Già nelle prime settimane da quando è entrato alla Casa Bianca il nuovo presidente Joe Biden si è mosso in varie direzioni sia a livello domestico che internazionale, cambiando la politica USA rispetto a quella adottata dal suo predecessore Donald Trump. La sua è una posizione decisamente più progressista rispetto alle bieche posizioni del trumpismo.
Innanzitutto ha avviato una politica che richiede fermamente l’uso delle mascherine per combattere il Covid-19. Ha poi ristabilito un rapporto molto positivo con l’esperto scientifico Anthony Fauci. Inoltre esiste una politica sistematica per le vaccinazioni. C’è da sperare quindi che tra non molto la pandemia possa essere del tutto sconfitta. E non bisogna dimenticare anche che Biden ha riammesso gli USA nella WHO (World Health Organization), dalla quale Trump aveva fatto uscire il proprio Paese.
Per ciò che riguarda la difesa dell’ambiente collegata alla lotta contro il cambiamento climatico, Biden ha fatto rientrare gli USA nella Convenzione di Parigi, dalla quale Trump era miseramente uscito.
Inoltre Biden è intervenuto per eliminare il noto oleodotto XL Keystone che attraversa la parte centrale degli USA. Il neo Presidente ha dichiarato che la lotta al cambiamento climatico è cruciale per la sopravvivenza dell’umanità, differenziandosi radicalmente dalla posizione di Trump. Adesso bisognerà vedere come si muoverà Biden per contrapporsi al potere delle grandi compagnie petrolifere, e quindi agire contro i danni del cambiamento climatico.
Per il rilancio dell’economia americana Biden vuole stanziare 1,9 trilioni di dollari. Vedremo nei prossimi mesi se questa mossa funzionerà per riavviare l’economia ed in particolare per ridurre radicalmente il numero delle persone senza impiego.
Anche per ciò che riguarda il tema dell’immigrazione Biden ha un’attitudine molto più progressista rispetto a Trump. Infatti mentre “The Donald” aveva posto un limite di 15.000 persone ammesse negli USA come rifugiati, Biden ha alzato il limite a ben 125.000 persone per il primo anno della sua presidenza. Ha introdotto anche una politica che aiuta i Dreamers (ossia i figli degli immigrati) ad ottenere la cittadinanza americana, rendendo possibile che questi lavorino e studino regolarmente, contribuendo al bene del paese, senza il rischio di essere deportati.
Relativamente alla politica estera, Biden ha avviato una serie di iniziative. Una di queste è quella di non accordare più il sostegno alla guerra in Yemen dall’Arabia Saudita, fautrice di un disastro umanitario. In questo contesto gli USA smetteranno di fornire armi per questa orribile guerra ed un inviato speciale verrà nominato per studiare la situazione. Purtroppo però gli USA continueranno a sostenere comunque l’Arabia Saudita.
Per ciò che riguarda i rapporti con l’Iran, Biden sembra pronto a rientrare nell’accordo per la limitazione delle armi nucleari, accordo che Obama aveva firmato, ma dal quale poi Trump era uscito. A questo punto bisognerà vedere se si riescirà a ristabilire un rapporto positivo con l’Iran, ponendo fine alle sanzioni economiche. Questo dipenderà anche dalla posizione dell’Iran sulla politica di sviluppo delle armi nucleari e sulla costruzione di missili.
Inoltre Biden ha dichiarato di voler smettere di impiegare nuove truppe americane sul territorio tedesco e si è espresso a favore del movimento LGBTQ a livello mondiale.
Rimane però una certa tensione con la Russia e con la Cina. Biden ha appena dichiarato che il presidente cinese Xi Jinping è radicalmente anti-democratico, riferendosi in maniera indiretta a questioni come quella di Hong Kong, quella del Tibet, quella di Taiwan (che la Cina vorrebbe entrasse a far parte dello stato cinese) ed il crescente controllo militare della parte meridionale del Mare Cinese. Questa dichiarazione anti- Xi Jinping potrebbe far continuare la classica “guerra commerciale” che da anni coinvolge USA e Cina.
In un suo recente discorso Biden ha dichiarato: “Dobbiamo cominciare con una diplomazia radicata nei più preziosi valori democratici dell’America, difendendo la libertà, sostenendo l’opportunità, mantenendo i diritti universali, rispettando le regole della legge, e trattando ogni persona con dignità”.
Queste sono belle parole, ma rimane la problematica che vede gli USA una grande potenza mondiale, e ciò, come sempre, può creare delle frizioni con altre potenze, tra cui appunto Russia e Cina. Bisognerà quindi vedere se Biden, che rimane comunque un progressista, riuscirà a limitare e risolvere diplomaticamente queste frizioni.