Al termine della Seconda Guerra Mondiale, molti scienziati nazisti furono importati negli Stati Uniti per fare il lavaggio del cervello sui prigionieri di guerra del Vietnam e di Guantanamo, applicando tecniche di manipolazione e controllo mentale, utilizzate successivamente dalla CIA all’interno di un progetto chiamato MK Ultra.
MK Ultra, diminutivo del nome tedesco Mind Kontrolle Ultra nacque ufficialmente il 13 aprile 1953, grazie ad un’idea dell’ex direttore della CIA Allen Dulles, che fino a quel periodo storico si era lamentato di non avere abbastanza cavie umane per sperimentare queste straordinarie tecniche di lavaggio del cervello.
Conosciuto anche come il programma per il controllo della mente, era il nome in codice dato a un programma clandestino di esperimenti sugli esseri umani studiato a cavallo tra ali anni Cinquanta e Sessanta dalla stessa CIA, che aveva come scopo finale, l’identificazione di nuove droghe e nuove procedure che, integrate ad altre tecniche di tortura, servivano per far confessare i soggetti alle quali venivano sottoposte.
Tali esperimenti prevedevano l’uso di ipnosi, onde sonore, sieri della verità, messaggi subliminali, elettroshock, farmaci e numerose altre metodologie finalizzate a manipolare gli stati mentali delle persone selezionate per alterarne le funzioni cerebrali, comprese pratiche di isolamento, alterazione sensoriale e del sonno, abusi verbali e sessuali ed altre differenti forme di tortura. I documenti recuperati indicano che la CIA avrebbe fatto tutto questo al fine di controllare le menti dei soggetti sottoposti.
All’inizio del progetto, le cavie umane erano gli stessi dipendenti della CIA, agenti governativi, militari, prostitute e pazienti con disturbi mentali; lo scopo era quello di verificare che tipo di reazione avessero avuto sotto l’influsso di droghe ed altre sostanze. Tale progetto, originariamente organizzato tramite l’Intelligence, venne successivamente coordinato con la Divisione Operazioni Speciali dell’esercito americano.
MK Ultra ha raggruppato sotto un unico programma i vari progetti di interrogazione e controllo mentale, usufruendo di un’abnome quantità di denaro e numerosi scienziati su tutto il territorio, fu sovvenzionato per più di 25 milioni di dollari grazie a università, college, ospedali, prigioni e ricercatori privati.
Nei primi anni, alcune ricerche venivano pubblicate su giornali medici ufficiali ed il clima era molto permissivo in quanto venivano approvate la maggior parte delle sperimentazioni. Tutto questo fino al 1957, quando un report del comando della CIA, rivelò quali fossero i reali interessi e le preoccupazioni all’interno del programma stesso; era diventato necessario prendere le dovute precauzioni non solo per evitare che le forze nemiche sarebbero venute a conoscenza di tutte le operazioni ma anche per non far spargere le voci al pubblico ed ai media.
Nel 1964 il progetto fu rinominato MK Search, in quanto si stava specializzando nella creazione del “siero della verità”, sostanza che sarebbe stata utilizzata per interrogare esponenti del KGB durante la guerra fredda, fino ad essere progressivamente ridimensionato fino alla sua definitiva chiusura nel 1973.
A partire dal 1977 però, oltre 20 mila documenti sono stati ufficialmente desecretati grazie al Freedom of Information Act: l’attività investigativa fu resa difficoltosa dal fatto che il direttore della CIA aveva ordinato la distruzione di tutti i documenti; si dovette quindi ricostruire il tutto attraverso la testimonianza dei diretti interessati e dei pochi documenti recuperati.
Gli esperimenti sugli esseri umani erano spesso praticati all’insaputa dei soggetti scelti ed avevano lo scopo di sviluppare tecniche da utilizzare durante gli interrogatori operate dall’esercito o dai servizi segreti, e sviluppare farmaci, indebolendo gli individui portandoli a vere e proprie confessioni attraverso il lavaggio del cervello.
L’agenzia ha successivamente dichiarato che quei test avevano una debole base scientifica e che gli agenti posti all’esecuzione e al controllo degli esperimenti non erano ricercatori qualificati.
Durante i 20 anni ha avuto come scopo anche quello di contrastare in piena guerra fredda gli studi russi, cinesi e coreani sul programma stesso, ovvero sulla manipolazione della psiche delle persone. Le scoperte avrebbero dovuto portare numerosi vantaggi, come ad esempio la creazione di assassini inconsapevoli o il controllo di leaders stranieri scomodi. La nascita di nuove e potenti menti sarebbero state in grado di soggiogare la volontà ed il potere delle persone, creando adepti e portando le masse a svolgere azioni esacerbate da una spinta motivazionale superiore.
La chiave del successo di questa modalità stava nel dare ai soggetti coinvolti l’illusione del controllo: questi ultimi pensavano di controllare tale processo, in realtà progressivamente tendevano a tenerlo sempre meno sotto controllo; controllo che in realtà era sempre più in mano al soggetto manipolante che produceva sempre più una situazione di dipendenza nei confronti delle vittime creando un vero e proprio rapporto di dipendenza.
Quindi, volendo parlare nello specifico nella manipolazione mentale del business al giorno d’oggi, dobbiamo distinguere quale sia l’aspetto criminologico; tale manipolazione condivide alcuni elementi come ad esempio i fenomeni delle sette, ma anche alcune dinamiche come i processi di manipolazioni affettive puntando sull’aspetto psicologico e sociologico.
E’ importante anche ricordare che in realtà, molte delle cose riconosciute comunemente come potenzialmente distruttive, sono spesso nate da idee e principi sani e costruttivi.
Possiamo portare come esempio la dinamite; lo scopo iniziale della sua creazione fu quello di costruire gallerie per consentire la creazione di nuovi percorsi attraverso le montagne, implementando nuove vie di comunicazione.
Un altro esempio è il nucleare, nato con lo scopo di arricchire l’uomo di una nuove fonte di energia alternativa, ma che col tempo venne poi usato per scopi distruttivi specialmente a livello militare.
E per fortuna, non sempre gli uomini si sono riuniti per analizzare e psicanalizzare la mente umana per motivi distruttivi, degenerativi e poco edificanti.
Dovete sapere che negli anni 70 ci fu un importante avvenimento che elevò l’essere umano ad un livello di conoscenza superiore per quanto riguarda lo studio del cervello umano.
Due luminari, l’antropologo tedesco Rolf Schirm ed il professore americano Paul MacLean decisero di studiare il comportamento del cervello per scopi tutt’altro che manipolatori. MacLean, scienziato americano e direttore dell’Istituto Brain Evolution and Behavior, deputato alle ricerche sull’evoluzione del cervello e sul comportamento presso il National Institute of Mental Health, fu il primo ad esplorare attentamente le basi ed i meccanismi biologici ed evolutivi cerebrali.
Nel corso delle sue ricerche scoprì che il nostro cervello ha mantenuto dei tratti fondamentali appartenuti a diversi momenti dell’evoluzione, costituendosi non come un corpo singolo come la somma e la sovrapposizione di più cervelli.
La sua scoperta, definita addirittura come patrimonio scientifico degli Stati Uniti, offre ancora oggi un esclusivo contributo alla comprensione del comportamento umano.
Identificando a livello individuale la struttura funzionale del cervello è possibile comprendere il comportamento complessivo dell’individuo, distinguendo il tratto predisposto della personalità da altri fattori esterni quali la cultura, le esperienze, l’ambiente ed i condizionamenti.
Parallelamente, l’antropologo tedesco Rolf Schirm, sviluppò un modello della personalità umana basandosi su un numero molto consistente di esperimenti ed analisi. Grazie al concetto del cervello tripartito di MacLean ed alle scoperte di quest’ultimo, il lavoro di Schirm si è potuto diversificare e precisare assumendo la forma di modello strutturale.
Dopo la morte di Rolf Schirm, l’antropologo Juergen Schoemen, continuò il lavoro di Schirm in collaborazione con uno staff di scienziati sviluppando un training che ha permesso di applicare un analisi biostrutturale del nostro cervello a 360 gradi orientandola anche alla vendita, alla consulenza ed alla negoziazione.
All’inizio degli anni ’90 questa nuova metodologia formativa, dopo aver riscontrato pieno interesse da parte di numerose società internazionali operanti in tutti i settori di mercato, è approdata anche in Italia, nel momento in cui esplose il concetto della formazione motivazionale.
Con gli anni 2000 si è aperto un percorso sull’opportunità di considerare lo sviluppo dell’individuo capace di dare risposte efficaci alla struttura dei bisogni umani in termini economici, fisici, relazionali, progettuali e di prospettiva, con l’obiettivo primario di fornire un servizio di progettazione formativa, che contribuisce alla formazione individuale privilegiando lo sviluppo di competenze sociali, in un periodo storico in cui è sempre più evidente come la nostra società debba imparare ad accettare il passaggio ad un concetto di relazione, sia a livello interpersonale che a livello di business.
Alessandro Norcia