Fare Finanza Agevolata al Sud è possibile, ma non solo. Può contribuire a creare aziende vincenti.
Sempre più imprese fanno ricorso alla finanza agevolata, ovvero a tutta una serie di strumenti finanziari attivati a livello nazionale, regionale e locale per favorire lo sviluppo delle imprese.
Un business in erba va contestualizzato alla luce non solo delle potenzialità implicite, ma anche delle criticità che si presenteranno in futuro. Un’impresa che vuole affacciarsi sul mercato necessità di un approccio lungimirante, dove l’economia aziendale svolge un ruolo determinante. Un’opportuna pianificazione dà alle aziende la possibilità di accedere a più bandi e agevolazioni per ogni tipo di investimento (qui, ad esempio, abbiamo parlato della Digital Transformation, l’intervento agevolativo messo in atto dal MISE).
Benefici sotto forma di credito d’imposta e finanziamenti di tipo misto
Esistono tutta una serie di misure che riguardano benefici sotto forma di credito d’imposta. Questa materia risulta difficile da comprendere per l’imprenditore, eppure il credito d’imposta può arrivare a sovvenzionare il 95% degli investimenti in beni strumentali laddove questi vengano acquistati per uno scopo funzionale all’avvio e alla gestione dell’impresa.
Altrettanto considerevoli sono le misure territoriali, a livello di Camere di Commercio o regionale, previste per le startup, soprattutto quelle innovative. Ricordiamo che “la startup innovativa è un’impresa giovane, ad alto contenuto tecnologico, con forti potenzialità di crescita e rappresenta per questo uno dei punti chiave della politica industriale italiana” (fonte: MISE.gov.it). Nel 2012, il D.L. 179/2012 ha introdotto alcune misure specifiche proprio a sostegno delle imprese innovative per supportarle durante il loro intero ciclo di vita. Lo scopo è lo sviluppo di un ecosistema dell’innovazione dinamico e competitivo. Solo un tale assetto è in grado di creare nuove opportunità per fare impresa, favorendo una strategia di crescita sostenibile e incoraggiando l’occupazione, in particolar modo nel Meridione. Fare finanza agevolata al Sud si può.
Ma qual è la situazione al Sud? Ci siamo confrontati con Manuela Pignalosa, Amministratore Delegato, HR manager & Financial Specialist di Elteide s.p.a.
L’INTERVISTA
Ogni anno sembra che il concetto dominante in ambito economico sia Crisi, una crisi però sempre diversa che si fa specchio delle contingenze (cfr. pandemia nel 2020) e che coinvolge a vario titolo le aziende, soprattutto al Sud. Crisi però è anche sinonimo di “opportunità”. Cosa significa oggi fare impresa al Sud?
Oggi fare impresa al Sud significa avere coraggio e resilienza. Oltre alla propensione al rischio, che dovrebbe caratterizzare l’indole di ogni imprenditore, serve un ingrediente in più: un grande spirito di adattamento, resistenza all’imprevisto, ma soprattutto grande fede nella propria idea e orientamento alla practical application di ciò che si deve realizzare.
Spesso le imprese, soprattutto se start up, si lasciano abbattere preventivamente dal timore di non sapersi muovere nel modo giusto per reperire le risorse finanziarie necessarie e saperle poi gestire. Quale dovrebbe essere il loro approccio?
Una prima barriera all’ingresso è proprio quella del reperimento fondi. Sono pochi gli startupper dotati dell’apporto finanziario sufficiente a lanciare la startup. A volte si possono trovare fondi anche tramite strumenti di Fintech, attività di fundrasing, venture capital o crowdfunding. Ma sono strumenti non accessibili a tutti. Qualche altra volta si può reperire il capitale grazie a dei soci che immettano in azienda capitale, ma poi magari manca l’aspetto gestionale dell’impresa che ha un’importanza superiore a quella del reperimento fondi. L’approccio giusto è quello di pianificare: costi, spese, investimenti necessari all’avvio dell’impresa, così come i costi di gestione, caratteristiche che rappresenteranno una voce di spesa continuativa. Inoltre, ipotizzare i ricavi e i margini di guadagno della società non è sempre facile, soprattutto se ci si lancia in settori inesplorati, cosa che avviene di continuo nelle startup e soprattutto nel Mezzogiorno.
Gestione delle pratiche, rapporto con gli intermediari finanziari, integrazioni, proroghe, imprevisti. Come si fa a far fronte a tutte queste criticità?
È naturale che abbiano maggiore appeal quelle misure e bandi che riservano una percentuale di finanziamento a fondo perduto. Tuttavia, sono sempre meno. Le misure promosse negli ultimi anni riguardano finanziamento a tasso agevolato. Esistono una miriade di piccole misure territoriali, a livello di Camere di Commercio o regionale, che consentono alle startup, soprattutto quelle innovative, di accedere a finanziamenti di tipo misto, a tasso agevolato e fondo perduto.
Un’ultima domanda. Lei parla di “aziende vincenti”, che in realtà critiche come quelle del Sud si rivelano doppiamente vincenti. Alla luce del vostro operato fino ad oggi, qual è la chiave di volta per “vincere”?
È una domanda difficile. Non esiste una ricetta perfetta per l’impresa vincente. Però, esistono delle idee innovative, uno studio di mercato approfondito che ci fa andare adeguatamente armati a combattere la nostra battaglia. L’avvio di un’azienda, spesso, è veramente un’impresa da eroi. Conviene crederci, studiare molto per essere competitivi e per affrontare con consapevolezza e pianificazione, un mondo che è quello dell’imprenditorialità, non facile da penetrare. Un’idea per avere successo può essere quella di affiancare alla propensione al rischio una buona dose di studio del mercato e dei competitor.
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