Vista la periodica attualità che acquisiscono le questioni riguardanti la Corea del Nord, abbiamo deciso di riproporvi – seppur in veste aggiornata ed integrata – un articolo da noi pubblicato su questo stesso sito nel febbraio del 2013.
La conoscenza della Repubblica Democratica Popolare di Corea, meglio nota come Corea del Nord, è alquanto scarsa in occidente, eppure se ne parla molto spesso. La Corea del Nord sarebbe, secondo la versione mainstream dei fatti, uno “stato canaglia”, per dirla con George W. Bush, che minaccerebbe continuamente i vicini della Corea del Sud con i suoi test nucleari e le sue azioni militari, e che organizzerebbe nel suo territorio dei “gulag” per rinchiudere gli oppositori del leader Kim Jong-Un.
Sta di fatto che, quando le parti in conflitto sono due, sarebbe bene conoscere quanto meno entrambe le versioni per dare un’opinione che non sia affrettata e viziata dal pregiudizio, o peggio figlia della passiva accettazione di quanto ci viene propinato dai media più influenti.
LA COREA DURANTE E DOPO LA SECONDA GUERRA MONDIALE (1945-1950)
Per cominciare, un po’ di storia della Corea, non farebbe male. Dico della Corea, perché fino al 1948 la Corea era un unico Paese, con un’unica lingua e cultura, successivamente diviso dagli interessi statunitensi nella cosiddetta guerra fredda. Invero, dalla fine dell’800 fino al 1945, la penisola coreana era una vera e propria colonia dell’allora fiorente Impero Giapponese. Successivamente, quando la seconda guerra mondiale era vicina all’epilogo, L’Esercito Rivoluzionario Popolare Coreano, sotto la guida di Kim Il-Sung, il nonno di Kim Jong-Un, e di Kim Tu-Bong riuscì a sconfiggere l’invasore giapponese.
A quel punto, gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica si misero d’accordo per lo svolgimento di elezioni libere e democratiche in tutto il Paese, dopo le quali gli eserciti stranieri avrebbero lasciato la Corea. Nel 1948, queste elezioni, svoltesi su tutto il territorio coreano, videro la vittoria del Partito del Lavoro, composto principalmente da comunisti e guidato ancora una volta da Kim Il-Sung e Kim Tu-Bong.
Gli Stati Uniti, che mantenevano il loro presidio nella parte meridionale della Corea, decisero, senza tener conto degli accordi presi, di organizzare una seconda tornata elettorale, valida solamente per la Corea del Sud e in cui avrebbero partecipato tutti i partiti tranne il Partito del Lavoro. Il risultato fu la formazione di un governo di centro, naturalmente filoamericano, e l’elezione di Rhee Syng-Man come primo presidente del Paese. Allo stesso tempo, nel tentativo di mantenere l’integrità del Paese, gli Stati Uniti finanziarono delle ribellioni nella Corea del Nord, che furono ben presto debellate.
LA GUERRA DI COREA (1950-1953)
Nel 1950, come conseguenza del mancato rispetto degli accordi internazionali da parte di Washington e della nascente Repubblica di Corea (la Corea del Sud), ha inizio la guerra di Corea, in cui gli USA si schierano al fianco della Corea del Sud, mentre la Cina difese quella che ormai era diventata la Repubblica Democratica Popolare di Corea (la Corea del Nord), con presidente Kim Tu-Bong e Kim Il-Sung nelle vesti di leader supremo. Dopo tre anni di conflitto, in cui il confine sostanzialmente non si mosse, fu firmato l’armistizio del 1953. Il confine fu stabilito convenzionalmente lungo la linea del 38° parallelo, che divenne così una frontiera fra blocco occidentale e blocco orientale per tutta la Guerra Fredda.
L’armistizio prevedeva, ancora una volta, l’abbandono da parte delle truppe straniere del territorio coreano. La Cina rispettò l’armistizio, ma gli USA mantennero migliaia di soldati in Corea del Sud, per impedire che cadesse sotto le “grinfie” comuniste e per garantirne uno sviluppo capitalista del Paese. Furono organizzate ancora elezioni senza comunisti, mentre per “proteggere” la Corea del Sud fu costruito un muro, simile al muro di Berlino, ma ben più lungo. Coloro che vi si avvicinavano, ovviamente, venivano uccisi.
LE DUE COREE DOPO LA GUERRA (1953-1990)
La Corea del Nord, intanto, seguendo il modello sovietico, arricchito di concetti locali, racchiusi in una particolare filosofia denominata Juche, che rappresenta una forma di autosufficienza nazionale, approntò un piano di industrializzazione accelerata. Allo stesso tempo, gli USA ed il Giappone decisero di fare della Corea del Sud una vetrina del mondo occidentale, e finanziarono fortemente il governo fantoccio sudcoreano, più di qualsiasi altro stato al mondo, mettendo in atto una industrializzazione forzata con deportazioni di contadini dalle campagne alle città. La questione era talmente importante per Washington, che negli anni ‘60 gli aiuti statunitensi alla Corea del Sud furono maggiori rispetto a quelli destinati a tutta l’Africa, mentre negli anni ’80 fu Tokyo ad intervenire per salvare il Paese dall’imminente bancarotta.
Per screditare la Corea del Nord, come è stato fatto con altri Paesi (vedi Cuba), viene messa in atto una campagna mediatica in tutto l’occidente, in cui i nordcoreani vengono definiti come un popolo oppresso da un malvagio e disumano dittatore che sognerebbe di invadere la libera e democratica Corea del Sud, o addirittura come un Paese “non civilizzato”, come lo definì Ronald Reagan. In realtà, in quegli anni entrambi i Paesi furono caratterizzati da regimi molto duri, considerati da una parte come dall’altra un mezzo necessario per difendersi da possibili infiltrazioni, spie ed eventuali azioni militari dei nemici.
LE DUE COREE OGGI (DAL 1990)
La Corea del Nord, che nel frattempo aveva perso un appoggio importante con la fine dell’URSS, vide il potere passare dalle mani di Kim Il-Sung (denominato dalla sua morte nel 1994 “presidente eterno”) a suo figlio Kim Jong-Il, il quale a sua volta lo ha passato a suo figlio, l’attuale leader Kim Jong-Un, in carica dal 2011, rafforzando il carattere ereditario del Paese. La fine dell’Unione Sovietica, assieme ad alcune carestie che hanno colpito la regione per motivi climatici, non ha di certo avvantaggiato la Corea del Nord, mentre la Corea del Sud ha sempre potuto contare su un forte appoggio finanziario giapponese e statunitense.
Resta il fatto che la campagna di disinformazione imperialista contro la Corea del Nord continua ancora oggi, sebbene si tratti di un piccolo stato in realtà piuttosto innocuo, la cui popolazione (25 milioni) è esattamente la metà di quella della Corea del Sud (50 milioni). I leader nordcoreani sono sempre stati favorevoli ad una riunificazione del Paese, ma ad opporsi, più che la Corea del Sud, che vedrebbe favorevolmente una riunificazione del popolo coreano sotto una sola bandiera, seppur alle proprie condizioni, sono stati gli USA, che volevano mantenere il loro baluardo nel continente asiatico.
Sorprendente, per chi dà ascolto ai mass media tradizionali, sarà sapere che la Corea del Nord non è un Paese chiuso ed inaccessibile come viene descritto, ma è possibile visitarlo. Ovviamente, per farlo, bisogna attenersi alle leggi locali, come in qualsiasi Paese estero. Per chi fosse interessato, possiamo consigliare il sito North Korea Travel.
Chiaramente, in Corea del Nord vi sono delle limitazioni alle libertà personali, ma allo stesso tempo non bisogna cadere nell’errore di giudicare il Paese con gli occhi occidentali, abituati alle libertà spesso apparenti del neoliberismo, senza tenere contro della storia e della cultura locali, nonché della situazione di un Paese che teme costantemente di essere vittima di spionaggio e complotti, e che in realtà non ha nessuna intenzione di scatenare guerre nucleari, ma piuttosto di armarsi come forma di deterrenza. Vogliamo quindi invitare i lettori, indipendentemente alle loro posizioni politiche, a conoscere anche il punto di vista che non rappresenta il pensiero dominante, nel quale si trova spesso una dose maggiore di verità rispetto alla disinformazione che ha come unico scopo quello di screditare un Paese, in quanto reo di opporsi alle aspirazioni globali dell’impero statunitense.
BIBLIOGRAFIA
DUROSELLE, Jean-Baptiste (1998), Storia diplomatica dal 1919 ai nostri giorni
KIM, Djun-Kil (2005), The History of Korea