Premessa: 70.000 morti di Covid. Circa l’aspetto giuridico del ritiro del libro del Ministro Roberto Speranza dal commercio, a seguito delle molte richieste da me trasmesse ai loro uffici, il Ministero della Cultura si è attivato per avviare una “ricognizione al fine di circostanziare la vicenda descritta” (mail del 2 Dicembre) solo per comunicarmi in una seconda mail (7 Dicembre) che la competente Direzione Generale Biblioteche e Diritti d’Autore, al fine di conoscere i termini formali di questo ritiro, di cui evidentemente non sapeva nulla fin quando non ho scritto loro , si era rivolta direttamente alla Feltrinelli, scrivendomi che detta casa editrice avrebbe assicurato che non si trattava di un ritiro del libro del Ministro Speranza dal commercio, bensì di un rinvio, concordato fra editore ed autore, della vendita e della promozione a data da definirsi.
Nel rispondermi il ministero ha messo in conoscenza la Dottoressa Cantalupo e la Dottoressa Paganotto, rispettivamente direttrice Affari Legali, Societari e Compliance Gruppo sotto la Direzione Corporate della Holding Effe 2005 Gruppo Feltrinelli SpA, e Head of Corporate Affairs and legal M&A presso Effe 2005 Gruppo Feltrinelli, alle quali ho immediatamente scritto delle mail di cui mi è pervenuta notifica di lettura.
Ho scritto loro per chiedere un confronto sulla vicenda, poiché di un oggetto entrato sostanzialmente nella sfera del mercato non è evidentemente possibile rimandare la commercializzazione senza il previo ritiro dal commercio dello stesso oggetto, e il libro del Ministro della Salute Speranza, che in tale condizione di oggetto in commercio già si trovava ricadeva senza dubbio alcuno nell’ambito di applicazione della legge 633/1941, tanto che io stesso ne ho acquistata regolarmente un copia, di cui possiedo regolare ricevuta d’acquisto, inconfutabile prova di tale commercializzazione, di cui ho inviato al ministero e alle responsabili Feltrinelli, dal ministero messe in cc , anche una foto, mentre il Ministero nella sua risposta, sulla base delle comunicazioni della Feltrinelli, affermava il contrario, scrivendomi che, stante il fatto che “la casa editrice Giangiacomo Feltrinelli Editore S.r.l. e l’autore si sono accordati per rinviarne, a data da definirsi, la vendita e la promozione (…) al momento, non può trovare applicazione l’art. 142 della legge n. 633/1941”, motivo per cui, ritenendo inesatta questa spiegazione dal ministero , e invitandolo a esercitare pertanto il suo potere di controllo sulla vicenda, confrontandomi con le responsabili Feltrinelli messe dal Ministero in copia conoscenza, volevo capire come a loro detta ciò fosse possibile, visto che il libro non era stato mai formalmente ritirato dal commercio.
Non ho ricevuto nessuna risposta. Precedentemente avevo scritto, sempre per lo stesso motivo di un confronto con la casa editrice, anche a due diversi uffici stampa della Feltrinelli.
Nessuna risposta nemmeno da loro. Dunque nell’arco di due settimane ho scritto a diversi uffici e persone della Feltrinelli, senza mai ottenere la benché minima risposta, fosse anche un gelido no comment, come se le mie lettere fossero state scritte da un ebreo nella Germania nazista, scusate la provocazione ma non si vedono altre speranze di scuotere una reazione.
A fronte di questi atteggiamenti che, mi dispiace, ritengo semplicemente barbarici, voglio approfittare per esprimere pubblicamente alcune riflessioni con lo scopo di tentare un collegamento con le coscienze di tutte quelle persone che non hanno ritenuto un dovere morale rispondere a un organo di stampa seppur modesto quale quello per cui dirigo la sezione Cultura, e in ogni caso, ma soprattutto per questo, in verità, come dovere storico di testimonianza intellettuale su una vicenda di questa portata, in cui i valori della nostra civiltà illuminista e cristiana e non da ultima della nostra Costituzione dovrebbero essere sempre chiamati a permeare i nostri consueti comportamenti ovunque.
E ciò dato il ruolo strategico che le persone a cui ho scritto, in quanto membri, anche con alte responsabilità, dell’organico di una delle maggiori case editrici del mondo, ricoprono in una democrazia che teoricamente dovrebbe essere avanzata, cosa che fa di essi membri di quella che dovrebbe essere l’élite culturale di una nazione, un’élite che dovrebbe consigliare, e sempre in maniera parresiastica, il sovrano: nel caso delle democrazie il popolo, che esercita la sovranità attraverso le sue istituzioni.
Scrivo questa lettera pubblica ai vertici Feltrinelli non come fatto personale ma essenzialmente come irrinunciabile occasione per non mollare , che era il titolo di un famoso foglio antifascista, che aveva fondato e su cui scriveva il padre del mio maestro e carissimo amico Aldo Rosselli, per non mollare la presa di un tenace impegno civico , sinceramente reso arduo e estenuante dai comportamenti italiani delle istituzioni, sia dello Stato che Culturali, dalle quali per ottenere risposte che dovrebbero essere date immediatamente per civiltà, bisogna sudare sette camice con una immensa perdita di tempo che potrebbe essere impiegato a vantaggio della società per riflessioni costruttive.
Impegno civico come pubblica riflessione ed elaborazione sociale dell’ immensa e destabilizzante tragedia che stiamo vivendo con questa Pandemia, questione in cui la Giangiacomo Feltrinelli Editore, sicuramente con le migliori intenzioni, come è sua tradizione, ha deciso di entrare in gioco da grande protagonista politico e culturale quale è, pubblicando il libro dell’attuale Ministro della Salute dal titolo “Perché Guariremo, dai giorni più duri a una nuova idea di salute “ da egli scritto, come da dichiarazioni, durante la prima ondata Pandemica.
La Pandemia ha stravolto la vita di ognuno di noi, siamo tutti chiamati da questo evento a parlarci come Koinè nazionale, nessuno è escluso da essa, ogni famiglia italiana è stata toccata, anche la mia , il fratello di mio padre per dire, combatte contro il covid da alcune settimane, lo ha reso pubblico lui stesso.
Anche le responsabili della Feltrinelli a cui ho scritto, come tutti, sono esposte al rischio di poter contrarre il virus, e se lo contrarranno si saranno iscritte a giocare a una roulette russa come nel film Il cacciatore di Michael Cimino, che potrebbe risolversi in un nonnulla oppure avere un esito fatale.
Certo sicuramente le loro persone avrebbero più mezzi per affrontare la cura rispetto a persone povere; Paolo Vineis durante il Convegno Epigenetica ed Evoluzione del 29 maggio 2015, non per nulla ebbe ad affermare che “La Classe Sociale è uno dei principali predittori di malattia e di mortalità”, e quindi è comprensibile da parte loro un atteggiamento meno preoccupato, meno urgente, di quello che possono avere persone con minori mezzi, tuttavia, questo virus è una minaccia gravissima per tutti. Per le persone, per i sistemi economici e per le democrazie. E una cosa di cui dobbiamo parlare, non ne possiamo uscire bene fuori come società se non ci affrontiamo e confrontiamo adesso su questa situazione.
Questo fatto rende ancora più evidente la gravità nonché l’irrazionalità della sottrazione alla pubblica opinione del libro che il Ministro della Salute ha scritto in riguardo alla Pandemia, alla gestione della Pandemia e alla Sanità Pubblica in relazione all’evento pandemico. Scritto e pubblicato a Pandemia tuttora in corso, con quasi 70 mila cittadini morti in soli 9 mesi.
I vertici della Feltrinelli , fra cui le due responsabili messe in conoscenza dal ministero, esperte in ambito giuridico e quindi vere e proprie intellettuali, come possono non rendersi conto del portato politico di un libro del genere? Come fanno a non ponderare con la massima gravità, quale le migliaia di morti avvenute richiedono sia applicata, che tale libro, che il Ministro della Salute ha dato alle stampe e che l’editore ha dato al mercato, sia non solo un libro ma insieme anche un documento, un atto performativo, dal momento che chi lo ha scritto ha poteri esecutivi riguardanti la salute, che è un diritto fondamentale del cittadino, e che in questo momento è universalmente gravemente minacciata da una pandemia?
Come possono non valutare che il ritiro di questo libro –documento- atto performativo, che riguarda la salute di ogni cittadino, non essendo stato ritirato, a detta dello stesso ministero che ha riportato in questo senso la dichiarazione della casa editrice, a termini di legge, è stato sottratto alla pubblica opinione sostanzialmente attraverso un inaccettabile gesto dispotico, ovvero al di fuori della legge ( che in quanto tale è conoscibile da tutti) in base invece alla sola volontà e soprattutto al potere di farlo di chi lo ha fatto? Certamente qualcuno ai vertici della Feltrinelli ha letto De l’esprit des lois di Montesquie, se si, ricorda cosa diceva sulla necessità di mortificare sempre l’orgoglio del potere?
Uno degli assunti fondamentali della Democrazia è che del potere di cui si viene incaricati nelle sue istituzioni si è sempre responsabili.
La Giangiacomo Feltrinelli Editore si rende conto che la Pubblica opinione, trattandosi del libro del Ministro della Salute sulla Pandemia, sulla sua gestione e sullo stato del Sistema Sanitario Nazionale, tutte cose che incidono in maniera direttissima sulla salute, un diritto costituzionale primario, ha un interesse e un diritto assoluto a leggere tale libro, a discuterlo, a valutarlo? E che è un atto gravissimo averlo ad essa sottratto ?
Lo scrive il Ministro stesso a pagina 72, nel capitolo “Diversi ma uniti” che “il popolo italiano ha diritto di chiedermi competenza nello svolgerlo“, il suo ufficio di Ministro della salute: ma come fa il popolo ad esercitare tale diritto di richiedergli questa competenza, da cui dipendono migliaia o di sopravvivenze o di morti, a fronte dello sottrazione che ha subito di questo strumento di valutazione di assoluta importanza che è questo libro legalmente ancora in commercio ma di fatto ritirato da librerie e piattaforme di vendita?
SENZA MANUALE ? IL PIANO PANDEMICO COSA E’?
Suppongo che i vertici della Giangiacomo Feltrinelli Editore abbiano letto il libro, immagino che lo abbiano persino letto le responsabili a cui ho scritto, ma chiunque sia nei vertici della casa editrice ad aver letto il libro, ha capito che il Ministro della Salute in carica, che a pag 19 ha intitolato il prologo “Senza Manuale”, vi afferma perentoriamente che nessuno aveva un manuale per affrontare questa cosa, e che nessuno poteva prevedere la Pandemia?
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Mi permettano di citare il passaggio dalla mia copia regolarmente acquistato da Amazon, prima che orwellianamente, appena dopo che un articolo del Corriere del Sera del 7 Dicembre aveva dato notizia che esso non era sparito dal commercio ma che era ancora in vendita su Amazon , si vaporizzasse dopo appena tre giorni anche su tale piattaforma.
Siamo a pag 21:
“Non ho un manuale di istruzioni per questa emergenza, nessuno di noi ce l’ha. In occidente non ci sono soluzioni già sperimentate con successo da replicare. Siamo dentro una tempesta senza precedenti e non abbiamo un manuale da consultare che ci possa indicare una rotta da seguire”
Anche quando a pagina 29 si pone la domanda “e soprattutto, se davvero si trattasse di una epidemia, il nostro Servizio Sanitario Nazionale è preparata ad affrontarla? Penso al Patto per la Salute appena siglato alle riforme che sto gia portando avanti” non pensa minimamente al Piano Pandemico Nazionale. E infatti non lo scrive.
Davvero nessuno si rende conto della gravità di questa affermazione in un libro sulla pandemia, scritto a pandemia in corso da un Ministro della Salute in carica che afferma di non aver avuto un manuale, quando il nostro Paese, a seguito dello scoppio della SARS nel 2003, dal 2005 si è dotato di un Piano Pandemico Nazionale , che è esattamente un manuale di oltre 70 pagine, che se fosse stato applicato avrebbe messo sotto controllo la pandemia ai primi focolai, e che dunque un manuale esisteva eccome, solo che lui, Ministro della Salute in carica, non lo conosceva? E che non lo conosceva cosi tanto, che persino scrivendo un libro, quindi facendo mente locale sul tema della gestione della pandemia, gli è completamente sfuggito, tanto da non averne mai fatta menzione, nemmeno una sola volta, in ben 229 pagine del libro?
Chissà se il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bergamo Dott. Antonio Angelo Chiappani, e il Procuratore Aggiunto presso il Tribunale di Bergamo, Dottoressa Maria Cristina Rota , lo hanno letto nonostante sia sparito dalle librerie, e lo abbiano messo agli atti della loro inchiesta sui piani pandemici.
Capite cosa significa questa cosa?
Significa che sequestrando il libro ai cittadini italiani – fra cui quelli che moriranno di Covid ma che oggi sono ancora vivi e sani – senza neppure rispettare la legge che regola il ritiro dei libri dal commercio, gli è stato impedito di prendere consapevolezza che colui che ricopre la carica di Ministro della Salute, nell’attuale governo in carica, evidentemente non aveva nessuna consapevolezza dell’esistenza dei Piani Pandemici. E potrebbe anche significare, lo appureranno le procure, che nessun responsabile sanitario di vertice del nostro SSN glielo abbia mai fatto presente. Di qualcosa del genere si è duramente lamentato nel corso della trasmissione non è l’Arena del 20 Dicembre il viceministro della Salute Pierpaolo Silieri.
Capite con ciò che tipo di responsabilità storica si sta assumendo la Giangiacomo Feltrinelli Editore, avendo accettato di ritirare questo libro togliendolo dalle mani degli italiani? Temo che abbiate molto sottovalutato la cosa.
Togliendo ai cittadini , di cui molti, oggi sani, domani si ammaleranno e moriranno, come matematicamente sappiamo, il diritto di accedere a questo libro, si è impedito loro di appropriarsi di un mezzo di conoscenza fondamentale della competenza del Ministro della Salute in carica, cosa essenziale per difendersi dalla minaccia alla loro salute consistente anche nell’inconsapevolezza di avere un Ministro della Salute che, non avendolo mai citato in un suo libro sulla Pandemia, ha dimostrato di non essere stato a conoscenza dell’esistenza di un Piano Pandemico, sarebbe altrimenti completamente assurdo che non sia mai citato nel libro.
Non ci si rende conto dell’infamia che tale atto rappresenta verso questi cittadini, verso i loro congiunti e amici, e verso i connazionali, che contrarranno il virus e ne moriranno senza avere mai saputo che il Ministro della Salute in carica era ed è una persona inadeguata a questa responsabilità in tale gravissimo frangente, avendola affrontata per molti mesi senza alcuna conoscenza del Piano Pandemico Nazionale?
Qualcuno nei vertici Feltrinelli sa cosa ha scritto il The Guardian nell’ articolo dell’11 Dicembre, dal Titolo “WHO accused of conspiring with Italy to remove damning Covid report”, cose che io stesso del resto avevo scritto in un mio lungo articolo del 30 marzo 2020?
Eccone un brano da me tradotto:“Se la Procura di Bergamo scopre che l’Italia non è riuscita ad aggiornare il suo piano pandemico, tutti i ministri della salute e i primi ministri dal 2013 rischiano di essere processati”. Capite il tragico nesso fra il libro, oggi irreperibile, in cui il Ministro della salute scrive che non aveva un manuale e questa responsabilità penale gravissima, di cui parla il The Guardian?
Mi riesce difficile immaginare che tutto ciò in qualche maniera non colpisca e agiti moltissimo anche le vostre coscienze, anche se cosi parrebbe essere.
Un editore con la storia che ha la Giangiacomo Feltrinelli Editore (che, come diceva il suo fondatore, voleva “Cambiare il mondo con i libri, combattere le ingiustizie con i libri”), ma in generale un qualsiasi editore, non dovrebbe essere solo e unicamente una gelida azienda che vede nei libri solo il carattere di merce, bensì dovrebbe rappresentare un corpo intermedio della società, uno snodo intellettuale organico, una voce politica, e in un simile frangente, al cospetto di 70 mila cittadini morti ,secondo il mio discernimento, avrebbe dovuto mettersi, senza se e senza ma , dalla parte del diritto alla salute , dalla parte del popolo, dalla parte della verità e della giustizia, antichi fari di chi si oppose ai regimi totalitari per darci le democrazie, piuttosto che dalla parte del potere nell’atto di occultare un suo documento, quale a tutti gli effetti non solo possiamo ma dobbiamo considerare tale libro. E per tanto, dissociandosi da tale tentativo di occultamento, opporsi al ritiro del libro adendo le vie legali, rivendicando sulla pubblicazione i propri diritti di editore, come prevede la legge 633/1941, e come avreste sicuramente fatto, sono sicuro, se un autore qualsiasi, non fornito degli eccezionali poteri di un Ministro in carica, avesse, una volta giunto il libro sugli scaffali delle librerie, espressa l’intenzione di ritirarlo dal commercio.
Se, al contrario, la Giangiacomo Feltrinelli Editore, avesse concorso, come il Ministero della Cultura riferisce, a questo ritiro per difficoltà inerenti l’attività promozionale, cosa ben difficile a credersi, ebbene avrebbe anteposto, fuor di legge 633, futilissimi motivi alla inderogabile necessità storica che tale libro restasse nella disponibilità dell’opinione pubblica, in considerazione delle tremende conseguenze sanitarie, sociali ed economiche della pandemia in corso.
Se così fosse, si tratterebbe di una macchia indelebile sulla storia della Giangiacomo Feltrinelli Editore, casa editrice divenuta celebre nel mondo proprio difendendo un libro, il Dottor Zivago di Pasternak, dalle grinfie del potere che lo voleva cancellare dal presente.
Concludo esprimendo la convinzione che la noncuranza nel rispondere ad organi di stampa regolarmente registrati presso Tribunali della Repubblica Italiana, che scrivono alla Giangicomo Feltrinelli Editore chiedendo un confronto, proprio per dare alla casa editrice modo di esprimere la sua versione dei fatti, i suoi perché; il rifiuto pressoché totale mostrato ad interloquire con la pubblica opinione su questa vicenda tragica della pandemia che in questo caso ha coinvolto la casa editrice insieme agli interessi sociali, politici e sanitari del Paese, a mio modo di vedere, oltre a ledere l’interesse pubblico, danneggiano enormemente anche l’immagine della azienda , e insieme ne danneggiano la reputazione del suo presidente, poiché pregiudicano gli interessi di lui e ledono quello della azienda, compromettendo il prestigio storico della Giangiacomo Feltrinelli Editore, la sua reputazione etica che chiunque attribuisce a tale casa editrice, per il ruolo enorme che ha avuto nell’educazione nazionale e nella diffusione della cultura, con un particolare riguardo alla cultura dei diritti nel paese, per cui la comunicazione ha un’importanza cruciale, come in molte occasioni ha ribadito il direttore generale della Feltrinelli Alberto Rivolta, il quale non credo avesse in mente in questo senso uffici e responsabili impermeabili come mura di gomma alle voci della società a cui poi si vendono i libri.
Di fronte a un atteggiamento barbarico come quello messo in atto non rispondendo alle mie mail, in tutti e quattro i casi in cui ho scritto alla Giangiacomo Feltrinelli Editore , non parliamo quindi di un solo evento che potrebbe anche essere accidentale, ma a questo punto chiaramente quello che parrebbe avere tutte le caratteristiche di una sorta di metodo di negazione, probabilmente dettato da incapacità politico culturale a gestire il frangente, delle voci che chiamano la Giangiacomo Feltrinelli Editore a un confronto politico e intellettuale, oggi storicamente necessario, come se io fossi una non-esistenza, una specie di kafkiano Gregory Samsa rovesciato sul dorso con le sue zampe di insetto di cui non riuscite a decifrare l’enigma – e ricordo ancora che prima ho anche scritto a due uffici stampa, rimasti altrettanto gelidamente muti in un’atteggiamento di disprezzo della pubblica opinione, testimoniata anche da articoli come quello di Simonetta Sciandivasci del 23 Ottobre – ebbene chiunque potrebbe pensare che questa sia una detestabile vera e propria policy aziendale, indegna di un paese civile dalla cultura millenaria, e impartita direttamente da Carlo Feltrinelli, cosa che, avendo io attentamente letto il libro da egli scritto Senior Service e credendo che egli stesso creda fermamente nei valori in esso espressi, mi rifiuto assolutamente di ritenere possibile, nella convinzione che egli sia piuttosto vittima di erronee deleghe di potere, che, come mi diceva il mio maestro Rosselli, sono il buon segreto del buon potere stesso.
Se io avessi una azienda non esiterei un solo istante a licenziare chi, a nome della mia azienda , compromettendone l’immagine di civiltà, e la sua tradizione etica, si permettesse, o semplicemente non ne fosse all’altezza, di non rispondere, in alcun modo, alle mail di un organo di stampa, nel corso di una vicenda di chiaro interesse pubblico coinvolgente l’azienda stessa, persino nel caso, straordinariamente assomigliante al nostro, in cui il contatto fosse stato avviato direttamente dalla segreteria generale della direzione di un Ministero della Repubblica. Fortunatamente per i miei dipendenti non ho una azienda , possono quindi tranquillamente continuare a godersi gli stipendi che gli do in questa fantasia in cui essi si comportano in tal modo poiché io, essendo solo una fantasia, non posso licenziarli.
Tornando al nostro presente suggerisco di restituire immediatamente il libro sequestrato al giudizio della pubblica opinione, riportandolo celermente sugli scaffali delle librerie italiane dove si trovava con tutti i titoli per starvi: tale libro, come mi ha scritto il Ministero della Cultura, formalmente non è stato mai ritirato, e quindi si trova sotto una sorta di ambiguo stato di sequestro, ma esso appartiene inderogabilmente ai cittadini italiani, in quanto scritto e pubblicato dal Ministro della Salute in carica e avente come tema le azioni del suo ministero nella gestione della pandemia , attività è interamente finanziata dal denaro pubblico, e non racconta la sua vita privata, pertanto importantissimo documento politico, praticamente un vero documento governativo, che riguardando la Pandemia in corso che non sappiamo quando e come finirà, tocca direttamente il diritto costituzionale alla salute .
Tale libro-documento non risulta essere formalmente coperto da segreto di Stato, ne è formalmente ritirato dal commercio, se lo si vuole sottrarre alla pubblica opinione assumendosene la responsabilità, allora si proceda a coprirlo formalmente con il segreto, altrimenti lo si restituisca alla sfera pubblica, a cui ormai comunque appartiene irreversibilmente, anche come cosa ad essa sottratta con l’abuso di potere.
Il Ministro Roberto Speranza a fine libro, nel capitolo “Un nuovo Ministero” pag 221- 222, aveva espresso l’intenzione di attuare importanti riforme del Ministero della Salute, la seconda di esse, ha scritto, sarebbe stata “Trasparenza sempre e in ogni caso.”
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