Quasi ogni giorno ce n’è una nuova sul tema immigrazione con Salvini che insiste ostinatamente con la sua politica xenofoba dei porti chiusi. Vale la pena ricordare che le migrazioni fanno parte della storia umana, oltre al fatto che oggi, come in passato, molti italiani migrano all’estero. Inoltre, come dimostrano molti studi, in un’Europa che sta invecchiando, ci sarà sempre più bisogno di fresca forza lavoro proveniente anche fuori dal continente. Al di sopra di tutto ciò, e dei vari dati statistici su guerre, persecuzioni e fame, rimane il fattore umano che spesso viene messo da parte per far posto a calcoli politici ed elettorali.
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Negli ultimi giorni abbiamo assistito a tre nuovi sviluppi che ci possono aiutare a riflettere sul tema immigrazione.
Innanzitutto è stato improvvisamente evacuato il CARA (Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo) di Castelnuovo di Porto, vicino a Roma, che ha ospitato per un bel po’ di tempo più di 500 migranti i quali si erano piuttosto ben integrati nella comunità locale.
Una parte di essi (si parla di 75 persone) se ne è andata via autonomamente e non si sa dove andrà a finire, mentre gli altri sono stati trasferiti in vari centri distribuiti soprattutto nelle Marche ed in Abruzzo, ma anche in Umbria e Toscana e altre regioni. A quanto pare però, almeno un piccolo numero di famiglie e di vulnerabili potranno rimanere nel centro.
A parte le critiche portate avanti da parte del sindaco del comune Riccardo Travaglini, che tra l’altro ha gentilmente ospitato a casa sua una migrante somala, la deputata di LeU Rossella Muroni (tra l’altro ex presidente di Legambiente) si è piantata di fronte ad un autobus in partenza ponendo una serie di domande sul destino dei residenti del CARA. La Muroni ha anche raccolto la testimonianza di alcune delle donne ospiti e vittime di tratta che hanno detto di “essere terrorizzate dall’idea di essere spostate, di esser divise, di essere portate chissà dove”.
Vale la pena osservare pure che una delle conseguenze di questa evacuazione è la perdita del lavoro dei 120 lavoratori italiani addetti all’accoglienza.
Altra notizia: il tribunale dei ministri di Catania ha appena chiesto l’autorizzazione a procedere contro Salvini per la vicenda dei migranti a bordo della nave militare Diciotti dello scorso agosto. Ricordiamo che l’accusa contro il Ministro degli Interni era di sequestro di persona (aggravato dalla presenza di minori), abuso d’ufficio ed arresto illegale. Sarà il Senato a decidere se l’indagine potrà proseguire.
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Infine, tanto per cambiare, una nave ONG tedesca, la SeaWatch 3, si trova al largo di Siracusa in attesa di poter sbarcare 47 migranti naufraghi, tra i quali un certo numero di minori non accompagnati, raccolti al largo della Libia. Fermo restando il divieto di sbarco da parte di Salvini, il suo alleato di governo Di Maio ha detto che la SeaWatch 3 dovrebbe andarsene a Marsiglia. Poi Salvini ha chiesto che i migranti vengano accolti dall’Olanda (visto che la nave batte bandiera olandese), ma questo paese ha già risposto con un rifiuto. Al tempo stesso i sindaci di Siracusa, Palermo e Napoli hanno dichiarato di essere pronti ad accogliere i naufraghi. La solfa rimane sempre la stessa.
Discute di tutto questo con YOUng Damiano Fiorato, noto avvocato immigrazionista di Genova.
L’INTERVISTA
Cosa puoi dire sull’episodio del CARA di Castelnuovo di Porto?
In base alla modalità in cui si è svolto, è assolutamente inaccettabile e contro i principi di buona accoglienza. E’ evidente che essendo questo un CARA, già da tempo c’è stata una disorganizzazione da parte della prefettura locale. A monte, già dovevano, secondo le esigenze dei vari territori, smistare le persone nei vari centri di accoglienza. Le modalità di allontanamento sono state gravi, innanzitutto perché sono state fatte con la forza, e poi non si è tenuto conto che nel lungo periodo di latitanza degli organi deputati queste persone, il CARA ha senz’altro fatto un’opera positiva.
Un’opera positiva d’integrazione, no?
Certo, perché sono state avviate delle attività, sono stati inviati i ragazzi a scuola, c’è stata assistenza alle donne. All’improvviso non si è tenuto conto di tutto questo.
Questa evacuazione è connessa legalmente con il Decreto di Sicurezza di Salvini?
Direi di sì. Questo è un presupposto. Ovviamente questo sembra connesso a quelle che sono le disposizioni del decreto, ma va anche detto che il CARA doveva provvedere prima allo spostamento delle persone. La prefettura ed il Ministero degli Interni dovevano procedere alla distribuzione dei richiedenti asilo sul territorio nazionale.
L’ordinanza è venuta direttamente da Salvini?
Questo non saprei. E’ venuta senz’altro da un prefetto e da un direttore generale del Ministero degli Interni. Se poi l’ordine sia stato dato direttamente da Salvini questo è difficile dirlo. Il ministro se n’è presa comunque una responsabilità politica. La competenza specifica dal punto di vista amministrativo deriva poi da un direttore generale del ministero o da un prefetto per casi del genere.
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In ogni caso l’episodio rientra nella politica del Decreto di Sicurezza…
Senz’altro rientra nelle disposizioni di questo decreto. Comunque, al di là delle emozioni che sorgono di fronte a notizie del genere, la mia impressione è che questo CARA fosse già nella posizione di dover spostare le persone accolte sul territorio. Probabilmente questo è stato fatto all’improvviso anche per dare un’etichettatura ed una risposta a certe modalità molto politiche.
Il prossimo passo, si dice, sarà l’evacuazione del CARA di Mineo in Sicilia.
Il CARA di Mineo è un’altra situazione orribile. Tutti i giorni abbiamo delle persone che si allontanano da questo centro. Qui a Genova ne ho assistite una decina.
Perché si allontanano?
Perché le condizioni di accoglienza del CARA di Mineo sono assolutamente inumane: manca addirittura l’acqua calda per farsi una doccia, il centro è sovraffollato, mancano a volte i generi di prima necessità, come dentifricio e sapone. Questo è quello che raccontano e penso che sia vero.
Hai qualche commento da fare sull’intervento della deputata LeU Rossella Muroni nel corso dell’evacuazione a Castelnuovo di Porto?
Sarebbe opportuno che un rappresentante parlamentare mettesse in atto tutto gli strumenti che sono propri delle proprie funzioni.
Vale a dire?
Oltre le interrogazioni urgenti, anche un’interpellanza su quello che sta succedendo. E’ un modo, anche grazie alle dirette televisive, per portare a conoscenza il paese su certe questioni.
Passando al recente comunicato del tribunale dei ministri di Catania sul caso Diciotti, Salvini ha reagito in maniera classica con una diretta su FB, affermando che è anche pronto ad andare in ergastolo, ma che non si smuove dalla sua posizione.
Questo fa parte della propaganda politica. Detto questo, la posizione del tribunale dei ministri è perfettamente condivisibile.
In che senso?
Il tribunale ha fatto notare che anche un “atto politico” non può poi mai concretarsi in azioni che in qualche modo violano i diritti e che quindi possono configurarsi come reati. Sarà interessante vedere come si esprimerà il Senato circa la possibilità di procedere legalmente su questo caso.
Intanto, secondo certi osservatori, Salvini sembra quasi interessato che il Senato voti a favore di un procedimento legale, e questo sempre per motivi di propaganda politica.
Beh, di nuovo, in questa fase, il problema è senz’altro politico. A mio avviso, trattandosi di reati non politici, ma che riguardano la libertà delle persone, bisognerà vedere se il ministro abbia il buon gusto di volersi sottoporre a giudizio, come hanno fatto in passato altri politici.
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Cosa dire del suggerimento da parte di Di Maio che la SeaWatch carica di rifugiati al largo di Siracusa se ne vada a Marsiglia?
Le dichiarazioni del vice-presidente del Consiglio mi sembrano completamente fuori luogo, anche perché esistono delle zone di competenza del soccorso in mare, per cui i francesi potrebbero rispondere: “Allora andatevene a Genova”. Si tratta insomma dell’ennesima violazione delle regole di soccorso in mare che continuiamo a perpetrare.
Rimane comunque il problema dell’Europa con il tuttora vigente Trattato di Dublino.
Il Trattato di Dublino dice che si debba chiedere asilo nel primo paese di arrivo, dopo di che il richiedente deve rimanere lì fin quando non è terminata la procedura.
Ma il problema non è quello della distribuzione equa dei richiedenti asilo in vari paesi europei? Distribuzione che, tra l’altro, venne fatta fallire tempo fa dal cosiddetto gruppo di Visegrad (Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia). Non esiste tuttora una politica organizzata da parte della UE in merito.
E’ un problema alla luce del quale si sono creati questi continui rimpalli. Va però anche detto che, a netto di tutta la propaganda, in Italia abbiamo un numero di rifugiati nettamente minore rispetto ad altri paesi della UE. Dopo di che, quando dei paesi che non fanno parte del gruppo di Visegrad dicono “Prendeteli voi”, e dopo di che si danno anche dei fondi specifici per questo, è difficile poter sostenere una posizione come quella del governo italiano, magari poi facendo delle uscite che poi vengono corrette dai giornalisti, come ha fatto il Presidente del Consiglio Conte nella conferenza stampa di fine anno.
Che uscite?
Conte aveva parlato di una cifra di 600.000 migranti annuali in Italia, e si fatto poi correggere dagli inviati stranieri, dando l’idea di non essere una persona informata.
Al di là di tutto questo rimane comunque il problema politico dietro la chiusura nei confronti dei migranti.
Rimane sì il problema politico, però esso investe assolutamente tematiche giuridiche relative alla dignità della persona, il che, se poi andiamo a vedere, è un problema politico fondamentale. Rimane comunque l’aspetto giuridico primario.
Da un po’ di tempo non si parla più, mediaticamente, della “ribellione”, o meglio della critica, da parte di sindaci come quello di Palermo e di Napoli, ma anche di diversi governatori regionali nei confronti del Decreto di Sicurezza salviniano.
E’ stato detto che, giuridicamente parlando, ci sono degli spazi per sostenere queste posizioni critiche. Comunque anche per ciò che riguarda il problema della residenza noi giuristi abbiamo visto che in realtà era corretta la posizione dell’ANCI (Associazione Sindaci Italiani) per cui andrebbe rilasciata la residenza e la carta d’identità. Peraltro, da un punto di vista morale, abbiamo avuto l’uscita del cardinale Bagnasco che credo abbia richiamato gli amministratori cattolici a fare una riflessione molto seria su questo decreto.
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