Continua nel Bel Paese la tragicommedia del dibattito sulla manovra finanziaria del governo giallo-verde, che è comunque già stata in qualche modo bocciata dalla Commissione Europea, e mentre lo spread tende a salire, è già arrivata l’inquietante pagellina dell’agenzia di rating Moody’s sul sistema Italia.
Ma intanto, onde evitare scioccanti sorprese a breve o medio termine, e magari anche per uscire dai provinciali confini delle nostre interne beghe, è forse interessante sapere quello che dice un certo numero di esperti finanziari americani circa la possibilità di una nuova grossa crisi finanziaria, con conseguenze a livello globale, come quelle che l’hanno preceduta.
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Le previsioni di questi esperti finanziari nascono dall’osservazione di una serie di nefasti indicatori, che includono, negli USA, l’ammontare dei prestiti fatti agli studenti che ha raggiunto livelli pazzeschi, ed il crescente numero di debiti fatti dalle famiglie americane.
Goldman Sachs aveva predetto che la situazione fiscale quest’anno non sarebbe stata buona, facendo notare che il debito delle famiglie era aumentato fin dal 2008, quando la crisi immobiliare aveva portato i contribuenti americani a venire in soccorso delle banche.
Secondo gli esperti un debito globale di 247 bilioni di dollari sarà òa maggior causa del prossimo cataclisma finanziario. A questo bisogna aggiungere che si può prevedere come bassi stipendi ed il costante aumento del debito pubblico USA possano trascinare in basso l’economia.
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In questo contesto, gli economisti sminuiscono i recenti indicatori positivi – come il basso livello di disoccupazione e la crescente confidenza del business, reiterando che non durerebbero per tutto il mandato del presidente Trump. Almeno un esperto ha predetto che le recenti cadute nella vendita di case e di auto sarebbero i primi passi verso una recessione USA.
Per citare Murray Gunn, a capo della ricerca globale presso l’istituto Elliott Wave International. “Pensiamo che le maggiori economie siano sull’orlo di avere la peggiore recessione negli ultimi 10 anni. Se l’economia USA dovesse cominciare a contrarsi, e la nostra analisi suggerisce che ciò avverrà, gli alti livelli nominali di debito diventeranno immediatamente un problema molto grosso”.
In particolare, notano gli esperti, parecchi segnali sono assai peggiorati nell’ultima decade, specialmente per ciò che riguarda i soldi chiesti in prestito. Il debito famigliare USA di 13,3 bilioni di dollari è ora molto peggiorato rispetto all’apice del 2008, dovuto in primo luogo ai prestiti per mutui.
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Simultaneamente, i debiti da prestito in cui sono incorsi gli studenti sono cresciuti da 611 miliardi di debito non pagato alla cifra attuale di 1,5 bilioni. Lo stesso vale per i debiti fatti allo scopo di acquistare automobili: anche questi hanno superato l’apice del 2008 e sono giunti a $1,25 bilioni, mentre i saldi delle carte di credito non pagati sono alti tanto quanto quelli presenti negli anni che hanno portato alla Grande Recessione (ndr. quella del 2008).
Al tempo stesso le banche centrale hanno più che raddoppiato il debito globale avendo inondato le economie con denaro facile e a basso prezzo. Nel 2008, il debito globale ammontava a $177 bilioni, mentre oggi è giunto a $247 bilioni.
Il commentatore economico Peter Schiff dice: “Non potremo chiamare questa una recessione: sarà peggio della Grande Depressione”.
Una diffusa caduta sia delle spese che delle entrate significa che i tassi di default probabilmente peggioreranno negli anni a venire. Schiff ha pure colpevolizzato la US Federal Reserve ed altre banche centrali per questa crisi incombente.
“Penso che avremo una crisi del dollaro – se si pensa che la crisi della lira turca sia ora preoccupante, aspettiamo il momento in cui il dollaro imploderà ed avremo una crisi del debito sovrano negli USA”, ha dichiarato Schiff. “Il governo americano dovrà scegliere tra un default del debito, oppure una massiccia inflazione fuori controllo”.
Naturalmente, se vogliamo mantenere una prospettiva storica, non possiamo non dimenticare che le crisi finanziarie costituiscono una caratteristica fissa del sistema capitalistico da quando questo si è affermato a livello mondiale, ed ora, grazie alla globalizzazione, meno che mai possono limitarsi nei loro effetti ai confini nazionali.
Morale: ‘nihil novi sub sole’ ed auguri.
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Qui di seguito un breve video sulle 5 peggiori crisi finanziarie della storia mondiale.