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Come il Romanticismo ha rovinato l’amore

Postato il Gennaio 19, 2019 Attilio De Alberi 0

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Gestire l’amore non è sempre e necessariamente una cosa facile, soprattutto nel lungo termine. E questo spiega le regolari rotture o i divorzi tra persone che dicono di amarsi, almeno all’inizio della loro relazione. Però forse esiste un approccio un po’ diverso verso l’amore che si differenzia decisamente da quello al quale, magari, non pochi di noi sono abituati ad avere. Alla fin fine dobbiamo capire che il nostro modo di comportarsi nasce dalla nostra testa e dalle idee che probabilmente ci sono state inculcate fine dalla tenera età.

Secondo il centro di studi inglese nel campo di filosofia, psicologia e storia noto come The School Of Life, quello che ha creato seri danni nei confronti dell’amore è stato proprio il Romanticismo, un’ideologia che si è ampiamente imposta in Europa a partire dalla metà del XVIII secolo, e diffusa, poi, da poeti, artisti e filosofi. Un’ideologia che, in parte, continua a dominare il nostro modo di vedere i rapporti con le persone amate.

Quello che si fa notare è che il Romanticismo ha creato delle aspettative, delle “regole” e dei miti, i quali, anche se non vengono sempre rispettati o seguiti, tuttavia influenzano i nostri rapporti amorosi.

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La prima idea è che il matrimonio, prima visto come un rapporto pratico e temperato emotivamente, sia e debba essere invece considerato, e vissuto, come un rapporto appassionato dall’inizio alla fine.

La seconda idea si concentra sul rapporto tra amore e sesso, considerati strettamente uniti. Mentre prima era concepibile fare sesso con una persona che non si amava, o amare una persona senza necessariamente avere uno straordinario e continuo rapporto sessuale, con il romanticismo si è fatta avanti l’idea che il sesso sia l’elemento fondamentale del rapporto amoroso, e che l’adulterio o il sesso non frequente siano dei veri e propri disastri.

La terza idea è che l’amore sancisce automaticamente la fine della solitudine. Il nostro partner, teoricamente, ci capisce totalmente, magari senza nemmeno parlarci.

La quarta idea è che in un rapporto amoroso ci debbano fare da guida i nostri sentimenti invece di considerazioni eminentemente pratiche. A questo si aggiunge un disprezzo da parte del romanticismo proprio per gli aspetti pratici della vita quotidiana, e per il denaro. Viene considerato non-romantico riconoscere che una coppia ottiene un certo successo finanziario, o che due partner possano rispettare entrambi certe regole di etichetta nella vita di ogni giorno.

La quinta idea è che in una relazione d’amore una persona debba accettare tutte le caratteristiche del proprio partner, comprese quelle negative. Pensare che il proprio partner o se stessi debbano cambiare per migliorare è visto come il segno che la relazione è nei guai. Quindi, dire al proprio partner: “Devi, in qualche modo, cambiare” è visto come un’estrema minaccia.

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Per quanto questa “creazione storica” possa apparire bella e spesso godibile, in realtà, secondo The School of Life, il Romanticismo ha generato dei veri e propri problemi nel campo dell’amore, soprattutto perché ha dato il via ad una serie di miti.

Esempi: quello per cui dovremmo incontrare una persona dotata di una straordinaria bellezza esteriore ed interiore verso la quale proviamo subito un’irresistibile attrazione (e questa per noi); dovremmo fare sesso in maniera molto soddisfacente non solo all’inizio del rapporto, ma per sempre; non dovremmo essere attratti da nessun altro; dovremmo capirci l’un l’altro intuitivamente; non abbiamo bisogno di alcuna educazione nel campo dell’amore: al massimo quell’educazione ce la facciamo col tempo attraverso i nostri sentimenti; non dovremmo avere segreti e dovremmo passare tutto il tempo insieme al nostro partner; dovremmo creare una famiglia senza alcuna perdita dell’intensità emotiva e sessuale; il nostro partner dovrebbe assumere tutta una serie di ruoli: amante, migliore amico, co-genitore, contabile, co-chauffer, manager della casa e guida spirituale.

A questo punto c’è da chiedersi: quale sarebbe l’alternativa?

Questa critica del romanticismo offre al tempo stesso una diversa teoria dell’amore che viene definita come “classica” o “post-romantica”, volta principalmente a sfatare i miti del romanticismo, con lo scopo non di distruggere l’amore, ma invece di salvarlo, e comunque di vederlo in maniera più realistica.

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Quindi, secondo questa teoria, è normale che l’amore è il sesso non debbano necessariamente sempre procedere insieme, che discutere di soldi in maniera seria non è necessariamente un tradimento dell’amore, che capire ed accettare i difetti propri e del proprio partner è positivo, perché, in realtà, aiuta ad aumentare la tolleranza e la generosità in circolazione, che non troveremo tutto quello che vorremmo nel nostro partner, e non per una sua mancanza, ma perché così è fatta la natura umana, che bisogna lavorare sulla comunicazione, visto che l’intuizione, da sola, non basta, ed infine che discutere delle cose pratiche di ogni giorno, anche le più triviali, non è un problema, bensì un beneficio per una coppia.

Una considerazione conclusiva è che nella nostra mente c’illudiamo di poter trovare la persona perfetta, la nostra anima gemella priva di limiti e difetti. Naturalmente, film, romanzi e pubblicità tendono a confermare e rafforzare tale illusione. Ma in realtà, una visione più pessimistica, o se vogliamo, più realistica, ci fa capire che nessuno è perfetto – inclusi noi stessi – e che, quindi, l’amore è fatto di compromessi, come anche di crescita attraverso l’insegnamento reciproco. Last but not least, una buona dose di sano umorismo può aiutare la convivenza con la persona amata. Prendersi troppo sul serio non fa bene all’amore.

Autore

  • Attilio De Alberi
    Attilio De Alberi

    Attilio L. De Alberi, studente in Gran Bretagna e negli USA, lavora in pubblicità a Milano. Emigra a New York e poi a Los Angeles, dove lavora nel cinema e come giornalista. Rientrato in patria continua a dedicarsi al giornalismo, scrivendo per Lettera43 e per Il Manifesto. Ultimamente collabora part-time con Don Luca Favarin, prete alternativo in un dei suoi centri di accoglienza per immigranti nel cuore del Veneto leghista.

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#relazioni amorose#romanticismo

Pubblicato da

Attilio De Alberi

Attilio L. De Alberi, studente in Gran Bretagna e negli USA, lavora in pubblicità a Milano. Emigra a New York e poi a Los Angeles, dove lavora nel cinema e come giornalista. Rientrato in patria continua a dedicarsi al giornalismo, scrivendo per Lettera43 e per Il Manifesto. Ultimamente collabora part-time con Don Luca Favarin, prete alternativo in un dei suoi centri di accoglienza per immigranti nel cuore del Veneto leghista.


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