Nelle ultime settimane, il politico e giornalista Mario Adinolfi è finito sotto i riflettori, inseguito dalle Iene per una storia di soldi persi, rendimenti promessi e impegni mancati. Una vicenda che per anni è stata ignorata dal giornalismo italiano.
Al centro del caso c’è la Scommessa Collettiva, un’iniziativa che lo stesso Adinolfi descriveva così: “Da quindici anni con un gruppo sempre più vasto di amici scommettiamo sugli eventi sportivi. L’abbiamo chiamata Scommessa Collettiva e anzi ora dopo il Covid riapriamo gli accessi al gruppo. Non c’è annata che non chiudiamo con profitto, anche molto significativo”.
Queste parole sono tratte da un’intervista che il settimanale Trucioli fece ad Adinolfi nel 2020, ben prima che la vicenda diventasse un caso mediatico.

Chi è Mario Adinolfi
Mario Adinolfi è un giornalista, opinionista e politico italiano. Grande giocatore di poker, ha raggiunto il tavolo finale del World Poker Tour di Vienna nel 2011, classificandosi quarto e vincendo circa 162mila dollari. La sua figura pubblica è conosciuta per la presenza costante nei media e nei dibattiti televisivi, spesso caratterizzati da toni polemici e posizioni fortemente conservatrici su temi etici e sociali, visto che Adinolfi si definisce cattolico integralista. Non senza contraddizioni personali, come sottolinea egli stesso: “Pokerista e cattolico, divorziato a cattolico, risposato a Las Vegas e cattolico, obeso (e dunque goloso) e cattolico. Espongo con evidenza tutti i miei lati controversi, non rinuncio alla vita che mi ha attraversato e reso quel che sono“.
Mario Adinolfi ha partecipato all’edizione 2025 de L’Isola dei Famosi, suscitando subito grande attenzione mediatica per il suo profilo atipico rispetto agli altri concorrenti. Durante il reality, è stato spesso al centro di discussioni e polemiche, ma anche di curiosità legate alla sua resistenza fisica e al drastico dimagrimento dovuto alle difficili condizioni di vita in Honduras. Dopo il rientro in Italia, è stato ricoverato d’urgenza a Roma per un malore legato allo stress, al caldo e alla perdita di peso.
L’Adinolfi Gate su Twitch
Il caso Mario Adinolfi e Scommessa Collettiva inizia nel 2023, quando il Cerbero Podcast e il giornalista Germano Milite lanciano su Twitch l’inchiesta Adinolfi Gate, dopo la segnalazione di un utente della community di Fufflix. Il focus della live è la Scommessa Collettiva di Mario Adinolfi, promossa come una comunità di amici scommettitori attiva da oltre quindici anni. Adinolfi descriveva l’attività di betting sportivo come una soluzione concreta contro l’inflazione, promettendo profitti annuali straordinari e invitando le persone a contattarlo via email per entrare nel gruppo. Tutto ciò viene promosso sul profilo Facebook ufficiale di Mario Adinolfi, facendo sembrare la Scommessa Collettiva un’opportunità di guadagno affidabile agli occhi del pubblico.
Le quote d’ingresso richieste risultavano considerevoli: da 3mila a 10mila euro, con rendimenti minimi garantiti tra il 13% trimestrale per la quota base e il 40% annuale per le quote VIP. Le transazioni, come emerso durante la live, avvenivano tramite bonifici su conti correnti intestati a Mario Adinolfi, una modalità abusiva ed illegale che non rispetta la normativa italiana sul gioco d’azzardo e sugli investimenti. Durante la live emergono testimonianze di utenti entrati, usciti e poi rientrati nel gruppo, sottolineando la natura borderline delle pratiche persuasive utilizzate: urgenza dei posti disponibili, allarmi sull’inflazione e promesse di rendite nette detassate. Dopo la live, Mario Adinolfi avverte Davide Marra sul fatto che sarebbe stato querelato per i contenuti del Gate, ma ciò non accade.
La vicenda resta in ombra fino al novembre dello stesso anno, quando la scommessa collettiva di Mario Adinolfi viene citata nel podcast Muschio Selvaggio, allora condotto da Fedez e Davide Marra. Durante la registrazione della puntata “Sacro e profano con Mario Adinolfi e Avvocathy”, al politico viene chiesto di chiarire il funzionamento della scommessa collettiva. Adinolfi evita una risposta diretta e, secondo quanto raccontato da Marra, dopo la registrazione avrebbe intimato di non firmare la liberatoria per la pubblicazione se non fosse stata tagliata la parte sulla Scommessa Collettiva.
Perché il caso è riemerso
Per due anni il caso sembra scomparire dai radar dei media italiani, che preferiscono concentrarsi su altri aspetti personali della vita di Mario Adinolfi, come la sua partecipazione all’ultima edizione de L’Isola dei Famosi. Ma a settembre 2025 la vicenda esplode di nuovo grazie a Le Iene, che raccolgono testimonianze di diversi partecipanti alla scommessa collettiva. Il primo volto del servizio, firmato da Filippo Roma, è quello di Angela, una donna di quasi settant’anni e invalida, che racconta di aver affidato ad Adinolfi 82mila euro tra il 2019 e il 2022, attratta dalle promesse di guadagni sicuri e costanti. Oggi la donna è in difficoltà economiche e denuncia di non riuscire più a pagare cure e bollette.

Dopo la messa in onda della puntata, arrivano nuove testimonianze.
Il 14 ottobre 2025, durante la puntata de La Zanzara, interviene un ascoltatore, Mario da Firenze, che afferma di essere stato uno dei testimoni nei servizi delle Iene. Racconta di aver investito circa 30mila euro nella scommessa collettiva di Mario Adinolfi, di cui 12mila ancora non restituiti. Una testimonianza che conferma lo schema descritto da altri ex partecipanti: pagamenti iniziali regolari seguiti da ritardi, sospensioni e infine silenzi.
Nel terzo e ultimo servizio realizzato, Le Iene stimano un totale di circa 971mila euro raccolti contro appena 326mila restituiti. Angela e altri ex membri della scommessa collettiva raccontano di aver recuperato solo una minima parte delle somme investite. Nel secondo servizio, Filippo Roma mette faccia a faccia Adinolfi e Angela, che chiede chiaramente la restituzione dei suoi soldi: Adinolfi affronta la situazione con scuse e rimandi, citando verifiche antiriciclaggio, problemi elettorali e investimenti esteri, fino ad addebitare i ritardi alla partecipazione a L’Isola dei Famosi. Davanti alle telecamere, la strategia difensiva di Adinolfi è quella di respingere ogni accusa, parlando di “azione estorsiva di stampo camorristico” e dichiarandosi certo di un futuro proscioglimento giudiziario.
Un’altra testimonianza arriva sul canale YouTube di Davide Marra.
Giancarlo conosce Adinolfi tramite un blog e, all’inizio degli anni Duemila, decide di investire circa 3mila euro sulla sponsorizzazione di Adinolfi in tornei di poker con la promessa di un rendimento fisso, e poi sulla nascente Scommessa Collettiva, dove venivano promessi rendimenti elevatissimi: 20%, 40%, fino al 200% in caso di eventi sportivi favorevoli come la vittoria agli Europei. Come gli altri testimoni, anche Giancarlo racconta che gli accordi erano gestiti esclusivamente tramite mail e bonifici, senza alcun contratto formale o regolamentazione. Adinolfi, per rassicurare i partecipanti, avrebbe affermato che tali scambi avrebbero avuto valore legale, anche senza documentazione firmata.
Col tempo, la situazione degenera: le comunicazioni diventano confuse, i pagamenti vengono rimandati o sospesi con pretesti vari, e Adinolfi avrebbe iniziato a rispondere con toni sempre più aggressivi o evasivi a chi richiede il rimborso, arrivando anche a minacciare azioni legali per estorsione. Quando Giancarlo, insieme ad altri testimoni, inizia a denunciare pubblicamente la situazione, Adinolfi avrebbe tentato di cancellare tracce negative da social e motori di ricerca, alternando tecniche manipolatorie tra rassicurazioni, minacce e accuse alle stesse vittime di non fidarsi o volerlo danneggiare.
Le questioni aperte del caso
Nella live del 14 ottobre 2025 sui canali YouTube e Twitch di Fufflix, il direttore di Young, Germano Milite, solleva delle domande cruciali per far luce sul caso Mario Adinolfi e sulla Scommessa Collettiva. Stando alle informazioni attuali, Adinolfi avrebbe ricevuto circa un milione di euro tramite bonifici su un conto corrente personale, somme che sarebbero state restituite, almeno in parte, come presunti “rendimenti” di scommesse effettuate collettivamente. Tuttavia, all’appello mancherebbero circa 700mila euro, sui quali non risulterebbe ancora chiara la destinazione. Così come la natura fiscale delle operazioni: si tratta di redditi imponibili, di perdite di gioco o di somme non rendicontate? Se quei fondi derivassero davvero da attività di scommessa, spiega Milite, dovrebbero essere tassati alla fonte da piattaforme autorizzate e non gestiti privatamente da Mario Adinolfi.
La Scommessa Collettiva resta un caso aperto.
Al di là dell’eventuale esito giudiziario, ciò che colpisce di più di questa vicenda è sicuramente l’utilizzo della credibilità, in questo caso fondata sullo status sociale di Adinolfi, per tornaconto personale. Proprio in ragione della gravità di questo fatto, perché il giornalismo italiano non ha parlato della Scommessa Collettiva per tutto questo tempo? E ancora, come ha fatto Mario Adinolfi a superare i controlli bancari su simili somme?








