Coronavirus: 700 posti letto ospedalieri ogni 100.000 abitanti circa sono stati smantellati dal 1980 ad oggi. Secondo il WHO nel 1980, era Presidente della Repubblica Sandro Pertini, avevamo 922 posti letto per 100mila abitanti, nel 2013 solo 275. Questo significa che siamo passati da 595.000 posti letto a 165.000 nel 2013, sette anni fa. La durata media dei ricoveri e passata da quasi 13 giorni a meno di 7.Il nostro sistema sanitario nazionale è gravemente sotto attacco. Perché i soldi del contribuente sono da anni deviati verso altri settori. Coronavirus ha portato definitivamente il nodo al pettine.
Ci siamo ridotti, nazione di 60 milioni di abitanti, a disporre di 7.981 postazioni di terapia intensiva, per la precisione, come riporta il quotidiano sanità “5.090 posti letto di terapia intensiva (8,42 per 100.000 ab.), 1.129 posti letto di terapia intensiva neonatale (2,46 per 1.000 nati vivi), e 2.601 posti letto per unità coronarica (4,30 per 100.000 ab.)“. Per capirci meglio, ogni milione di abitanti 84 posti di Terapia intensiva e 43 di unità coronarica.
Se oggi avessimo ancora lo stesso numero di letti ospedalieri del 1980, avremmo a disposizione oltre 15.000 postazioni di terapia intensiva. Il che avrebbe fatto la differenza decisiva permettendo alla nazione di non frenare di colpo come è costretta a fare ora. Ci saremmo sentiti e saremmo stati molto più sicuri e la produzione economica sarebbe stata supportata dal sistema sanitario a continuare nonostante l’epidemia. Questo significa sistema.
Invece nel 2015 hanno persino chiuso per sottofinanziamento l’ospedale Forlanini, che era un eccellenza per le malattie pneumologiche, il quale originariamente disponeva di 3500 posti letto, un gigante da155 mila metri quadrati coperti,12 ettari di parco, con due teatri, due chiese e persino un museo anatomico , Ospedale che lentamente dissanguato di risorse è stato lasciato al degrado.Vergogna, anzi peggio, crimine. A quanto pare era anti economico, costava 15-20 milioni l’anno, il prezzo di venti missili aria -aria meteor che invece non ci facciamo mancare con un ordine per quasi mezzo miliardo di 400 missili alla nostra aeronautica militare , il costo di circa 11.000 posti di terapia intensiva. Oggi il Forlanini con la sua vocazione pneumologica sarebbe stato un ospedale strategico nell’affrontare l’epidemia.
il nostro corpo Medici, Paramedici e Infermieri, in carenza grave di personale ormai da anni, sostiene un lavoro il cui peso, sulle loro eroiche spalle, è andato via via diventando più grave, e ora ha raggiunto il peso della insostenibilità. Ho ben due cugini infermieri, Guido e Francesco, conosco la loro condizione di fatica sottopagata e immensa in dettaglio.
Di queste unità di terapia intensiva, ovviamente, al momento della diffusione della epidemia molte erano occupate per altre patologie. Eppure una epidemia di queste proporzioni era stata modellizzata nelle previsioni ed era da aspettarsela anche per semplice buon senso, ancor di più in un mondo globalizzato.
L’Organizzazione della Sanità mondiale (qui il documento WHO) aveva sottolineato la necessità che i governi mondiali ne fossero consapevoli e si preparassero. L’Italia per la sua prossimità con un continente in cui sono già scoppiate epidemie temibili come la micidiale ebola, doveva avere questa consapevolezza ancor di più degli altri. Avere ignorato queste indicazioni è una grave responsabilità dei governi, un reato colposo contro la salute pubblica di immense proporzioni, per il quale andrebbe istituito un tribunale internazionale quando tutto, speriamo, sarà finito.
Nonostante tutto, cari patrioti, è stato scelto di comprare armi a più non posso invece che costruire ospedali e assumere personale sanitario sufficiente. Adesso, molto probabilmente, pagheremo cara questa scelta.
Ovvio nessuno ci ha chiesto il permesso, ma è stato fatto sotto i nostri occhi e lo abbiamo lasciato fare.
Il nostro paese, nella dramatis personae di governi di tutti i colori che hanno tradito elettori di tutti i colori, si è impegnato ad acquistare, alcuni anni or sono, 90 cacciabombardieri F35 per un costo di 14 miliardi di Euro. Ma anche la Marina militare voleva i suoi nuovi mezzi, allora gli è stata comprata una terza portaerei, la gigantesca Trieste, una squadra navale di nuove fregate lanciamissili, aerei della marina, elicotteri e droni e nuovi sommergibili, altre decine di miliardi.
Esclusi Guardia di Finanza Carabinieri nel 2017 – fonte Senato della Repubblica- c ‘era un ufficiale ogni 2,1 marescialli e un maresciallo ogni 1,7 volontari di truppa: 68.000 tra ufficiali e sottoufficiali per 83.000 mila volontari di truppa circa, il 70% dei 25 miliardi di spese militari servono a pagare gli stipendi , Ma abbiamo solo 557 infermieri per 100.000 abitanti. Un infermiere ogni 179 persone circa. E’ semplicemente inaccettabile.
Nonostante il nostro paese avesse ancor prima della epidemia bisogni prioritari assoluti da assolvere, basti pensare alla condizione delle popolazioni terremotate che aspettano ricostruzioni da decenni. Ricostruzioni che gioverebbero anche alla nostra economia, va da se.
Solo di questi nuovi armamenti negli ultimi dieci anni nemmeno, sono stati messi in pagamento dallo Stato circa 26 miliardi di euro. Vicinissimo alla cifra di 28 miliardi di Euro che un rapporto dell’ansa affermava essere stata tagliata al SSN dal 2010 al 2010, con le devastanti conseguenze che abbiamo ora sotto gli occhi,. Addirittura, mi segnalava lo scrittore Vanni Santoni, secondo un dettagliatissimo articolo di Giovanna Borrelli su Altraeconomia, i tagli avrebbero toccato la vertigine di 37 miliardi, non è interessante? Capiamo bene che fra queste voci –meno– e –più– nel bilancio dello Stato c’è un nesso diretto.
Cosa si poteva comprare con questi soldi?
Con i 26 miliardi spesi in armi potevamo costruire 52 policlinici di ultima generazione da circa 2000 posti letto, come quello previsto, in teoria, per Padova entro il 2034, per un totale di 104mila posti letto, dotati delle più sofisticate attrezzature mediche, per esempio, dove saremmo stati curati di molti mali, e ben curati saremmo tornati ad essere altamente produttivi. Oggi avremmo affrontato serenamente l’epidemia in corso con una macchina sanitaria di ultima generazione. Teniamo presente che con 185 milioni, il costo di un cacciabombardiere F35 circa, si finanziano 5000 impianti di ventilazione assistita, ovvero il cuore di 5000 unità di Terapia intensiva. I conti di quello che si poteva fare con 37 miliardi di tagli fateli da soli.
Facciamo un esempio: 4 ospedali della regione Toscana quelli di Lucca, Apuane, Pistoia e Prato, per un totale di 1710 posti letto, 52 sale operatorie, 21 sale travaglio, 72 posti osservazione breve intensiva, 134 posti dialisi, 14 sale parto, sono costati 419.499.751,85 Euro. Poco più dell’equivalente di 2 cacciabombardieri F35, e meno di mezza portaerei.
Oggi 2 MARZO gli ospedali del modernissimo Nord Italia sono già al pre-collasso con 1577 positivi al Covid19. Ci sono ben 639 ricoverati in ospedale con sintomi severi. Di cui ben 140 sono in terapia intensiva. Dunque Il 25 % circa di coloro che vengono ricoverati vanno in terapia intensiva e bisogna anche biocontenerli lontano dagli altri pazienti affinché non diffondano il Virus.
Ci troviamo così in una situazione che si annuncia tragica. Ci sono responsabilità politiche gravissime in questo scenario sanitario debilitato, che un popolo degno di questo nome dovrebbe perseguire con la massima severità quando tutto sarò passato e avremo contato più che i morti, i danni, soprattutto i danni che si prefigurano enormi.
Infatti non potendo curare per carestia di postazioni di terapia intensiva, e in postazioni biocontenute i malati gravi, il paese deve muoversi il meno possibile per evitare con un aumento esponenziale dei positivizzati, un grave effetto imbuto sulla sanità che già era allo stremo prima della epidemia, con liste di attesa anche di due anni per esami . Dunque il paese è paralizzato.
Le epidemie sono fenomeni che hanno destabilizzato le strutture sociali dell’umanità numerose volte nella Storia, non sono una sorpresa , non si può non tenerne conto nella organizzazione sanitaria di uno Stato. Ci prepariamo alla guerra e non alle epidemie? Andiamo, non prendiamoci per i fondelli. Con i 1400 miliardi di dollari bruciati in armi ogni anno dall’occidente potremmo avere strutture avveniristiche per debellarle e renderle inoffensive. Invece siamo alla mancanza di mascherine di carta. in Italia con i denari di 4 F35 avremmo potuto costruire due policlinici dedicati al contenimento di fenomeni epidemici del genere. Una struttura simile dovrebbe essere il kit di sicurezza base di ogni nazione industrializzata nel XXI° secolo. Invece non abbiamo disinfettanti. Compriamo aerei da guerra, usiamo la nostra migliore tecnologia per costruire navi da guerra.
Secondo i dati del WHO come abbiamo visto dal 1980 al 2013 sono stati distrutti oltre 430.000 mila posti letto nella pubblica sanità, posti letto che nel 1980 esistevano concretamente. Sono dati ufficiali europei che possono differire di qualcosa, per numero, da altri dati, soprattutto nazionali, anche per motivi di bisogno di minimizzazione. Tuttavia il WHO è una istituzione della massima attendibilità.
Perché nel 1980 questi posti letto ospedalieri esistevano e invece oggi sono stati distrutti?
Perché i nostri nonni/e, padri e madri avevano lottato per averli. Non glieli avevano regalati. Se li sono conquistati con le lotte sociali, e con il lavoro, sangue e sudore nei cantieri, officine, fabbriche, campi, etc.
Essi ben consapevoli della dignità del proprio sangue e del proprio, sudore versato per ricostruire l’Italia, dopo la guerra, avevano ottenuto il diritto che con i loro soldi si finanziasse una Sanità pubblica fra le migliori del mondo invece che armi per il dominio militare.
In accordo con il dettato costituzionale dell’articolo 32 del diritto alla salute e del ripudio della guerra come prescritto dall’articolo 11, essi non avevano permesso che gli mettessero le mani nelle tasche bagnate di sudore del loro lavoro, per comprare armi di aggressione invece che ospedali o scuole o strade o ponti o ferrovie.
Si, armi di aggressione. I 90 F35 che l’Italia ha acquistato sono cacciabombardieri, in grado di portare anche ordigni nucleari, e servono a guerre di aggressione. La portaerei anche è fondamentalmente una arma di aggressione, serve a proiettare le forze fuori dai confini nazionali, e in un paese in mezzo al mare considerato una portaerei naturale esse servono soprattutto al dominio militare dei mari, a una geopolitica da impero, non alla difesa. In ogni caso stiamo parlando addirittura di una terza portaerei, ne avevamo già due.
La nostra Costituzione mentre sancisce il diritto alla salute per i cittadini vieta rigorosamente il dominio e la risoluzione dei problemi attraverso la guerra. L’esistenza di precise indicazioni nella costituzione con gli articoli 11 e 32 spazza via ogni possibile fraintendimento sulla questione: sottofinanziare la Sanità pubblica smantellandola e simultaneamente sovrafinanziare le spese militari potenziando la capacità del paese di fare la guerra, costituiscono per i decisori politici, che dimostrano cosi la loro debolezza di fronte all’establishment militare, un reato aggravato contro la costituzione, un tradimento della costituzione.
A cosa serve la “difesa” poi? Se in suo nome un paese si riduce a bruciare i soldi pubblici in armi quando poi non ci sono le mascherine per i medici in prima linea nella sola zona rossa?
Da cosa ci difende lo Stato nella sua funzione militare se brucia i nostri soldi in Armi ma non ha non solo i posti di terapia intensiva, ma nemmeno mascherine e protezioni per i suoi ospedali alle prese con un principio di una epidemia?
Ci rendiamo così conto in questi giorni, davanti allo scenario di questa epidemia che la parola Difesa è un parola vuota. È un mito ideologico usato per sottrarre risorse a vitali e prioritari investimenti civili a favore del complesso militare industriale.
Siete ancora capaci di fare dei ragionamenti logici? Fateli allora, ne va delle nostre vite. Abbiamo comprato bombardieri invece di costruire policlinici e senza i policlinici siamo indifesi dalle malattie che ci si possono scatenare contro in qualsiasi momento nell’era della globalizzazione in cui i virus viaggiano a 900 km/h in prima classe sugli aerei di linea, di quale difesa parliamo?
Abbiamo permesso che incostituzionalmente venisse abolita la leva per mettere su un esercito di professionisti che a 36 anni sono già troppo vecchi e non possono più farla la guerra, esattamente come i calciatori non possono più fare gli atleti agonistici a questa età.
Il 70 per cento dei 25 miliardi, cifra mostruosa, che vengono sottratti alla Sanità e ad altre priorità infrastrutturali per darli alla “difesa” ogni anno, va a mantenere questa burocrazia militare di ufficiali e sotto ufficiali in ridondanza di migliaia e migliaia di unità rispetto al bisogno, esercito di generali che danno ordini a colonnelli, e di soldati professionali che invecchiano troppo velocemente.
Questi marescialli e ufficiali avrebbero potuto fare gli infermieri, i medici e i paramedici se la nazione avesse costruito ospedali invece che comprare cacciabombardieri costruiti da una società americana e costruito ulteriori portaerei e navi da guerra. Avrebbero avuto egualmente di che vivere, in più avrebbero difeso le vite altrui ogni giorno da una battaglia, a differenza della guerra, permanente, quella della vita.
Se oggi avessimo 54 policlinici in più invece di 90 bombardieri F35 e una terza portaerei, quanto lavoro in più ci sarebbe stato inoltre? Un aereo F35 costa, incluse le infrastrutture a terra di cui necessita, quasi 200 milioni : anche un ospedale da 1000 posti costa circa 200 milioni, secondo voi quanta gente lavora intorno ad un aereo da guerra e quanta intorno a un ospedale da 1000 posti?
Nella vita di un paese, come su un equalizzatore, ci sono alcune voci fondamentali, nell’equalizzatore sono le varie bande delle frequenze basse medie e alte, che nell’insieme producono il suono finale, nella vita di una nazione sono Sanità, Industria, Terziario, Lavoro produttivo e Lavoro improduttivo, Istruzione, Agricoltura, Difesa.
I movimenti delle diverse voci sulla linea dello zero, quali verso il più, quali verso il meno, possono dirci molto chiaramente i tipi di processi politici che sono attivi nella società.
Sul computer è la stessa cosa, anzi è ancora più chiaro, e si vede aprendo gestione delle risorse.
Qui ci sono una serie di programmi vitali per il processore che necessitano di una quota inalienabile di date risorse per far funzionare il computer, che nel processore sono la sua capacita finita di memoria virtuale e la sua capacità finita di potenza di calcolo.
Ogni processore, come ogni nazione, ha una quota finita di queste risorse che rappresentano le sue caratteristiche e capacità. Quando il nostro computer comincia ad avere problemi la prima cosa che dobbiamo fare, per una immediata diagnosi, è aprire la task manager e vedere innanzitutto se non giri qualche malware istallato da qualche virus oppure se un qualche programma non stia funzionando in maniera anomala. Se cosi fosse quel programma assorbirebbe risorse per scopi estranei al funzionamento ottimale del sistema mandandolo in crash. La stessa identica cosa succede con le risorse di una nazione
.Anche un antivirus tarato male potrebbe risultare fatale alla macchina se assorbisse troppe risorse per le sue funzioni, esso invece che difendere il computer lo renderebbe obsoleto rallentandolo fino a farlo essere inutilizzabile.
Anche nell’organismo un eccesso di risorse difensive diventano malattia invece che difesa. Si chiamano malattie autoimmuni. Le cellule addette alla difesa del corpo troppo aggressive e in numero sbilanciato attaccano le cellule sane del corpo stesso. Una cosa terribile.
Questi modelli metaforici ci rendono facilmente comprensibile che la cosiddetta difesa può diventare un problema se prende il sopravvento nel sistema assorbendo risorse oltre l’indispensabile. Questa soglia critica si riconosce facilmente: essa è raggiunta quando altre funzioni primarie per la vita del paese sono in grave sofferenza mentre la funzione della difesa assorbe enormi risorse.
E questa è la condizione del nostro paese, ma generalmente questa è la gravissima condizione dell’intero occidente, Stati Uniti in testa, in occidente bruciamo ogni anno in spese militari la cifra mostruosa di circa 1.400 miliardi di Euro. Bernie Sanders in un recente twitter si è chiesto cosa sarebbe se investissimo in ricerca e sviluppo per la salvaguardia del pianeta invece che in macchine di dominio e distruzione questa cifra mostruosa.
Dal 1980 a oggi l’indicatore della sanità, in questo immaginario equalizzatore, dai quasi 600.000 posti letto disponibili allora, è crollato ai circa di 160.000 posti letto del 2013, di cui – attenzione- il 20 per cento è dislocato in strutture private- e insieme ai posti letto sono crollati gli addetti sanitari necessari ai posti letto restati.
Secondo le proiezioni della federazione nazionale ordini professioni infermieristiche nel 2023 avremo 58.000 infermieri in meno; nel 2028 circa 71.000 in meno e quasi 90.000 in meno nel 2033. Ma, per una serie di altri fattori concomitanti, essi stimano che già fra tre anni potremmo trovarci a una carenza di ben100.000 rispetto a quelli necessari per gestire il lavoro intorno ai meno di 200.000 posti letto restati dei quasi 600.000 mila del Servizio Sanitario Nazionale che erano nel 1980.
Nel frattempo circa 8000 guardie forestali sono state militarizzate dal decreto Madia, e contro la loro volonta sono diventate carabinieri, e solo 360 unità sono state affidate ai pompieri.
Gli ospedali del paese oltre che insufficienti, in molti casi, sono marcescenti e vetusti, è il caso del Forlanini, dove esercitavano luminari in pneumologia come il professor Boccitto, ospedale che, cosa surreale e grottesca , è stato addirittura abbandonato a se stesso, immensa maceria, ferita aperta nel cuore della Capitale. Parlo con una certa esperienza anche per aver servito 4 anni nell’invisibile esercito dei 7 milioni di caregiver italiani che fiancheggiano silenziosamente il SSN compensando con un lavoro fantasma, completamente volontario e autofinanziato, le carenza della struttura nazionale.
Attualmente un ospedale come quello di Avezzano con 300 posti letto affronta un bacino di 150.000 cittadini ed è ovviamente in crisi acuta di efficienza con disagi enormi per i pazienti e immensi sacrifici del personale medico e infermieristico. Lo so per esperienza diretta perché mio padre, morto di tumore, ha fatto riferimento per 4 anni durante il corso della sua malattia a questo ospedale, alcuni miei cugini in esso infermieri vi prestano un lavoro sfiancante.
Nel 2025 si prevede una carenza di 16.500 medici di cui si avrebbe bisogno intorno ai circa 160.000 letti della sanità pubblica sopravvissuti a quelli distrutti dal 1980.
In questa devastazione della sanità pubblica, mentre i cieli si vanno affollando di sempre più cacciabombardieri F35 italiani da oltre 155 milioni di euro ognuno, man mano che ne arrivano le nuove tranche acquistate, dal 1980 a oggi abbiamo distrutto anche le postazioni di terapia intensiva.
Così oggi per 60.000.000 milioni di cittadini abbiamo appena 5000 di questi posti per terapia intensiva. Sono il tipo di posti strategici che servono ad affrontare le epidemie.
Ma noi sappiamo che dei 639 acuti ricoverati a oggi 2 marzo, per l’epidemia sui 1577 positivi, ben 140 sono in terapia intensiva. Dunque circa il 25 per cento degli acuti ha bisogno di terapia intensiva + isolamento biologico. Però solo il 3.3 per cento circa dei posti totali ospedalieri nazionale è riservato alla terapia intensiva, dunque il 22 per cento degli acuti, in caso di aumento dei ricoveri per Covid19 rischia di non avere le cure.
Questo significa che non siamo in grado di fare fronte a una epidemia seria quale quella che accadrà se i numeri saliranno esponenzialmente come sta accadendo, allora molti cittadini potrebbero non ricevere le cure adeguate e avranno altissima probabilità di non farcela. Lo Stato non è in grado di difenderli. Allora di quale difesa tratta la “Difesa” che lo Stato ha sovrafinanziato con 25 miliardi all’anno in questi anni, depauperando la Sanità pubblica? Ovvero tradendo l’articolo 32 e violando l’articolo 11?
Nel frattempo di questa macelleria sulla sanità pubblica che rende lo Stato incapace di difendere il cittadino dalle epidemie, il cursore della “difesa” militare, in questo ipotetico equalizzatore che rappresenta la società italiana, è salito vertiginosamente nel valore delle sue spese; con la completa professionalizzazione delle forze armate, per un vertiginoso aumento di spesa, con l’acquisto di 90 esemplari fra i più costosi aerei da guerra del mondo, con la costruzione di una terza portaerei, di una nuova flotta di fregate lanciamissili e di nuovi sommergibili in cantiere, a cui vanno aggiunti droni, vari armamenti, nuovi mezzi corazzati e quant’altro.
La nostra attuale spesa pubblica per la difesa, secondo l’osservatorio Milex, è di 64 milioni di euro al giorno. Tradotto in infrastrutture civili significa che ogni 4 giorni di spesa militare potremmo costruire un ospedale da 1000 posti. Na anche modernizzare le scuole , mettere in sicurezza le strade, aggiornare le industrie etc, arginare i fiumi, adeguare i paesi alle misure antisismiche, ridare le case ai terremotati etc.
Ogni 4 giorni in nome della guerra bruciamo l’equivalente di un policlinico di ultima generazione. Aberrante. Chiunque permette che ciò avvenga senza alzare la voce e soprattutto non utilizzando sovranamente il suo voto, non dovrebbe lamentarsi se finirà agonizzante nella propria abitazione perché non ci sono posti in ospedale, cosa probabile in questo scenario.
La nostra spesa militare è diventata in un poco più di un decennio la quarta spesa militare in Europa, davanti abbiamo solo Gran Bretagna Francia e Germania. Ma nel frattempo la nostra spesa per la salute pubblica è crollata alla 12 posizione in Europa ed è destinata a scivolare ancora più in basso nella graduatoria. Vi dice nulla? Di una delle migliori sanità del mondo quale quella che avevamo 40 anni fa è restato solo il mito. Ci aggrappiamo a questo?
La germania ha una spesa militare quasi doppia, certo, ma ha un un surplus commerciale mostruoso di 253 miliardi di euro, noi di mostruoso abbiamo un debito pubblico di 2.447 miliardi, ma certamente anche alla Germania e alle altre nazioni con i bilanci militarizzati tutto ciò sta portando enormi problemi, a gravissime crisi interne, basti pensare ai gillet gialli francesi in agitazione ormai perenne. Ecco perché guardiamo a paesi come Svezia, Finlandia, Danimarca e Norvegia, i quali hanno spese militari chiaramente soggette alla priorita della soddisfazione con i soldi pubblici di necessita civili primarie, cosa che fa delle loro una società esemplare, il che non significa priva di contraddizioni ovviamente.
Questa epidemia in atto ci sta dimostrando nella realtà che abbiamo una sanità pubblica avviata a caratteristiche da terzo mondo, del resto abbiamo già 12.000.000 milioni di poveri, di cui cinque milioni assoluti pronti per arredarlo, questo nuovo terzo mondo italiano. Ma abbiamo guadagnato la capacità di andare a fare la guerra in poche ore in qualsiasi posto del mondo. Mentre crepiamo per una polmonite i nostri eserciti ci daranno gloria e onore in terre lontane.
Nel 1980 avevamo una sanità pubblica capace di curare oltre mezzo milione di cittadini simultaneamente mentre il nostro apparato militare era il tipico apparato militare di leva, con una quota di ufficiali e sottoufficiali professionisti per organizzarlo e dirigerlo e la truppa di giovani che servivano per un dovere che la costituzione definisce nell’articolo 52, niente di meno che sacro, cosa che indica che i costituenti pensavano che questo dovere dovesse assolutamente restare fuori dalla dimensione dell scambio economico, della prestazione salariata. Un po’ come l’eros, o altrimenti come eros anche la guerra diventa prostituzione, cioè violenza prostituita, ergo mercenariato.
Oggi siamo diventati una potenza militare attiva in 33 teatri di guerra mondiali, dopo gli americani siamo la nazione con più soldati schierati in Iraq e Afghanistan ad esempio. Ovviamente Americani e Francesi hanno ancora degli imperi da gestire, noi coltiviamo solo gli interessi dell’establishment militare nostrano invece.
Il nostro esercito di leva era simpatico e goffo, come ci raccontano le commedie all’italiana, ma quando c’era una alluvione i ragazzi del popolo in divisa per il servizio di leva erano una potenza della natura, e ovviamente costava allo Stato infinitamente di meno, certo questa cosa non gli dava facilmente modo di violare l’articolo 11 come si fa oggi.
Oggi i militari, a parte le truppe di elite delle forze speciali ovviamente, che del resto si occupano di altro, sono quasi tutti in età avanzata e se si mettono a spalare come facevano i soldati di leva di 18 anni, rischiano un infarto. Nelle ultime Calamità nazionali sono sempre più rari da vedersi. E nonostante i mezzi straordinari di cui dotiamo le forze armate con le nostre tasse, non sono stati chiamati ad intervenire a Rigopiano per evacuare tutti con un CH47, e nessuno è stato salvato.
Svezia, Finlandia, Danimarca, Norvegia hanno una spesa per la salute pubblica che si aggira intorno al 12% del Pil, L’Italia intorno al 9%. Ma dobbiamo raggiungere il 2% di spesa nella difesa come ordina la NATO, cosa che il nuovo governo si è impegnato certamente a fare, dunque la salute pubblica sembra destinata a perdere un alto punto percentuale di Pil a decadere ancora di più. La Svezia, che ha una superfice maggiore dell’Italia con 450.295 km² spende per la difesa appena 5 miliardi di euro all’anno, l’Italia con 302 072,84 km² va sui venticinque miliardi di spesa militare. La Svezia sta nell’Europa ma fuori dalla NATO.
Del resto c’è un modello bene in vista all’orizzonte, che come ha influenzato la professionalizzazione delle forze armate, influenzerà il tipo di sanità futura che piano piano prenderà il sopravvento come tutto ci indica essere: quello americano, dove un test per il Covid19 se lo deve pagare il cittadino e costa un migliaio di euro. Attenzione perchè è questo che ci aspetta se non reagiremo con l’impegno civico a ripristinare il corretto stato delle cose, imponendo che gli articoli 11, 32 e 52 della Costituzione siano attuati.
Ma in Italia abbiamo anche le infrastrutture al collasso, vi è utile ricordare il viadotto di Genova, e gli altri viadotti crollati, le volte delle gallerie crollate?
Vi è utile ricordare che abbiamo non so più quante comunità i cui territori sono stati distrutti dal terremoto, che vivono nelle baracche da decenni ancora?
Vi è utile ricordare che non ci sono stati 5 miliardi per risanare l’ILVA?
E tuttavia il MISE stesso ha visto ormai deviati quelli che erano fondi da dedicare per lo sviluppo economico alle piccole e medie industrie del paese, verso l’industria militare per oltre il 70% dei fondi disponibili. Evidentemente un malware installato nel processore assorbe risorse al nostro sistema e lo sta facendo andare in crash, o, se preferiamo un piano zoologico, potremmo dire che il sistema paese soffre di una grave parassitosi che sta debilitando gravemente l’organismo.
La nostra nazione ha delle intrinseche vulnerabilità eccezionali che dovrebbero costituire il soggetto assoluto della concetto di difesa civile; dei 1300 terremoti europei più devastanti degli ultimi 1000 anni, 500 sono avvenuti in Italia. In qualsiasi momento a una epidemia potrebbe sovrapporsi anche uno scenario fra terremoto, disastro idrogeologico o altro. L’italia è zona sismica ad altissimo rischio e insieme come vedete nella fotografia che segue è anche intrinsecamente esposta ad eventi epidemici zoonotici. E’ da queste cose che abbiamo bisogno di essere difesi, le quali non si affrontano certo con miliardi di spese in armamenti e missioni militari internazionali.
Ciò dovrebbe dire ai decisori politici, dovrebbe farlo soprattutto la stampa, che latitante purtroppo non adempie a questo dovere, che invece che per guerre in oltre 30 missioni militari nel mondo, per una spesa annua di oltre 1 miliardo di euro, equivalenti a 4000 posti in due policlinici super accessoriati che potremmo costruire ogni anno, dovremmo avere un esercito di tecnici e ricercatori e scienziati civili, quelli che fuggono con il loro cervello altrove, sui fronti aperti dei nostri disastri nazionali. Invece sacrifichiamo 25 miliardi ogni anno all’altare della guerra che mascheriamo per il carnevale della democrazia da Sicurezza. Oscena e immorale idiozia.
Ora o questa epidemia ci sveglia da questo mortale sonno civile e ci rimette in carreggiata per voltare pagina con un rinascimento civile o la pagheremo cara e #Covid19 sarà solo un antipasto.
Intanto in queste ore i medici della zona rossa ci stanno dicendo che hanno ricevuto solo due mascherine a testa e un in bocca al lupo.
A cosa ci servono 90 F35 per un costo di 14 miliardi? E una terza flotta da 12 miliardi? Da cosa ci dovrebbero difendere questi mezzi di attacco se stiamo affondando da soli nel terzo mondo e siamo indifesi da un virus?
Il primo partito che metterà nel suo programma la priorità assoluta dell’urgente ripristino delle infrastrutture civili, in primis sanità pubblica e territorio e aggiornamento dei macchinari industriali, mettendo in cima al programma di abortire drasticamente perciò almeno 2/3 delle attuali spese militari, che resterebbe comunque una spesa militare maggiore di quella della Svezia, ripristinando subito la coscrizione militare nazionale e conservando solo alcuni reparti di élite professionali, insieme al giusto numero di ufficiali e sottoufficiali che oggi sono invece tre volte eccedenti il bisogno, ebbene questa ipotetica forza politica , che non deve esaltare nessuna vecchia ideologia tradizionale ma solo fissare l’obiettivo dell’aggiornamento del sistema civile nazionale, avrà la maggioranza assoluta politica nel futuro, e attrarrà un enorme massa di elettori, soprattutto quelli che giustamente oggi non votano nessuno, gli altri saranno spazzati via dai populismi che dopo questa epidemia potrebbero diventare seriamente feroci e dopo aver spazzato via gli altri saranno spazzati via da altri sempre più politicamente primitivi, fino alla catastrofe di un regime autoritario vero.
Certo se la stampa nazionale, dotata di mezzi e reputazione non si metterà al servizio di questo progetto guidando la popolazione al discernimento del problema, il nostro destino recessivo, in tutti i sensi, è inevitabile, e sarà costellato di disgrazie che non potremo ne prevenire ne affrontare al meglio.
Adesso è venuto il tempo di scegliere definitivamente o Cannoni o Ospedali.
Non ho nulla di ideologico contro le portaerei tout court. E sono per il servizio militare nazionale obbligatorio come atto di cittadinanza. Questo è un discorso di priorità di allocamento delle risorse economiche rispetto alle priorità vitali del paese. Portaerei si ma solo se il paese ha prima sufficienti mascherine di carta per difendersi da una epidemia, altrimenti il concetto di Difesa stesso perde il suo significato e diventa altro.
L’Italia ha una Costituizione che con gli articoli 11 , 32 e 52, ripudiando la guerra, sancendo il diritto alla salute, e determinando che ogni cittadino deve servire sotto le armi come un sacro dovere per un tempo determinato per la Difesa del paese, mi ha guidato rigorosamente nella redazione di questa riflessione
La prossima epidemia, se supereremo questa nel migliore dei modi possibili, potrebbe essere dieci volte più potente. E ci saranno prossime epidemie, perché è nella natura della globalizzazione. Questa è la vera Difesa da approntare. Le armi si chiamano Scuola, Università, Ospedali, Medici, Infermieri, Ingegneri, Ricercatori, Macchinari diagnostici, Reparti di terapia, Laboratori di ricerca, Aggiornamento Industriale e via dicendo, non bombardieri da centinaia di milioni e navi da guerra da miliardi, per decine e decine di miliardi ogni anno.
Le armi della difesa si chiamano riammodernamento delle strade, sostituzione di tutti i ponti delle autostrade e super strade e provinciali oggi in cemento che abbiamo capito essere tutti putrescenti con opere di acciaio e nuovi materiali, aggiornamento delle industrie, ricerca, ricerca e ricerca, come quella che fanno le precarie che hanno isolato il virus. E via dicendo. se investissimo i 2 terzi dei soldi che bruciamo per le armi e la preparazione alla guerra ogni anno, svilupperemo una mole di lavoro infinita e una fiorente economia. Una epidemia non metterebbe in crisi il SSN con appena 1600 infetti.
L’anno scorso abbiamo bruciato 25 miliardi di spese militari e l’anno prima anche. E l’anno prima anche, e anche l’anno prima. Negli ultimi 4 anni abbiamo bruciato 100 miliardi di euro in spese militari; è forse il mondo per questo diventato più sicuro? No.
Questi circa 100 miliardi di spese militari al contrario lo hanno reso molto più pericoloso. Hanno diffuso nel mondo armi e guerra.
100 miliardi in quattro anni e 200 miliardi in 8 anni. Se questi 200 miliardi fossero stati iniettati in Istruzione, Salute, Ricerca, industria, infrastrutture civili, economia green, messa in sicurezza delle criticità idrogeologiche, oggi nemmeno parleremmo del Covid2019, Lo avremmo messo in sicurezza e controllato fino ad uscire dalla emergenza con un paese dotato di tutti i più avanzati strumenti sanitari per farlo, e insieme avremmo avuto una economia molto più sana e fiorente.
Dopo questa epidemia che ha rivelato la verità delle cose o cambiamo tutto o ci inabissiamo per sempre.
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