischio inaccettabile per la salute pubblica pur senza precisa intenzione di procurare epidemia è compatibile con il reato doloso. Come sarebbe nel caso di un incidente di laboratorio biologico che manipolasse agenti patogeni in grado di scatenare un evento pandemico.
Poiché l’articolo 40 del codice penale punisce la condotta omissiva, per la quale si può essere incriminati per non avere agito per impedire un evento che si aveva l’obbligo giuridico di impedire, e senza dubbio le Istituzioni sanitarie e i massimi dirigenti del ministero della salute, nonché il Governo, hanno questo obbligo giuridico chiaramente enunciato nell’articolo 1 della legge che istituisce il SSN a cui è affidata anche la prevenzione delle malattie, ovvero l’impedire per quanto nelle sue possibilità l’evento di una malattia, allora se fossero state da tempo a disposizione dei governi occidentali, fra essi quello italiano, informazioni sulla minaccia imminente di una epidemia/pandemia , per la legge italiana quella condotta omissiva, posta in essere da soggetti giuridicamente obbligati ad agire per impedirla, consistente nel non attuare il potenziamento del SSN e di evitarle l’epidemia: blocco dei voli alla prime notizia delle polmoniti anomale comunicate dalla Cina il 31 gennaio- quarantene per gli arrivi- monitoraggio dei possibili scali alternativi per eludere eventuali blocchi aeroportuali, etc., nonché soprattutto di attuare il Piano Pandemico, allora tutto ciò , a mio modo di intendere, sarebbe equivalente all’aver cagionato l’epidemia stessa.
DANNO BIOLOGICO ALLA POPOLAZIONE –LESIONI PERSONALI GRAVISSIME
Allora per quanto l’articolo 238 del cp scritto, prima della Costituzione, senza avere presente l’orizzonte dei diritti e dei doveri Costituzionali , richieda una condotta commissiva a forma vincolata e quindi sia incompatibile con le disposizioni dell’art. 40 c.p., ebbene noi ci troveremmo di fronte a un grappolo di reati di cui quello dalle conseguenze maggiori sarebbe certamente quello di Epidemia Dolosa su scala nazionale, dal quale sarebbero stati generati altri reati ai danni degli individui, quali quelli della mancata sorveglianza sanitaria sul lavoro, ad esempio, e poi come quello di lesioni personali gravissime con conseguente danno biologico(Sentenza 26 novembre 2019, n. 48014), etc.
Consideriamo in questo orizzonte giuridico un cittadino che, rappresentando le istituzioni, avendo assunto una qualche carica pubblica e istituzionale sia stato incaricato della sorveglianza sanitaria quanto della prevenzione delle malattie e della tutela della pubblica incolumità.
L’articolo 40 del Codice Penale punisce la condotta omissiva, a causa della quale si può incriminati, se si aveva l’obbligo giuridico di intervenire per impedire un evento lesivo.
Pensiamo ai dirigenti delle Istituzioni sanitarie che fanno capo al Ministero della Salute e quindi al Governo. Se fossero state da tempo a disposizione dei Governi occidentali informazioni sulla minaccia di epidemia e se quei Governi non avessero mosso un dito per sottrarre la popolazione al rischio, per la legge italiana quella condotta omissiva, attuata da soggetti giuridicamente competenti ad agire per impedire la diffusione del morbo, andrebbe intesa come cagione dell’epidemia e del danno alla salute , un reato doloso.
Se fosse provato che l’epidemia da Coronavirus era prevedibile, se trovassimo prove del fatto che essa era addirittura stata prevista, e ritenuta imminente, se fosse dimostrato che gli organi competenti Italiani erano stati messi al corrente, prove che credo abbiamo ampiamente esposte nella prima parte, se fosse dimostrato che le istituzioni preposte alla salute pubblica erano state allertate da tempo da scienziati e ricercatori, e credo che anche questo sia dimostrato, allora potremmo trovarci di fronte a colpevoli di reati gravissimi
I morti di questa epidemia non sarebbero vittime di un avverso destino imperscrutabile, ma la conseguenza incommensurabile di una gravissima negligenza.
Insieme ai morti e al danno morale nazionale , ne è conseguito danno alla capacità del Paese di produrre la ricchezza necessaria alla riproduzione e al mantenimento della vita individuale e alla stessa organizzazione sociale.
Gli interventi del Presidente del Consiglio risulterebbero tardivi, se – come detto in precedenza – fosse dimostrato che gli Stati erano stati avvisati anni prima.
Non parliamo poi di un inevitabile effetto collaterale: la minaccia alla stabilità democratica.
Noi oggi perciò ci troviamo davanti a uno scenario davvero drammatico dal punto di vista istituzionale e storico: una crisi intrinseca alla sostanza delle democrazie occidentali.
Questa gravissima crisi può essere risolta solo con un processo internazionale contro tutti coloro cui competeva l’obbligo giuridico da essi non assolto di garantire la sicurezza sanitaria dei rispettivi Stati.
TRAGICHE EVIDENZE
Tutto quanto fin ora analizzato e indicato ci indica che precisi organi nazionali quanto organismi internazionali, erano giuridicamente tenuti a intervenire per contrastare il pericolo che divampasse una pandemia ampiamente annunciata.
Tali organismi , in un intreccio di giurisdizioni e di ministeri coinvolti, come abbiamo capito dal grande numero dei destinatari del bollettino n4 del 9 gennaio, , da decenni avevano a disposizione mezzi, e avevano il dovere di attivarli , e precisi piani i quali non sono stati attivati perché non sono mai stati messi in condizioni operative tramite esercitazioni nazionali. Ciò ha comportato che non fossero preparati i mezzi necessari da tenere pronti come si tengono pronti ed efficienti gli estintori : prima di tutto un Servizio Sanitario Nazionale al massimo del regime possibile che la nostra potenza economica era in grado di fornirgli, se non fossimo stati parassitati da decenni di abnorme spesa militare e corruzione. Alla popolazione, cosa gravissima, non è mai stata fornita nessuna consapevolezza sanitaria del pericolo.
Scienza e Tecnologia del XXI secolo non avrebbero mai dovuto farsi trovare nelle stesse identiche condizioni in cui la Pandemia di Spagnola trovò 100 anni or sono un mondo agli albori della tecnologia.
Siamo in grado di calcolare il punto esatto su pianeti a 9 milioni di chilometri dalla Terra dove far scendere un rover e farlo camminare in controllo remoto per anni, e non sono stati messi in atto i semplici protocolli per fermare una pandemia di cui avevamo calcolato con anni di anticipo persino la percentuale di PIL che avrebbe fatto perdere al mondo se non avessimo speso i pochi denari necessari a prevenirla.
Questo è accaduto soprattutto perché ci siamo preparati , e abbiamo propiziato. bruciando capitali favolosi in armi ed eserciti, a una abnorme guerra fra umani , sapendo perfettamente che un invisibile virus era il nemico che ci avrebbe presto attaccati tutti senza guardare il colore delle divise. Se solo un terzo dei 1400 miliardi di dollari che l’occidente brucia ogni anno in militarizzazione dell’esistente fosse stato speso per 4-5 anni in ricerca e prevenzione oggi avremmo a disposizione un fenomenale apparato di ricerca scientifico sanitaria in grado di trovare le soluzioni farmacologiche a scenari come covid19 con ben altri risultati. L’OMS aveva scritto che 5 miliardi di dollari spesi per prepararsi a questa epidemia avrebbero rappresentato solo l’1% del valore dei danni che avrebbe prodotto. Sapevamo tutto. Non ci sono attenuanti per chi aveva l’obbligo giuridico di occuparsene.
È innanzi tutto il militarismo sempre più sfrenato ad aver divorato come un feroce parassita le risorse con cui dovevamo preparare i mezzi per difenderci e anche per prosperare, e invece sono i poveri che da decenni si ammassano nelle nostre società a ritmi pericolosi.
Questa Pandemia è unicamente frutto di omissioni e negligenze gravissime che andranno perseguite e punite con il massimo del rigore, essa ha messo in pericolo non solo milioni di vite, distruggendone migliaia che diventeranno milioni, ma la sicurezza degli Stati, e insieme con gli Stati la nostra stessa civiltà dei diritti universali.
MINACCIA ALLA CIVILTA DEI DIRITTI
Con i tagli al sistema sanitario e con l’avere omesso tutte le profilassi contro le pandemie sviluppate nei protocolli sanitari , oggi si sono posti i medici di tutto l’occidente, che non hanno mezzi per tutti, nella condizione di scegliere chi salvare e chi no: questo scenario altamente corruttivo dei diritti universali, che sono alla base del sistema valoriale della civiltà dei diritti, fra cui il diritto alla salute, ha l’impatto destabilizzante e liquefacente di una guerra mondiale.
Ne usciremo assai malridotti , ma anche altamente motivati comprendere le responsabilità che ci hanno portato fin qui, sperando e auspicando che non ci saranno aggravamenti dell’orizzonte degli eventi, che potrebbero essere politici come catastrofi naturali.
I reati omissivi di cui dovranno individuarsi i responsabili nelle Istituzioni che ci hanno portato a questa catastrofe, insieme alle nostre colpe di disinteresse verso la cosa pubblica, per la vastità delle conseguenze di migliaia di morti si sono giocoforza trasformati in qualcosa che assomiglia fin troppo a crimini contro l’umanità , come tali andrebbero giuridicamente perseguiti, come tali andranno storicamente giudicati.
Un evento di questa portata, che non colpiva l’occidente intero da un secolo, allora pone la giurisprudenza mondiale, almeno per quanto riguarda le democrazie, davanti a due gravi necessita, che sono anche rebus da sciogliere; una è quella di giudicare delitti di natura dolosa le cui conseguenze si sono estese su una tale scala di grandezza per cui il delitto si è esteso all’umanità, e quindi ha virato verso il crimine contro l’umanità.
L’altra di non lasciare impunito queste condotte criminali che hanno travolto come una frana tutte le democrazie conducendole a una crisi socio-sanitaria senza precedenti nonostante fossero da decenni stati approntati tutti gli strumenti che avrebbero potuto impedirlo.
Uno sforzo concettuale giuridico e giudiziario enorme da cui dipenderà l’ esito finale che questa pandemia avrà avuto non solo in termini di vittime che avrà mietuto e di immensi danni economici, ma anche come conseguenze sulla nostra civiltà.
Proprio come avvenne dopo la tragedia della seconda guerra mondiale, quando dopo i processi di Norimberga si perfezionarono i Diritti dell’Uomo del 1793 con la promulgazione dei Diritti Universali del 1948 e con la Carta delle Nazioni, se noi, quando sarà finita la Pandemia, proprio in quanto civiltà dei diritti, avremo la forza morale di affrontare giuridicamente le responsabilità , solo cosi potremo oltrepassare questa notte nel giusto modo, perché tutto ciò non accada MAI PIU.