Scomparsa la pagina dal sito WHO con le procedure di identificazione rapida di pandemia – (all’interno del pezzo)
Qui sono riportati, linkati e argomentati fatti e documenti della massima importanza che dimostrano come la catastrofe pandemica che ci si è abbattuta addosso mietendo decine di migliaia di vite fosse stata da tempo prevista e annunciata ai governi e che tecnicamente tale evento fosse ampiamente evitabile , che pertanto la Pandemia sia da considerarsi di natura dolosa , ovvero un gravissimo crimine.
INDICE DEI PARAGRAFI
- PREMESSA SOLENNE lettera al popolo e alle istituzioni
- COSA HA PRODOTTO QUESTA CATASTROFE?
- PANDEMIA CATASTROFICA : ERA TUTTO ANNUNCIATO DA ANNI
- BREVE CENNO SULLA NASCITA DELLA SEMPRE MAGGIORE CONSAPEVOLEZZA SCIENTIFICA DEL PERICOLO DI IMMINENTI PANDEMIE CATASTROFICHE
- LE CHIAMATE AGLI STATI PER FARSI TROVARE PRONTI DALLA PANDEMIA
- IL GLOBAL HEALT SECURITY INDEX 2019
- INDICAZIONE E ISTRUZIONE DI POTENZIARE I SISTEMI SANITARI
- DUNQUE NON POTEVAMO IMMAGINARE, DICONO NELLE ISTITUZIONI, MA ESISTEVANO I PIANI NAZIONALI ANTI EPIDEMIA
- NON ESSENDOCI MASCHERINE LO STATO NON PUO’ DECRETARNE L’OBBLIGATORIETA’DELL’USO ALLORA DEVE DIRE CHE NON SERVONO INVECE SERVIREBBERO ECCOME
- LA CAPORETTO SANITARIA
- LO STATO SAPEVA DELLE POLMONITI DI ORIGINE SCONOSCIUTA APPARSE IN CINA FIN DAL 30 DICEMBRE 2019 MA SOLO IL 9 GENNAIO 2020 PARTE IL COMUNICATO A TUTTE LE ISTITUZIONI DI COMPETENZA
- IL GRAVISSIMO INSENSATO CONTRORDINE DELL’OMS
- LA PAGINA SCOMPARSA DAL SITO DELL’OMS CON LE GUIDE PER LA RISPOSTA IMMEDIATA
- IL PIANO PER LE EPIDEMIE NAZIONALI PREVEDEVA O NEMMENO ESSO IMMAGINAVA GLI EVENTI GRAVISSIMI DA IMPEDIRE ?
- QUANDO SONO STATE FATTE LE ESERCITAZIONI NAZIONALI PER TESTARNE EFFICACIA E ADDESTRAMENTO DI POPOLAZIONE OPERATORI SANITARI E DI SICUREZZA, COME ESSO PREVEDE?
- ESERCITAZIONI NAZIONALI MAI FATTE NESSUN ADDESTRAMENTO
- STATO ARMAIOLO MA DEINDUSTRIALIZZATO DI INDUSTRIE CIVILI
- DA CHI DIPENDEVA FOSSERO FATTE LE ESERCITAZIONI ?
- IL CENTRO NAZIONALE PER LA PREVENZIONE E IL CONTROLLO DELLE MALATTIE O Ccm
- UFFICIO 5, LA SENTINELLA INTENAZIONALE DEGLI EVENTI EPIDEMICI
- DELL’ORIZZONTE GIURIDICO IN RAPPORTO CON QUESTO EVENTO EPIDEMICO.
- OBBLIGO DI SORVEGLIANZA SANITARIA TUTELA DELLA SALUTE
- UNA CATASTROFE GIURIDICA NELLA CATASTROFE SANITARIA.
- FORZA MAGGIORE O NEGLIGENZA?
- BREVEMENTE SUL REATO DI EPIDEMIA DOLOSA –
- DANNO BIOLOGICO ALLA POPOLAZIONE –LESIONI PERSONALI GRAVISSIME
- TRAGICHE EVIDENZE
- MINACCIA ALLA CIVILTA DEI DIRITTI
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PREMESSA SOLENNE
Articolo Uno della Costituzione Italiana “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro, la sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione“.
Al Popolo Sovrano e tradito, ma anchee causa di molti dei propri mali, al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio, agli illustri membri delle Camere della Repubblica Italiana e alla non veramente molto onorevole stampa ufficiale.
vi scrive uno degli eredi politico e culturale dei Fratelli Rosselli, dal cui figlio e nipote, Aldo Rosselli è stato tenuto per 30 anni a scuola di pensiero e di politica.
Lettera alle vostre coscienze istituzionali politiche e civili.
Cosa ha prodotto questa catastrofe?
Molte cose, ma innanzi tutto la somma di agghiaccianti negligenze e omissioni di una vasta congrega di figure istituzionali e scientifico istituzionali, non solo italiane ma di tutti i paesi occidentali, le quali, come illustreremo, erano giuridicamente tenute a vigilare sulla salute dei cittadini e su questa minaccia pandemica annunciata da anni.
Pandemia annuciata da anni da altre figure, più scientifico filantropiche che istituzionali, e civili, come alcuni giornalisti con ancora vitale il senso della originaria missione di sorvegliare il potere e non di servirlo, ma anche importanti istituzioni scientifico sanitarie sovrannazionali come l’Organismo Mondiale della Sanità, come sarà ampiamente dimostrato nelle pagine seguenti a questa lettera.
Dunque è questa la vera causa agente che ha prodotto la catastrofe della pandemia, il virus solo un mezzo. Si è trattato solo di questo.
Comportamenti umani, a partire dalle decisioni politiche, ormai radicate da decenni, di non resistere agli establishment militari assetati di sempre maggiori risorse, deviando compiacentemente verso la loro sete di ricchezza e potere preziosi denari pubblici frutto delle fatiche del popolo, con cui si sarebbero dovuti potenziare sistemi sanitari, infrastrutture, pubblica istruzione, ricerca, edilizia antisismica, ricostruzioni e quant’altro, sacrificando con ciò, solo noi occidentali, la mostruosa cifra di 1.400 miliardi di Euro ogni anno per prepararci e istigare all’abominio della guerra, che la nostra costituzione ripudia, con la scusa ideologica della sicurezza.
Ora la stiamo vedendo bene in faccia l’idea di sicurezza da 1400 miliardi all’anno di spese militari.
14000 miliardi di euro ogni dieci anni bruciati per le industrie delle armi e per foraggiare gli eserciti professionali, mentre alla ricerca civile sono lasciate le briciole che cadono a terra da questa immonda orgia di pubblici denari bruciati nel militarismo.
Dobbiamo questa pandemia alle decisioni di non fare nulla di ciò che prescriveva scienza e legge, o di averlo iniziato a fare solo all’ultimo momento, to late, perché costretti da catastrofe in atto, a fronte di protocolli e conoscenze che davano alle figure giuridicamente competenti della sorveglianza sanitaria e alla della sicurezza dello Stato, ogni strumento per prevenire e fermare la minaccia.
Questi sono i fatti , alcuni positivi, altri omissivi , che hanno prodotto le condizioni di possibilità della pandemia nel mondo e in Italia.
La natura ha acceso un focolaio virale è vero, ma è la responsabilità umana la causa del divampare dell’incendio distruttore, conseguenza di estintori mai messi al loro posto da chi di dovere. La catastrofe epocale che tanti lutti addurrà e avrà enormi consegunze sociopolitiche che dureranno anni, sperando che tutto vada bene, è solo opera umana.
Non si può lasciare questo evento determinato dalla responsabilità umana senza far pagare a dei capri espiatori la colpa, come necessario rito catartico storico e collettivo, che dobbiamo compiere per salvare la nostra civiltà dei diritti e dei doveri, ovvero la democrazia delle sovranità popolari.
Perché dico Capri espiatori ?
Perché si tratta di colpe, danni e crimini reiterati da decenni e ampiamente diffusi, fino ad essere divenuti intrinseco costume nella endemica diffusione della corruzione delle pubbliche amministrazioni, dunque anche delle istituzioni, non solo italiana, come osserviamo nei giorni di questa catastrofe.
Corruzione divenuta sistema, come ebbe a affermare pubblicamente una volta il magistrato Boccassini.
E dunque coloro che dovranno essere portati davanti alla giustizia tali saranno: capri espiatori perchè essi dovranno pagare colpe che furono commesse oltre che da loro stessi, quali attuali responsabili in carica nelle istituzioni, anche da molti altri, che per diverse ragioni non sono più raggiungibili o giuridicamente responsabili , necessarie responsabilità, quelle in carica, da portare innanzi alla giustizia per la salvezza della nostra civiltà dei diritti, ma non da meno per la tenuta delle democrazie.
Se questo crimine dovesse restare impunito i popoli potrebbero ben sollevarsi in torbidi con grave minaccia per istituzioni, pace sociale e ordine costituito. Credo abbiate i mezzi politici per comprenderlo.
Comprenderete bene anche, spero, che alla fine di questa storia, quando usciremo dal tunnel, solo in Italia saranno decine di migliaia le perdite umane.
Estremamente probabile dunque il fatto che si costituiranno comitati delle vittime di vasta potenza giuridica, sociale e morale, non i “quattro gatti” dei parenti delle vittime del ponte Morandi impotenti contro la tracotanza del potere , facili da tenere a bada con quattro fiori, un discorsetto e due fanfare.
Fare giustizia in maniera impietosa sarà inevitabile, a meno di non volere vedere drammatiche sollevazioni in ogni angolo d’Europa, torbidi che sarebbero alimentati e di cui cercherebbero di impossessarsi forze eversive, se la giustizia non dimostrasse che la Democrazia è sopravvissuta alla Pandemia e ben salda sulle proprie gambe procede ad assicurare alla giustizia i responsabili. Cosa certamente dolorosa ma necessaria.
È necessario che alcuni funzionari dello Stato, anche di altissima carica, in tutto l’occidente democratico e libero, dove vige la responsabilità civile anche dello Stato ( art 28 costituzione per noi), nonché quella penale personale anche dei suoi funzionari ( per noi art Cost. 27 e 96), quando le magistrature avranno appurato quali e in che modo responsabili , passino il resto dei propri giorni condannati per questa ecatombe, che tutti appunto paragonano a una guerra.
Un gesto che potrebbe moralmente redimere sarebbe che tali rappresentanti istituzionali o funzionari incaricati dopo aver gestito al meglio la crisi si costituissero nelle loro responsabilità alla giustizia nazionale e internazionale. Sarebbe un atto di Truth and reconciliation (Mandela), che potrebbe lenire la tragica frattura fra i popoli sovrani e chi li ha traditi nelle istituzioni.
Bene sarebbe anche che tutti gli eletti che siedono al parlamento chiedessero perdono alla Nazione, come usano fare in Giappone, invece di rivolgersi al popolo sovrano con arroganza dopo quello che hanno causato con la loro atroce negligenza. Nessuno escluso.
Oltre alle giustizie nazionali, dovrà essere una corte internazionale, il tribunale dell’Aja per i crimini internazionali, a istituire il processo che dovrebbe essere la Norimberga del XXI secolo, cosi come sarebbe necessario da parte della società civile istituire anche un Tribunale Russell per riflettere sulle responsabilità a più ampio spettro, anche quelle della stessa società civile, ovvero del suo lassismo nell’occuparsi come invece avrebbe dovuto con il massimo rigore della cosa pubblica, ad esempio di una stampa che ha tradito la sua alta missione di servire l’elettore e non l’eletto, compito ribadito dalla storica sentenza della corte suprema americana che restituì al New York Times il diritto di pubblicare i Pentagon Papers nel 1971.
Questa stampa serva del potere, oggi dovrebbe comprendere bene il prezzo che ha imposto alla società civile con il suo tradimento che la ha trasformata da quarto potere a maggiordomo portavoce degli interessi forti di lobby e gruppi , tradendo il suo vitale compito di sorveglianza e di sentinella.
A cosa serve processare e punire con pene durissime solo gli ultimi che si sono trovati a ricoprire incarichi pubblici e istituzionali in questo frangente storico quando molti nel passato ci hanno portato per mano fino a questo giorno? Non certamente a vendicare ne a risarcire ciò che non può essere nemmeno stimato.
Serve a decretare uno storico MAI PIU simile al MAI PIU che fu pronunciato dopo gli orrori totalitari, ovvero a istituire il sacro terrore nei prossimi che chiederanno gli sia affidata una qualche pubblica funzione, e con essa la responsabilità della sicurezza delle nostre vite e soprattutto dello stesso Stato.
La sicurezza vera, non quella in nome della quale veniamo saccheggiati della nostra ricchezza per costruire, vendere e acquistare strumenti di distruzione e foraggiare la morte con le guerre, no, parlo della sicurezza quando attraversiamo un ponte autostradale, affinché non crolli in quel momento; quando dormiamo in una casa sotto una montagna affinché non frani su di noi; quando viviamo accanto a un fiume affinché non esondi alle prime piogge annegandoci; quando avviene un sisma, affinché le strutture vi resistano per quanto concede la più avanzata conoscenza della scienza e la migliore tecnologia, e se crollate vengano immediatamente ricostruire secondo criteri antisismici; quella sanitaria affinché chi ha un sospetto di tumore non muoia per la lunghezza della lista di attesa prima degli esami, o deceda per una infezione ospedaliera che in Italia l’anno scorso ha portato via 49.000 vite umane di persone che al sistema sanitario nazionale, da esse finanziato, si erano rivolte per essere curate e invece vi hanno trovato una morte causata dal de-finanziamento delinquenziale dei mezzi necessari a tutelare il diritto costituzionale alla salute, mentre con i nostri soldi si militarizzavano le vite, elevando la spesa militare italiana all’undicesima posizione nel mondo, quarta in Europa, e facendo crollare quella sanitaria al 12 posto in Europa
Perseguire e punire i responsabili, che possiamo rintracciare, serve a umiliare l’orgoglio che istiga il potere, come prescriveva Montesquie, perché chi entra nella vita politica e istituzionale lo fa per un proprio desiderio non costrettovi da nessuno, desiderio che dovrebbe essere quello dettato da alta vocazione civica a presiedere, per il bene comune, le istituzioni, le funzioni, le cariche e i poteri che il popolo sovrano concede, ricambiati per questo dalla Repubblica con gratitudine, onore e privilegi di non poco conto. Come fece l’amatissimo Presidente Sandro Pertini, quando sotto la sua presidenza fece istituire il SSN con 600.000 posti letto, che, appena prima della catastrofe, erano stati selvaggiamente tagliati a 160.000. Appena 5000 terapie intensive per un popolo di 60 milioni di Abitanti. Vergognatevi.
Chi nelle Repubbliche entra nelle Istituzioni deve tornare a sapere, per questo saranno necessari processi e condanne, che vi entra solo per seguire una missione come un prete entra nella Chiesa, per servire il Popolo Sovrano servendo lo Stato. E deve sapere che se vi entra, libera scelta, i suoi errori, quando produrranno morti, oggi migliaia, non potranno che essere considerati crimini e tradimenti dello Stato e della sovranità del popolo.
E’ intollerabile lo spettacolo della tracotanza di coloro che non sanno più questa cosa e avendola dimenticata per intossicazione da orgoglio, hanno tradito il sovrano, che accettando le loro candidature nelle pubbliche istituzioni, aveva affidato ad essi la vita della nazione e delle istituzioni.
Lei Presidente Conte, come il suo avversario Salvini, come tutti i rappresentanti da noi eletti e i funzionari da voi incaricati, oggi dovete tutti parlare a testa bassa quando vi rivolgente al popolo, perché il Popolo è il Sovrano che troppi di voi , prima e oggi, hanno tradito lasciando che venisse colpito alle spalle da una minaccia annunciata, verso cui esistevano precisi protocolli e piani di sicurezza che non conoscete nemmeno, nonostante gli straordinari mezzi che la ricchezza nazionale prodotta dal lavoro del popolo vi metteva a disposizione per prevenire tutto ciò, cosa che eravate giuridicamente tenuti a fare infatti le ricordo Presidente Conte che “Non impedire un evento, che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo” art.40 codice penale.
Con quale coscienza ministro Conte ella si sente di additare a irresponsabilità e indisciplina i cittadini sovrani ventilando insieme a certa stampa becera essere loro la colpa della diffusione epidemica, quasi mimando con ciò il generale Cadorna sconfitto a Caporetto che fece fucilare i soldati italiani perché incapace strategicamente di vincere quando è il Popolo Sovrano a essere stato tradito dalle vostre aberranti e criminali negligenze e omissioni con cui avete fatto diffondere l’epidemia, e dalla vostra incapacità di difendere i nostri soldi dalle cupidigie dei signori della guerra , invece di costruirci anzitempo quegli ospedali che ora state costruendo in fretta e furia a colpi di decreti con ulteriori nostri denari?
Lei, Presidente con quale animo ha affermato il 26 marzo, insieme producendo l’infelice immagine concettuale di “noi istituzioni- voi semplici cittadini”, la incredibile frase “non avremmo mai pensato nel nostro paese di guardare immagini in cui sfilano file di autocarri dell’esercito cariche di bari –lapsus-, di bare di nostri concittadini”? Quando è proprio per pensare questo e prevenirlo che vi affidiamo le cariche che ricoprite, per le quali vi paghiamo lautamente riconoscendovi privilegi e onori? Non lo sa?
Ebbene allora legga quanto segue nell’articolo , così scoprirà che era suo preciso dovere, invece, immaginarli quei camion pieni di morti, quando il 9 gennaio ha ricevuto il Comunicato N° 4 del bollettino evento epidemici che avvisava di polmoniti da eziologia sconosciuta in Cina, paese con cui abbiamo un immenso flusso di scambi di merci e individui, e immaginandoli quei camion pieni di morti, evitare che divenissero realtà.
Le voglio anche dire, Presidente, che opponendovi a un governo di unità nazionale, quale sicuramente il momento richiederebbe, voi darete la sponda a una ampia parte dell’arco politico italiano del parlamento di sembrare in qualche modo meno responsabile di quanto invece esso lo sia eccome di tutta questa situazione, pensiamo soprattutto ai più anziani professionisti della politica, che hanno danzato macabramente sul corpo mutilato della Pubblica sanità da decenni, come Salvini, Renzi e compagnia bella, e cosi facendo fate sorgere l’impressione di una colpa attribuibile al solo attuale governo espresso dalle maggioranze: con ciò darete modo, o prima o poi, di potere usare pericolosamente questa assurda esclusione, anche in termini “eversivi”. Anche in questo state mettendo a rischio la democrazia.
Lei ha liricamente affermato che la storia vi giudicherà, io dico che passata questa sciagura lo dovranno fare ben prima, e con il massimo rigore i tribunali, come la Costituzione contempla possibile in virtù dell’articolo 96.
Ora fate il massimo possibile nella emergenza che vi trovate a gestire per la sciagura che ci è discesa addosso solo e unicamente da negligenze gravissime degli uomini nelle istituzioni, italiane e europee, e guadagnatevi una qualche attenuante per il tempo del giudizio, sia della Storia che della Legge.
(D.C.)
PANDEMIA CATASTROFICA : ERA TUTTO ANNUNCIATO DA ANNI
Italia 2020 epidemia di SARS-CoV-2
Oltre 10.000 Vite umane perse in poco più di 30 giorni, 3.856 pazienti intubati in coma vigilato, terapie intensive in esaurimento, quasi 5000 operatori sanitari infettati, servizio sanitario nazionale sull’orlo del collasso, appuntamenti diagnostici e terapeutici sanitari nazionali di milioni di cittadini annullati, operazioni rimandate, quarantena nazionale con miliardi di ore di reclusione domiciliare della popolazione, vite e libertà che nessuno potrà mai restituire ne risarcire, produzione nazionale “a motori spenti”, una crisi economica importante se non di vaste proporzioni che si abbatterà soprattutto sui 12 milioni di italiani a rischio povertà, ne sono solo le conseguenze più visibili.
Quella che segue è una riflessione sviluppata per comprendere se l’epidemia di SARS-CoV-2, volgarmente chiamata coronavirus, con le conseguenze appena elencate, debba essere interpretata come un evento fatale, inimmaginabile e inevitabile – nel qual caso nessuno potrebbe esserne ritenuto responsabile – oppure se essa fosse prevedibile e dunque ampiamente evitabile, e se alcune istituzioni avessero un obbligo giuridico di tentare il possibile per evitarla.
Potrebbe chiamarsi Mani Infette, superata l’epidemia, una probabile stagione di processi esemplari, come quelli celebrati contro i massimi livelli gerarchici nazisti a Norimberga, non solo a livello nazionale ma anche internazionale, atta e a trovare e punire con il massimo rigore, il maggior numero di colpevoli di questo disastro, e ciò a monito di chiunque nel futuro ricoprirà pubblici incarichi assumendosi la responsabilità della gestione della prevenzione di eventi epidemico-pandemici, cosi come chi siederà sullo scranno di ministro della salute nonché su quello di capo del governo.
Questo se comprendessimo che lo Stato, come anche i vari organi decisionali sovrannazionali, possedeva tutti gli strumenti nazionali e internazionali, sanitari e politico decisionali per evitare questa catastrofe, che, per la sua smisurata ampiezza potremmo immaginare quasi come un crimine contro l’umanità, sebbene nella anomala forma di una catena di crimini omissivi perpetrati da decenni, e senza distinzione di ideologia da una intera classe dirigente, in Italia fin dal quando iniziò anni or sono quel processo di smantellamento dei 600.000 posti ospedalieri che il nostro SSN possedeva nel 1980, per arrivare alla definitiva recente chiusura, alla luce dei fatti odierni, politicamente delinquenziale, di Ospedali come il Forlanini di Roma. Questo solo per quanto riguarda il livello delle responsabilità a livello di classe politica.
BREVE CENNO SULLA NASCITA DELLA SEMPRE MAGGIORE CONSAPEVOLEZZA SCIENTIFICA DEL PERICOLO DI IMMINENTI PANDEMIE CATASTROFICHE
Al di la della famigerata pandemia detta “Spagnola” del 1918 con le sue stimate 100 milioni di vittime , dopo le pandemie degli anni 50 60 e 70 fino alla tremenda epidemia di Ebola nel 1976, che si è riaccesa diverse volte negli anni nel continente africano ( 1977-1994-1995-1996-2001-2002-2003) , lambendo con le sue mortali fiamme infettive anche alcuni paesi occidentali, ma soprattutto dopo le ultime ed estremamente pericolose, nonché ripetute, serie di epidemie provocate da nuovi patogeni soprattutto della famiglia dei coronavirus ,come quelli che hanno provocato le epidemie di Sars e Mers, di influenza pandemica suina ,che nel 2009 aveva procurato fra le 100 e le 400 mila morti nel mondo, e aviaria, la comunità scientifica mondiale aveva sempre più seriamente allertato gli Stati di tutto il mondo.
Tutte queste epidemie degli anni scorsi, fortunatamente non divenute pandemie catastrofiche, erano state un po’ come gli scricchioli sinistri di un struttura prima del crollo, le misure preventive cui erano stati indirizzati i governi erano dunque urgentissime e tutti gli Stati, ripetiamo ne erano stati avvisati.
Gli scienziati, attraverso queste epidemie reiterate nel breve spazio di meno di 50 anni, avevano perfettamente compreso che la rarità delle pandemie era qualcosa che ci stavamo lasciando alle spalle per sempre. Principalmente ciò avveniva a causa della globalizzazione che aveva interconnesso il mondo in un continuo e velocissimo flusso di merci e persone fra i continenti, ma anche perché la popolazione umana si era triplicata in cento anni, dilagando in spazi che prima erano selvaggi e dunque entrando in stretto rapporto, in alcuni continenti, con faune selvatiche, serbatoio di oltre 700.000 virus stimati e ancora sconosciuti, come scriveva già qualche anno fa in un lungo perfetto articolo, dal titolo “The Next Plague Is Coming. Is America Ready?” , Ed Yong dalle colonne del The Atlantic. Oltre a tutte quelle cose che sappiamo, quali gli allevamenti intensivi e via discorrendo.
LE CHIAMATE AGLI STATI PER FARSI TROVARE PRONTI DALLA PANDEMIA
Attraverso varie allerte – in ordine di tempo l’ultimo documento internazionale importante è il “Global Influenza strategy 2019-2030” del WHO, e ancora prima il documento del WHO “2018 emergencies disease prioritization-report” dove si prefigurava un “desease X” di origine virale estremamente probabile e probabilmente imminente– tutti i governi occidentali, erano stati ampiamente avvisati soprattutto di due cose :
1) probabile e probabilmente imminente evento di pandemia catastrofica.
2) impreparazione di quasi tutte le strutture sanitarie degli Stati occidentali a un simile evento.
Basti pensare che un organismo, come il Centro per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie Europeo , agenzia finalizzata a rafforzare le difese europee contro le malattie infettive – come recita la sua missione, e che dovrebbe analizzare i dati dei paesi EU su ben 52 malattie trasmissibili e coordinare il programma europeo di formazione dell’epidemiologia d’intervento, insieme a molte altre cose, e i cui documenti sono citati come riferimenti cruciali dai nostri organi superiori di Sanità Nazionale, e che ai fini della sicurezza delle vite umane dovrebbe essere ben più importante del comando della NATO, consta, rispetto alla sua enorme missione, di un misero ufficietto a Stoccolma con 290 dipendenti finanziato con la miseria di 58 milioni di Euro, ovvero un terzo del costo di un singolo bombardiere F35, mentre il solo ufficio del comando NATO in Europa ha un budget di 100 milioni anno.
Anche importanti fondazioni private o istituti di ricerca, nonché giornalisti scientifici, erano giunti alla conclusione che il maggior pericolo per la civiltà occidentale e quindi per il capitalismo, era –ben altro che un nemico militare– l’imminenza di una nuova pandemia che avrebbe procurato morte, pericolo per la sicurezza degli Stati, tensioni sociopolitiche severe, minaccia alle istituzioni democratiche e grave recessione economica.
Fra tutte citiamo quella fondata da Bill e Melinda Gates, come riportava l’articolo What Bill Gates Fears Most del 27 aprile del 2018 del The Atlantic, articolo che recitava che se c’era un problema che intaccava la positività di Gates era proprio la certezza che il mondo avrebbe Affrontato una Pandemia.
Gates nel 2015, 5 anni or sono, nel corso di una conferenza su TED, dal titolo “The next outbreak? We’re not ready” attualmente vista da oltre 19 milioni di persone, aveva affermato che se qualcosa avrebbe ucciso oltre dieci milioni di persone certamente sarebbe stato un virus altamente contagioso.
Queste previsioni, sulla base di dati alla portata di Gates, pubblicate in data non sospetta, oltre ad essere state condivise da egli stesso con i potenzi mezzi di diffusione delle idee di cui dispone e grazie alla sua indiscussa reputazione filantropica, erano ovviamente anche alla portata della comunità scientifica internazionale, soprattutto quella preposta alla prevenzione sanitaria degli Stati
“La mancata azione per affrontare le minacce e le vulnerabilità descritte in precedenza comporta gravi costi umani ed economici, molti dei quali sono stati dimostrati in occasione di epidemie ed emergenze precedenti” . Cosi recitava una ampia ricerca americana delle Accademie nazionali di scienze, ingegneria e medicina pubblicata 15 maggio 2017 nella Divisione Salute e medicina nella Commissione per la salute globale e il futuro degli Stati Uniti.
Dunque chi di dovere nelle organizzazioni sanitarie internazionali e nazionali, non so, penso a una figura per l’Italia come il Dottor Walter Ricciardi, membro da anni dell’OMS , e consigliere del Ministro della Sanità, già da anni aveva a disposizione dati e modellizzazioni, sulle cui basi comprendere che bruciare migliaia di miliardi in preparazione alla guerra invece che in ricerca scientifica e strutture sanitarie atte a preparasi alla Pandemia , significava sabotare, non aumentare, la sicurezza dei popoli e dei propri cittadini contribuenti.
IL GLOBAL HEALT SECURITY INDEX 2019
Basti leggere l’importantissimo documento Global Health Security Index 2019 per avere il quadro della catastrofe annunciata esso ci spiega ad esempio che fra i paesi del mondo
- L’85% non mostra alcuna prova di aver completato un esercizio di simulazione sui regolamenti sanitari internazionali (IHR) incentrato sulle minacce biologiche con l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) nell’ultimo anno
- Meno del 5% mostra l’obbligo di testare il proprio centro operativo di emergenza almeno una volta all’anno
- Il 77% non dimostra la capacità di raccogliere dati di laboratorio in corso o in tempo reale
- Il 24% mostra prove di un sistema nazionale di trasporto dei campioni
- L’89% non dimostra un sistema per l’erogazione di contromisure mediche durante un’emergenza di sanità pubblica
- Il 19% dimostra almeno un epidemiologo sul campo addestrato per 200.000 persone
Ma aggiungiamo noi tutti sono fornitissimi di costosissimi mezzi di distruzione missili aerei e navi da guerra ed eserciti professionali a cui pagare il soldo.
Ai governi di tutto il mondo, di qualsiasi colore e ideologia, si era cercato di far capire che tali epidemie sempre più spesso e sempre più probabilmente potevano improvvisamente accendersi -e lo avrebbero fatto – in qualsiasi momento e i cui agenti patogeni viaggiando alla velocità di 900 km/h a bordo di un aereo – all’interno delle cellule di un viaggiatore infetto – potevano percorrere 6000 chilometri in sola mezza giornata, verso qualsiasi destinazione, magari in business class, cosa inedita nella storia umana, e nel caso di virus a diffusione aerea, scatenare una pandemia non controllabile nel giro di pochissimi giorni, esattamente com’è accaduto con il Covid19.
Era cosa perfettamente nota, specie dopo la scampata pandemia di SARS del 2003, che un agente patogeno virale trasmissibile per via aerea che sbarcasse in un aeroporto di una qualsiasi metropoli, anche grazie a un solo portatore, scatenerebbe senza meno una epidemia se non fosse attivo un sistema integrale di sorveglianza e prevenzione. Sistema esistente negli stati ma purtroppo gravemente, molto gravemente, sotto finanziato.
INDICAZIONE E ISTRUZIONE DI POTENZIARE I SISTEMI SANITARI
Agli Stati, i vari organismi medico-sanitari internazionali, ( gàa dal regolamento sanitario internazionale, varato nella 58esima assemblea mondiale della Sanità nel maggio del 2005 ed entrato in vigore il 15 giugno 2007, che fra le molte cose “esorta gli stati membri: (1) a costruire, rafforzare e mantenere le capacità richieste dal Regolamento Sanitario Internazionale(2005) e a mobilitare le risorse necessarie a tale scopo; (…) Richiamando la necessità di revisionare e aggiornare il Regolamento Sanitario Internazionale, espressa dalle Risoluzioni WHA 48.7 su revisione e aggiornamento del Regolamento Sanitario Internazionale, WHA 54.14 sulla sicurezza sanitaria globale: allerta e risposta alle epidemie, WHA 55.16 sulla risposta globale di sanità pubblica al verificarsi naturale, rilascio accidentale o utilizzo deliberato di agenti biologici e chimici o materiale radionucleare dannoso per la salute, WHA 56.28 sulla revisione del Regolamento Sanitario Internazionale e WHA 56.29 sulla sindrome respiratoria acuta grave (SARS), tutto questo per proteggere la alute pubblica a livello globale” ), gli scienziati e i ricercatori, l’esigua stampa competente e non servile (quindi non quella ufficiale italiana) e di cui fornirò diversi link durante il testo e a fine articolo, avevano dato chiare indicazioni, ad investire maggiori e importanti quote dei bilanci pubblici soprattutto per potenziare le strutture sanitarie, per organizzare esercitazioni nazionali che sono importantissime per testare l’apparato di prevenzione e gestione delle epidemie, per approntare protocolli di coordinamento fra le diverse istituzioni, ad esempio fra servizio sanitario e forze armate, fra ministero della salute e aziende sanitarie, regioni, municipi, fabbriche strategiche ,centri di ricerca e laboratori di analisi, stampa, popolazione e quant’altro.
Nello stesso Global Influenza Strategy l’OMS osservava e raccomandava che
“Una grave pandemia può provocare milioni di morti a livello globale, con effetti sociali ed economici diffusi, tra cui una perdita di produttività economica nazionale e gravi oneri economici per i cittadini e le comunità colpiti. Stime recenti pongono l’onere economico – perdite economiche e valutazione delle vite perse – di una pandemia da moderatamente grave a grave a circa 500 miliardi di dollari, pari allo 0,6% del reddito globale (9). Molti paesi hanno investito in modo insufficiente nei sistemi di sanità pubblica per la diagnosi precoce, la risposta e il contenimento di focolai che colpiscono i loro paesi e non sono preparati per un focolaio su scala di una pandemia moderata o grave. Il costo del finanziamento della preparazione alla pandemia è stato stimato a 4,5 miliardi di dollari USA all’anno, ovvero a meno di 1 dollaro USA per persona all’anno, che è inferiore all’1% delle stime dei costi per rispondere a una pandemia da moderatamente grave a grave (10) . Gli investimenti nella preparazione alla pandemia nazionale e globale offrono significativi vantaggi economici ai sistemi sanitari in caso di emergenza (…)L’influenza colpisce tutti i paesi, le comunità e gli individui. I virus influenzali stagionali continueranno a circolare e continueranno a emergere virus influenzali con potenziale pandemico. Questa strategia funge da invito globale per tutti i paesi e i partner a dare priorità all’attuazione dei programmi per l’influenza come investimento per un rafforzamento del sistema sanitario e una preparazione alla pandemia(…) “Il mondo non è preparato a rispondere a una grave pandemia di influenza o a un’emergenza di salute pubblica altrettanto globale, sostenuta e minacciosa (…) A partire da settembre 2018, solo 12 paesi avevano aggiornato e pubblicato i loro piani dalla pubblicazione del orientamento intermedio nel 2013, 13 paesi hanno aggiornato e pubblicato i loro piani tra il 2010 e il 2013, 68 paesi hanno pubblicato i loro piani entro o prima del 2009 e 101 paesi non hanno un piano di preparazione all’influenza o hanno un piano che non è disponibile al pubblico (.. .) Interventi non farmaceutici (NPI), gli NPI sono la serie di interventi più facilmente disponibile; possono essere a livello personale (ad es. un migliore lavaggio delle mani o l’uso di maschere) o a livello di comunità (ad es. distanza sociale nelle scuole, nei luoghi di lavoro e negli eventi). Durante la pandemia del 1918, gli INP erano l’unica serie disponibile di interventi; la moderna ricerca sui dati sulla mortalità del 1918 e l’esperienza con l’implementazione dell’NPI ha fornito prove storiche sull’efficacia dell’implementazione NPI precoce e stratificata, anche nel contesto di una pandemia grave e altamente trasmissibile”
Questi sono solo alcuni drammatici stralci significativi e strategici di uno degli ultimo innumerevoli documenti che esortavano i governi del mondo a preparasi: “non potevamo immaginare” dice il Presidente Conte. E’ inaccettabile che lo dica, e gravemente infantile. Chissà perchè il Dottor Ricciardi non ha fatto presenti queste cose scritte dalla sua organizzazione al Presidente Conte.
E questo mentre gli Stati occidentali da decenni, sotto la spinta dell’establishment militare americano, sono obnubilati dalla Hybrs di dissolvere sempre più pubblico denaro in gigantesche spese militari annuali. Cosa che ho affrontato nel mio articolo “ Coronavirus – lo Stato delle Cose” del 2 marzo
DUNQUE NON POTEVAMO IMMAGINARE, DICONO NELLE ISTITUZIONI, MA ESISTEVANO I PIANI NAZIONALI ANTI EPIDEMIA
Per addestrare gli operatori sanitari ad agire senza trasformarsi da potenziale soluzione a parte del problema, contaminandosi essi stessi.
Ad istituire reti di sorveglianza e prevenzione epidemiologica capillare sul territorio, ma soprattutto farle essere realmente operative, non semplicemente paragrafi di cose cartacee e basta, reti che infatti sulla carta degli Stati esistono, da noi ad esempio INFLUNET il sistema nazionale di sorveglianza epidemiologica e virologica dell’influenza, coordinato dal Ministero della Salute, ne è uno degli snodi, vedremo a breve gli altri, ma non sembra siano state assolutamente capaci di fare quello che avrebbero dovuto fare, quello per cui erano giuridicamente competenti.
a formare la coscienza sanitaria su un probabile evento pandemico-epidemico, oltre che degli operatori, anche dei cittadini, in modo tale che possedessero le necessarie minime competenze di base per essere parte integrante della risposta nazionale, ovvero parte della soluzione e non parte del problema– come del resto in Italia, al suo articolo 2, imporrebbe in senso più ampio già la legge 23 dicembre 1978, n. 833..
Certo l’imbarazzante quota, stimata da innumerevoli ricerche internazionali e nazionali, del 70 per cento della popolazione italiana affetta da Analfabetismo Funzionale, avrebbe reso arduo questo compito, anche se lo si fosse perseguito, e questo ci insegna, amara lezione per il futuro, come la Pubblica istruzione sia parte integrante della sicurezza del paese, ben prima di un costoso sistema d’arma, e insieme oltre che strategica anche organica nel suo partecipare al concetto stesso di salute pubblica nel portare la popolazione al necessario livello intellettuale per poter interagire in scenari di complesse emergenze nazionali che richiedono intensa collaborazione attiva fra istituzioni e popolazione sovrana. Certo poi sarebbe una più grave fatica manipolare una popolazione altamente qualificata.
A stoccare materiali e mezzi necessari ad affrontare l’evento: come i dispositivi di protezione individuale ( tute ad alto isolamento se non addirittura NBC, respiratori, guanti, scarpe etc) , tutte cose che, tanto per dire, sulla carta recepirebbe il manuale “Malattie Infettive Piano per la preparazione e la risposta ad emergenze di sanità pubblica a livello nazionale- Dalla sorveglianza al controllo delle emergenze” che si potrebbe scaricare alla pagina della regione veneto se la regione veneto ci rispondesse con un “contenuto non trovato” ma che noi ci siamo diversamente procurati
Il quale recita che
“Presso la sede del GORR è predisposto e stoccato il materiale per l’emergenza:
-vetture aziendali;
– sistemi di comunicazione mobili, terminali informatici, computer portatili, macchine fotografiche
-digitali, registratori, etc;
– borse trasporto materiali, materiali sanitari per prelievi biologici, materiali per campionamenti
– borse per il trasporto campioni, etichette adesive numerate, diario evento,
-scheda anagrafico
–clinica, etc;
– scorta farmaci/vaccini;
– DPI;
– e quant’altro necessario”
E il GORR null’altro che Gruppo Operativo di Risposta Rapida che sempre sulla carta fu istituito dalla Regione Veneto nel 2013 -proprio sulla scorta della Nuova Severe Acute Respiratory Syndrome, -SARS- procurata da Coronavirus. come ben racconta questo articolo regionale.
Dispositivi di Protezione Individuali ( DPI) che, vista la immediata carestia di semplici mascherine FFP3 o addirittura chirurgiche semplici, che si è scatenata ai primi giorni di contagio , evidentemente nessun ospedale, ma ancor più nessuna sanità, ne regionale ne nazionale, ne ha stoccato in visione di un evento pandemico grave, così come succede che per legge tutti i luoghi pubblici debbano avere estintori perfettamente funzionanti e manutenuti alle pareti.
D.P.I. di cui adesso in troppi sono sforniti, salvo il confuso correre ai ripari in stato di urgenza e con spese per lo Stato e per il cittadino quanto meno triplicate, e che con calma invece nel corso degli anni, se fossero stati impartiti precisi ordini e date indicazioni e eseguiti controlli sulla loro adempienza dalle figure giuridicamente competenti all’interno del Ministero della Sanità riguardo ai piani anti epidemia , allora negli anni ogni cittadino, nonché ogni ospedale, ogni azienda sanitaria, ogni regione, avrebbe potuto acquistarne e stoccarne in situazione di assoluta normalità, a prezzi normali e non con una corsa all’accaparramento, come proprio Kit da tenere pronto, cosi come ogni autovettura per legge deve essere fornita di cinture di sicurezza e airbag.
La stessa cosa dicasi per i reparti e i respiratori di terapia intensiva negli ospedali, che oggi siamo costretti ad allestire in urgenza, mentre tutte le necessità sanitarie nazionali ordinarie per cui i cittadini avevano fatto liste di attesa anche di mesi sono state annullate.
E dal 2003 eravamo anche coscienti che sarebbe stato un Coronavirus di nuova generazione il candidato più probabile a scatenare una epidemia se non una pandemia.
Sapevamo benissimo a livello di consapevolezza sanitaria che le terapie intensive erano i maggiori presidi strategici da tenere pronti proprio contro le conseguenze delle complicazioni polmonari che provocano i coronavirus ,cosi come si tengono gli estintori alle pareti.
Queste terapie intensive si sarebbero dovute costantemente incrementare dal lontano 2003 della scampata epidemia di Sars, portandole quanto meno ai 30 posti per 100.000 abitanti che possiede la Germania rispetto ai nostri miserabili 8,4 al momento dell’inizio della epidemia.
Ma lo Stato ha ritenuto prioritari gli F35, la terza portaeri, i nuovi sommergibili e fregate per i quali ha speso 26 miliardi di euro. Denari con cui avremmo potuto attuare diverse volte tutto quello che bisognava fare per prepararsi a una pandemia di cui eravamo avvisati.
Potenziare come raccomandato dagli organi sanitari internazionali tutto ciò in vista della pandemia avrebbe significato oltre a proteggere le vite dei cittadini anche prevenire con pochi miliardi le catastrofiche perdite economiche che una pandemia produce, e tutto era previsto. Altro che “non potevamo immaginare” .
NON ESSENDOCI MASCHERINE LO STATO NON PUO’ DECRETARNE L’OBBLIGATORIETA’DELL’USO ALLORA DEVE DIRE CHE NON SERVONO INVECE SERVIREBBERO ECCOME
Oggi come oggi manca tutto. non si trovano nemmeno i disinfettanti, arma fondamentale con cui individualmente i cittadini dovrebbero sanificare i loro spazi vitali, non ci sono mascherine per la popolazione, e non essendoci mascherine lo Stato non può decretare l’obbligatorietà del loro uso in questo giorni,come raccomanderebbe il protocollo OMS, dunque meglio accanirsi sulle passeggiate solitarie .
Lo stesso discorso ovviamente vale per tutta la struttura della produzione nazionale, se ne gli anni fosse stata dotata di ciò che raccomandavano i piani per le epidemie, ovvero di dispositivi di sanificazione degli ambienti di lavoro e dispositivi di protezione individuale, nonché di addestramento a come mettere in pratica il distanziamento sociale sui luoghi di lavoro e a usare correttamente i DPI –se ci fossero stati, allora essa avrebbe potuto, con tutte le cautele del caso, non essere interrotta con la conseguenza che la nostra economia non sarebbe andata in lockdown tutta di un colpo davanti alla Caporetto epidemica causata, a differenza delle cadorniane accuse mediatico-istituzionali alle passeggiate dei cittadini sovrani, (al netto delle fughe di 30-40 mila persone da Milano provocata da colpose se non dolose fughe di notizie su imminenti decreti, che con ciò hanno determinato l’irradiazione dei patogeni attraverso le migliaia di persone fuggite nel resto d’Italia) proprio nei luoghi di lavoro , con i lavoratori che hanno dovuto lavorare fianco a fianco senza tutele. E’ li che si è propagata l’epidemia nonostante i cittadini reclusi nelle case. Sia chiaro.
Sfornita di ogni mezzo di protezione la produzione nazionale è stata mandata avanti fino al possibile dagli industriali che hanno cercato di incassare fino a che hanno potuto, nonostante i moniti dei lavoratori esposti al contagio contribuendo a diffondere i contagi, mentre numerose figure istituzionali Cadornianamente accusavano la popolazione di mancanza di disciplina .
Non per nulla sono già partite le prime class action di lavoratori per epidemia dolosa, art 238 cp, come quelle che sta curando l’avvocato Reboa.
Il Fatto che ci siano state 18 ore di concertazione fra i Sindacati e il Governo per stilare un protocollo comune di sicurezza sul lavoro, come dichiarato dal Presidente del Consiglio nella conferenza stampa del 25 Marzo , il fatto che sia stata diverse volte cambiata la lista delle attività strategiche della produzione nazionale da non fermare, ci indica e ci conferma che non è mai stata seguita nessuna esercitazione, ne, sulla scorta dei piani anti epidemia messi ad ammuffire nei cassetti, sia stato messo a punto nessun piano concreto.
Come in maniera disarmante ha detto al parlamento lo stesso Primo Ministro, gli uomini e le donne nelle istituzioni si sono trovati davanti all’ignoto con questa epidemia e prima della storia, che il premier Conte chiamava a giudice, sarà necessario che i responsabili reperibili siano puniti con il massimo rigore e severità, quando anche fosse egli stesso, cosa che l’articolo 96 della Costituzione contempla possibile.
Osserviamo che nelle quasi 40.000 parole usate nel Decreto Legislativo n.1 del 2 gennaio 2018: Codice della protezione civile, la parola epidemia non è citata una sola volta
LA CAPORETTO SANITARIA
Francamente nel 2020, nel corso di una epidemia , può certamente accadere un certo numero di contaminazione per errore degli operatori sanitari, soprattutto se non ci si rende immediatamente conto che un agente patogeno sta provocando una epidemia, come è accaduto alla Cina.
Ma oltre 5000 operatori sanitari infettati negli ospedali italiani alla data attuale, e la diffusione ad altri pazienti degli ospedali della infezione, come accaduto nel grave caso di Codogno, per non parlare di quanto avvenuto all’Ospedale Sacco di Milano che è il punto di riferimento del Nord per la malattie infettive, che ha avuto un proprio operatore infettato da un viaggio in Germania, niente di meno che come primo caso nella città di Milano, a fronte del fatto che l’epidemia esplosa in Cina già da settimane, aveva offerto un modello inequivocabile della altissima trasmissibilità di questo agente patogeno, per cui doveva essere messa in atto la massima allerta, rappresentano una vera e propria Caporetto Sanitaria, che illustra personale sanitario mandato ad affrontare questa crisi pandemica con l’equivalente delle scarpe di carta con cui si mandarono i soldati dell’Ottava armata in mezzo ai ghiacci della Russia nella seconda guerra mondiale.
I nostri sanitari infettati, per la precisione 4.824 – il 9% degli infettati totali- che a differenza dei sanitari cinesi non sono stati colti di sorpresa dal virus, e quindi avevano il piccolo vantaggio strategico di sapere di cosa si trattava, perché quando sono iniziati i casi Italiani la Cina aveva già decine di migliaia di positivi , come dice il bollettino dell’Ansa 27 marzo, infatti sono “una percentuale più che doppia rispetto a quella Cinese” e , riporta sempre l’ANSA, secondo la Fondazione Gimbè il numero è ampiamente sottostimato.
Certo i Cinesi hanno le catene produttive per costruirsi tutto quello di cui hanno bisogno, i nostri industriali (dimensione delle colpe storiche) in 30 anni le hanno delocalizzate all’estero, cosi ci siamo ridotti al momento dello scoppio della epidemia con una sola azienda in Italia che produceva respiratori per le intensive e una manciata di aziende nemmeno 5-6 che producevano mascherine.
Un medico ci ha mostrato nel Tg2 post un miserabile kit di due mascherine e alcuni guanti forniti dallo Stato, materiale del tutto inedeguato, scarpe di cartone appunto.
Non per nulla il segretario nazionale Anaao Carlo Palermo ha scritto al ministero della Sanità che ““L’Iss non può prescrivere che un medico entri in un reparto Covid-19 per visitare pazienti trattati con ossigeno ad alti flussi, per lo più anziani, che magari si agitano, che si strappano maschere e mascherine, protetto solo da una maschera chirurgica”. Come riportato da Quotidiano Sanità il 25 marzo
Scenario che ci fa comprendere una cosa: questi operatori sanitari , a parte gli specialisti di infettivologia che hanno specificatamente studiato la materia, non avevano ricevuto nel corso degli anni, non solo quei materiali di protezione individuale che il piano per le epidemie prevedeva fossero presenti negli stock degli ospedali , ma addirittura nessun addestramento per usarli al meglio seguendo i protocolli per evitare la contaminazione personale e la diffusione della contaminazione ad altro personale e ai pazienti.
Lo abbiamo compreso guardando come innumerevoli medici e infermieri, utilizzano le mascherine, tenendole appese sotto il collo o riposte sul capo cosa assolutamente da evitare o non si sarà risparmiati dal contagio, da medici e infermieri con la mascherina sul volto, spesso una semplice mascherina chirurgica non idonea a agenti patogeni virali trasmessi per via aerea, e in maniche di maglietta o con i grembiulini verdi da visite alle puerpere, rimedi alla buona, nei corridoio prospicienti alle terapia intensiva o addirittura dentro alle terapie intensive, e via dicendo, e ancora abbiamo visto usare cosi i DPI i sindaci dei comuni colpiti e anche membri delle forze dell’ordine.
LO STATO SAPEVA DELLE POLMONITI DI ORIGINE SCONOSCIUTA APPARSE IN CINA FIN DAL 30 DICEMBRE 2019
MA SOLO IL 9 GENNAIO 2020 PARTE IL COMUNICATO A TUTTE LE ISTITUZIONI DI COMPETENZA
Epidemia in attivazione in Cina, paese con cui abbiamo un enorme volume di scambi di persone e merci, di cui il SSN e tutte le maggiori istituzioni dello Stato erano state allertate dall’ Uffico 5 Prevenzione delle Malattie Trasmissibili e profilassi internazionale con il Comunicato N° 4. del 09 gennaio 2020 dal Titolo: “ Polmonite eziologica Sconosciuta – Cina 5 gennaio 2020”, scaricabile nella sezione Ricerca eventi epidemici all’estero .
Esso fu inviato a: “Assessorati alla sanità regioni, assessorati alla sanità province autonome Trento e Bolzano, USMAF – SASN uffici di sanità marittima, Aerea e di frontiera, Direzione generale sanità animale e farmaco veterinario, Ministero degli Affari Esteri – Unità di Crisi, Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero della Difesa – Stato Maggiore della Difesa –Ispettorato Generale della Sanità – Ministero dei Trasporti – Azienda ospedaliera- polo universitario Luigi Sacco . Comando dei carabinieri tutela della salute NAS sede centrale, Ministero dell’Interno, Dipartimento P.S., Direzione centrale di Sanità, Ministero dei beni Culturali e del Turismo, Direzione generale per le politiche del turismo, Comando Generale Corpo delle Capitanerie di Porto Centrale Operativa, Dipartimento della Protezione Civile Presidenza del Consiglio dei Ministri, ENAC Direzione Sviluppo Trasporto Aereo, Istituto Superiore della Sanità. Croce Rossa Italiana- reparto nazionale di sanità pubblica – Istituto Nazionale per le Malattie Infettive – IRCCS “Lazzaro Spallanzani” e Istituto Nazionale per la Promozione della Salute delle popolazioni migranti e per il contrasto delle malattie della poverta (INPM”)
Dunque lo Stato era ufficialmente a conoscenza di una grave minaccia epidemica – perché ormai esistono da decenni protocolli che dicono che di ciò si trattava- che si manifestava con polmonite da eziologia sconosciuta in un paese con cui abbiamo un enorme volume di scambio in beni e persone. almeno 22 giorni prima del famoso decreto del 31 gennaio che ha istituito 6 mesi di emergenza nazionale sulla scorta dell’avviso del 30 gennaio del OMS, e ben 45 giorni prima del decreto del 23 febbraio che istituiva le prime zone rosse, in Nord Italia.
IL GRAVISSIMO INSENSATO CONTRORDINE DELL’OMS
E Qui anche l’OMS è caduto tragicamente dallo scranno della sua suprema responsabilità , proprio dopo tutte le sue allerte, i suoi studi, i suoi protocolli, le sue alte raccomandazioni , come colto da un profondo impulso irrazionale , esso davanti agli eventi di polmoniti da eziologia sconosciuta, da un territorio da cui sono partite le ultime pericolose epidemie come la Sars su cui aveva strutturato i suoi protocolli , ha scandalosamente dato indicazioni di non prendere nessuna cautela riguardo al focolaio cinese di polmoniti sconosciute. Come se in un territorio di massima pericolosità sismica si desse autorizzazione a costruire case non antisismiche. Inaudito.
Incredibilmente è letteralmente quanto scritto in calce al comunicato n 4 del 9 gennaio, il cui testo cosi recita :
“Raccomandazioni dell’OMS
In base alle informazioni fornite dalle autorità nazionali, sono tuttora valide le raccomandazioni dell’OMS sulle misure di sanità pubblica e sulla sorveglianza dell’influenza e delle gravi infezioni respiratorie acute.
L’OMS non raccomanda alcuna misura specifica per i viaggiatori. In caso di sintomi suggestivi di malattia respiratoria sia durante che dopo il viaggio, i viaggiatori dovrebbero rivolgersi a un medico e informare del loro viaggio il personale sanitario.
L’OMS raccomanda di evitare qualsiasi restrizione ai viaggi e al commercio con la Cina in base alle informazioni attualmente disponibili su questo evento“.
Alla luce dei testi scientifici pubblicati dallo stesso OMS, di allerta su una imminente pandemia catastrofica, non possiamo che interpretare queste assurde raccomandazioni contraddittorie, ad abbassare la guardia , come governate da una ratio che potrebbe avere a che fare con fenomeni corruttivi finalizzati a non arrestare i giganteschi volumi di affari come avrebbe comportato un immediato innalzamento dei livelli protocollari, appena compreso il pericolo gravissimo rappresentato da un evidentente essere entrato in scena di un agente patogeno sconosciuto.
Quanto segue getta quanto meno delle ombre in tale direzione
LA PAGINA SCOMPARSA DAL SITO DELL’OMS CON LE GUIDE PER LA RISPOSTA IMMEDIATA
Nella nota sulle raccomandazioni dell’OMS sempre nel nostro comunicato n 4 del 9 Gennaio si rimanda a una serie di link di approfondimento fra cui uno di essi è
Aprendo questo link si accede alla pagina dell’OMS Emergencies preparedness, response
Aprendola si trovano alcune voci di cui una di enorme importanza per riguardare l’aspetto preventivo assolutamente più importante ovvero il “ Riconoscimento tempestivo, segnalazione e gestione del controllo delle infezioni delle malattie respiratorie acute potenziale minaccia internazionale” comprendiamo bene oggi come queste direttive siano una questione di vita o di morte di forse milioni di cittadini, della sicurezza degli Stati, della tenuta delle democrazie , questa voce è
La grave e aberrante sorpresa e che questa pagina è stata rimossa e non è più consultabile. Ecco perché è evidente che ci troviamo di fronte a una epidemia dolosa di cui sono responsabili non solo le figure delle nostre istituzioni nazionali, ma figure di tutti i paesi democratici, che sono quelli che politicamente ci riguardano, essendo questo il nostro orizzonte politico e civile.
Sentiamo spesso incolpare la Cina per non aver tempestivamente dato la notizia. Li Wenliang aveva parlato delle misteriose polmoniti il 30 Dicembre 2019 , ebbene noi possiamo leggere sul comunicato 4 dei bollettini degli eventi epidemiologici quanto segue “Il 31 dicembre 2019, l’Ufficio paese dell’OMS in Cina è stato informato che erano stati individuati casi di polmonite di eziologia sconosciuta (causa sconosciuta) nella città di Wuhan, provincia di Hubei, Cina” dunque il tempo intercorso fra denuncia del medico e comunicazione ufficiale a OMS è di un solo giorno. Il 1 gennaio 2020 l’informazione di un evento che avrebbe immediatamente far alzare i livelli protocollari era a disposizone di OMS e delle Istituzioni Italiane.
Perché questa pagina è scomparsa? Quando è scomparsa? La Magistratura internazionale dovrà fare luce su questa cosa gravissima. Ciò non attenua certamente le responsabilità nazionali semplicemente le espande all’intera organizzazione internazionale.
IL PIANO PER LE EPIDEMIE NAZIONALI PREVEDEVA O NEMMENO ESSO IMMAGINAVA GLI EVENTI GRAVISSIMI DA IMPEDIRE ?
“I paesi dovrebbero testare le proprie capacità di sicurezza sanitaria e pubblicare revisioni post-azione, almeno una volta all’anno. Tenendo esercitazioni annuali di simulazione, i paesi mostreranno l’impegno per un sistema funzionante. Pubblicando recensioni post-azione, i paesi possono dimostrare in modo trasparente che le loro capacità di risposta funzioneranno in caso di crisi e potranno identificare le aree da migliorare” da Global Health Security Idex
In virtù di quegli scampati pericoli epidemici che hanno sfiorato più di una volta il nostro paese con lo scenario che oggi infine ci ha colpiti e gettati nello stato di emergenza nazionale e in condizioni drammatiche per tutti e tragiche per alcune migliaia di nostri concittadini, che hanno perso la vita o i cari, e che non si devono spiegare a nessuno, scampati pericoli quali furono la epidemia di Sars nel 2003 e la influenza pandemica suina del 2009, e alcuni casi di Ebola, e recependo tutte le allerte e le raccomandazioni internazionali, anche l’Italia, come molti altri paesi sviluppati, si dotò di un piano per prepararsi a affrontare con l’intento di prevenirli e disinnescarli eventi epidemico-pandemici.
E interessante leggere le prime righe con cui si aprono le varie edizioni aggiornate nel corso degli anni di questi piani nazionali per l’epidemia, cosi che sia chiaro che l’epidemia catastrofica che è stata lasciata divampare nel nostro paese non possa a nessun titolo nemmeno lontanamente essere valutata come un evento sorprendente e fatalmente inevitabile, come invece reiteratamente ventila il nostro povero Premier, il quale sicuramente per la casualità del suo essersi trovato in politica grazie ai Vaffanculo Days inventati da Grillo, è nell’entourage della nostra attuale politica la persona “storicamente” ma non istituzionalmente, meno colpevole di questo immane dolo che il popolo sovrano ha ricevuto dai suoi servitori nello Stato.
Quello pubblicato nel 2002, dal titolo “Piano Italiano Multifase per una Pandemia Influenzale” iniziava cosi
“La comparsa di un nuovo ceppo influenzale, verso cui la maggioranza della popolazione risulta suscettibile, si pensa possa avere conseguenze paragonabili alla pandemia verificatasi nel 1918 (influenza spagnola) con costi senza precedenti, in termini di morbosità e mortalità.
La velocizzazione degli spostamenti, e la conseguente riduzione dei tempi necessari per gli interventi, renderebbe inoltre ancora più difficile e pressoché impossibile controllare efficacemente la diffusione del virus.
La possibilità di disporre in anticipo di uno specifico piano d’azione nazionale, si ipotizza possa consentire di minimizzare le conseguenze di una eventuale pandemia influenzale. A tale scopo il Comitato istituito ad hoc ha elaborato il presente documento che prevede un apporto multidisciplinare nell’attuazione di interventi, realizzabili in fasi diverse, atti a fronteggiare una pandemia“
Tale piano fu sostituito dal nuovo “Piano Nazionale di preparazione e risposta ad una pandemia” il suo incipit recita che
“Dalla fine del 2003, da quando cioè i focolai di influenza aviaria da virus A/H5N1 sono divenuti endemici nei volatili nell’area estremo orientale, ed il virus ha causato infezioni gravi anche negli uomini, è diventato più concreto e persistente il rischio di una pandemia influenzale.
Per questo motivo l’OMS ha raccomandato a tutti i Paesi di mettere a punto un Piano Pandemico e di aggiornarlo costantemente seguendo linee guida concordate. Il presente Piano, stilato secondo le indicazioni dell’OMS del 2005, aggiorna e sostituisce il precedente Piano Italiano Multifase per una Pandemia Influenzale, pubblicato nel 2002. Esso rappresenta il riferimento nazionale in base al quale saranno messi a punto i Piani operativi regionali. Il Piano si sviluppa secondo le sei fasi pandemiche dichiarate dall’OMS, prevedendo per ogni fase e livello, obiettivi ed azioni. Molte delle azioni individuate sono già state realizzate man mano che la situazione epidemiologica lo ha richiesto. Le linee guida nazionali per la conduzione delle ulteriori azioni previste saranno emanate, a cura del Centro Nazionale per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (CCM), come allegati tecnici al Piano e saranno periodicamente aggiornate ed integrate”.
Il nostro Stato dunque aveva ufficialmente recepito allarmi e le allerte mondiali. Era Consapevole.
Lo stupor con cui il Presidente del Consiglio talora parla di questa Pandemia, data la responsabilità che ha accettato insieme all’alto onore di ricoprire quella carica, è una inaccettabile ignoranza.
A pagina 4 di questo ultimo documento prima dell’introduzione, esso prescrive qualcosa di immensa importanza, la cui omissione ha certamente fatto decuplicare il prezzo che il paese e il Popolo Sovrano stanno pagando. Ecco questo passaggio
“L’operatività del Piano sarà valutata con esercitazioni nazionali e regionali, cui parteciperanno tutte le istituzioni coinvolte in caso di pandemia”
Quando sono state fatte le esercitazioni nazionali per testarne efficacia e addestramento di popolazione operatori sanitari e di sicurezza, come esso prevede?
Di queste importantissime esercitazioni da cui dipendeva la vita o la morte di migliaia di cittadini, come oggi scopriamo, la sicurezza dello Stato, la tenuta della nostra economia, e non da meno le libertà civili che in questi giorni ci siamo viste sospese, non sono riuscito a trovarne alcuna traccia, se non per una volta nel 2014 annunciate dalla stampa siciliana, e nel 2018 quella sarda e riguardanti solo sanità siciliana e sarda e rispetto al pericolo Ebola.
per esercitazioni intendiamo Ovviamente esercitazioni nazionali su vasta scala come quelle che in Giappone si tengono da decenni per affrontare i terremoti e preparare istituzioni e popolazione a interagire (e che anche noi dovremmo ragionevolmente fare e non facciamo) e non le esercitazioni in collaborazione con OMS a cui sono talora chiamate piccole unità o solo alcuni membri del personale di istituzioni specializzate come lo INMI L. Spallanzani IRCCS o di altri enti dedicati, e questo proprio perché:
“l’obiettivo del Piano è rafforzare la preparazione alla pandemia a livello nazionale e locale in modo da:
1.identificare, confermare e descrivere rapidamente casi di influenza causati da nuovi sottotipi virali, in modo da riconoscere tempestivamente l’inizio della pandemia.
2.Minimizzare il rischio di trasmissione e limitare la morbosità e la mortalità dovute alla pandemia.
3.Ridurre l’impatto della pandemia sui ser-vizi sanitari e sociali e assicurare il man-tenimento dei servizi essenziali.
4.Assicurare una adeguata formazione del personale coinvolto nella risposta alla pandemia.
5.Garantire informazioni aggiornate e tempestive per i decisori, gli operatori sanitari, i media e il pubblico.
6.Monitorare l’efficienza degli interventi intrapresi. Le azioni chiave per raggiungere gli obiettivi del Piano sono:1.migliorare la sorveglianzaepidemiologica e virologica. 2.Attuare misure di prevenzione e controllo dell’infezione (misure di sanità pubblica, profilassi con antivirali, vaccinazione). 3.Garantire il trattamento e l’assistenza dei casi. 4.Mettere a punto piani di emergenza per mantenere la funzionalità dei servizi sanitari e altri servizi essenziali. 5.Medal ttere a punto un piano di formazione. 6.Mettere a punto adeguate strategie di comunicazione
7.Monitorare l’attuazione delle azioni pianificate per fase di rischio, le capacità/risorse esistenti per la risposta, le risorse aggiuntive necessarie, l’efficacia degli interventi intrapresi ;il monitoraggio deve avvenire in manierao continuativa e trasversale, integrando e ana-lizzando i dati provenienti dai diversi sistemi informativi ” Dal- “Piano Nazionale di preparazione e risposta ad una pandemia
ESERCITAZIONI NAZIONALI MAI FATTE NESSUN ADDESTRAMENTO
Dunque tali importantissime esercitazioni, coordinate a livello nazionale se non addirittura internazionale –un po’ come quelle che con grande entusiasmo andiamo invece a fare invece spesso con la NATO per prepararci alla grande invasione della Russia dell’Europa, – paese che invece ci ha mandato 9 aerei di aiuti umanitari- a mia conoscenza, non sono state mai eseguite, e con esse ovviamente non è mai stato ne esarcito ne verificato nessun addestramento speciale, individuale e collettivo, ne tanto meno sono stati allocati gli stock dei dispositivi di sicurezza personali e collettivi di cui avrebbe dovuto disporre ogni ente ospedaliero, clinica, ALS e probabilmente anche ogni ufficio della P.A., ivi incluse le scuole , università, caserme, e che avrebbero dovuto avere anche le fabbriche, fondamentali alla vita economic del paese.
Ne ancor meno, in visione delle minacce chiaramente descritte dal piano, almeno a partire dalla sua ultima pubblicazione nel 2005, ovvero da ben 15 anni, e stato potenziato il SSN, come poi, davanti alla catastrofe, senza alcun merito politico perciò ma solo con immensa vergogna piuttosto, si è dovuto fare giocoforza d’urgenza a mezzo di decreto-legge, con spese emergenziali dai costi logicamente moltiplicati, l’ultimo di essi datato niente di meno che 17 marzo 2020 quando c’erano ormai 31.506 positivi 2.503 morti e ben 2.060 pazienti in terapia intensiva, ovvero il 50% della capacità nazionale dei 5000 posti a cui ci siamo ridotti nel frattempo in cui invece spendevamo anche un 1.100.000.000 di Euro per dare una terza portaerei ai nostri ammiragli oltre ai 14 miliardi che i famigerati F35 , il cui acquisto si auspica sia fermato ai primi 11 già consegnati.
STATO ARMAIOLO MA DEINDUSTRIALIZZATO DI INDUSTRIE CIVILI
Ciò sicuramente avrebbe anche implicato che lo Stato, cosi come è azionista di maggioranza di un complesso industriale militare quale la Leonardo Finmeccanica e la Fincantieri, che costruisce armi e che, ottavo venditore mondiale vende nel mondo contribuendo a destabilizzarlo e a renderlo molto più insicuro, gestisse anche un complesso industriale strategico per la costruzione di materiali anti epidemici che oggi, nel frattempo di una rocambolesca riconversione in atto di alcune fabbriche, ci stanno arrivando come se fossimo un paese del terzo mondo deindustrializzato, con gli aiuti umanitari da una serie di paesi. Retaggio (classe di responsabilità storiche ) della delocalizzazione selvaggia che gli industriali e industrialotti Italiani hanno inseguito dagli anni 90 senza requie, trasferendo migliaia di linee produttive dove si poteva comprare lavoro non protetto a quattro soldi.
40 anni fa in Italia saremmo stati in grado di costruire qualsiasi cosa, dai respiratori per le terapie intensive alle mascherine ad alta protezione. avevamo un parco macchinari industriale che poteva mettere su una stazione spaziale, negli anni 60 sapevamo fare tutto e costruivamo tutto – non a caso facemmo il boom economico.
Poi agli industriali del Nord, stufi di riconoscere agli operai del nord i giusti compensi e i diritti – malattia, ferie, tredicisima quattordicesima etc, con il crollo dell’URSS si aprì l’immenso mercato di affamati degli stati desovietizzati.
Romania, Albania. Polonia, Cecoslovacchia e via dicendo, dove ai lavoratori bastava dare 300 mila lire al mese per farli lavorare 12 ore senza diritti: l’Eldorato. gli industriali del NORD tessile prima di tutti e poi a ruota gli altri delocalizzarono smantellando l’immenso parco manifatturiero Italiano. tradirono le operaie e gli operai italiani che li avevano fatti ricchi e potenti e corserso a sfruttare gli uomini e le donne appena usciti da 70 anni di ditattura sovietica.
E poi scoperto il gioco gli industrili del Nord, spina dorsale della LEGA, e poi sul loro esempio trainante di locomotori d’Italia, anche quelli del Centro e poi quelli del Sud- tradendo il patto sociale- arrivarono a delocalizzare sempre più lontano, Sry lanka, Brasile,Cina a caccia di sfruttamenti sempre più facili. La cina grazie agli impianti delocalizzati da tutto il mondo divenne l’officina mondiale, acquisendo con la sua stramillenaria cultura in brevissimo tempo tutto il know how mondiale in ogni andito della manifattura fino all’elettronica avanzata e via dicendo.
La antica politica strutturata, quella degli Statisti, era stata spazzata via da mani pulite e la nuova generazione di politici saliti al potere era cosi entusiasta di quella epurazione che aveva dato loro una improvvisa promozione ai vertici che lasciarono deindustrializzare l’Italia senza colpo ferire. Gli agnelli dopo averci saccheggiato miliardi di pubblici denari si trasferirono all’estero -bye bye.
l’Unica Industria che è restata intonsa anzi che si è potenziata è quella delle armi di cui siamo 8 ° esportatori mondiali. Ora le armi ce le mettiamo nel ****, ma solo dopo averle disinfettate.
Non siamo più in grado di costruirci quello di cui avremmo bisogno e siamo alla merce delle manifatture altrui, esattamente come un paese africano esportatore di materia prima, come le colonie .. ma noi non abbiamo materia prima!
DA CHI DIPENDEVA FOSSERO FATTE LE ESERCITAZIONI ?
Quali specifiche istituzioni, ovviamente sussunte sotto l’egida e supremaautorità del Ministero della Sanita, e quindi ovviamente anche della Presidenza del Consiglio dei Ministri, erano competenti per tutto ciò?
Nelle prime righe del piano viene fatto, come abbiamo potuto leggere, il nome di un organo la cui sigla è Ccm.
IL CENTRO NAZIONALE PER LA PREVENZIONE E IL CONTROLLO DELLE MALATTIE O Ccm
Esso è un organismo istituito dalla legge del 26 Maggio 2004 n 130, appunto poco dopo che l’evento della Sars aveva sfiorato l’Italia. “con lo scopo di contrastare le emergenze di salute pubblica legate prevalentemente alle malattie infettive e diffusive e al bioterrorismo” come recita la sua missione.
Secondo la norma, il Ccm opera “in coordinamento con le strutture regionali attraverso convenzioni con l‘Istituto superiore di sanità, l‘Istitutosuperiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro, gli Istituti zooprofilattici sperimentali, le Università, gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico e con altre strutture di assistenza e di ricerca pubbliche e private, nonché con gli organi di sanità militare”, e agisce “con modalità e in base a programmi annuali approvati con decreto del ministro della Salute”.
Il decreto che lo istituisce all’articolo 1 recita che suoi compiti sono “l’analisi dei rischi per la salute, il coordinamento con le regioni dei piani di sorveglianza e di prevenzione attiva, dei sistemi nazionali di allerta e
Risposta rapida” la formazione , la promozione dell’aggiornamento “funzionali all’attuazione dei programmi” e chiaramente “l’attuazione e la verifica dei programmi annuali definiti” nonché “ il collegamento con altre realta’ istituzionali e con altre realtà analoghe europee ed internazionali, la diffusione delle informazioni”
All’articolo 5 ci spiega che è sua competenza “collaborare con le autorita’ ed enti italiani ed esteri nelle indagini di campo” e che “La direzione operativa e’ assicurata dal Dipartimento della prevenzione e della comunicazione del Ministero della salute, che, con proprio provvedimento, ne disciplinera’ l’azione” misteriosamente in questo momento sulla pagina del sito non compaiono ne nomi ne indirizzi.
Ci sembra abbastanza probabile che questo organo sia uno dei massimi competenti diretti della attuazione del Piano delle epidemie, quindi delle direttive per attuarlo e delle esercitazioni per testarlo e verificarlo.
Da esso dunque e- probabile dipendono anche due uffici importanti uffici del Ministero della Salute coinvolti nella prevenzione e nel controllo delle Epidemie
UFFICIO 5, LA SENTINELLA INTENAZIONALE DEGLI EVENTI EPIDEMICI
Questo ufficio 5 , dal nome kafkiano, a quanto pare potrebbe essere compente di un paio di cose strategiche in questa catastrofe nazionale, infatti è proprio dai suoi interni che parte il comunicato che allerta lo Stato di un probabile evento epidemico in corso in CINA con il comunicato n 4 .
Questo ufficio lo troviamo in diverse ripetizioni con compiti diversi nell’organigramma del ministero e due versioni riguardano specialmente la questione epidemica
Uno è l’Ufficio 5 – Rapporti con l’Unione Europea, il Consiglio d’Europa, l’OCSE, l’OMS, e le altre agenzie ONU ed Organizzazioni internazionali – attualmente diretto da Maria Grazia Pompa. Le sue funzioni, come recita il portale sono:
- Rapporti con gli organismi dell’Unione europea per il settore della sanità pubblica
- attività inerente alla partecipazione dell’Italia alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione Europea
- promozione dell’attuazione delle convenzioni, delle raccomandazioni e dei programmi comunitari e internazionali in materia sanitaria
- rapporti con il Consiglio d’Europa e con l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico per le loro attività in campo sanitario
- rapporti con le rappresentanze permanenti d’Italia presso gli organismi comunitari ed internazionali
- attività di coordinamento per la partecipazione ai bandi europei e per la gestione dei progetti e dei fondi dell’Unione Europea
- coordinamento della partecipazione alle attività degli organismi internazionali
- coordinamento dell’attuazione di programmi di salute globale
- rapporti con l’Organizzazione mondiale della sanità, con l’Organizzazione mondiale della sanità animale, con l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura e con le altre organizzazioni internazionali o agenzie specializzate delle Nazioni Unite
Ciò spiega che sia esso a riferire alle varie istituzioni dello Stato le allerte provenienti dagli organismi europei e mondiali rispetto alla Sanità Pubblica come quello emesso dalla succursale cinese del WHO contenuto nel comunicato del 9 gennaio che allertava sul probabile inizio di un evento epidemico provocato da un patogeno allora ancora sconosciuto e che provocava polmoniti gravissime, anche con esiti fatali.
Allo stesso modo questo ufficio dovrebbe essere competente di promuovere le raccomandazioni internazionali che da anni esortavano il nostro Stato e la comunità internazionale a potenziare il sistema sanitario per prepararlo a un probabile e imminente evento Pandemico, come il sopra citato “Global Influenza strategy 2019-2030”
SORVEGLIANZA E PREVENZIONE
L’altro ufficio 5 che troviamo è l’Ufficio 5 – Prevenzione delle malattie trasmissibili e profilassi internazionale diretto da Francesco Paolo Maraglino Le cui funzioni sono:
- Sorveglianza, prevenzione e controllo delle malattie infettive e diffusive, emergenti e ri-emergenti, sorveglianza delle infezioni legate all’assistenza sanitaria e della resistenza antimicrobica
- prevenzione delle infezioni da HIV/AIDS
- attività di segreteria e di supporto al funzionamento della sezione per la lotta contro l’AIDS e della sezione del volontariato per la lotta contro l’AIDS del Comitato tecnico sanitario
- punto di contatto (Focal Point) del Centro Nazionale per l’allerta rapida a livello europeo ed internazionale
- misure di contrasto alle minacce biologiche e al bioterrorismo
- strategie e politiche vaccinali
- profilassi e cooperazione internazionale ai fini del controllo delle malattie infettive
Una competenza quella di questo secondo ufficio 5 , sulle basi delle informazioni e delle raccomandazioni raccolte dal primo di ufficio 5, che potremmo definire decisamente esecutiva.
La sua missione e alquanto univoca e da poco scampo alla specificità della sua competenza: Sorveglianza, prevenzione e controllo delle malattie infettive e diffusive, emergenti e ri-emergenti!
DELL’ORIZZONTE GIURIDICO IN RAPPORTO CON QUESTO EVENTO EPIDEMICO.
Chiunque violasse i decreti presidenziali, ci ha fatto osservare il nostro Primo Ministro Conte, potrebbe rendersi responsabile innanzi tutto dell’articolo 650 cp ovvero del reato di non avere osservato un provvedimento legalmente dato dalla autorità per ragione di giustizia o di sicurezza pubblica, o d’ordine pubblico o d’igiene- ma nel violare il provvedimento potrebbe essere anche essere accusato, osservava il Presidente ammonendo i cittadini, di commettere ben più gravi reati, e per la precisione il 438 cp di epidemia dolosa e il 452 cp ovvero di delitti colposi contro la salute pubblica.
Ciò è reso possibile sulle basi del fatto che la salute è un diritto fondamentale dell’individuo, sancito dall’articolo 32 della Costituzione della Repubblica Italiana. E lo Stato è tenuto a tutelarla.
Sulla base di questo diritto fondamentale che la Costituzione riconosce in modo universale (a chiunque si trovi sul territorio nazionale indipendentemente dalla cittadinanza) 30 anni dopo l’entrata in vigore della Costituzione, il legislatore ha finalmente portato a compimento la volontà dei costituenti, con la creazione del Servizio Sanitario Nazionale, con la Legge 23 dicembre 1978 n. 833, emanata sotto la Presidenza della Repubblica di Sandro Pertini.
Tale legge all’articolo 1 prevede ) che “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività mediante il Servizio Sanitario Nazionale” e che “La tutela della salute fisica e psichica deve avvenire nel rispetto della dignità e della libertà della persona umana”, tali finalità vanno conseguite, in vari modi fra cui: “1) la formazione di una moderna coscienza sanitaria sulla base di un’adeguata educazione sanitaria del cittadino e delle comunità”, e” 2),la prevenzione delle malattie e degli infortuni in ogni ambito di vita e di lavoro
Dunque il Governo italiano, indipendentemente dal partito che lo esprime, è sempre obbligato dalla legge ad attivarsi nella prevenzione delle malattie e non solo nella loro cura.
È Il Ministero della salute che in virtù del Decreto legislativodel 30 giugno 1993 , n. 266(Riordinamento del Ministero della sanità, a norma dell’art. 1, comma 1, lettera h, della legge 23 ottobre 1992, n. 421.) e tenuto a svolgere “per tutelare il diritto alla salute, le funzioni in materia di: a) programmazione sanitaria, predisposizione del piano sanitarionazionale, definizione degli obiettivi fondamentali di prevenzione,cura e riabilitazione, indirizzo del Servizio sanitario nazionale,determinazione dei livelli delle prestazioni da assicurare uniformemente sul territorio nazionale”.
E dunque è chiaramente la massima autorità competente nella prevenzione stessa della Salute Pubblica e individuale.
La prevenzione delle minacce alla salute pubblica e individuale comporta, come condizioni di necessità l’attività di vigilanza sanitaria al fine di individuare con ampio anticipo i pericoli alla salute pubblica e individuale e di neutralizzarli per quanto possibile con mezzi già esistenti o da sviluppare attraverso scienza e tecnologia, come la legge impone.
Essa significa anche approntare i mezzi necessari per impedire l’evento, dunque la verifica costante che i mezzi sanitari siano idonei a neutralizzarla per quanto se ne è scientificamente tecnologicamente ed economicamente capaci.
La prevenzione sanitaria é un obbligo giuridico che per legge dello Stato grave sul Ministero della Salute.
E legge dello Stato è anche che nel fare questo non venga lesa la libertà e la dignità dei cittadini, come abbiamo letto. E come ci dicono gli articoli della costituzione 2 e 13.
La Salute pubblica e dell’individuo non è composta solo della perfetta funzionalità biologica delle cellule e del corpo dell’individuo, ma anche della sua libertà e dignità, che sono attributi della sua personalità, cosa nota dai tempi di Aristotele nella differenza fra bios e zoe. E infatti la salute è descritta dall’OMS come “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non solamente l’assenza di malattia o di inabilità”
Con gli straordinari mezzi della tecnologia contemporanea, si hanno ampi margini per prevenire molte cose che un tempo erano inevitabili, quindi agire senza arrivare a drammatiche situazioni di stato di emergenza, quali quelle di questi giorni.
Il nesso fortissimo fra questo obbligo giuridico di prevenzione e le conseguenze che potrebbe avere una epidemia, oggi lo comprendiamo tutti, da una parte proprio in virtù delle migliaia di vittime e dall’altra anche dalle gravissime ma a necessarie restrizioni che le nostre libertà civili hanno subito con il divieto per un lunghissimo periodo di uscire di casa, se non per procurarci il cibo, o per lavorare se addetti a settori strategici, con la conseguenza dell’arresto della produzione e del lavoro nazionale.
Osservo questa aspetto delle libertà civili perché il diritto alla salute che Lo Stato deve difendere non può distruggere altri fondamentali diritti se non per eccezionali motivi e questi riconducibili a cause di maggiore, non discendere da negligenze umane. Tali diritti si possono sospendere momentaneamente ( stato di emergenza e art 16 della Cost) solo per cause di forza maggiore che costituiscono minaccia alla vita, ma se le minacce alla vita sono dipese da reati omissivi che hanno permesso eventi che alcune figure istituzionali avrebbero dovuto impedire, allora le cose cambiano e si complicano terribilmente.
OBBLIGO DI SORVEGLIANZA SANITARIA TUTELA DELLA SALUTE
Lo Stato deve tutelare la salute per legge. Perciò alcune sue Istituzioni hanno l’obbligo giuridico di sorveglianza e prevenzione sanitaria. E’ quello che recita la missione pubblicata sulla pagina dell’ufficio 5.
Per conoscere i pericoli sanitari che potrebbero minacciare la salute pubblica e necessario incaricare istituti scientifici , medici, scienziati e organismi nazionali e internazionali sanitari, e valutando attentamente le loro relazioni, agire sulla scorta delle loro indicazioni per impedire che i pericoli si concretizzino in danni alla salute del cittadino e alla pubblica incolumità.
Funzionari che a vari livelli e gradi omettessero questa concreta sorveglianza sanitaria si renderebbe colpevoli ad esempio, nel caso dell’ambito del lavoro di omessa sorveglianza sanitaria che è un reato. Essi ne risponderebbero penalmente (art 27 Costituzione) e lo Stato civilmente ( art 28 Costituzione).
UNA CATASTROFE GIURIDICA NELLA CATASTROFE SANITARIA.
Questo reato potrebbe configurarsi su vasta scala in questa situazione di epidemia, ad esempio ai danni di tutto il personale sanitario, e ove fosse dimostrato che si trattasse di una epidemia colposa, se non dolosa, sarebbe enormemente aggravato, alla luce di un decreto del 31 gennaio che ha decreto lo stato di emergenza nazionale per il pericolo epidemico, per tutti quei lavoratori a cui lo Stato non avesse fornito gli adeguati dispositivi per non contagiarsi. Una catastrofe giuridica nella catastrofe sanitaria.
E’ per l’obbligo che lo Stato ha di tutelare la salute che , i Carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni ispezionano senza requie la filiera della produzione alimentare al fine di prevenire intossicazioni, come quella provocata dal metanolo nel vino di anni fa, e il rischio di commercializzazione di cibi avariati. Allo stesso scopo sono serviti e continuano a servire incessanti controlli veterinari sull’allevamento di bestiame e pesce, sulla qualità dell’aria, a questo scopo sono finalizzati i blocchi della circolazione dei mezzi di trasporto e via dicendo. Si aggiunga che l’obbligo di sorveglianza sanitaria è stato pensato anche per tutelare la salute dei lavoratori ed è contemplato dal Decreto Legislativo 81/2008.
FORZA MAGGIORE O NEGLIGENZA?
Se fosse appurato che era possibile prevenire e che non fu fatto nulla o che fu fatto male, lo stato di emergenza a cui siamo tutti sottoposti e che secondo Confindustria ci costerà 100 miliardi al mese, ricordiamo chi i lavoratori sono stati costretti a stare nei posti di lavoro senza protezioni individuali fino al limite del ragionevole, tanto da portare i sindacati minacciare scioperi nazionali.- negligenza dei decisori politici e dei funzionari responsabili nelle competenti Istituzioni giuridicamente obbligate ad agire per impedire il pericolo.
Tale stato di emergenza allora sarebbe un odioso danno, oltre al danno incommensurabile della stessa epidemia , procurato da pochi, per loro colpa e dolo, a molti, e di cui si dovranno valutare significati e conseguenze.
Se si provasse l’esistenza di documenti che provassero che gli Stati erano stati allertati dalla comunità scientifica, allarmi, che abbiamo abbondantemente scorsi allarmi anche ribaditi dalla stampa mondiale, a questo delitto contro la salute del cittadino, quale quello di non avere predisposto le misure straordinarie richieste dai piani anti epidemia dello Stato, si accoppierebbe anche una grave condotta appropriativa messa in essere da gruppi di interesse agenti nelle istituzioni, i quali, nonostante la consapevolezza istituzionale del pericolo imminente di una pandemia che richiedeva urgente allocazione di importanti risorse finanziarie dello Stato per preparare i settori capaci di contrastarla, come il Servizio Sanitario Nazionale, avrebbero per i propri interessi particolari, contro l’interesse generale, stornato le necessarie risorse del bilancio dello Stato verso altre aere sovra finanziandole, quali le spese militari, danneggiando cosi gravemente la capacità dello Stato di fare fronte alla minaccia epidemica,.
BREVEMENTE SUL REATO DI EPIDEMIA DOLOSA –
Secondo la legge italiana, procurare un’epidemia è un reato contemplato dal Codice Penale agli articoli 438 e 452. Esso può essere di natura colposa, o,notevolmente più grave, di natura dolosa.
Tuttavia per esserne ritenuti colpevoli bisogna concretamente fare qualcosa per diffondere la malattia. La legge italiana, che risale agli anni Trenta, fondamentalmente si concentra sulle azioni della persona infetta o personalmente in possesso di germi patogeni, la quale inneschi l’epidemia o inavvertitamente, reato colposo, o consapevolmente, reato doloso.
Tuttavia dobbiamo considerare che nel 1930 la nostra attuale Costituzione non esisteva e dunque non esisteva il diritto universale alla salute, il nostro ordinamento post bellico ha integrato la disposizione normativa che contempla il reato di epidemia cosi come delineato dai legislatori degli anni 30, tranne che mutare le pene incompatibili con l’universo dei diritti umani inalienabili, come la pena di morte prevista per l’epidemia dolosa, ma il relativo articolo 438 cp dal 1947 in poi, non può che leggersi in combinato con i diritti e i doveri della nostra Costituzione,
Questo reato di epidemia va integrato nel complessivo ordinamento giuridico attuale anche in riferimenti anche a comportamenti delle Istituzioni, le quali nel frattempo, a differenza dell’epoca fascista, sono nel frattempo divenute garanti e custodi dei diritti del sovrano ( il popolo), fra cui quello fondamentale alla salute.
Il dolo, a grandi linee, nel reato di ’epidemia è generico e consiste nella coscienza e volontà di diffondere l’epidemia stessa, ovvero di infettare una vasta comunità umana.
Dunque anche la sola consapevolezza, pur senza la volontà è già sufficiente per configurare l’elemento sostanziale di atto doloso. La caratterizzazione del dolo unicamente come intenzione di procurare una epidemia è stata infatti respinta da alcune sentenze della Corte Costituzionale (?) emesse sul tema in anni precedenti, perché anche la consapevolezza di accettare un rischio inaccettabile per la salute pubblica pur senza precisa intenzione di procurare epidemia è compatibile con il reato doloso. Come sarebbe nel caso di un incidente di laboratorio biologico che manipolasse agenti patogeni in grado di scatenare un evento pandemico.
Poiché l’articolo 40 del codice penale punisce la condotta omissiva, per la quale si può essere incriminati per non avere agito per impedire un evento che si aveva l’obbligo giuridico di impedire, e senza dubbio le Istituzioni sanitarie e i massimi dirigenti del ministero della salute, nonché il Governo, hanno questo obbligo giuridico chiaramente enunciato nell’articolo 1 della legge che istituisce il SSN a cui è affidata anche la prevenzione delle malattie, ovvero l’impedire per quanto nelle sue possibilità l’evento di una malattia, allora se fossero state da tempo a disposizione dei governi occidentali, fra essi quello italiano, informazioni sulla minaccia epidemia/pandemia , per la legge italiana qulla condotta omissiva, posta in essere da soggetti giuridicamente obbligati ad agire per impedirla, consistente nel non attuare il potenziamento del SSN e di evitarle l’epidemia( blocco dei voli alla prime notizia delle polmoniti anomale comunicate dalla Cina il 31 gennaio- quarantene per gli arrivi- monitoraggio dei possibili scali alternativi per eludere eventuali blocchi aeroportuali etc) sarebbe, a mio modo di intendere, equivalente all’aver cagionato l’epidemia stessa.
DANNO BIOLOGICO ALLA POPOLAZIONE –LESIONI PERSONALI GRAVISSIME
Allora per quanto l’articolo 238 del cp scritto, prima della Costituzione, senza avere presente l’orizzonte dei diritti e dei doveri Costituzionali , richieda una condotta commissiva a forma vincolata e quindi sia incompatibile con le disposizioni dell’art. 40 noi ci troveremmo di fronte a un grappolo di reati di cui quello dalle conseguenze maggiori sarebbe certamente quello di Epidemia Dolosa su scala nazionale, dal quale sarebbero stati generati altri reati ai danni degli individui, quali quelli della mancata sorveglianza sanitaria sul lavoro, ad esempio, e poi come quello di lesioni personali gravissime con conseguente danno biologico(Sentenza 26 novembre 2019, n. 48014), etc
Consideriamo in questo orizzonte giuridico un cittadino che, rappresentando le istituzioni, avendo assunto una qualche carica pubblica e istituzionale sia stato incaricato della sorveglianza sanitaria quanto della prevenzione delle malattie e della tutela della pubblica incolumità.
L’articolo 40 del Codice Penale punisce la condotta omissiva, a causa della quale si può incriminati, se si aveva l’obbligo giuridico di intervenire per impedire un evento lesivo.
Pensiamo ai dirigenti delle Istituzioni sanitarie che fanno capo al Ministero della Salute e quindi al Governo. Se fossero state da tempo a disposizione dei Governi occidentali informazioni sulla minaccia di epidemia e se quei Governi non avessero mosso un dito per sottrarre la popolazione al rischio, per la legge italiana quella condotta omissiva, attuata da soggetti giuridicamente competenti ad agire per impedire la diffusione del morbo, andrebbe intesa come cagione dell’epidemia e del danno alla salute , un reato doloso.
Se fosse provato che l’epidemia da Coronavirus era prevedibile, se trovassimo prove del fatto che essa era addirittura stata prevista, e ritenuta imminente, se fosse dimostrato che gli organi competenti Italiani erano stati messi al corrente, prove che credo abbiamo ampiamente esposte nella prima parte, se fosse dimostrato che le istituzioni preposte alla salute pubblica erano state allertate da tempo da scienziati e ricercatori, e credo che anche questo sia dimostrato, allora potremmo trovarci di fronte a colpevoli di reati gravissimi
I morti di questa epidemia non sarebbero vittime di un avverso destino imperscrutabile, ma la conseguenza incommensurabile di una gravissima negligenza.
Insieme ai morti e al danno morale nazionale , ne è conseguito danno alla capacità del Paese di produrre la ricchezza necessaria alla riproduzione e al mantenimento della vita individuale e alla stessa organizzazione sociale.
Gli interventi del Presidente del Consiglio risulterebbero tardivi, se – come detto in precedenza – fosse dimostrato che gli Stati erano stati avvisati anni prima.
Non parliamo poi di un inevitabile effetto collaterale: la minaccia alla stabilità democratica.
Noi oggi perciò ci troviamo davanti a uno scenario davvero drammatico dal punto di vista istituzionale e storico: una crisi intrinseca alla sostanza delle democrazie occidentali.
Questa gravissima crisi può essere risolta solo con un processo internazionale contro tutti coloro cui competeva l’obbligo giuridico da essi non assolto di garantire la sicurezza sanitaria dei rispettivi Stati.
TRAGICHE EVIDENZE
Tutto quanto fin ora analizzato e indicato ci indica che precisi organi nazionali quanto organismi internazionali, erano giuridicamente tenuti a intervenire per contrastare il pericolo che divampasse una pandemia ampiamente annunciata.
Tali organismi , in un intreccio di giurisdizioni e di ministeri coinvolti, come abbiamo capito dal grande numero dei destinatari del bollettino n4 del 9 gennaio, , da decenni avevano a disposizione mezzi, e avevano il dovere di attivarli , e precisi piani i quali non sono stati attivati perché non sono mai stati messi in condizioni operative tramite esercitazioni nazionali. Ciò ha comportato che non fossero preparati i mezzi necessari da tenere pronti come si tengono pronti ed efficienti gli estintori : prima di tutto un Servizio Sanitario Nazionale al massimo del regime possibile che la nostra potenza economica era in grado di fornirgli, se non fossimo stati parassitati da decenni di abnorme spesa militare e corruzione. Alla popolazione, cosa gravissima, non è mai stata fornita nessuna consapevolezza sanitaria del pericolo.
Scienza e Tecnologia del 21 secolo non avrebbero mai dovuto farsi trovare nelle stesse identiche condizioni in cui la Pandemia di Spagnola trovò 100 anni or sono un mondo agli albori della tecnologia.
Siamo in grado di calcolare il punto esatto su pianeti a 9 milioni di chilometri dalla Terra dove far scendere un rover e farlo camminare in controllo remoto per anni li su, e non sono stati messi in atto i semplici protocolli per fermare una pandemia di cui avevamo calcolato con anni di anticipo persino la percentuale di PIL che avrebbe fatto perdere al mondo se non avessimo speso i pochi denari necessari a prevenirla.
Questo è accaduto soprattutto perché ci siamo preparati , e abbiamo propiziato. bruciando capitali favolosi in armi ed eserciti, a una abnorme guerra fra umani , sapendo perfettamente che un invisibile virus era il nemico che ci avrebbe presto attaccati tutti senza guardare il colore delle divise. Se solo un terzo dei 1400 miliardi di dollari che l’occidente brucia ogni anno in militarizzazione dell’esistente fosse stato speso per 4-5 anni in ricerca e prevenzione oggi avremmo a disposizione di un fenomenale apparato di ricerca scientifico sanitaria in grado di trovare le soluzioni farmacologiche a scenari come covid19 con ben altri risultati. L’oms aveva scritto che 5 miliardi di dollari spesi per prepararsi a questa epidemia avrebbero rappresentato solo l’1% del valore dei danni che avrebbe prodotto. Sapevamo tutto. Non ci sono attenuanti per chi aveva l’obbligo giuridico di occuparsene.
È innanzi tutto il militarismo sempre più sfrenato ad aver divorato come un feroce parassita le risorse con cui dovevamo preparare i mezzi per difenderci e anche per prosperare, i invece sono i poveri che da decenni si ammassano nelle nostre società a ritmi pericolosi.
Questa Pandemia è unicamente frutto di omissioni e negligenze gravissime che andranno perseguite e punite con il massimo del rigore, essa ha messo in pericolo non solo milioni di vite, distruggendone migliaia, ma la sicurezza degli Stati, e insieme con gli Stati la nostra stessa civiltà dei diritti universali.
MINACCIA ALLA CIVILTA DEI DIRITTI
Con i tagli al sistema sanitario e con l’avere omesso tutte le profilassi contro le pandemie sviluppate nei protocolli sanitari , oggi si sono posti i medici di tutto l’occidente, che non hanno mezzi per tutti, nella condizione di scegliere chi salvare e chi no: questo scenario altamente corruttivo dei diritti universali, che sono alla base del sistema valoriale della civiltà dei diritti, fra cui il diritto alla salute, ha l’impatto destabilizzante e liquefacente di una guerra mondiale.
Ne usciremo assai malridotti , ma anche altamente motivati comprendere le responsabilità che ci hanno portato fin qui, sperando e auspicando che non ci saranno aggravamenti dell’orizzonte degli eventi, che potrebbero essere politici come catastrofi naturali.
I reati omissivi di cui dovranno individuarsi i responsabili nelle Istituzioni che ci hanno portato a questa catastrofe, insieme alle nostre colpe di disinteresse verso la cosa pubblica, per la vastità delle conseguenze di migliaia di morti si sono giocoforza trasformati in qualcosa che assomiglia fin troppo a crimini contro l’umanità , come tali andrebbero giuridicamente perseguiti, come tali andranno storicamente giudicati.
Un evento di questa portata, che non colpiva l’occidente intero da un secolo, allora pone la giurisprudenza mondiale, almeno per quanto riguarda le democrazie, davanti a due gravi necessita, che sono anche rebus da sciogliere; una è quella di giudicare delitti di natura dolosa le cui conseguenze si sono estese su una tale scala di grandezza per cui il delitto si è esteso all’umanità, e quindi ha virato verso il crimine contro l’umanità.
L’altra di non lasciare impunito queste condotte criminali che hanno travolto come una frana tutte le democrazie conducendole a una crisi socio-sanitaria senza precedenti nonostante fossero da decenni stati approntati tutti gli strumenti che avrebbero potuto impedirlo.
Uno sforzo concettuale giuridico e giudiziario enorme da cui dipenderà l’ esito finale che questa pandemia avrà avuto non solo in termini di vittime che avrà mietuto e di immensi danni economici, ma anche come conseguenze sulla nostra civiltà.
Proprio come avvenne dopo la tragedia della seconda guerra mondiale, quando dopo i processi di Norimberga si perfezionarono i Diritti dell’Uomo del 1793 con la promulgazione dei Diritti Universali del 1948 e con la Carta delle Nazioni, se noi, quando sarà finita la Pandemia, proprio in quanto civiltà dei diritti, avremo la forza morale di affrontare giuridicamente le responsabilità ,allora oltrepasseremo questa notte nel giusto modo perché tutto ciò non accada MAI PIU.
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Link di alcuni articoli che annunciavano la Pandemia negli anni passati e altri link di pertinenza
https://www.businessinsider.com/bill-gates-op-ed-bio-terrorism-epidemic-world-threat-2017-2?IR=T
https://www.theatlantic.com/magazine/archive/2018/07/when-the-next-plague-hits/561734/
https://www.theatlantic.com/science/archive/2018/04/what-bill-gates-fears-most/559007/
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http://www.centerforhealthsecurity.org/event201/ (Negli ultimi anni, il mondo ha visto un numero crescente di eventi epidemici, pari a circa 200 eventi all’anno. Questi eventi sono in aumento e sono dannosi per la salute, le economie e la società. La gestione di questi eventi mette già a dura prova la capacità globale, anche in assenza di una minaccia pandemica. Gli esperti concordano sul fatto che è solo questione di tempo prima che una di queste epidemie diventi globale, una pandemia con conseguenze potenzialmente catastrofiche….)
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