Il libro di Roberto Speranza dunque va al macero.
Dovrebbe essere una notizia scritta a caratteri cubitali su tutte le prime pagine dei maggiori quotidiani, se non lo capite allora il vostro intelletto è seriamente compromesso, e invece non la trovate nemmeno nelle ultime delle pagine dei giornali di Orwellandia detta anche Psicosistan, o Draghistan, nel lemma dei viandanti, un tempo fu Italia.
Libro scritto dal Ministro della Salute in carica sulla pandemia in corso, in piena prima ondata di pandemia, quella delle bare sui convogli militari, pubblicato intorno al 20 d’Ottobre del 2020 e urgentemente ritirato da tutte le librerie dopo pochi giorni, come fecero vagamente sapere , con la giustificazione di un rinvio della presentazione per la sopravvenuta seconda ondata.
Invece quella presentazione non c’è mai stata.
E al macero tale libro ci sarebbe andato zitto zitto, coperto dai clamori di uno stato di emergenza infinito, in un ininterrotto movimento di erosione e distruzione dei preziosi diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione, se, a distanza di mesi e mesi dalle ultime vaghe risposte che il Ministero della Cultura mi aveva mandato, a seguito delle mie martellanti mail-interrogazioni sullo status giuridico della scomparsa dalle librerie dove era giunto, di questo libro, e da me pubblicate in precedenti articoli che linkero qui in fondo, in cui mi si rispondeva che la commercializzazione era stata semplicemente rimandata per impegni improcrastinabili del ministro , causa recrudescenza pandemica, non mi fossi preso la briga da maniaco di scrivere nuovamente al Ministero della Cultura, a cui la legge 633 del 1941 affida di ricevere e vagliare richiesta di ritiro dei libri pubblicati e di pubblicare come atti tale richiesta dell’autore richiedente il ritiro, dunque ho scritto ancora a distanza di mesi, per chiedere fino a quando poteva andare avanti questa situazione di limbo fuori dalla legge del libro scomparso.
Ovviamente salta subito agli occhi l’estrema delicatezza, de facto un vero e proprio conflitto di interessi, della situazione che vede il Ministro della Cultura il cui ministero deve controllare che il ritiro di un libro sia a norma di legge, sedere nello stesso governo del Ministro della Salute che è autore del libro ritirato.
Il libro in questione, della cui sparizione dalle librerie il caso fu sollevato da un primo articolo della brava Simonetta Sciandivasci sul foglio del 23 Ottobre 2020, come da migliori pagine del romanzo di Orwell, ora mi fanno sapere, verrà vaporizzato, il passato sarà modificato da chi avendo il controllo del presente, tenta modificando il passato di gestire il futuro, e dunque il libro va al macero come se non fosse mai stato scritto.
Il livello infimo della grande stampa nazionale, un club di direttori e giornalistoni che ossessivamente espone la propria presenza ora nei salotti televisivi dell’uno ora dell’altro, fino a fine processo di biodegradazione avvenuta dei propri corpi dopo 50 anni di tale liturgia, ma già una nuova generazione di direttori e giornalistoni sostitutivi è stata impiantata, e la biodegradazione in diretta degli uni fa da fertilizzante degli altri, non registra minimamente la portata smisurata dello scandalo e della immoralità vergognosa del caso di questo libro pubblicato e poi fatto sparire da un ordine di sequestro illegale da tutte le librerie dello Psicosistan, alias Italia, prima che il libro andasse nelle mani di un sufficiente numero di persone.
Nella civiltà dei diritti, e dunque delle responsabilità, che i poteri stanno tentando di seppellire viva cogliendo al balzo il kairos della pandemia (kairos per Platone era l’opportunità) per impiantare un copia del sistema panoptico e biopolitico di stampo cinese, tutto ciò avrebbe dovuto far gridare d’orrore.
Un libro scritto da un Ministro in carica su una pandemia in corso, che più che di vite ora sta facendo strage dello stato di diritto che è quello che da il valore assoluto alle vite di tutti e non solo a quella di alcuni, come era nel mondo classico e poi medioevale, dovrebbe essere considerato, dal momento della sua pubblicazione, ciò che è, ovvero un documento di Stato, che dal momento della pubblicazione, diventa proprietà intellettuale del popolo sovrano, dato che a scriverlo è stato un ministro della salute in carica da ministro e avente come tema il suo operato sulla pandemia in corso. Chi non capisce e avrebbe il compito di denunciarla, è gravemente incapace a intendere e volere, chi finge di non capire la straordinaria gravità di questo caso, e quindi non la denuncia è un delinquente ai danni della cosa pubblica, e in questo caso della salute pubblica.
Aver sottratto questo libro è aver trafugato un documento di stato, poiché a scriverlo, con oggetto il proprio operato in quanto tale, è stato un funzionario dello stato in carica a cui è assegnata la responsabilità del ministero della salute, mandarlo alla chetichella al macero e la stessa cosa di quando in una ambasciata da cui si sta evacuando, come abbiamo visto in Afghanistan, si distruggono documenti di stato per non farli cadere nelle mani di chi ha preso il potere nel paese, ma ancor di più è la distruzione di una prova che non può che indicare a un delitto.
È una vergogna senza fondo, un gesto da satrapia di stato sottosviluppato in mano a chiunque abbia la ferocia per possederlo.
Stavano per mandare al macero il libro scomparso di Roberto Speranza in silenzio, sperando nella dimenticanza generale, ma sono riuscito a beccarli con le mani nel sacco, il Ministero della Cultura rispondendo alle mie mail è scivolato su una buccia di banana e mi ha confessato la cosa. Ed è una vergogna inaudita, una cosa gravissima. Mandare al macero questo libro è come distruggere le prove di un delitto.
Come possiamo tollerare un gesto del genere? Il porsi questa domanda distingue un cittadino sovrano, che non può non porsela, da un suddito che non osa nemmeno pensarla in segreto.
Pubblico le ultime lettere fra me e il ministero della cultura, quella in cui chiedo notizie, quella in cui mi si dice che il libro va al Macero e la mia ultima risposta.
La mia nuova mail di domenica 17 ottobre 2021 delle ore 19:11
a: dg-bic – direzione generale biblioteche e diritto dautore , a segreteria ministro e per conoscenza ai vertici legali della Feltrinelli messi in conoscenza al sottoscritto in precedenti risposte dal ministero stesso.
“Il libro del Ministro Speranza è ormai assente dagli scaffali delle librerie pur non essendo stato ritirato a norma di legge come mi avete scritto l’anno scorso, da mesi e mesi. La domanda è : il ministero quando eserciterà i propri poteri di controllo sulla sparizione di questo libro regolarmente pubblicato e irregolarmente fatto ritirare da tutte le librerie, per definire la sua condizione giuridica? Quanto può durare il ritiro di un libro che era stato ormai pubblicato senza entrare nella giurisdizione della legge 633 1941? secondo me è durato anche troppo questo status extragiudiziario di questa vicenda. il libro è ritirato o no? Se si dove sono gli atti, se no dove sta il libro?
Attendo una gentile risposta prima di procedere a riprendere la questione sul mio magazine
Augurandovi le cose migliore vogliate accogliere il mio sentito ringraziamento“
Risposta del Ministero della Cultura ricevuta in data 04 Novembre 2021 alle ore 14:43
A: me, e per conoscenza a UDCM – SEGRETERIA MINISTRO’
“Pregiatissimo dott. Colantoni,
al fine di formulare un riscontro circostanziato alla sua ulteriore richiesta, questo ufficio ha contattato nuovamente la casa editrice “LaFeltrinelli” la quale ha inteso precisare che l’opera “Perché guariremo. Dai giorni più duri a una nuova idea di salute” di R. Speranza non è mai stata effettivamente messa in commercio.
L’editore fa presente che, al tempo, erano state solamente distribuite le copie ai vari retailer e successivamente la Casa Editrice, di comune accordo con l’autore, aveva deciso di posticipare l’uscita dell’opera a data a definirsi. In tal senso era stata resa inequivoca e tempestiva comunicazione a tutto il mercato – tramite il distributore autorizzato – affinché non si procedesse alla commercializzazione in alcuna forma e modo dell’opera in parola.
Secondo il rappresentante de “LaFeltrinelli” le pochissime copie che sono state comunque vendute, contro la volontà de “LaFeltrinelli”, su piattaforme come Amazon e/o diffuse attraverso altre modalità non note alla Casa Editrice sono state il frutto di errori tecnici-gestionali di alcuni retailer.
Fermo quanto sopra, ci è stato al contempo comunicato che recentemente l’autore e la Casa Editrice hanno, di comune accordo, definitivamente deciso di non pubblicare tale opera e di mandare al macero tutte le copie stampate da tempo ferme in magazzino.
In conseguenza di quanto ciò detto, si conferma quanto già esposto nelle precedenti comunicazioni in ordine alla non applicabilità dell’art. 142 della legge n. 633/1941 in ordine all’obbligo di notifica di ritiro dal commercio, non essendoci mai stata una commercializzazione dell’opera e non trattandosi di ritiro della stessa deciso unilateralmente dall’autore.
Cordiali saluti
Il Direttore Generale
Dott.ssa P**** P*******“
La mia risposta da cittadino della repubblica Italiana
“Gentilissima e pregiatissima Direttore Generale Dott.ssa P**** P**********
Innanzi tutto mi conceda il piacere di ringraziarla di avermi onorato di una risposta istituzionale, come cittadino la cosa mi fa molto molto piacere, perché è un piccolo ma tangibile segno che le nostre tasse corrispondono a un qualche servizio. Grazie.
Ora mi conceda invece di ritenere questa risposta non all’altezza delle istituzioni che sostenendo con il nostro gettito fiscale, vorremmo avere.
Mi spiego meglio.
Voi avete dei poteri di controllo e sicuramente dotati di tali poteri non potete certo limitarvi a prendere per buone le cose che vi comunicano a livello informale i signori della Feltrinelli per girarle ai cittadini e anche a degli organi di stampa regolarmente registrati in tribunale, ritenendo con ciò conclusa la faccenda. Queste cose vanno bene nei rapporti tribali in culture claniche, come in Afghanistan, non certo in una complessa democrazia fondata su divisione dei poteri e meccanismi di check and balance. Spero ne convenga.
Certo capisco che il Ministro Dario Franceschini titolare del Ministero della Cultura, ministero a cui spetta di ricevere istanza di ritiro dal commercio di un libro ( per gravi motivi etc. etc. come da legge 633) e a cui spetta di pubblicare gli atti di richiesta di ritiro, abbia sicuramente degli ottimi rapporti con il Ministro della Salute Roberto Speranza, autore del libro scomparso dalle librerie non sappiamo ancora a quale titolo, già solo per il semplice motivo che siedono da ministri, uno della cultura e l’altro della salute, nello stesso governo e da più governi, ma la comprensione di questa cosa non mi rende certamente più accettabile la superficialità di questa sua gentilissima risposta che consiste nel fare praticamente da portavoce della Feltrinelli.
Al contrario dato il peso politico dell’autore, la sua carica e il fatto che i suoi interessi politici sono gli stessi interessi del ministro Franceschini, in quanto ministri in carica dello stesso Governo, ministro Franceschini che è la carica apicale del ministero che dovrebbe fare da controllore di questa delicata situazione di un libro a mio avviso sequestrato dalle librerie dove si trovava e dove era in regolare commercio, la cosa mi si presenta come una pericolosa situazione di conflitto di interessi, sviluppatasi per una impensabile coincidenza, alquanto rara , ovvero che a essere autore di un libro fatto sparire in maniera non conforme alla legge dalle librerie fosse un Ministro dello stesso governo in cui siede il ministro del vostro ministero che deve verificare la liceità della operazione di tale ritiro.
Davanti a questo scenario la domanda che si pone ogni cittadino vigile sull’operato dei servitori dello Stato, è se il vostro ministero trovandosi di fronte a una violazione della legge 633 in riguardo del ritiro del libro di un ministro in carica nello stesso governo insieme al ministro di questo Ministero, come si è verificato in questo rarissimo caso del libro del Ministro della Salute Roberto Speranza, procederebbe senza meno o no a mettere in difficoltà il governo con il riconoscere una procedura non a norma di legge.
È evidente che il vostro ministero si troverebbe di fronte a una situazione estremamente imbarazzante, una specie di cul de sac perché ammettere una violazione della legge da parte di un ministro in carica porterebbe a un problema politico per l’intero governo, e il vostro ministero, il cui ministro è membro egli stesso di questo governo, sarebbe ritenuto responsabile dal governo di questo problema, di fatto aprendo una crisi interna al governo. Come vede questa apparentemente piccola questione è in realtà una questione enorme con ricadute politiche e istituzionali di primaria grandezza.
La vostra risposta, decisamente ridicola, e anche un po’ offensiva dell’intelligenza comune, quando dite che vi hanno detto non esserci mai stata commercializzazione, dato che io stesso ho acquistato regolarmente il libro e possiedo una ricevuta fiscale, e che sarà facile dimostrare il contrario, non solo a mezzo stampa, ma magari a questo punto anche in un tribunale, risposta in cui invece che fare il Ministero praticamente fate l’ufficio stampa della Feltrinelli girando in maniera informale i loro ipotetici messaggi, non aiuta certo il cittadino a vedere dissipati i timori di un terribile conflitto di interessi paralizzante l’esercizio di controllo su questa vicenda che vi spetterebbe.
Se a ciò aggiungiamo che il libro in questione avente per tema la pandemia in corso è stato scritto, durante la pandemia, dal ministro della salute in carica, ella si rende certamente conto che tale libro riguardando vita o morte di milioni di cittadini ha valore di documento, documento che reso pubblico è stato fatto sparire, tutto ciò allora diventa una questione enorme, semplicemente enorme. Non crederà certo che la società civile lasci scorrere cosi questa cosa, spero. Andremo fino in fondo e vedo che si prospetta la necessità di chiamare in causa il terzo potere dello Stato, ovvero quello giudiziario a vigilare sull’operato del potere esecutivo, di cui il vostro ministero è una espressione.
Come direttore generale certamente la sua preparazione giuridica ed istituzionale le permetteranno sicuramente di comprendere perfettamente come una grave preoccupazione, e il desiderio di vigilare sull’operato delle proprie istituzioni, del cittadino comune ma sovrano, che davanti a un fatto del genere, quale il ritiro di un libro scritto da un ministro della sanita in carica, e avente tema una pandemia in corso che ha fatto oltre 140 mila morti, comportato una restrizione gravissima dei diritti fondamentali, una grave recessione economica, nonché l’istituzione di uno stato di emergenza che la Costituzione non contempla nemmeno, come hanno sottolineato sommi giuristi e professori, siano suscitate da una risposta del tutto velleitaria e nebbiosa quale quella che Ella, gentilissima Direttore Generale, devo riconoscere con grande gentilezza e solerzia, mi ha fatto pervenire con la sua lettera di risposta, che mi perdoni, ma è assolutamente inaccettabile.
Fra l’altro in una precedente lettera del 20 Dicembre 2020 sempre in risposta alle mie sollecitazioni, pervenutami dal vostro ministero si diceva tutt’altro e anche qualcosa di molto interessante che mi rende abbastanza difficile aderire all’impianto concettuale della vostra risposta. ecco il testo:
“Egregio Direttore,
si fa riferimento alle segnalazioni inerenti la commercializzazione del Libro “Perché Guariremo” dell’autore, nonché Ministro della salute, Roberto Speranza, edito da “La Feltrinelli”. Al riguardo la stessa casa editrice, contattata al fine di definire i termini della vicenda, ha chiarito che la messa in commercio dell’opera citata era prevista per metà ottobre 2020, tuttavia, in considerazione della seconda ondata Covid 19 e dei conseguenti impegni istituzionali dell’autore, che avrebbero impedito la piena promozione del libro, la casa editrice Giangiacomo Feltrinelli Editore S.r.l. e l’autore si sono accordati per rinviarne, a data da definirsi, la vendita e la promozione. Ciò stante, al momento, non può trovare applicazione l’art. 142 della legge n. 633/1941 in quanto, da un lato, l’autore non ha esercitato il diritto di ritirare definitivamente dal commercio l’opera, con conseguente cessazione del contratto di edizione inter partes e, dall’altro, la decisione di procrastinarne la vendita e la promozione non è frutto di una scelta unilaterale dell’autore, ma è stata condivisa con l’editore nell’ambito dell’autonomia negoziale riconosciuta alle parti.
Distinti saluti”
Da un rinvio per impegni a un Macero definitivo ne passa di acqua . Ed è necessario, data la immensa incidenza della questione sulla vita e sulla morte dei cittadini, fare molta chiarezza su questa vicenda, che in paesi di più antica tradizione democratica come quelli Anglosassoni avrebbe da tempo alzato uno scandalo a dir poco enorme.
Distinti Saluti“
TUTTI GLI ARTICOLI RIGUARDANTI IL LIBRO SCOMPARSO IN ORDINE CRONOLOGICO
4 dicembre 2020 Il libro sparito del Ministro Speranza è censura di Stato, distopia orwelliana.
4 dicembre 2020 Welcome to dystopian Italy: the Minister of Health Roberto Speranza’s missing book
16 dicembre 2020 Roberto Speranza, MiBACT scrive: libro non ritirato a norma di legge 633 del 1941
21 dicembre 2020 Lettera alla Giangiacomo Feltrinelli Editore sul libro del ministro Speranza
22 dicembre 2020 Nel Libro di Roberto Speranza il Piano Pandemico non è mai citato. Forse perché non sapeva cosa fosse.
contact d.colantoni@young.it
canale twitter https://twitter.com/Epistemide