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Da cosa è stata già distrutta la famiglia tradizionale

Postato il Gennaio 30, 2016 Germano Milite 0

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La cosiddetta famiglia tradizionale è minata e destrutturata da anni e sarà sempre più sotto attacco, ma da un nemico molto più “banale” dell’estensione dei diritti civili alle coppie gay

Esiste una battuta, che gira molto proprio nel mondo omosessuale, che recita più o meno così: “Se sei ricco allora ti chiamano gay, se sei povero allora sei solo un fro***”. Tenetela a mente fin da ora, perché ci anticipa il fulcro del discorso che porteremo avanti con questo editoriale, subito dopo l’introduzione.

Nelle ultime settimane, come oramai hanno potuto notare anche i meno avvezzi alla vita sociale (e social), non si parla d’altro: a suon di #svegliatitalia e #Familyday2016, il web è letteralmente invaso dalla consueta, serrata ed isterica lotta tra guelfi e ghibellini. Travolti dall’uragano della nuova “religion war”, anche quelli di NTV hanno passato qualche giornata turbolenta.

Come quasi sempre accade in questi casi, però, l’eccesso d’informazione sul tema crea prima di tutto una distorsione dell’informazione stessa ed un paradosso: moltissimi non sanno neppure bene di cosa parlano, essendo più che altro presi a scegliere la propria parte della barricata per affermare di riflesso la propria identità. Dirsi pro o contro è una questione in primis narcisistica, di auto-affermazione; egoriferita. Non c’è molto spazio per l’approfondimento: occorre dire la propria e schierarsi, prima possibile. Il resto è un dettaglio quasi fastidioso anche se incredibilmente muto nel baccano mediatico nevrastenico.

LA “BANALE” VERITA’ DIMENTICATA UN PO’ DA TUTTI

Avrete forse intuito, arrivati a questo punto, che sulla questione intendo sì prendere una posizione, ma cercando non tanto la verità che sta “nel mezzo”, quanto piuttosto quella che risiede nel profondo, ovvero nell’analisi lucida e razionale di ciò che colpisce la nostra parte emotiva. L’unica cosa che occorre spiegare, ribadire e riaffermare fino allo sfinimento, è infatti semplice e se volete addirittura banale (un po’ come il male, che di solito è dannatamente semplice): non esiste una gara tra famiglie etero e famiglie gay. Non esiste una competizione tra ciò che è più “normale” e ciò che è più o meno giusto e bello affermare da qui al prossimo millenno. Esiste, piuttosto, un’evidenza che solo i più ottusi e le persone in malafede non riescono a vedere: i diritti civili estesi alle coppie gay e “persino” l’utero in affitto, signori e signore, sentinelle in piedi ed in ginocchio, non sono neppure lontanamente una causa o anche solo una minaccia per la cosiddetta “famiglia tradizionale”. E ripeto: non ne faccio neppure una sciocca e superficiale questione d’ipocrisia sottolineata, perché sì: le famiglie composte da uomo, donna e figli sono molto imperfette, ma ditemi: quale cosa umanamente concepita non lo è. E poi: nelle coppie dello stesso sesso non esistono tradimenti, malumori, separazioni, unioni di solo interesse ecc? Sono certo che, tra 50 anni, i figli adottati da coppie omosessuali avranno gli stessi disturbi mentali di quelli concepiti e partoriti “tradizionalmente”. Parliamo sempre di rapporti tra esseri umani, diversi appunto solo per orientamento sessuale e stili di vita. Ergo, parliamo sempre di realtà permeabili al mondo fuori, che non possono isolarsi nell’illusione autarchica di poter auto-determinare ed auto-proteggere fondandosi solo sulla propria identità di base: siamo uomo donna e figlio o siamo uomo, uomo e figlio. Tutto questo non basta più ed è ridicolo non comprenderlo. 

Ed è questo il punto, l’unico punto sul quale occorrerebbe soffermarsi per individuare ciò che ha distrutto e sta distruggendo i rapporti umani che la “tradizione” occidentale ci ha proposto nei secoli passati. Non certo i diritti civili estesi alle coppie gay, non certo il matrimonio tra due uomini o due donne; non certo la fantomatica “teoria gender”. Nessuna persona etero e sana di mente potrebbe mai sentirsi minacciata da Giovanni e Mario che convolano a nozze o da Marta e Carla che adottano un figlio. Nessuna famiglia “vecchio stampo” potrà essere in qualche modo danneggiata dai vicini gay che hanno deciso di sposarsi.

SVEGLIA MONDO: LA FAMIGLIA TRADIZIONALE E’ IN CRISI PER ALTRI MOTIVI

Ciò che sta devastando e disintegrando le famiglie ed il senso stesso del rapporto duraturo e stabile tra due persone (non importa di quale sesso) è l’evoluzione, o meglio l’involuzione del capitalismo in turbcapitalismo cieco. La disuguaglianza economica crescente e sempre più agghiacciante, mista all’avidità di un manipolo di mega-miliardari ha lentamente imposto determinati schemi valoriali che hanno tramutato il denaro da (utilissimo) mezzo ad accecante fine unico. E’ l’impoverimento crescente di quella che un tempo si chiamava “classe media” a dover ossessionare chi oggi perde il suo tempo l “family day” ed anche chi invece manifesta per la motivazione contraria. I diritti sventolati e le legge approvate non servono a molto e rischiano di divenire solo patetici contentini per persone non consapevoli se poi, tali persone, non hanno gli strumenti minimi (ovvero una vita dignitosa, un impiego pagato dignitosamente e quindi un minimo di indipendenza economica) per goderne. Non serve a molto permettere a due gay di sposarsi, se poi questi due gay avranno gli stessi problemi di disoccupazione cronica, precariato e povertà di una coppia etero. L’omosessualità non è un virus contagioso che si può debellare semplicemente limitandone la diffusione: è una variante esistente in natura da sempre e che sempre esisterà. E anche chi, da idiota, considera i gay come “malati” da “curare”, dovrebbe spiegarci perché questi malati da curare dovrebbero avere meno diritti delle persone “sane”. Come vedete, comunque la mettiamo, oggi gli omofobi passano per ciò che sono: imbecilli retrogradi. 

LA VERITA’ CHE (FORSE) FA MALE DIRSI E RICORDARSI

Se siamo sempre più soli nonostante il crescente numero di “social”, sempre più confusi, frustrati, egoisti, instabili, emotivamente e sentimentalmente analfabeti ed intimoriti non è certo colpa di una ipotetica “lobby gay”. Potrebbe anche esistere, ma quella definizione sarebbe solo un nome deviante per non chiamarla “lobby dei gay con abbastanza soldi per fare lobbying”. E’ il denaro sempre peggio distribuito il problema principale che dovrebbe riempire le piazze, i giornali, i talk show ed i social network, non altro. E’ tutta lì la battaglia civile, sociale ed economica che ogni essere umano etero, gay, transgender e “confuso” dovrebbe combattere senza esitazione e con grande vigore, coerenza e determinazione (la questione che ruota intorno alla disuguaglianza economica crescente l’abbiamo tra l’altro già affrontata numerose volte, in particolare in questo articolo recente).

Se una coppia che porta a casa 2000 euro al mese (circa 4 milioni delle vecchie lire) può considerarsi “privilegiata” ma comunque a stento arriva alla fine del mese se ha due figli, è una stortura socio-economica gravissima e non tollerabile. Un mondo dove le donne e gli uomini devono per forza lavorare entrambi per 8/10 ore al giorno, vedendo pochissimo i propri figli e spesso avendo comunque zero risparmi da parte e difficoltà a vivere serenamente, è un mondo che ha voltato le spalle non alle famiglie etero o gay, ma alla sua stessa umanità, in senso molto più ampio e generale. Per questo vorrei vedere tanto clamore, non per i soliti carrozzoni auto-referenziali dove si fa a (patetica) gara a chi urla più forte. 

Autore

  • Germano Milite
    Germano Milite

    Giornalista professionista. Partendo dalla televisione, ha poi lavorato come consulente in digital management per aziende italiane ed internazionali. E' il fondatore e direttore di YOUng. Ama l'innovazione, la psicologia e la geopolitica. Detesta i figli di papà che giocano a fare gli startupper e i confusi che dicono di occuparsi di "marketing".

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#diritti civili#etero#famiglia#Family day#gay#matrimonio gay#svegliaitalia

Pubblicato da

Germano Milite

Giornalista professionista. Partendo dalla televisione, ha poi lavorato come consulente in digital management per aziende italiane ed internazionali. E' il fondatore e direttore di YOUng. Ama l'innovazione, la psicologia e la geopolitica. Detesta i figli di papà che giocano a fare gli startupper e i confusi che dicono di occuparsi di "marketing".


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