Le elezioni europee sono alle porte. Vediamo lo stato di salute dei principali partiti e quali sono gli obiettivi minimi per questa tornata elettorale. Da tenere d’occhio saranno soprattutto le percentuali dei due azionisti di governo, per capire se questo esecutivo ha ancora un futuro.
Lega. Dopo una lunga cavalcata durata più di un anno – e che l’ha portata quasi a doppiare il consenso ottenuto alle politiche dell’anno scorso – la Lega si avvicina a queste elezioni con molto entusiasmo, ma anche con qualche punto interrogativo. A febbraio il partito di Matteo Salvini era stimato vicino al 35%, salvo poi registrare una piccola – e inedita – flessione nelle settimane successive, complici anche il cambio di strategia comunicativa da parte di Luigi Di Maio e l’estromissione del sottosegretario Siri dalla squadra di governo. In termini di consenso il primato della Lega non è in discussione: si tratterà, però, di misurare la dimensione concreta di tale primato. In questi termini diventa fondamentale per la Lega superare – possibilmente di qualche punto percentuale – il 30%. Sotto questa soglia il risultato sarebbe da considerare deludente: saremmo di fronte ad un paradosso, poiché il 17% ottenuto lo scorso marzo era stato giustamente considerato un grande risultato. Ma, come noto, le dinamiche della fast politics non ammettono rilassamenti.
Movimento 5 Stelle. I primi mesi di governo sono stati traumatici, in termini di consenso, per i grillini. Il 32% conquistato alle politiche è progressivamente scemato in favore della Lega: tuttavia, è frettoloso e irrealistico parlare di una smobilitazione del Movimento o di un suo rapido epilogo. Nonostante la numerose difficoltà di convivenza con lo strano alleato di governo, Di Maio punta per le europee a consolidare il secondo posto del Movimento: questo è il risultato minimo che i grillini devono raggiungere per evitare di venire etichettati come gli “sconfitti” di questo appuntamento elettorale. I sondaggi, in tal senso, sono poco esplicativi – e chissà, forse poco realistici –, individuando una forbice minima con il Partito Democratico. In caso di secondo posto dietro la Lega con una percentuale intorno al 25%, i grillini potrebbe dormire sonni tranquilli; al contrario, un terzo posto dietro il Partito Democratico aprirebbe una fase di riflessione all’interno del Movimento.
Partito Democratico. Cinque anni fa le elezioni europee furono lo spartiacque del renzismo. Da un lato, segnarono il punto più alto del Partito Democratico a guida renziana, toccando il 40,8% dei consensi. Dall’altro, segnarono l’inizio della fine per Matteo Renzi che, inebriato dalla percentuale bulgara, si lanciava verso il baratro della riforma costituzionale. Oggi le elezioni europee sono l’ennesima prova di sopravvivenza per i Democratici ma anche il primo, vero appuntamento elettorale del nuovo corso guidato da Luca Zingaretti. Alcuni sondaggi, forse troppo generosi, dicono che l’aggancio e addirittura il sorpasso nei confronto del Movimento 5 Stelle è possibile: più realistico è l’obiettivo minimo rappresentato dal raggiungimento del 20%, percentuale sotto la quale il partito continuerebbe semplicemente a vivacchiare e a rimanere chiuso nella propria bolla auto-referenziale.
Forza Italia. Le elezioni europee rappresentano un test fondamentale per Forza Italia, già “scottata” dalla perdita della leadership del fu centrodestra. La distanza con la Lega è ormai imbarazzante e incolmabile e si avvicina il momento in cui il partito dovrà dimostrare di saper andare oltre Silvio Berlusconi. In attesa di questo momento, l’obiettivo – o, forse, il sogno impossibile – di queste elezioni per Forza Italia è la doppia cifra, che rappresenterebbe un risultato sicuramente oltre le aspettative, considerata la grande difficoltà del partito nel recuperare gli spazi d’azione persi soprattutto a livello nazionale. Un risultato sotto il 10% sarebbe nulla più che la certificazione di un parabola discendente che, al momento, non sembra arrestabile.
Fratelli d’Italia. È forse il partito più snobbato da media e analisti. In verità,Giorgia Meloni sta riuscendo in un miracolo che non avrà forse le proporzioni di quanto fatto da Matteo Salvini con la resurrezione di una Lega Nord moribonda, ma merita comunque molta attenzione. Fratelli d’Italia – insieme alla nuova Lega – è di fatto l’unico partito dell’area di destra-centro ad aver conosciuto una progressione di consensi negli ultimi anni, tanto da raggiungere un dignitoso 4,3% alle ultime elezioni politiche. Giorgia Meloni punta al raggiungimento dell’agognato 5% – che costituirebbe un ottimo risultato – e sogna il sorpasso ai danni di Forza Italia, che sancirebbe l’inizio di una nuova fase politica. Una percentuale al di sotto del 5% lascerebbe un po’ di amaro in bocca e rischierebbe di fare di Fratelli d’Italia un’eterna incompiuta.
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