Sto passando, ultimamente, molto tempo con mia nonna. È un confronto interessante, di idee, di punti di vista, di posizioni tra vita vissuta e vita da vivere. Da vivere, già, perché nonostante l’età, mi trovo davanti una ragazzina incerta, una donna che brama ancora ogni istante di tutto quello che riesce a vedere ed intuire fuori dalla finestra. Una ragazzina che, in fondo, ha solo quasi novant’anni.
Il tempo è una strana creatura, una strana invenzione. Non so se Dio avesse chiaro, in mente, quello che stava per fare quando ha tirato fuori l’idea del tempo, ma ha finito per mettere in pratica una di quelle idee geniali che nella vita ti possono venire in mente solo una volta. Anche se sei Dio.
Mia nonna parla del tempo passato con la stessa emozione con cui mi dico che dovrei vivere il tempo presente. Per lei non ci sono i ricordi, le memorie, i giorni e gli anni. Per lei ci sono le emozioni, i fatti le scorrono davanti vivi e veri, quelli importanti e quelli banali, quelli quotidiani e quelli speciali, quelli tristi e quelli felici. Così un funerale, la macchina nuova, un racconto della sua di nonna o mia madre che, piccina, era in grado di dire già il suo nome, diventano non un caleidoscopio di scene, ma una presenza viva e vera che, dalle sue parole, modella i pensieri, il cuore, e ti fa tremare di un brivido che diventa desiderio nelle parole sue.
Il tempo è l’unica bisaccia che la vita ci ha consegnato per metterci dentro le emozioni, con l’istruzione precisa di riempirla tutta, fino al bordo, di quello che siamo. Una vita vissuta è una vita piena fatta di tutte quelle cose che in una vita ci possono stare, comprese le delusioni e i rimorsi, i rimpianti e le colpe, le bugie e le verità. A scuola si dovrebbe insegnare che il tempo è una risorsa preziosa e, soprattutto, che se può essere importante ricordarsi dove e quando è accaduto qualcosa, è bene che questo qualcosa resti confinato nel suo tempo, diventando insegnamento e non un errore da ripetere.
Ci sono tempi che nella vita tornano. C’è il tempo della gioia, il tempo dell’amore, il tempo del dolore. La certezza è che se un tempo ritorna allora vuol dire che quella esperienza ha ancora qualcosa da insegnarci, che è rimasta lì confinata nell’angolo solo perché il nostro cuore non ha capito la lezione. Così come ogni battaglia non è né vinta né persa finché il tempo della lotta non è scorso, così ogni esperienza non è davvero una lezione finché quel tempo dell’esperienza non è stato davvero vissuto.
Una lezione è che le cose della vita non vanno fatte scorrere, il tempo non va fatto fuggire come un velo di seta che scorre tra le dita in un giorno di vento, ma trattenuto con il rispetto del mercante di stoffe, apprezzato nella trama e nella tinta, nella foggia e nel peso, finché non passa di mano in mano per diventare un abito nuovo.
Le esperienze della vita non passano, restano per sempre. Anche se sono state vissute in un tempo preciso, hanno la capacità di impregnare il cuore di chi le ha vissute, di lasciare qualcosa o di portarsi tutto via. Ma non spariscono mai, restano lì, magari solo appese a un filo, a segnare il vento che soffia con un dondolio, ma fanno parte di noi e non possono essere negate, anche se fanno male, anche se le vorremmo scacciare via. Anche se sono passate, come gli amori.
La paura che le cose possano passare e non restare dentro di me è il sentimento più cocente che permea i giorni che passo con lei. La possibilità che questi momenti, che i suoi ricordi, possano perdersi avrebbe l’effetto di far scomparire tutto ciò per cui lei ha vissuto, me compreso.
In amore si finisce per dare al tempo un valore relativo. Il tempo consuma, indebolisce, tiene il conto di tutto ciò che è passato, di buono o di cattivo. Si finisce per dare per scontato o per blindare i propri sentimenti di fronte al tempo che scorre, a cambiare sé stessi lontano da quell’entusiasmo che dovrebbe corrispondere, vicendevolmente, per tutti, a quello che desideriamo.
Tutto ciò che si vive e si vivrà ha avuto ed ha una sua dignità di fronte al tempo nella misura in cui le aspirazioni che hanno arricchito il vissuto sono state grandi o piccole, forti o deboli. La felicità è nulla senza un valore, e l’agio e l’amore più grande possono essere meno solidi di tante piccole difficoltà e di un amore turbolento ma vissuto in maggiore pienezza. Non è un bacio che cambia le cose ma il continuare a baciare e desiderare quelle stesse labbra come il primo bacio della serie senza fermarsi davanti ad un bacio dato a vuoto perché l’altro si è allontanato. Per ricondurre delle labbra sulla strada dell’amore, spesso basta una presa per il bavero decisa, perché la passione vuole anche la sua dose di grinta.
Esiste il tempo per darci la certezza che tutto passi e tutto abbia il sapore di eternità, perché tutto ciò che è vissuto resti dentro di noi. E l’eternità, come l’amore, non è qualcosa da cercare lontano, è dentro di noi. Basta crederci e non ci sarà più un secondo sprecato.