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Chi sono i Gilet arancioni

Postato il Giugno 10, 2020 Attilio De Alberi 0

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Recentemente sono entrati in campo in Italia, attraverso manifestazioni di piazza, i cosiddetti Gilet arancioni guidati dall’ex generale dei carabinieri Antonio Pappalardo. Quando si parla di Gilet arancioni possono venire in mente i famosi Gilet Gialli attivi in Francia per protestare contro il governo, ma, in realtà si tratta di un fenomeno assai differente, che vale la pena esaminare.

I Gilet Arancioni hanno fatto il loro esordio come partito nelle elezioni regionali in Umbria nel 2019, ottenendo un risultato molto basso, ma ora sono rientrati in campo attraverso una serie di manifestazioni di piazza nel bel mezzo dell’emergenza Corona Virus in 29 città italiane, tra le quali Milano, Torino, Roma e Napoli.

Questa discesa in piazza ha dato il via a tutta una serie di polemiche, soprattutto vista la posizione dei Gilet Arancioni sulla pandemia. Vale la pena notare che secondo Pappalardo il Covid-19 si può curare attraverso lo yoga. Inoltre, un’altra caratteristica di queste manifestazioni è stato il rifiuto di usare le mascherine ed il rifiuto del cosiddetto distanziamento sociale, il che sembrerebbe una forma aperta d’incoscienza.

Notare che Pappalardo è stato un supporter del cosiddetto Movimento dei Forconi, molto attivo in Italia con i suoi blocchi stradali tra il 2012 ed il 2013. Poi nel 2016 Pappalardo ha dato il via al Movimento Liberazione Italia, il cui scopo era di restituire potere al popolo sovrano togliendolo al Parlamento, in quanto ritenuto abusivo.

Altro fatto eclatante fu, il 21 dicembre 2017, il presentarsi da parte di Pappalardo al Quirinale addirittura per consegnare un verbale di arresto per Sergio Mattarella, accusato di essere un “usurpatore politico”, seguendo questa logica: secondo la sentenza della Corte Costituzionale sul Porcellum il Parlamento sarebbe illegittimo e quindi anche l’elezione del presidente.

A causa di questo l’ex-generale è stato rinviato a giudizio, sotto l’accusa di vilipendio nei confronti del Presidente della Repubblica. Nonostante ciò, nel febbraio del 2019 Pappalardo ha deciso di far nascere il Movimento Gilet Arancioni.

Parliamo qui di una nuova forza politica che nasce dall’unione di vari movimenti e partiti: il Movimento Liberazione Italia, Alleanza Democratica, L’Altra Italia, Popolazione Vivente Sovrana Autodeterminata, Liberazione dei Minori dalle case famiglie e Movimento Nazionale del Popolo Veneto.

Il nuovo Movimento Gilet Arancioni sperava di partecipare alle scorse elezioni europee, ma la presentazione del simbolo fu negata per “la mancata consegna delle firme necessarie per partecipare o un apparentamento con una lista europea o un rappresentante nel parlamento italiano”.

Come si è detto, Pappalardo ed il suo nuovo partito hanno partecipato alle elezioni regionali in Umbria nell’ottobre del 2019, ma i Gilet Arancioni non sono andati oltre lo 0,13%, raccogliendo solo 587 voti.

A modo suo il Movimento Gilet Arancioni vuole rappresentare una continuazione del Movimento dei Forconi poi proseguito come Movimento Liberazione Italia.

In una specie di giuramento espresso con la nascita dei Gilet Arancioni, Pappalardo ha dichiarato: “Non avremo pace finché non si saranno rotte le catene che ci opprimono per volontà dell’Europa dei burocrati e delle multinazionali”. Uno dei punti chiave delle richieste di Pappalardo è proprio l’azzeramento del governo e del Parlamento visti come “abusivi”, e comunque in coerenza con il tentativo del mandato di arresto nei confronti di Mattarella.

Un altro punto importante nella politica dei Gilet Arancioni è l’avversione all’Europa e la proposta di un ritorno alla sovranità monetaria attraverso lo stampa di una nuova Lira con lo stesso valore di un Euro.

Bisogna poi tenere a mente come questo Movimento sia vicino alle posizioni dei no-vax ed abbia assunto un atteggiamento praticamente negazionista rispetto al Corona Virus. Secondo i Gilet Arancioni le vittime del Covid-19 sarebbero “poche decine” e le mascherine dovrebbero essere boicottate, come “simbolo del complotto internazionale”. In un’intervista al Corriere della Sera, Pappalardo ha detto questo: “Il COVID-19 non esiste. È un’invenzione. Un bluff organizzato. Vogliono terrorizzarci, chiuderci in casa e instaurare un nuovo ordine mondiale”.

C’è infine un interessante dettaglio da prendere in considerazione. Il Movimento Gilet Arancioni si dichiara come partito né di destra né di sinistra, ma uno dei suoi membri di rilievo è un certo Manfredo Bianchi, professore di scuola superiore a Carrara, che nel 2017 si era messo a sventolare la bandiera della Repubblica di Salò alle pendici del Monte Sagro per celebrare un fatto orribile: il rastrellamento di 173 civili da parte dei nazifascisti. Parliamo qui della strage di Vinca, paesino ai piedi del Monte Sagro. Le 173 persone dopo esser state rastrellate vennero uccise, soprattutto donne e bambini. Gli uomini vennero impalati e dopo pochi giorni un partigiano venne bruciato vivo. La presenza di un fascista come Manfredo Bianchi tra i Gilet Arancioni dovrebbe quindi farci riflettere sulla natura di questo movimento.

Autore

  • Attilio De Alberi
    Attilio De Alberi

    Attilio L. De Alberi, studente in Gran Bretagna e negli USA, lavora in pubblicità a Milano. Emigra a New York e poi a Los Angeles, dove lavora nel cinema e come giornalista. Rientrato in patria continua a dedicarsi al giornalismo, scrivendo per Lettera43 e per Il Manifesto. Ultimamente collabora part-time con Don Luca Favarin, prete alternativo in un dei suoi centri di accoglienza per immigranti nel cuore del Veneto leghista.

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#generale Pappalardo#gilet arancioni

Pubblicato da

Attilio De Alberi

Attilio L. De Alberi, studente in Gran Bretagna e negli USA, lavora in pubblicità a Milano. Emigra a New York e poi a Los Angeles, dove lavora nel cinema e come giornalista. Rientrato in patria continua a dedicarsi al giornalismo, scrivendo per Lettera43 e per Il Manifesto. Ultimamente collabora part-time con Don Luca Favarin, prete alternativo in un dei suoi centri di accoglienza per immigranti nel cuore del Veneto leghista.

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