La Capitale-groviera, con strade ridotte a paesaggi lunari finiti impietosamente al centro degli sfottò sui social network, adesso fa la conta dei danni: 15 milioni di euro stanziati dal Campidoglio per quello che è stato ribattezzato “il piano Marshall”. Obiettivo: rimettere subito in sesto le arterie principali di Roma, cercando di stemperare la rabbia per gli appalti di manutenzione mai assegnati e gli effetti potenziali dell’inchiesta della Procura. Da piazzale Clodio precisano che al momento l’apertura del fascicolo è solo un atto conoscitivo alla luce dei tanti, troppi esposti pervenuti da parte delle associazioni di consumatori, e nel registro degli indagati non ci sarebbero nomi e cognomi, né ipotesi di reato.
La domanda a cui in queste ore gli inquirenti cercano di dare una risposta è: possibile che le strade di una città come Roma si siano sbriciolate (quasi) tutte in una volta sola sotto i colpi del freddo e della pioggia incessante? Inutile girarci intorno. Non è tutta colpa della ghiacciata straordinaria del 27 febbraio se tutte le strade – dalla Collatina ai Monti Tiburtini, passando dalle vie del centro a quelle di Roma sud – sono ormai ridotte al colabrodo. E non possiamo nemmeno additare i temporali che tra il 5 ed il 6 marzo si sono abbattuti sulla città. Bisognerebbe scavare nelle manutenzioni ordinarie e straordinarie delle arterie pubbliche degli ultimi dieci anni per cardare una matassa sempre più ingarbugliata, su cui intendono far piena luce anche i magistrati romani.
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DALLE GARE D’APPALTO MAI ASSEGNATE
Gare d’appalto mai assegnate. Oppure scadute. O che, peggio, sono state assegnate in ritardo, soltanto a disastro compiuto, oppure con le proroghe figlie dell’emergenza. Per mettere una toppa non solo ai buchi sull’asfalto, ma anche a quelli di tipo amministrativo. Una pezza a colori, si fa per dire, che nella X Municipalità è stata messa con l’appalto per la manutenzione ordinaria che farà partire gli interventi di manutenzione dal 12 marzo in poi. Con tutta calma, insomma. Anche se, ricorda qualcuno ben informato, dal 21 febbraio intere strade come via Portuense, via Boccea o via Battistini erano rimaste senza interventi di riparazione: mentre il ghiaccio spaccava l’asfalto, nessuno è intervenuto per rimediare. E la pioggia non ha fatto altro che dare il colpo di grazia alle strade.
VONA:”A BREVE I LAVORI DI MANUTENZIONE”
Soltanto dopo le pesantissime polemiche dei cittadini è stata indetta una gara da 670mila euro che servirà a rattoppare i manti stradali malandati. Spiccioli, insomma. Ma tutto questo non accade soltanto nel X Municipio della capitale. Sul versante Sud-est, area periferica della città che abbraccia i quartieri di Ponte di Nona, Tor Bella Monaca, Torre Angela e parte del versante Casilino, ci sono intere arterie dichiarate off-limits e presidiate da pattuglie di vigili urbani giorno e notte, che in queste ore fanno la fortuna soltanto dei gommisti chiamati agli straordinari. L’eccezionale freddo e la pioggia incessante non hanno fatto altro che peggiorare una situazione già drammatica di per sé. Ma il dirigente dell’ufficio tecnico, l’ingegner Marco Vona, assicura che a breve partiranno i lavori di manutenzione ordinaria perché è stata finalmente individuata una nuova ditta che se ne occuperà.
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A sentirlo parlare, mentre risponde dall’altra parte del telefono nel suo ufficio al Dipartimento Mobilità del Comune di Roma, non è stato di certo facile di questi tempi trovarne una. E le cause sarebbero da ricercare nelle pieghe di una coperta economica troppo corta e negli inghippi della macchina burocratica. Da un lato, ci sono le gare assegnate con la logica del ribasso (si è passato dal 50 al 30 per cento) che finiscono per far defilare gli imprenditori, e dall’altro bisogna rispettare i dettami dell’Anac (l’associazione nazionale anticorruzione presieduta da Raffaele Cantone) che prevedono l’assegnazione per soli 6 mesi e non più per tre anni, e soltanto a seguito di controlli rigidissimi che rischiano di far trascorrere ulteriore tempo prima di individuare una ditta edile in regola.
Una storia nota ormai che in questi anni ha costretto le amministrazioni locali ad assegnare gli appalti, fino a meno di due anni fa, con “reiterate proroghe dei contratti scaduti”, “affidamenti mediante procedura negoziata”, anche con una elusione delle regole giustificata dal carattere dell’eccezionalità che non avrebbero aperto “alla partecipazione di tutti gli operatori tecnicamente idonei”. La denuncia, inoltrata nero su bianco nell’ottobre del 2016 proprio all’Anac di Cantone, è dell’Acer, l’associazione dei costruttori edili di Roma: l’appalto per la manutenzione delle strade lanciato allora dall’amministrazione comunale sarebbe “viziato da illegittimità”.
Da allora alcune gare sono andate deserte, le ditte si sono tenute alla larga dalla lunga trafila burocratica, i fondi a pioggia di leopardo sono serviti solo a rattoppare quelle artiere il cui manto bituminoso oggi è ridotto a brandelli: benvenuti a Roma, capitale di Italia, espressione di quel che più o meno accade nel resto dello Stivale.
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