I social media stanno giocando un ruolo sempre più importante nell’uso quotidiano di Internet. Essi facilitano la creazione e la condivisione di informazioni, idee, interessi professionali e altre forme di espressione attraverso comunità virtuali e reti come Twitter o Facebook. D’altra parte possono aiutare le persone a migliorare il senso di connessione con le comunità reali o online ed essere uno strumento efficace di comunicazione (o marketing) per aziende, imprenditori, organizzazioni no profit, inclusi gruppi di difesa, partiti politici e governi.
Le molestie online e il “trolling” hanno sollevato legami tra l’uso pesante dei social media e la depressione, e persino i problemi del cyberbullismo. Inoltre, gli usi politici dei social media sono stati messi in discussione: il New York Times e The Guardian hanno recentemente riferito, in merito Facebook e Cambridge Analytics, violazione dei dati. La società ha utilizzato, per scopi politici, informazioni personali acquisite su utenti di Facebook, da un ricercatore esterno che ha affermato di raccoglierlo a scopi accademici. Gli utenti di Facebook sono stati acquisiti tramite i 270.000 utenti che hanno scelto esplicitamente di condividere i propri dati con l’app “thisisyourdigitallife“. Consentendo a questa app il permesso di acquisire i propri dati, già nel 2015, si è potuto accedere alle informazioni sulla rete di amici dell’utente; questo ha portato all’analisi di 50 milioni di utenti. Lo sviluppatore dell’app ha quindi violato i termini di servizio di Facebook fornendo i dati a Cambridge Analytica.
Inoltre, operatori sanitari e ricercatori di tutto il mondo hanno notato che l’uso eccessivo della tecnologia digitale, come i social media, da parte (non solo) degli adolescenti può causare danni alla salute fisica e mentale, come disturbi dell’umore, disturbo da dipendenza da Facebook, sonno irregolare, obesità o magrezza eccessiva e riduzione della capacità motoria o intellettuale, in particolare nelle prestazioni scolastiche. La ricerca ha aiutato a dimostrare che le lunghe ore trascorse sui dispositivi mobili hanno indotto un aumento del BMI degli adolescenti e una mancanza di attività fisica. Inoltre, l’uso eccessivo di internet è stato associato a voti inferiori rispetto agli altri utenti che non passano troppo tempo online, anche con la comparazione di fattori diversi quali età, genere, razza, genitorialità e quei fattori di appagamento personale che possono influenzare lo studio.
Questi fenomeni non sono nuovi nella storia del Web, né nella storia dei mass media (Poster, 2006); sono problemi camaleontici che riemergono in nuove forme fintanto che il web cambia dinamicamente insieme al modo in cui la società rimodella le modalità di uso del Web e, di conseguenza, i nuovi media forniscono vecchie e nuove sfide per il diritto e l’etica dell’informazione.
Ulteriori informazioni e il programma possono essere ottenuti seguendo questo link: http://icil.uniroma2.it