“Mi chiamano a tarda notte e mi avvertono: hanno trovato ZeroZeroZero, il tuo libro, nel covo de El Chapo. Non ci credo. Mi inviano il video girato dai marines messicani e lo vedo: ZeroZeroZero sul letto del Chapo” da un post di Roberto Saviano del 16 gennaio 2016 alle ore 12,04 sul suo profilo Facebook.
LO SPETTACOLO DEL SAVIANESQUE
Su “la domenica di Repubblica” del 17 gennaio , con un momento di iniziale stupore, ho trovato un articolo di Roberto Saviano di tre grandi pagine che assomiglia moltissimo, nel suo impianto, ma proprio parecchio , ad un articolo che ho pubblicato su Young in occasione dello scandalo per i funerali spettacolari del clan dei Casamonica a Roma, era la fine d’agosto dello scorso anno. Il mio articolo si intitolava “mafia spettacolo e consenso sociale” e aveva per immagine di copertina la celebre icona del padrino interpretato da Brando, identica copertina quello di Saviano, sebbene sia stata usata da La repubblica la versione rielaborata a suo tempo per la cover del videogame del il padrino. Assonanza anche tra il mio e il suo titolo, che recita “ I Padrini, da Al Capone a El Chapo quando il boss fa spettacolo”
Sono restato per un momento interdetto con un sorriso traverso stampato in faccia e l’esclamazione “brutto figlio di..” restata impigliata tra i denti. Saviano mi ha sempre suscitato fortissima simpatia, che non è venuta meno in questo moto di stizza appunto divertita. Avevo spedito a diversi account di Roberto l’articolo perché il mio pezzo finiva con una riflessione sulla nuova serie TV Gomorra in cui registravo come l’originaria dichiarazione di intenti di Saviano di combattere la mafia specialmente sul fronte del linguaggio si fosse a mio avviso ribalta nel suo esatto contrario: Saviano si era trasformato, certo inavvertitamente, nell’Aedo mondiale dell’epos e del feticismo spettacolare mafioso.
Avevo diffuso moltissimo il mio articolo attraverso Twitter, mandandolo a molti giornalisti tra cui molti de “La Repubblica” e de “L’Espresso” testate con cui appunto collabora lo scrittore di Zero Zero Zero e per cui è uscito l’articolo domenica. Chi non dispone degli importanti mezzi di produzione che il capitale mette a disposizione dei suoi addetti alla cultura non può proprio esimersi dall’occuparsi di adempiere questo ufficio di inviare tramite i social, per farlo conoscere, il proprio lavoro.
Per un momento ho quindi avuto proprio la nettissima sensazione che Roberto Saviano avesse introiettato il mio articolo cosi bene da riscriverlo poi a modo suo, ovviamente questa era solo una soggettiva psicosomatica scatenata dalla plausibilità oggettiva insita nei fatti ( tra tutti quello che l’articolo lo avessi inviato a lui io stesso e per cui ero sicuro che lo avesse letto). Nel mio articolo dicevo che lo scandalo dei media per lo show del funerale dei Casamonica era uno scandalo posticcio e ideologico, una protesi di scandalo, e ricordavo, per dimostrare il senso ridicolo di questo pseudo scandalo, gli oltre 140 titoli del cinema celebranti la mafia, però io per paragonare la loro quantità alla quantità di produzione dei film sul terrorismo politico e dedurre dalle differenze di quantità stessa dei titoli prodotti per ogni genere il diverso consenso sociale allo spettacolo di violenze aventi scopi diversi; ed ecco nella mia distorta e woodyalleniana visione della questione che le pagine interne dell’articolo di Roberto mi sembravano a bella posta scritte giustappunto dentro una cornice di immagini proprio di questi famosi film. Inoltre nella versione americana dell’articolo, che ipocondriacamente mi ero andato a spulciare sul sito web del The Guardian, uscito il 12 gennaio, che si intitola “El Chapo Hoollywood and the lure of mob movie” anche l’incipit, dedicato alla falsa “sorpresa” dello scandalo, non riportato però sulla versione per La Repubblica -e secondo la mia mitomania affinché il mio ipertrofico Io non lo venisse a sapere- in qualche modo alla mia ossessione sembrava risonante tra i due articoli. Scricchiolii in soffitta che nel delirio mi sembravano invece i passi terribili dell’assassino che si avvicina, questo per capirci.
Avevo anche avuto ragione, nel mio pezzo di agosto scorso, a ricordarmi di certi articoli sulla cattura di alcuni ricercati che erano stati presi proprio con il libro di Saviano tra gli oggetti “scelti” della latitanza, con ciò io volevo sottolineare che se il criminale si specchia narcisisticamente nelle narrazioni di chi invece quelle narrazione le ha prodotte ufficialmente dichiarando di averlo fatto soprattutto per delegittimare con ciò quel mondo, e invece il criminale in esse trova narcisisticamente la narrazione del proprio epos e quindi una legittimazione storica, e molti giovani un modello eroico di vita violenta, forse in quella narrazione qualcosa non era univoca. Lui invece, a posteriori, commentando questo evento, riteneva questi ritrovamenti essere solo un neutro quanto professionale aggiornamento da parte dei boss di ciò che si scrive su di loro per monitorare il fuori della società, quasi a mo’ di ricerca di mercato. Io credo trovando, cosa comprensibile, pubblicamente imbarazzante questa fortuna dei suoi libri in ambienti criminali e mafiosi.
Ora proprio durante il mio attacco psicosomatico che mi induceva a ritenermi plagiato, cosa impossibile ovviamente, sebbene mi fossero giunte da oltre oceano delle strane eco di un Saviano’s Plagiarism problem –Mafia author Roberto Saviano’s plagiarism problem– fatalità ha voluto che fosse ricatturato il narcotrafficante pluriomicida sanguinario messicano Jaquino Guzman detto “El Chapo” e che, notizia succulenta lanciata dalle agenzie di stampa, come si vede nel video delle forze speciali lanciato da TG1 e postato da Saviano sui suoi vari account, durante l’irruzione nel covo sarebbe stato trovato il libro Zero Zero Zero sul letto del boss: è infatti leggibile cosi la notizia in primo impatto di comunicazione e cosi rilanciata da moltissimi organi di stampa: trovato il libro durante l’irruzione. Come si può notare dalla foto del trafiletto qui in basso in cui ci viene detto che viene trovato il libro di Saviano in uno dei suoi nascondigli durante la caccia a El Chapo ( il che però significa in un arco di tempo anche di anni) e sulla sua branda. Ora il “durante la caccia a El Chapo” è un tempo praticamente equivalente alla sua intera carriera criminale, ma poichè la notizia di questo libro ritrovato ci viene data adesso che è stato catturato la nostra mente interpreta questo “durante la caccia” come un durante questa specifica caccia in cui è stato catturato l’ultima volta, e in uno dei nascondigli come questo ultimo nascondiglio in cui è stato catturato. Ambiguità linguistiche che riprenderemo tra poco comunque..
Cosi anche questo passaggio su La Repubblica del libro di Saviano nelle mani dei criminali fatalmente simile al mio mi spingeva al rafforzamento dell’episodio psicosomatico inducendomi ad una esasperata disamina delle questioni e facendomi a sua volta questa situazione scoprire cose alquanto interessanti e che mi hanno persino distratto dalla mitomaniacale credenza che una star letteraria mondiale avesse potuto ispirarsi al mio lavoro, e cioè il fatto, smisurato direi, che la notizia che El Chapo abbia letto e lasciato sul letto di un covo il libro di Saviano è, ad una attenta disamina dei fatti cosi come sono tati trasmessi nella notizia stessa, una vera e propria bufala perpetrata a livello mondiale da alcuni tra i più autorevoli organi di informazione e da alcuni notevoli giornalisti italiani e internazionali, certo, cosa c’è di anormale in ciò direte voi? Posso capirvi.
Guardiamo dunque insieme il video in questione : ecco che, come in una sorta di video games, un gruppo di teste di cuoio armate di tutto punto irrompe in una casa assolutamente vuota mentre una cronista per sua fortuna fuori campo commenta essere questi gli ultimi momenti prima della cattura del El Chapo; vediamo i corpi speciali messicani, come da manuale, mano sinistra sulla spalla di quello avanti, in fila uno dietro l’altro, sparare al nulla; le telecamere riprendono sul pavimento strisce e macchie di sangue ormai ossidato ben più marroncine che rosse, e dunque vecchio di qualche ora, che assomigliano ormai più ad acquosi fondi di caffè che a sangue umano oltretutto che dovrebbe sgorgare da corpi che sono però stranamente assenti dalla scena tra quelli che sembrano i caotici resti di uno scontro già consumato piuttosto che in atto di consumarsi per trattarsi, queste, delle immagini appena precedenti la cattura, come ci assicura la nota giornalista italiana che commenta, e che quindi capiamo essere misteriosamente stati portati via ben prima che scocchino gli ultimi fatidici momenti prima dell’irruzione che ci viene assicurato stiamo proprio vedendo. E’ infatti evidente che l’abitazione, di almeno cento metri quadri, non proprio una topaia, tanto per sottolineare una cronaca, a tratti, decisamente dissociata dalle immagini, è assolutamente vuota, ed è evidente che i marines messicani stanno proprio sparando, per le telecamere, nientemeno che contro i muri , e oltretutto, a parte quelli degli agenti, non si sente infatti, come avverrebbe se in realtà ci fosse qualcuno a ricevere quelle raffiche , un solo urlo.
Resto sempre attonito, senza mai riuscire ad abituarmi, davanti a questo strapotere del media che di fronte al rosso ti può dire senza battere ciglio “ecco il verde” con una mancanza di pudore assoluta, con una strafottenza cinica che fa specularmente il verso alla glaciale ferocia dei killers, sapendo che la sua bugia è evidente oltre ogni dubbio. Come non riandare a quel celebre brano dell’aforisma di Adorno in Minima Moralia sulla menzogna che recita “Tra gli scaltriti pratici di oggi, la menzogna ha perso da tempo la sua onorevole funzione di ingannare intorno a qualcosa di reale. Nessuno crede più a nessuno, tutti sanno il fatto loro. Si mente solo per fare capire all’altro che di lui non ci importa nulla, che non ne abbiamo bisogno, che ci è indifferente che cosa pensi di noi” ?
Ma andiamo avanti..
Guidati da Giovanna botteri che -meraviglie della globalizzazione- da New York fa la telecronaca per il TG1 italiano di una cattura in atto in Messico, ecco che in questo video assistiamo a una sorta di irruzione in playback, poi ecco uno stacco e poi montaggio di alcuni istanti della telenovelas con la celebre attrice coinvolta nell’intervista di Penn, poi nuovo stacco e noi che abbiamo sempre presente in testa i processi costruttivi della comunicazione della rappresentazione, l’idea del montaggio in questo caso, -ma con la consapevolezza che milioni di spettatori non hanno questa coscienza- ci rendiamo subito conto che ora vediamo un ambiente decisamente diverso, attaccato semanticamente in maniera posticcia al primo della sparatoria, milioni di persone crederanno senza battere ciglio di stare continuando a vedere la casa delle prime immagini ovviamente, inoltre mentre prima quelle che vedevamo erano immagini, come ci dicono, passate dai marines messicani (sebbene di solito le forze armate appongano il loro logo sui video che rendono pubblici mentre questi non sono ufficializzati da nessun logo della marina messicana) ora invece sulla destra dello schermo, segno evidente per occhi smaliziati che si tratta di videomateriali diversi, compare il logo di un media messicano, “El Universal”, eccoci dunque in una camera abbastanza normale, cioè non devastata da combattimenti anche abbastanza ordinata e con due letti – mentre il resto della casa nelle immagini del primo video senza il logo immediatamente precedenti a queste ci era mostrato in preda al caos totale dell’irruzione- ecco qui tranquille pareti senza sventagliate dei mitra, oggetti riposti in ordine, e nessuna macchia di sangue – da dire che per noi palati abituati alle sopraffine videogrammatiche della produzioni hollywoodiane dei terroristi mediorientali questo video, parlo della prima parte di spari contro i muri, risulta decisamente primitivo e indigesto, con madornali ingenuità stilistiche quali quella di farci vedere sparare in una casa assolutamente vuota, video evidentemente indirizzato ad un diversamente attento pubblico rurale o inurbato del Messico e finalizzato mi vien da pensare, parlo sempre del primo spezzone dei marines che sparano, soprattutto elettoralmente a ricostruire l’orgoglio macista delle baffute istituzioni messicane, incapace quindi di produrci quella estetica tayloriana “suspension of disbelief” di cui noi spettatori avanzati occidentali siamo assetati).
In questo nuovo ambiente montato come coda del primo video dei marines in azione, parte la veloce panoramica della videocamera, videocamera stordente che non si ferma mai, dove si vede un staffa di metallo piena di camice tutte ordinate e sopra al letto accanto ad un rotolo di carta igienica finalmente, con esagerata nonchalance, la telecamera inquadra il libro di Saviano Zero Zero Zero. La Botteri commentando questo momento nel video del TG1 postato da Saviano stesso sul suo profilo fb, dice che il libro di Saviano è stato trovato nel nascondiglio scoperto tre mesi fa, tre mesi fa? Moment please! fermo riavvolgo e riascolto, si, dice proprio così, dunque è confermato che non si tratta della stessa casa dell’irruzione, ma di un non precisato covo scoperto tre mesi prima. Perché una immagine di tre mesi fa è montata sul video in cui ci stanno annunciando la irruzione dei marines e la cattura del El Chapo avvenuta l’8 gennaio 2016? perchè ci fanno il gioco delle tre carte?
Perchè tutto questo fucking casino ( un po di parolacce in questa storia ci stanno ) proprio adesso, perché escono ora questi video sulla scena mondiale di fatti che sarebbero accaduti ben tre mesi or sono? Forse perchè l’articolo di Rolling Stones con la foto del signor Penn che stringe forte la mano di Joaquín Guzmán Loera, detto El Chapo ha inebriato tutte le redazioni del mondo e specialmente quelle messicane della possibilità di mettersi nella scia della stella Penn che ha illuminato di luce della ribalta il sanguinario El chapo, e quindi si vuole trovare a tutti i costi una trovata per entrare in gioco, “cazzo ci facciamo fottere dalle tv yankee ehi muchacos, joder! El Chapo è roba nostra messicana cien por ciento, Joder!, mica loro, su trovate qualcosa, inventiamoci qualcosa ok, magari ecco si sentite qua , i marines ! bueno, fatevi portare da qualche parte, inventate, creativi cazzo !!oliate qualcuno por dios!” mi pare di sentire dire in messicano nei piani alti delle redazioni della stampa davanti allo scoop planetario di Penn e Rolling stone e cosi la El Universal a una settimana dal colpo di Rolling Stone il 15 gennaio 2016 pubblica il video intitolato “Aun en la sierra, vestia camisas de 100 dolares” del presunto covo e da cui sono state poi estratte le immagini con il libro di Saviano che poi sono finite montate da TG1 sul video della cattura del el chapo. Ecco il 15 gennaio quelli della redazione di El Universal, link qui sotto, che fanno lo scoop del libro di Saviano sul letto del chapo, leggendo il titolo, che fa delle camice da cento dollari il vertice ontologico dell’articolo restiamo un po interdetti, ma come non titolate sul libro? titolate sulle camice? ma forse sono molto più astuti di quel che sembrano, certo che sanno bene che la notizia mondiale è il libro e non il prezzo delle camice, ma devono essere gli altri ad accorgersene a dire loro che hanno fatto uno scoop sensazionale, se se lo dicessero da soli commetterebbero un fuori gioco diciamo, sarebbero esposti a un troppo facile sospetto di di set cinematografico, meglio fare i tonti…. ma poi non potrebbe essere la casa in campagna del nonno di un redattore questa ? c’è forse scritto Marina Messicana sul Video come quando vediamo i video che girano i nostri militari?? No? semplicemente chiedo…(vi ricordo che sono un mitomane, non lo dimenticate)
Aun en la sierra vestia camisas de 100 dolares
Comunque la corrispondente da New York del primo telegiornale nazionale italiano, celebre valchiria di carri armati irakeni a caccia di armi di distruzioni di massa mai trovate , ci assicura proprio di questo trattarsi: il letto del El Chapo, il suo proprio letto personale dove ha dormito e letto Zero Zero Zero di Saviano. E senza ombra di dubbio, passando dal forse, avente per soggetto il quando Guzman El Chapo avrebbe potuto aver saputo del libro di Saviano, alla certezza che El Chapo il libro di Saviano aveva voluto proprio leggerlo come potete evincere dalle sue stesse parole nella cronaca, eccole : (…)forse Guzman lo aveva visto dal carcere di massima sicurezza, parlare di lui e dei suoi affari deve essere diventato curioso e ha voluto leggere di persona quel che si raccontava su di lui(..)
Ovviamente uno non ci farebbe proprio caso ma insomma chi se ne frega? la cosa, potrebbe aver pensato qualcuno, fila sicuro liscia agli occhi del pubblico letteralmente annegato nel flusso ingestibile di tutte le info che rovesciandosi da tutto il mondo creano un assordante boato nelle atrofizzate coscienze di miliardi di persone divorate dalla frenesia della vita. E se uno non è colto da un attacco di plagio psicosomatico e mitomane -e le probabilità che nel mondo vi siano altri , oltre a me, in preda a questa particolarissima forma di psicosi rispetto a questo fatto di Saviano, ora e qui, è decisamente poco probabile- perché mai quindi dovrebbe soffermarsi sulle coerenze logiche delle cose mentre la vita ci sfugge da tutte le parti? Quindi la cosa non ha preoccupato nessuno, ecco che Saviano mostrando quanto considera verità e certezza punto fermo del suo pensiero il 16 ottobre 2016 sul suo facebook verga considerazioni di intensa lirica sulla vicenda della deposizione del suo libro sul letto del El Chapo come questa:
“Mi chiamano a tarda notte e mi avvertono: hanno trovato ZeroZeroZero, il tuo libro, nel covo del Chapo. Non ci credo. Mi inviano il video girato dai marines messicani e lo vedo: ZeroZeroZero sul letto del Chapo. Mi sembra di tornare indietro nel tempo, quando trovarono Gomorra nel covo di Michele Zagaria, boss del casalesi. E prima ancora nel rifugio di Francesco Barbato, capo casalese di nuova generazione. Bunker, abitazioni squallide, dove i boss vivono come topi e dove provano a capire cosa si scrive su di loro.Chiudo la telefonata, sono stordito. Ancora una volta – penso – tutto si complicherà. Stiamo a vedere”
Leggo e mi viene da pensare che due covi non diventeranno mai un solo covo se non in un processo di mistificazione.
Ora Il montaggio in un video di un fatto di cronaca grave, importante e recentissimo con una immagine diciamo vecchia di oltre tre mesi, è quantomeno ambiguo e deontologicamente parecchio scorretto, lo si può fare solo se lo permette il genere di contenitore, ad esempio un servizio di approfondimento dichiarato come tale e che prenda in esame la intera storia del criminale e non nel dare la notizia della sua cattura appena avvenuta in un notiziario, un oltraggio, questo, alla pubblica verità e anche all’intelligenza collettiva che darebbe un qualche fastidio in ambienti anglosassoni se perpetrato da anglossassoni a danno di altri anglosassoni, sebbene poi anche loro quando ci si mettono non scherzino, ma noi del pubblico del TG1, la Botteri, Saviano e pure El Chapo, in fondo, siamo tutti dei fottuti mangiaspaghetti e mangiafagioli, dunque ci lasciano fare divertendosi magari anche molto a vedere questo spettacolo di Savianesque (a proposito ho trovato questa splendida e geniale definizione merceologica del genere di scrittura di Saviano sulla pubblicità americana di Zero Zero Zero nel sito della amazon.com e lo faccio assolutamente mio, ecco il link ZeroZeroZero Roberto Saviano ebook, Saviano dunque non solo non si ferma un attimo a dire “Signori fermiamoci un attimo, siamo sicuri? …” no anzi, interpretando un magistrale stupore e una intensa fatalità verso queste epifanie, rilancia alla grande la succulenta occasione di questo immenso rilancio pubblicitario e gioca a fare El Tonto, a non pensare, a non rendersi conto, se non vogliamo dire delle ambiguità, quanto meno delle pesanti incongruenze che vengono poste in essere da questo fatto del libro su un letto di tre mesi fa raccontato in una cattura fresca di giorni.
Ma questo non è ancora nulla..
Ecco che io in preda a sindrome del plagio, in cerca di non so cosa da capire, sono anche andato vedere il video sul sito della CNN dell’intervista rilasciata a Sean Penn da El Chapo, eccolo. Ed è proprio da qui che ho cominciato a capire che cosa in quelle immagini del libro sul letto che mi avevano colpito aveva turbato il mio inconscio
VIDEO : El Chapo Sean Penn CNN
In questo video, linkato qui sopra, infatti chiunque può ascoltare e vedere che Guzman detto El Chapo è doppiato in inglese perché risponde in un ruvido e selvatico spagnolo alle domande di Penn e facendo molta attenzione ci accorgiamo che anche le domande sono in spagnolo, infatti anche le domande sono doppiate in inglese, segno che l’osceno burino macellaio messicano nemmeno è in grado di capirlo l’inglese, risulta dunque un po’ strano, anzi stranissimo ad essere onesti che questo tamarro narcotrafficante incapace di rispondere in inglese a quattro domande del cazzo non avesse avuto, casomai, sul suo letto, come sarebbe logico, l’edizione di Zero Zero Zero tradotta in lingua spagnola pubblicata dall’editore spagnolo Anagrama con il titolo Cero Cero Cero e distribuita in Messico da Colofón, S.A.,
invece che una strafottutissima edizione yankee in lingua inglese, perchè quella che si vede nel video che ha fatto il giro del mondo, signori e signore, è l’edizione in inglese della Penguin fatto eclatante questo che dovrebbe far presumere una tale conoscenza della lingua anglosassone nel macellaio narcotrafficante detto El Chapo per cui sarebbe stato più che naturale, ditemi se sbaglio, sentire nel video qui sopra linkato della intervista di Penn a el Chapo riportato dalla CNN delle domande poste in un ottimo inglese e ascoltare quel maiale assassino narcotrafficante rispondervi in un inglese quanto meno decente. Es correcto señores?
Ora, diversamente da quanto espresso da Saviano in merito a questa vicenda specifica su El chapo e il suo libro in un articolo recentissimo sull stampa intitolato “Roberto Saviano, chiamateli criminali non chiamateli analfabeti” a firma di Mattia Feltri, altro giornale e altro giornalista che, insieme a Saviano stesso, rilancia assolutamente come certezza il fatto che Guzman El Chapo abbia voluto leggere Zero Zero Zero e che in quella immagine del libro su un letto, fosse certamente quello il letto del Boss, io invece credo assolutamente che Joaquín Guzmán Loera El Chapo sia anche Joaquín Guzmán Loera El Analfabeta, se non altro El Analfabeta di Ritorno, o Funzionale che dir si voglia, fenomeno che colpisce milioni e milioni di persone che per condizioni sociali sono potenzialmente molto meno esposte all’analfabetismo funzionale di Joaquino Guzman detto El Chapo, ovvero saprà certamente vergare il suo nome e digitare qualche messaggio sul cellulare per ordinare di decapitare questo o quello, ma molto molto probabilmente non ha mai letto un vero libro impegnativo, e periodi complessi della lingua potrebbero essergli inaccessibili, sono dunque fermamente convinto, che non solo non è in grado di leggere una nonfiction-novel, ovvero una forma emigrante negli USA del New Italian Epic, in una lingua straniera, ma nemmeno di farlo troppo bene nella sua stessa lingua madre, unico vero motivo secondo me , questo, per cui non è stata trovata sul suo letto l’edizione spagnola Cero Cero Cero della Anagrama al posto della americana Zero Zero Zero della Penguin, che la nostra Giovanna Botteri afferma e giura senza ombra di dubbio essere il libro che El Chapo ha voluto leggere.
Voglio a questo punto chiamare a deporre , signori e signore della giuria, come teste, il qui presente, e sottolinkato, passaggio di un articolo del NYT del dieci gennaio scorso, il quale conforta decisamente la mia supposizione, e cioè che il macellaio tagliatore di teste, mutilatore e narcotrafficante detto El Chapo, non vi consiglio di googlare il suo nome se non avete stomaco molto forte, colpevole di migliaia di osceni e raccapriccianti omicidi, nonché direttamente responsabile delle decine di centinaia di migliaia di morti per droga ( oltre 250.000 nei soli stati uniti dal 2001 al 2015) la cui mano insanguinata è stata vigorosamente stretta davanti al mondo tra le oneste mani del signor Sean Penn, non spiccasse di fatto una sola sillaba di inglese: ecco dunque il passaggio in cui ci viene raccontato che mr Penn e mr Guzman parlarono per ore nel folto della giungla grazie ad un interprete “Mr. Penn and Mr. Guzmán spoke for seven hours, the story reports, at a compound amid dense jungle. Mr. Guzmán does not speak English, and the interview was conducted in Spanish through translators” ecco signori giurati il link dell’articolo completo:
New York Times : El Chapo mexican drug lord interview with Sean Penn
Ora a fronte di ciò vi chiedo: cosa cazzo ci faceva l’edizione in inglese di un libro italiano nelle mani di una persona messicana che nemmeno lo mastica un po’ l’inglese? ci sono forse delle figure da ammirare caso mai? Che forse il potente Guzman detto El Chapo semmai avesse voluto leggere il libro cult del momento sulla cocaina avrebbe avuto difficoltà a reperire una fottuta copia in spagnolo di Cero Cero Cero ??? nemmeno questo mi sembra. L’odore di santa mistificazione (truffa, inganno, raggiro, menzogna) si fa a questo punto assai penetrante.
Una ultima verifica che ho voluto fare, in un eccesso di zelo quasi fastidioso , è stata quella di andare a vedere quali altri fatti potessero corrispondere alla affermazione en passant nel commento della Botteri da New York alle immagini in cui compare il libro sul letto nel video della cattura di essere quella una immagine del covo scoperto tre mesi fa. “..Leggeva quello che scrivevano su di lui, sul letto del covo scoperto tre mesi fa zero zero zero , l’inchiesta sul narco traffico di Roberto Saviano diventata il libro più venduto in messico…” effettivamente andando tre mesi indietro noi troviamo nel web un solo episodio riguardante El Chapo, ma assolutamente nulla riguardo al ritrovamento di questo fatidico covo il 6 ottobre tirato fuori dal cilindro della El Universal, e cioè la notizia invece di un ferimento, una quasi cattura, un contatto avvenuto il 17 ottobre 2015 tra El Chapo e le forze speciali messicane in cui il narco trafficante messicano pur riuscendo a fuggire pare fosse stato ferito. Capiamo tutti bene del resto che una notizia come il ritrovamento di un covo di El Chapo con il libro di Saviano avrebbe fatto da subito il giro del mondo come la sta facendo ora.
Ora vi chiedo, secondo voi quale criterio sarebbe mai stato seguito, per cui un ritrovamento cosi
spettacolare come quello del libro di Saviano Zero Zero Zero sul letto del maggiore narcotrafficanmte del mondo, sarebbe stato taciuto al momento della sua scoperta avvenuta oltre tre mesi or sono? Arcana imperii. Andiamo allora a vedere sul sito fb di Saviano, almeno a lui lo avranno detto subito che hanno trovato il suo libro sul letto di El Chapo in quel fatidico 6 ottobre del 2015 o anche a lui lo hanno tenuto nascosto per oltre tre mesi? andiamo a vedere…ecco apriamo, scendiamo ai post di ottobre 2015 e ..no, non ci sono post sulla pagina fb di Saviano alla data dell’ottobre 2015 che riguardino il ritrovamento del suo libro in un covo , no. Ci sono solo due post uno il 22 e uno il 28 ottobre, in uno ci fa notare che nessuno ha avuto il coraggio di intervenire nella colluttazione dei rapinatori armati con Anatolij Korol (lui che gira con la scorta può avere una paura nobile gli altri invece che non rischiano la pelle davanti a uomini armati sono viscidi vigliacchi) ucciso lo scorso 29 agosto all’interno del supermercato “Piccolo” di Castello di Cisterna, e l’altro su una sua cosa sul 25 aprile del 2013. Insomma nemmeno Saviano ha saputo fino ad oggi che già tre mesi or sono in Messico in un covo di El chapo avevano ritrovato sul suo letto niente di meno che il suo libro, altrimenti avrebbe allora riempito il suo profilo di post come sta facendo adesso che finalmente lo ha saputo anche lui, no ? giusto? scrive sul suo profilo Roberto “Mi chiamano a tarda notte e mi avvertono: hanno trovato ZeroZeroZero, il tuo libro, nel covo del Chapo. Non ci credo. Mi inviano il video girato dai marines messicani e lo vedo: ZeroZeroZero sul letto del Chapo” lo scrive il 16 gennaio 2016 alle ore italiane 12.04 . E con che pathos lo scrive. Perché mai , mi chiedo però, avrebbero chiamato nel cuore della notte ben tre mesi dopo il ritrovamento per dargli questa sconvolgente notizia? Non potevano a questo punto chiamarlo semplicemente e civilmente di pomeriggio? faceva forse differenza? Non ha proprio un barlume di senso questa telefonata nel cuore della notte come se fosse stata fatta dal teatro delle operazioni militari, se non per creare pathos e suspance, insomma fa parte di un magistrale passo di savianesque, e diremmo che Saviano ormai ci vive perennemente sprofondato nella dimensione della Non-fiction Novel anche fuor di scrittura. Insomma egli ha preso a scrivere se stesso nella Vita-Come -Non-Fiction-Novel. Eppure Roberto Saviano, l’investigatore che ha girato per anni in lungo e in largo sulla via della coca, dovrebbe avere non pochi privilegiatissimi contatti tra le polizie del mondo, tanto per cominciare da gli alti gradi che sono stati addetti alla sua sicurezza come il generale Maruccia citato persino in quarta di copertina sull’edizione spagnola, e ancor più con quella messicana visto il lavoro investigativo sulla coca, possibile che non abbia saputo per tre lunghi mesi che Zero Zero Zero, in versione inglese, era stato trovato nel covo di el Chapo già da Ottobre? E che probabilmente El chapo avesse studiato in gran segreto l’inglese fino a poter leggere addirittura libri in quella lingua? Saviano giornalista investigativo le cui facoltà deduttive tuttavia si spengono di colpo davanti a sconcertanti evidenze come queste .
Insomma chissà di chi era quella copia del libro, forse di un operatore o di un giornalista della El Universo portato a vedere un posto dove poter fare un servizio magari da un amico militare -in Messico i soldi sono molto apprezzati da molti membri delle forze armate- e che tornato dalla toilette, come si evince dalla carta igienica posta accanto al libro, ha riportato la geniale intuizione di fare del suo reportage anche un scoop sensazionale, ma certo !!! il libro di Saviano sul letto del El Chapo ! Oppure: ne sappiamo forse noi altri qualcosa se ci sono state telefonate e accordi tra redazioni USA e redazioni messicane di far buttare il libro cult sulla cocaina sul letto magari da un operatore yankee volato apposta per questo giù in Messico dai colleghi della El Universo? qualcuno può dimostrarmi che non è cosi? certo se avessero voluto fare uno scoop mirato al pubblico messicano sarebbe stato meglio metterci una copia in spagnolo ma se le ambizioni erano quelle di uno scoop immediatamente metabolizzabile ( interviste articoli ulteriori servizi etc, cioè quello che sta accadendo) dalla macchina mediatico spettacolare mondiale allora la copia doveva essere assolutamente una edizione Yankee, ovvio por dios!
Insomma: poco importa di chi fosse , importa invece che di certo quella specifica copia che si vede nel video del libro Zero Zero Zero edita in lingua inglese dalla celebre casa Penguin nulla poteva aveva a che vedere con El Chapo il quale non sarebbe assolutamente stato in grado di decifrarne il contenuto. Questo è ormai un dato acclarato e quindi di chi sia stata quella copia (infiltrato Cia? spacciatore venuto in Messico a Rifornirsi e che lo aveva dimenticato in quella casa? L’aveva lasciata Penn stesso? Ma era questo veramente un covo o invece era una casa usata come set per un servizio artefatto?) Non lo sapremo mai, ma da tutti questi fatti deduciamo con certezza da teorici della fisica che di certo si tratta di una bella grassa grossa Bufala mondiale. E semplicemente perchè sappiamo con sicurezza e abbiamo le prove a tutti accessibili che Guzman El chapo non sa ne leggere ne parlare in inglese, fatale errore dei mistificatori. Una misura del livello di mistificazione con cui ci pasturano da mattina a sera e del livello delle intelligenze a cui si rivolge questo tipo di operazione, e per cui siamo anche obbligati a pagare un canone. Milioni di persone sappiamo che non leggeranno questo articolo, ma soprattutto non dedurranno dagli elementi dell’informazione la plausibilità delle cose. Al sistema dell’industria culturale di un pugno di persone che sanno poco importa a fronte delle sterminate masse dei consumatori dei suoi prodotti che lo arricchiscono smisuratamente, figuriamoci. Ci amareggia solo sapere che un ragazzo pulito come Saviano non sappia dire a tutto cio un grande No, e che lui, da cui ci aspetteremmo il rigore etico del vero, invece , vista la insistenza con cui commenta compiaciuto questa mistificazione de El Chapo che avrebbe letto Zero Zero Zero in inglese , pare proprio che si sollazzi con grande piacere a rivoltarsi in questo fango e in queste sporcizia dell’abuso della ingenuità e della credulità popolare. (reato sancito dalla costituzione italiana)
Chi abbia avuto il colpo di genio resterà difficile da scoprire, mentre abbiamo invece compreso che tutti a partire da Roberto Saviano, passando dalla Botteri, alle redazione di TG1, all Stampa, ed altri media italiani e internazionali hanno immediatamente spento i radar della coscienza, della deontologia e della intelligenza di fronte alla proposta di farsi complici diffusori mondiali di questa bufala. Che sia stata una idea di Saviano stesso?? No, questo no.
E sebbene non mi sia sfuggito che Saviano e quelli de El Universal si conoscessero bene e collaborassero gia da prima del ritrovamento del fatidico covo con il libro lanciato dal video della El Universal il 15 gennaio come documenta questo articolo di Saviano per El Universal che è del 12 gennaio, tre giorni prima del lancio del video -ecco il link http://www.eluniversal.com.mx/articulo/nacion/seguridad/2016/01/12/cumpla-de-verdad-su-mision-presidente – , nemmeno la mia mitomania osa spingersi a immaginare tanto: tuttavia restando indigesto al mio stomaco che al giornalista investigativo Saviano siano potute realmente sfuggire queste grosse grasse incoerenze messicane sulla plausibilità del ritrovamento della edizione inglese del suo libro sul letto che egli in prima persona da’ per scontato esser il letto del macellaio tamarro narcotrafficante messicano anglofonofobico Joaquino Gusman detto el Chapo e che egli il libro lo abbia proprio letto in un una ottima versione in inglese e che su questa certezza Saviano abbia appunto secerto delle liriche e intense meditazioni apponendosi il famoso argento-anelluto dito indice recettore sulle celeberrime cortecce frontali.
Mi sconvolge anche sentirlo quasi fare da consulente per i boss quando dice ” penso che El Chapo abbia fatto un errore a esporsi mediaticamente, si la sua forza era sempre stata la sua inesistenza mediatica” etc., anche questo mi da un certo movimento di stomaco disturbato.
Per ricapitolare : Joaquin Guzman Loera, detto El Chapo non sa ne parlare ne leggere in inglese mentre la copia che ha fatto il giro del mondo sul suo presunto letto di ZeroZeroZero è una copia, fuori da ogni dubbio, della Penguin Press, ovvero scritta proprio inglese. Qualcuno avrà il coraggio di avvertire Sua Savianità di questo piccolo dettaglio?
Resti chiaro che la scoperta di questa clamorosa bufala che sa di ghiotta occasione, che i giganti dell’industria culturale non hanno voluto assolutamente perdere, di far coincidere -con un piccolo aiutino- la violenza criminale con il feticcio spettacolare cultural-merceologico di essa spacciato per indagine ed analisi e letteratura( cero cero cero), è solo un effetto collaterale della patologica credenza in un primo momento di aver spedito a Roberto il mio articolo solo con il risultato di ispiragli il suo, patologia in cui può incorrere solo chi come me muore di verde invidia per il suo interplanetario e meritato successo . Una megalomania rovesciata la mia direi, si , ma anche ricca di fertili ricadute.
Prima di incappare nella “truffa” o nella Fuffa , abuso di credulità popolare mi verrebbe da dire, del letto messicano e del libro in inglese , avevo avuto intenzione di scrivere una riflessione più centrata su uno dei temi principali dei nostri due articoli “siamesi” , ecco il link del mio Mafia Spettacolo e Consenso Sociale, e cioè sul feticismo spettacolare del crimine di cui l’industria culturale fa uno dei suoi cardini produttivi, sacrificando ed eradicando dal mondo della rappresentazione molte cose cruciali, condannando proprio queste a quella damnatio memoriae che invece meriterebbero le gesta della criminalità, e che potrebbero dare a questa società modelli e suggestioni completamente diversi, facendoci uscire dai circoli viziosi e tetri del ritenere ormai quasi esclusivamente essere il bello nello spettacolo la violenza criminale e militare , la crudeltà, la distruzione e quant’altro e discutere con ciò le straordinarie eclissi intellettuali, a mio avviso, che a tal proposito colpiscono Roberto lasciandolo in balia del proprio spettacolo di savianesque, le cui ragioni potrei anche comprendere in una fase in cui un autore può voler e dover magari accettare certi compromessi da cui dipende la riproduzione materiale della sua vita ma che diventano invece meno comprensibili e accettabili quando questo autore ha ormai raggiunto una immensa emancipazione materiale dalla schiavitù della sopravvivenza e potrebbe quindi permettersi il coraggio di rifiutare molte mistificazioni a cui l’industria culturale in pilota automatico costringe i suoi più importanti esponenti. Non vi rinuncio e rimando questo importantissimo discorso a una seconda puntata, per intanto invitando Roberto, verso il quale provo una smisurata simpatia e affetto, qui sulle colonne di Young a tutto il diritto di replica che vuole. Intanto El Chapo avrà ora in galera tutto il tempo necessario per studiare il cinese, cosi da poter gustare durante la prossima fuga 零 零 零 (Lìng Lìng Lìng) nell’edizione mandarina.
Fine prima puntata.
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articoli seguiti sulla vicenda
I rimorsi di coscienza di Roberto Saviano
Le Nostre Domande a Roberto Saviano