Prove tecniche di dittatura ? Il rischio è altissimo. Cittadini sovrani o sudditi ? Scrive l’Osservatorio Costituzionale AIC che in una Democrazia lo Stato di Emergenza potrebbe sempre scatenare un vero e proprio radicale cambio di Regime Politico. Ovvero , osserviamo noi, che a qualcuno venga in mente di usurpare permanentemente la Sovranità, che la Costituzione attribuisce unicamente al Popolo.
“Con estremo sconforto – soprattutto morale – abbiamo assistito – ed ancora assistiamo – ad ampi dispiegamenti di mezzi per perseguire illeciti che non esistono, poiché è manifestamente insussistente qualsiasi offesa all’interesse giuridico (e sociale) protetto(…)se superassimo il pericolo da coronavirus lasciando sul tappeto libertà fondamentali e diritti primari di libertà che oggi vengono seriamente posti a rischio da condotte repressive non adeguate rispetto ai fini perseguiti, che risultato avremmo conseguito?” da una dichiarazione congiunta di 9 magistrati, (ANSA 21 aprile 202015:35)
“in questo periodo sono stati gravemente lesi alcuni diritti costituzionali (la libertà di movimento, il diritto allo studio, la possibilità di lavorare, la possibilità di accedere alle cure per tutti i malati non-Coronavirus) e si profila all’orizzonte una grave lesione al nostro diritto alla scelta di cura. Tutto questo in assenza di una vera discussione parlamentare, e a colpi di decreti d’urgenza”Dal Comunicato AMPAS del 21/4 – dei medici del gruppo della medicina di segnale (735 iscritti all’AMPAS) moltissimi al fronte del Covid
PREMESSA: LO STATO DEI FATTI
Il Potere esecutivo è giuridicamente responsabile della catastrofe pandemica che non ha saputo impedire per non aver mai messo in atto i piani pandemici di cui l’Italia sulla carta è dotata da ben 18 anni, in virtù della catastrofe della pandemia che con la sua negligenza è come se avesse cagionato, ha poi assunto poteri emergenziali con i quali ha sospeso diritti costituzionali inalienabili e l’attività della stessa magistratura chiudendo i Tribunali.
È uno scenario a dir poco grottesco quanto inaccettabile. I Cittadini Sovrani sono trattati da coloro che dovrebbero esserne i servitori nello Stato e che hanno provocato la tragedia per negligenza e omissioni, come sudditi in stato di minorità e non come sovrani, nel peggiore dei casi addirittura come criminali che vengono braccati sulle spiagge con droni e quad, mezzi tecnologici pagati dal contribuente; abbiamo assistito a scene di innumerevoli abusi di potere scatenati dallo stato di eccezione, scene di arresti violenti anche di giovani ragazze eseguiti da militari e polizia congiuntamente. Decine di migliaia di cittadini multati fra cui una famiglia con un figlio malato oncologico che si recava in ospedale. Non è ammissibile!
È solo per essere stato trattato in modo vergognoso dall’Esecutivo come un incapace di intendere e volere, fondamentalmente, che il Popolo Sovrano è caduto preda del panico nella notte della fuga da Milano, spandendo ovunque nel paese l’infezione.
Ben diverso sarebbe stata la sua reazione se l’Esecutivo, invece di coltivare disgustose serpi nel seno che hanno passato le notizie finite addirittura alla stampa americana poi, avesse parlato ai cittadini quel giorno, spiegando con calma cosa intendeva fare e perché era necessaria la massima responsabile collaborazione, ovvero che fosse necessario restare ovunque si era in quel momento nella Lombardia, e che lo Stato li avrebbe serviti, nutriti se necessario, protetti e curati ovunque essi si trovassero a dover passare la quarantena, invece di far fuggire notizie che hanno poi rimbalzato da oltre oceano di zone rosse in cui voleva chiudere come in una trappola allestita in segreto la mandria umana.
I cittadini sono scappati perché lo Stato con la fuga di notizie ha dato l’atroce segnale di non volere dialogare con il popolo, di non cercarne la collaborazione, e nel contempo di non essere nemmeno capace di istituire una zona rossa senza senza scatenare il panico con notizie notturne lanciate da anonimi ad arte che avrebbero matematicamente provocato la fuga. Incapacità significa pericolosità, ergo paura.
CONDIZIONI DI TORTURA
Cittadini Sovrani che ad oggi, passati ormai quasi 50 giorni, sono sottoposti a quella che possiamo definire una vera e propria condizione di Tortura, per cui bisognerà adire al tribunale Europeo dei diritti umani, realtà in essere, questa della tortura, quando, non avendo le splendide case dei ricchi cantanti pop che strimpellano in tv, contornate da splendide terrazze, e accessoriate di studi di registrazione privati, con immense dispense piene di ogni bene, sono impediti di fare persino una passeggiata e costretti ormai da 50 giorni ormai talora in situazioni da segregazione carceraria di rigore. Immaginiamo infatti che esistano case buie, piccole, fredde, anguste, anche sprofondate in semi interrati, dove non batte mai il sole, malsane se uno non esce mai, e in queste case l’Esecutivo ha chiuso dentro i cittadini a causa della sua stessa odiosa negligenza che ha cagionato la Pandemia.
Molti di essi non hanno mezzi di sussistenza, lo Stato li ha chiusi dentro senza cibo da ormai 50 giorni. Lo Stato non può non sapere che in Italia ci sono 5 milioni di poveri assoluti e 12 milioni a rischio di povertà, eppure non un solo centesimo è arrivato a queste persone, nessun soldato è andato a portare loro il cibo. Importanti voci di giuristi e avvocati, filosofi e intellettuali, che riportiamo nel testo che segue, e che sono solo un campione di cittadini, si stanno sollevando contro questo prolungato Stato di Eccezione che sta minacciando l’impianto costituzionale della Repubblica. Adesso Basta. Si è raggiunto il limite tollerabile di questa condizione.
FORMARE COSCIENZA SANITARIA
E’ necessario continuare ad affrontare l’emergenza Pandemia in maniera massimamente partecipata insieme ai cittadini sovrani, responsabilizzando, creando dialogo e partecipazione cittadina, istruendo, non obbligando obtorto collo. La legge parla chiaro: lo Stato deve formare coscienza sanitaria nei cittadini, non fare il mandriano di vacche da macello.
Le magistrature ordinarie dello Stato devono immediatamente riprendere a funzionare e l’Esecutivo deve immediatamente rimettere i poteri eccezionali nelle mani del Popolo Sovrano, ovvero ripristinando la piena attività legislativa adesso ! La Costituzione deve riprendere il suo battito quale unico cuore della Repubblica, e cessare questa tossica circolazione extracorporea delle ordinanze contingibili. Questo, egregio Presidente del Consiglio e illustri Ministri della Repubblica, non è un consiglio, è un ordine.
STATO NON A NORMA
La stessa autorità che oggi, a suon di decreti del Presidente del Consiglio, assume poteri emergenziali, ovvero più generalmente il potere esecutivo dello Stato, il Governo, è la stessa autorità che non ha ottemperato all’obbligo giuridico di impedire l’evento della pandemia attraverso la completa attuazione dei protocolli e l’utilizzo di tutti gli strumenti disponibili, previsti dallo Stato e dalla Legge nell’evenienza di una minaccia epidemica/pandemica, e descritti dal Piano pandemico nazionale.
Sulla nascita di tale piano rimando il lettore al mio articolo del 30 marzo “Coronavirus: Mani Infette, le atroci verità di una Pandemia evitabile. Necessario nuovo storico “Processo di Norimberga”
Se l’esecutivo fosse il gestore di un locale pubblico, per fare un esempio, esso in tal modo non avrebbe così ottemperato agli obblighi di legge sulla sicurezza prima di aprire al pubblico. Non avrebbe garantito uscite di emergenza, non avrebbe messo gli estintori alle pareti e quant’altro.
Un simile gestore ovviamente non potrebbe aprire al pubblico esercizio a termini di legge: se aprisse inadempiente alle norme di sicurezza e scoppiasse un incendio e l’incendio uccidesse gli avventori, ne dovrebbe rispondere civilmente risarcendo le vite andate perdute e penalmente, anche se fosse dimostrato che l’incendio non fu direttamente causato da lui.
E’ esattamente la stessa situazione in cui si trovano gli uomini e le donne che oggi rappresentano il potere esecutivo.
ESAURIRE GLI STRUMENTI PER IMPEDIRE L’EVENTO
Solo se gli strumenti disponibili fossero stati esauriti nella loro capacità preventiva e ricognitiva (obbligo di prevenzione e sorveglianza sanitaria già previsto dalla legge 23 settembre 1978 N. 833 che istituiva il SSN), anche se l’evento pandemico li avesse comunque sovrastati e annichiliti, allora si potrebbe dire che l’obbligo giuridico, sancito dalla legge nel senso della prevenzione e sorveglianza sanitaria, di tentare di impedire l’evento sarebbe stato esaurito, e quindi non vi sarebbe nessuna responsabilità umana istituzionale e politica della conflagrazione della pandemia sul nostro territorio.
Ma noi partiamo da un solo dato: che esistevano piani pandemici nazionali che prescrivevano un protocollo atto a impedire la pandemia sul nostro territorio e prevedeva esercitazioni nazionali per testarne l’efficienza , da cui sarebbe stato chiaro tutto ciò che, da fare, non era stato fatto.
Per esempio lo stoccaggio durante gli anni dei Dispositivi di Protezione Individuale negli ospedali, che oggi avrebbe impedito a oltre 12.000 sanitari di infettarsi e l’addestramento al personale sanitario del Servizio Sanitario Nazionale per adoperarli.
Fermiamoci a solo queste due cose fondamentali, ognuno potrà approfondire leggendo il Piano Pandemico Nazionale, e capire da se come la pandemia avrebbe potuto ben essere evitata se esso fosse stato applicato.
Ebbene queste esercitazioni nazionali non si sono mai tenute, dunque lo strumento non è stato mai testato nella sua complessità, il che equivale a dire non è stato mai messo in essere, se non sulla carta, come direbbe il sorridente Direttore del Dipartimento Malattie Infettive Giovanni Rezza.
Tuttavia i vari Esecutivi che si sono succeduti nel tempo, invece non hanno mai dimenticato di foraggiare l’establishment militare con miliardi e miliardi dei nostri euro di tasse, spendendo i nostri denari con uno zelo ossessivo per prepararsi alla guerra, che evidentemente ritenevano potesse scoppiare da un momento all’altro. Chiaramente perché qualcuno gli ha sempre ricordato l’opportunità di farlo, coltivando determinati interessi, mentre nessuno si è evidentemente mai occupato di ricordare ai vari esecutivi l’opportunità di approntare i mezzi anti pandemia, facendo pressione sui decisori politici, per fare le esercitazioni anti pandemiche, parlo di epidemiologi, virologi, infettivologi al vertice delle istituzioni sanitarie da decenni, che oggi brillano come gemme di sapere nei comitati speciali tecnici, e divenute star spettacolari, consulenti di governo per ogni dove pontificanti e anche minaccianti persino la libertà di stampa, come ha recentemente osservato La Voce di New York . Membri degli stessi istituti scientifico sanitari che non hanno mai esercitato pressioni negli anni per attuare il Piano ma sulle cui prese di posizione è stato decretato lo stato di emergenza “in conseguenza del rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili”. Andavano evidente defenestrati con grossi calci nel culo e non promossi a comitati e consiglieri scientifici. Certamente dovranno anche loro rispondere alle società spiegandoci come mai sapendo quello che sapevano da scienziati vegetarono sonnecchiando fra uno stipendio e l’altro fino alla Pandemia per poi diventare i precettori rampanti dello stato di emergenza.
Qui e li si sono fatte delle piccolissime cose, altrove assolutamente nulla, e soprattutto non è stata verificata la capacità organica e complessiva di questo strumento interdisciplinare, infra istituzionale, interregionale, a livello nazionale ideato e ratificato con il piano pandemico nazionale.
Nella mia intervista al Direttore del Reparto di Malattie Infettive dell’ISS uscita sulla Voce di New York potete rendervi conto dalle sue stesse risposte della cosa.
Sebbene le responsabilità storiche della classe politica siano molto più antiche è più complessamente articolate nel loro rapporto con la pandemia attuale : tagli alla sanità, corruzione sistemica, privatizzazioni selvagge speculative e corruttive, abnormi spese militari favorite rispetto alle spese sociali, fuga dei cervelli a causa del nepotismo, etc. Tutti coloro che, da quando esso esiste come legge dello Stato, non hanno adempiuto a testare e a mettere in essere i mezzi del piano pandemico, possono essere considerati come coloro che hanno gravissime responsabilità, avendo omesso di adempiere ai propri obblighi giuridici, responsabilità pregresse gli uni, in essere gli altri, e dovranno essere necessariamente chiamati a risponderne, gli uni storicamente, gli altri processualmente, o altrimenti gravi torbidi potrebbero incendiare l’Europa per la rabbia dei popoli feriti.
Questa omissione e negligenza gravissime si possono iniziare a datare precisamente nel tempo, partendo dall’ultimo piano pandemico nazionale, pubblicato nel 2005 e aggiornato al 2016.
LA LEGGE NON AMMETTE IGNORANZA
L’attuale Governo, che come recita il Premier Conte, non immaginava nemmeno lontanamente una pandemia, non la immaginava per un unico motivo: perché non aveva preso atto che lo Stato possiede un piano pandemico da decenni, e quindi al passaggio delle consegne, quando suonando il simpatico campanellino ha assunto il potere, non si è nemmeno lontanamente preoccupato di capire se lo Stato era in grado di applicarlo, ovvero di difendere i cittadini contribuenti e sovrani da una minaccia pandemica, da anni annunciata dal WHO, che da anni ci rinnovava la direttiva di adeguare il nostro inadeguato Servizio Sanitario Nazionale, fatto a pezzi negli ultimi 30 anni, a prepararsi ad affrontarla.
Il Premier Conte è stato lapidario, “non immaginavamo nemmeno lontanamente una cosa del genere” (…) “non avremmo mai pensato nel nostro paese di guardare immagini in cui sfilano file di autocarri dell’esercito cariche di bari –lapsus-, di bare di nostri concittadini”( 26 marzo), il che equivale a dire “non ci siamo minimamente occupati della questione ”, ben altre erano le cose che preoccupavano i nostri litigiosi governanti, che la salute pubblica.
L’OPPOSIZIONE STORICAMENTE E’ ANCOR PIU’ RESPONSABILE
Ovviamente ciò vale anche se al Governo ci fossero stati i membri dell’opposizione, i quali storicamente sono enormemente più colpevoli di un Giuseppe Conte appena entrato in politica, che fino a ieri ha insegnato Diritto Ordinario in una classe universitaria.
La Lega, tanto per dire, ha governato insieme a Berlusconi che non ha mai messo in essere il Piano Pandemico da quando esiste, e insieme però hanno massacrato la Sanità Pubblica, hanno professionalizzato le forze armate, sospendendo incostituzionalmente la leva e portando con ciò la spesa militare a cifre vertiginose, e altre nefandezze.
LA DIFESA ERA IL PIANO PANDEMICO NON I 14 MILIARDI SPESI IN CACCIABOMBARDIERI F35
Oggi tutti abbiamo compreso, spero, che questo piano pandemico era ben più importante per la sicurezza del paese -infatti siamo stati attaccati da un virus non da un esercito- dei caccia F35, per cui abbiamo bruciato 14 miliardi di euro del contribuente, o dei i sommergibili in costruzione, o della gigantesca terza portaerei Trieste, che sarà varata il prossimo anno, costata di base un miliardo e cento milioni, e che comunque stiamo continuando a finanziare, anche ora, in piena crisi, mentre ci mancano ancora le mascherine per i medici.
Il Ministro Speranza ha avuto il suo Ministero non perché conoscesse a menadito fra le varie cose i Piani pandemici, ovvero perché lo si considerasse persona che avrebbe saputo perfettamente cosa fare nel caso di una pandemia, di cui probabilmente non aveva mai sentito parlare in vita sua non essendo un medico epidemiologo, ma per semplici motivi di distribuzione di potere nella alleanza ascesa al Governo: questi erano i problemi che urgevano alla nostra politica, cosi a Speranza è stato data la Salute, Ministero di seconda linea nell’agone per il potere della politica, non immaginando nemmeno lontanamente che di li a poco sarebbe assurto a Ministero più potente (sulla carta) a cui spetterebbero tutte le decisioni del momento, e più esposto in questo frangente.
Lo si era messo li, buono, e contento, ad abbondante pagamento della quota minima che una forza di pochi numeri come Liberi e Uguali aveva apportato allo schieramento per raggiungere i numeri necessari per ottenere la maggioranza. Non dimentichiamoci i perché delle nomine, la cosa ci aiuta a comprendere lo stato delle cose.
LA STRUTTURA CONCETTUALE DELL’ARTICOLO 40 DEL CODICE PENALE
Dunque se applichiamo a questo scenario di negligenze la struttura concettuale dell’articolo 40 del codice penale che recita che chi non impedisce un evento che era giuridicamente obbligato a impedire è come se lo avesse cagionato, noi dobbiamo ritenere che questo Governo, per quanto riguarda il nostro paese, è come se avesse cagionato l’epidemia.
Dove l’obbligo giuridico a prevenire le malattie , esplicitamente espresso nella missione del Ccm, per esempio –Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie– e ancor più specificatamente dall’ Ufficio 5 – Prevenzione delle malattie trasmissibili e profilassi internazionale, riguarda ovviamente l’obbligo di esaurimento di tutti i mezzi esistenti per impedirle, anche se poi l’evento, nel nostro caso pandemico, si dovesse dimostrare inarrestabile da quei mezzi.
È cosa ben diversa infatti subire una evento tragico ma inevitabile, contro il quale si è tentato il tutto per tutto giocando di anticipo, e morire invece di una morte causata fondamentalmente dalla omissione e dalla negligenza dei rappresentanti delle istituzioni, da noi pagati e incaricati, responsabili della nostra salute e della nostra pubblica incolumità.
I quali fino ad oggi hanno smantellato quel Servizio Sanitario Nazionale che il Presidente della Repubblica Sandro Pertini ci aveva consegnato forte di 600.000 posti letto nel 1978, e oggi arrivato mutilato a soli 160.000 letti, inclusi quelli della sanita privata convenzionata e spesso corrotta.
Vogliamo osservare che da parte dei servitori dello Stato attentare alla salute anche di un solo cittadino in una Repubblica , è anche un atto di Lesa Maestà, essendo il popolo il Sovrano.
Noi sappiamo che questi mezzi non sono stati spesi preventivamente come la legge chiede al potere esecutivo di fare come prevenzione e sorveglianza sanitaria, per tentare, almeno per tentare di impedire il dilagare di una Pandemia sul nostro territorio.
DUBBIA COSTITUZIONALITA’. PARLANO UN GIUDICE E UN AVVOCATO
Tutto è stato fatto dopo. Si è chiusa la stalla dopo che i buoi erano fuggiti.
Il costo pagato sono state decine di migliaia di morti e, su un altro piano, un grave minaccia, attualmente ancora in essere, allo Stato.
Sospensione di diritti fondamentali di proprietà e di movimento (per capirci nessuno può raggiungere e godere una sua proprietà scegliendo di spostarsi in una seconda casa), la libertà individuale, la libertà di religione, la libertà di associazione. Molti altri aspetti della nostra sovranità espressa nei nostri diritti inalienabili, come spiega in dettaglio il ragionamento sviluppato da due figure di legge in “Emergenza sanitaria. Dubbi di costituzionalità di un giudice e di un avvocato” sul magazine giuridico “Questione Giustizia” sono sospesi in un gelido limbo extra-costituzionale.
Mentre l’entourage di uomini e donne che sono assurti al ruolo apicale di compagine di Governo, non ricordando che esistessero le pandemie in agguato come massimo pericolo per l’umanità del XXI secolo , ovvero non occupandosi di ciò di cui erano responsabili, non si è attivato per verificare lo stato dei mezzi per affrontare e sventare la minaccia di una Pandemia, che secondo il WHO , il Global Security Index, Bill Gates, e molti altri da anni era un enorme pericolo che pendeva come una spada di Damocle sui popoli.
Vogliamo osservare che, al loro contrario, un qualsiasi gestore di un locale, quando assume una licenza, prima di aprire deve immediatamente verificare di essere in regola con le norme di sicurezza, quali i dispositivi anti incendio e le uscite di emergenza?
NON DOVREBBE UN ESECUTIVO QUANDO PRENDE IN CONSEGNA LO STATO VERIFICARE IMMEDIATAMENTE SE ESSO E’ A NORMA DI SICUREZZA?
Non dovrebbe forse un Governo fare la stessa cosa appena si insedia, ovvero verificare che lo Stato che prende in consegna sia a norma di legge per quanto concerne la sicurezza pubblica e la pubblica salute?
Non dovrebbe immediatamente verificare tutti i sistemi di sicurezza prescritti dalla legge dello Stato, fra i quali, importantissimo, come comprendiamo bene, il Piano pandemico, che però Il direttore Rezza del Dip. Malattie Infettive dell’ISS ha dichiarato nell’intervista che mi ha rilasciato, solo un pezzo di carta della cui utilità dubita?
Non dovrebbe farlo soprattutto perché è proprio in nome dell’articolo 32 della Costituzione, ovvero il diritto alla salute, che si e arrogato di sospendere l’intero impianto costituzionale fra cui ricordiamo l’Art 13 della Costituzione, ovvero ritenendo la salute più importante e al di sopra della inalienabile libertà individuale, la quale può essere limitata solo dal potere giudiziario conseguentemente a una condanna giuridica discesa dall’obbligo di giudicare e punire un crimine?
Proprio sulla questione della Salute i nostri due primi autori fuori campo in “Emergenza sanitaria. Dubbi di costituzionalità di un giudice e di un avvocato” osservano “che in tempi non sospetti, 1974, un costituzionalista quale Alessandro Pace, con la voce dell’Enciclopedia del Diritto Libertà personale (dir. cost.), scriveva espressamente che “Va subito affermato che non sembra che l’art. 13 possa cedere all’art. 32; pertanto tutte le restrizioni coattive per motivi di sanità devono di necessità seguire la via giurisdizionale prevista da quell’articolo” (pag. 298). Ed ancora Alessandro Paci “D’altro canto mai potrebbe, dall’autorità pubblica, essere invocato l’art. 32 Cost. per derogare, per motivi di salute, alla portata e alle garanzie dell’art. 13” (pag. 296). Con questo, nessuno vuole prestarsi al gioco di stabilire se viene prima la libertà o la salute; solo sottolineare che ha costituito una novità l’idea che in nome della tutela della salute tutto potesse essere possibile e lecito”
Questa cosa è facilmente intuibile anche dal cittadino comune che abbia l’amor proprio di studiarsi il testo della Legge 23 dicembre 1978, n. 833 che istituiva il Servizio Sanitario Nazionale che al Capo 1 dei principi ed obiettivi dichiara senza mezzi termini “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività mediante il servizio sanitario nazionale. La tutela della salute fisica e psichica deve avvenire nel rispetto della dignità e della libertà della persona umana.”
COME UNA SENTINELLA CHE TRADISCE LA CONSEGNA
Dunque il Governo non ha opposto preventivamente nessun mezzo per impedire la pandemia con gli strumenti preposti dal piano, in primis verificando il piano stesso indicendo esercitazioni nazionali.
Il governo con ciò si trova nelle condizioni di una sentinella che tradendo le consegne, distratta da interessi o faccende personali, non avesse svegliato la città per avvisarla che un invasore scavalcava le mura nel cuore della notte portando la strage ai cittadini, e nel frattempo muovendosi per fermarlo in attesa dei rinforzi. Ovvero qualcosa che concettualmente è affine al tradimento. Se Ascoltando il Governo che chiama Guerra la Pandemia applicassimo il codice di guerra… lasciamo perdere.
Ora questi negligenti del Potere Esecutivo, hanno sospeso una intera costellazione di diritti costituzionali in nome della salute pubblica, salute pubblica che è stata messa in pericolo da loro, non tanto dal virus in se, che non ne ha gambe ne intelletto, ma dalle loro negligenze e omissioni, le quali sole hanno permesso che il virus si diffondesse in una tale misura catastrofica, ricordiamo solo la fuga da Milano, provocata da una fuga di notizie dall’interno del Consiglio dei Ministri, che ha ulteriormente spanso l’infezione a tutto il paese. Chi ne risponde?
Attenzione lettore : omissioni che sono le stesse omissioni di cui si sono resi protagonisti tutti i predecessori che hanno ricoperto incarico di Governo da quando esistono piani pandemici.
TUTTI I GOVERNI CHE NON HANNO ATTUATO IL NUOVO PIANO PANDEMICO NAZIONALE PUBBLICATO IL 13 DICEMBRE 2007
Dal governo Prodi II XV Legislatura (28 aprile 2006 – 6 febbraio 2008) all’attuale Giuseppe Conte II nella attuale XVIII legislatura.
Passando per Prodi II, Berlusconi IV, Monti, nella XVI legislatura, Letta, Renzi, e Gentiloni, nella XVII legislatura dove nel frattempo si sono impegnati circa 26 miliardi di pagamenti in acquisti di armamenti, per prepararci con scrupolo alla guerra-
Nessuno di costoro ha mai ordinato esercitazioni nazionali per approntare i piani pandemici, predecessori dell’attuale esecutivo in carica, ai quali, dunque, è semplicemente andata bene, non essendosi presentata alle porte una pandemia di questa portata.
I POVERI SFORTUNATI DELL’ESECUTIVO IN CARICA A CUI SONO MORTI 26.648 CITTADINI DI COVID
I giuridicamente obbligati alla prevenzione sanitaria che adesso ci riguardano concretamente, tuttavia, sono quelli in carica al Governo in questo momento, gli stessi che avendoci esposti alla pandemia, ora ci stanno tenendo agli arresti domiciliari da quasi due mesi, con misure di estremo rigore, perseguitando come criminali, cittadini che fanno sport in assoluta sicurezza, su una spiaggia deserta, senza valutare minimamente la possibilità che il cittadino, che corre, ormai lo faccia consapevole, dopo oltre un mese di stato di emergenza, della natura del virus e delle pratiche di sicurezza da praticare, con coscienza e consapevolezza della contingenza, ovvero con misure di attenzione e precauzione, le stesse che Il Governo presuppone invece essere attive nello stesso cittadino quando si reca a rifornirsi di cibo.
Nel frattempo lo stesso Esecutivo persecutore militarizzato dei podisti solitari o degli esistenzialisti da spiagge deserte, ha permesso ai cassieri dei supermercati di tutta Italia di continuare ad essere esposti senza protezione alcuna, fra i generi alimentari, a un continuo passaggio di persone che alla cassa non sono a una distanza maggiore di 30 centimetri dal cassiere, nonché nelle fabbriche ha imposto di lavorare senza DPI fino a provocare minacce di sciopero generale i sindacati, facendo spandere le infezioni per ogni dove, mentre le altre categorie di cittadini restavano chiusi senza potersi muovere oltre i 200 metri da casa tranne che per rifornirsi di cibo o per andare a giocare d’azzardo al super enalotto o a comprarsi le cancerogene sigarette di cui lo Stato gestisce il Monopolio.
Ciò perché tuttora l’esecutivo non è in grado di assicurare ai cittadini mascherine, guanti e sterilizzanti. Dunque mimetizza una sua negligente incapacità logistica sospendendo le inviolabili libertà individuali e minacciando con ciò entropicamente l’equilibrio costituzionale.
Sono stati sfortunati poverini, i membri di questo Esecutivo, gli sono morti già 26.648 cittadini per essersene infischiati di occuparsi della sicurezza dello Stato e della salute, , al pari di tutti i loro predecessori, lo voglio ancora ricordare, appena insediatisi non incaricando il Ministro della Salute di informarsi immediatamente delle più gravi minacce sanitarie che potenzialmente minacciavano il paese e dei mezzi a nostra disposizione per affrontarle e neutralizzarle o depotenziarle, ovvero di verificare che lo Stato di cui assumevano la guida e la responsabilità fosse a norma. Da ciò ne è discesa anche la tragica interruzione della produzione nazionale, con un crollo del PIL.
LA DITTATURA NON E’ UNA MAGISTRATURA D’EMERGENZA AMMISSIBILE NEL XXI SECOLO
Questi negletti, senza alcune intenzione di nuocere alla nazione, per carità, ma certamente non inconsapevoli degli inaccettabili rischi che si assumevano con questa condotta menefreghista, poiché qualsiasi inconsapevolezza è giuridicamente inaccettabile da chi assume formalmente la responsabilità istituzionale della salute pubblica e della pubblica incolumità, lautamente risarcita da prebende, alte remunerazioni e solenni onori, ora sono tecnicamente diventati i “dittatori” del paese.
IMPERIUM MAIUS VERSUS RES PUBLICAE
Non mi si fraintenda, dittatori lo dico nel senso antico romano di dictator, rei gerendae causa ovvero nel senso dell’assunzione di imperium maius, per cause di forza maggiore di poteri straordinari, circoscritti nel tempo, che sovrastano, sospendendole le leggi dello Stato.
Dittatura, certo, perché come in epoca romana sospende le altre magistrature, invece di chiamarle a una gestione il più partecipata possibile, come vorrebbe la democrazia, e coincidenza vuole che la durata semestrale della dittatura romana eguagli la durata semestrale del decreto dello stato di emergenza di Conte.
A Roma però i dittatori non finiscono bene, e nemmeno meno in Italia, nonostante il clima salubre, godono fino in fondo di ottima salute.
Come nella dittatura romana il potere Esecutivo in carica ha sospeso la magistratura ordinaria della polis, come lamentano il giudice e l’avvocato autori di “Emergenza sanitaria. Dubbi di costituzionalità di un giudice e di un avvocato. L’esecutivo non ritendo che fosse fra le attività necessarie al paese, essa è ora ferma.
I nostri autori a tal proposito scrivono quanto segue “Abbiamo in questi giorni appreso con una certa amarezza che tutte le udienze e tutti i termini processuali sono stati rinviati a data dell’11 maggio 2020. In questo drammatico momento lavorano solo i servizi essenziali, e noi non lavoriamo. La conclusione del sillogismo è evidente: noi non siamo essenziali”.
Dunque Tabaccai aperti, necessari, tribunali chiusi, non necessari.
Ma i tribunali non servono solo a giudicare i crimini dei cittadini. I Tribunali sono l’istituzione del potere Giudiziario, il tempio di Δίκη; Nella teoria della divisione dei poteri dello Stato su cui si fonda la struttura dei nostri Stati democratici contemporanei, insieme ai principi Rousseauniani, il Potere Giudiziario è uno dei tre poteri fondamentali dello Stato. Chiuderli mentre si lasciano aperti i tabaccai è azione gravissima, nonché spregevole.
Il ruolo del Potere Giudiziario nello Stato è anche, potremmo persino dire soprattutto, quello di vigilare sugli altri due poteri, il Legislativo e l’Esecutivo. Il Potere Giudiziario oltre che della legge ordinaria, è interprete e garante della Costituzione e verifica o meno la costituzionalità delle leggi emanate dal Legislativo, per dire, o della costituzionalità degli atti dell’Esecutivo attraverso i decreti, ad esempio. Parimenti gli altri poteri vigilano su di esso.
Attualmente l’Esecutivo ha limitato il potere Legislativo sostituendosi con i decreti alla attività legislativa del Parlamento, e ha chiuso i tribunali dove si concretizza in nome del Popolo Sovrano l’azione del Potere Giudiziario.
Gli stessi autori, fra le molte cose da essi messe nere su bianco, tutte della massima rilevanza per ogni cittadino che senta la sua sovranità lesa o minacciata, interrogandosi sulla costituzionalità di quanto sta avvenendo in questi giorni, ci fanno notare, fra l’altro, che entrando nello Stato di emergenza, siamo entrati in un territorio sconosciuto, pieno di ombre, e conseguentemente di pericoli sconosciuti, perché lo “Stato di emergenza” non è contemplato dalla nostra Costituzione, che contempla solo lo “Stato di guerra” (Art. 78 Cost) come scenario di eccezione, e che persino lo Stato di guerra “deve essere deliberato dal Parlamento e infine dichiarato dal Presidente della Repubblica (Art. 87 Cost)” e, come io stesso osservavo nel mio piccolo trattato del 30 marzo, che l’emergenza pandemica o epidemica non è considerata “nemmeno dal decreto legislativo circa il codice della protezione civile”.
Nel paragrafo intitolato “Dell’orizzonte giuridico in rapporto con questo evento epidemico” nel mio testo del 30 marzo , osservavo infatti che nelle quarantamila parole del codice della protezione civile la parola Pandemia/Epidemia non mai è usata.
Questa assenza è anche essa conseguenza di quelle esercitazioni mai attuate, cosi che agli estensori del codice della protezione civile è sfuggito il fatto che il pericolo più grave di natura non bellica che il paese poteva correre e di cui da decenni gli scienziati avvisavano, era proprio una Pandemia, perché persino un terremoto, per quanto grave è pur sempre circoscritto in un determinato territorio.
STATO DI EMERGENZA FUORI LEGGE
Dunque dalla stessa autorità del Potere Esecutivo che nel corso della sua attività di governo ha completamente ignorato di verificare il Piano Pandemico, non indicendo una esercitazione nazionale per testarlo, come esso prevedeva, è stato decretato lo Stato di emergenza, il quale non è stato deliberato dal Parlamento, non è stato dichiarato dal Presidente della Repubblica, e che non é contemplato ne dalla Costituzione, ne dal codice che norma e delimita i poteri della Protezione Civile. Dunque, a rigor di legge, ci troviamo in un territorio non coperto dalle leggi. Siamo fuori dalla legge.
Attività di Governo che è iniziata per quanto riguarda la figura del premier Conte il 1 giugno 2018 con il Governo Conte I, Ministro della Salute Giulia Grillo, insieme a Salvini Ministro degli Interni, a Meloni e Berlusconi alleati, e poi è proseguita dal 5 Settembre 2019 a oggi con il Governo Conte II, in alleanza con il PD, Ministro della salute Roberto Speranza,.
L’epidemia, che poi è diventata Pandemia, è iniziata in Cina ufficialmente il 31 Dicembre 2020.
CONTE HA AVUTO 578 GIORNI DI TEMPO PER PROVVEDERE A METTERE IN ATTO IL PIANO PANDEMICO MA IN QUESTO TEMPO NON HA NEMMENO SCOPERTO CHE ESISTEVA COME SI EVINCE DALLE SUE DICHIARAZIONI DI SORPRESA DAVANTI ALLA PANDEMIA
Il Premier Conte avrebbe quindi avuto a disposizione ben 461 giorni del Conte I + 117 giorni fino al 31 dicembre 2020 del Governo Conte II, ovvero un totale di 578 giorni di anticipo sull’evento pandemico, per ordinare a qualcuno di testare il piano nazionale pandemico, ovvero per assicurarsi che lo Stato fosse a Norma di legge, test che, concretizzando il protocollo per verificarlo, avrebbe certamente evitato che la Pandemia si propagasse nel nostro paese in questi termini, e che avrebbe indirizzato ad accumulare con oltre un anno di anticipo, quando erano reperibili senza problemi sul mercato, i Dispositivi di Protezione Individuale, per non parlare delle Terapie Intensive, almeno per gli operatori sanitari negli ospedali e fornire il corpo sanitario nazionale di un addestramento per non contaminarsi trasformandosi, da sanitari sani, soluzione del problema, a sanitari malati, parte del problema stesso, lasciamo perdere che avrebbe persino avuto modo e tempo di far fare nelle scuole di Italia un corso didattico per diffondere quella coscienza sanitaria rispetto ai pericoli pandemici che la legge 23 settembre 833 del 1978 ordina all’esecutivo di promuovere.
COME SE UN RAPINATORE INDAGASSE SULLA PROPRIA RAPINA
È di inaudita gravità, nonché grottesco e assurdo, che chi era obbligato giuridicamente della tutela della salute e della pubblica incolumità, avendo omesso di fare tutto quel che aveva da fare, a causa della catastrofe, che seguendo l’impianto concettuale dell’articolo 40 del c.p., è come se avesse prodotto egli stesso, poi assuma la dittatura, ovviamente in senso romano, non certo fascista, ovvero costituendosi magistratura speciale d’emergenza che sospende le altre magistrature ordinarie del paese, al fine di portare fuori il paese da quella catastrofe di cui egli stesso è fondamentalmente cagione. E in ciò si dia, completamente fuori misura, alla persecuzione poliziesca di migliaia di cittadini. È come se un rapinatore si autoincaricasse di indagare sulla rapina che ha fatto multando o arrestando coloro che ha rapinato.
E nel fare questo, dopo aver messo il paese in queste condizioni per non essersi assicurato al momento della presa in consegna del governo che le norme di sicurezza del sistema paese, contemplate dalla legge dello Stato, fossero rispettate, abbia attivato con la situazione dello Stato di Emergenza – de jure fuori legge- una intrinseca minaccia all’omeostasi giuridica dello Stato, andando a ledere grossolanamente, in nome della salute, diritti inalienabili, ma soprattutto usurpando la sovranità, a oltranza, per un tempo assurdamente lungo.
NON E’ IN DISCUSSIONE L’EMERGENZA SANITARIA
Non si discute certamente l’emergenza, attenzione. Chi scrive non ha mai sgarrato di un metro dalle consegne di uscire solo per andare a rifornirsi di cibo ormai da 50 giorni. E ha sempre spinto a fare lo stesso i propri lettori, anzi , ha suggerito egli stesso al governo di agire velocemente nei primi tempi, come testimonia il mio pezzo “Coronavirus , i punti fragili nella difesa dalla contaminazione” del 7 Marzo.
Qui si discute solo del grave stato delle cose in cui l’Esecutivo ci ha prima fatti cogliere senza difese alcune dall’evento annunciato da anni della pandemia, e poi, nel tentativo di fare qualcosa, a buoi scappati dalla stalla, ha chiuso a chiave il paese senza fare nessuno sforzo di comprendere che il rapporto dei poteri nello Stato, garantito soprattutto da diritti e doveri della Costituzione è un complesso ed estremamente delicato meccanismo di ingegneria istituzionale, dove se si mettono le mani senza sapere perfettamente come fare, come sta dimostrando l’esecutivo, o in malafede, come abbiamo anche il dovere preventivo di temere, si rischia di far saltare tutto in aria, di superare limiti da cui è lecito tenersi lontani, ma superatili, non è lecito tornare indietro, per parafrasare Seneca.
USURPAZIONE DELLA SOVRANITA’
Non si può stressare torcendo oltre certi limiti l’impianto giuridico di uno Stato di 60 milioni di cittadini di una democrazia, dove la Sovranità appartiene al popolo, sottraendo per un motivo qualsiasi questa sovranità alle istituzioni incaricate di esercitarla in suo nome, il parlamento innanzi tutto, attribuendosela fuori dalla legge, questa cosa in storia politica ha un solo nome : usurpazione. Reato riconosciuto dal nostro Codice Penale all’articolo 287 Codice Penale. Usurpazione di potere politico o di comando militare.
cosi si prende la china per mandare la Democrazia in crash, rischiando di far saltare il patto sociale, che dovrà poi essere reinstallato ma solo dopo un confronto tragico di forze brute in campo. In Italia ne sappiamo qualcosa di queste tragedie sociali da ben 2000 anni, ancora da prima della pace di Azio a cui andò sacrificata la libertà, come scrive Tacito.
Tornando ai nostri autori giuridici, saranno solo due mosche bianche a lamentare una cosa cosi grave? Sembra proprio di No.
VOCI FUORI CAMPO – E STAMPA UFFICIALE COME MERO APPARATO
Altre voci fuori campo dalle inquadrature di regime della Stampa ufficiale, che sta dando una prova tragica di inadeguatezza alla propria missione, rivelandosi mero apparato, si odono levarsi nel deserto dei pavidi, o dei danteschi ignavi, o di chi semplicemente , ancora confuso dal trauma dell’evento, se ne sta dentro casa, rinchiuso fra le quattro pareti semplicemente aspettando che qualcuno gli restituisca la fattoria del mulino bianco.
Questo scenario inquietante ha spinto la voce di un persona che ha servito lo Stato per decenni, in un ruolo che parla da se sulla sua competenza giuridica, a mettere bocca nella vicenda.
PARLA L’EX CAPO DIPARTIMENTO DEGLI AFFARI GIURIDICI E LEGISLATIVI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI : CI SPIEGA I LIMITI DELLE COSIDETTE ORDINANZE CONTINGIBILI O URGENTI E DELLA DERIVA AUTORITARIA CHE SI E’ ATTIVATA
Si tratta di Claudio Zucchelli di cui potrete conoscere il Cursus Honorum leggendone la biografia cliccando sul suo nome , il quale, uomo di legge, dal 1989 diventa Consigliere di Stato per concorso, dal 2011 Presidente di Sezione del Consiglio di Stato, dal 2013 al 2015 Presidente della Sezione Consultiva del Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Sicilia e poi Presidente dello Stesso, e dal 2018 al 2019 Presidente della Sezione Normativa del Consiglio di Stato, carica che gli attribuisce incarichi extra giurisdizionali a servizio del Governo in attuazione dell’Art. 100 Cost.
Fra i vari incarichi giuridico istituzionali che egli ha ricoperto cito quello di “Capo del Dipartimento degli affari giuridici e legislativi della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dal luglio 2001 al maggio 2006 e dal maggio 2008 al maggio 2013, il più lungo periodo (dieci anni) che mai sia stato registrato nella storia della Repubblica” come recita il suo curriculum.
Dunque persona di altissimo profilo istituzionale e sommamente esperta delle questioni in essere.
Questo illustre signore il 26 Marzo ha sentito l’urgenza di pubblicare un primo lungo intervento, molto preoccupato e preoccupante sul suo sito ufficiale, dal titolo “L’occasione fa l’uomo ladro” , in cui avverte il Sovrano, ovvero i lettori intesi come parte del Popolo, di un grave pericolo in essere che l’impianto costituzionale del paese sta correndo, a causa di procedure sempre più spregiudicate verso il rispetto della sacra forma giuridico costituzionale in cui si esprime lo Stato di diritto, il nostro Stato, attuate da parte delle figure in carica del Potere Esecutivo, che a ogni nuovo atto eccezionale e a ogni procrastinazione dello stato di emergenza, ipotecano sempre di più l’impianto costituzionale dello Stato.
Anche egli non discute la realtà della emergenza, ma avverte essere necessaria usare la massima cautela per non mandare in frantumi la meccanica di cristallo dell’ingegneria istituzionale dello Stato, su cui si sta operando come su un cervello con miliardi di Sinapsi aperto, che bisogna sapere perfettamente come manipolare e che soprattutto non si può proprio manipolare senza distruggerne i preziosi organi vitali, se non si è incaricati dalla legge, per legge, a farlo.
Zucchelli reitera questi allarmi anche in un secondo pezzo, più sintetico del primo, dal titolo “chi dirige la politica italiana” in cui scrive senza mezzi termini che “Prosegue tra l’indifferenza della opinione pubblica, e ancor peggio, degli addetti ai lavori, lo smontaggio dell’impianto costituzionale del paese, per cui al meccanismo dei DPCM illegittimo nel suo incidere sulle libertà costituzionali senza coinvolgere il parlamento si aggiunge” scrive Zucchelli “il metodo, caro ai governi autoritari, della creazione di “comitati di esperti” politicamente e culturalmente omogenei al governo”.
I testi di Zucchelli, come il testo dei giuristi di prima, testi che si confortano vicendevolmente, se li si legge con estrema attenzione, sono della massima importanza e il lettore che tenga alla sua quota di sovranità come alla cosa più preziosa che possiede, poiché è l’unica cosa che lo differenzia dalle masse di servi e schiavi senza voce che lo hanno preceduto nei secoli di storia sociale umana, farà bene a leggerli e a ponderarli attentamente, soppesando parola per parola, perché siamo arrivati a un punto in cui il Sovrano, se tale vorrà restare, dovrà richiamare all’ordine i propri servitori, ora tendenti pericolosamente spinti da una qualche velata mitomania verso una deriva autoritaria, per non evocare più gravi spettri, anche perché questi servitori dello Stato, che impossibile che non siano intimamente consapevoli che li aspetta di essere giudicati per le loro gravi negligenze, potrebbero essere in uno stato di non totale lucidità e serenità.
Zucchelli spiega che “le ordinanze contigibili e urgenti sono sempre strumenti eccezionali” e che esse “non sono leggi, ma atti amministrativi emanati dal Governo” tali atti manifestano il potere amministravo il quale mediante deroghe e sospensioni etc “introduce nell’ordinamento nuove norme giuridiche che prevalgono su quelle legislative, cioè contenute nelle leggi votate dal Parlamento” cosa non possibile in condizioni normali.
URGENTE RIPRISTINO DELLA SOVRANITA’
Ciò che deve essere ripristinata è dunque la Sovranità del Popolo attraverso la urgente sostituzione della procedura straordinaria con la procedura ordinaria. E’ molto semplice. Ovvero che sia il parlamento a legiferare e a gestire in questo modo la soluzione della Pandemia, dopo che, assai discutibilmente, aggiungo, il Governo ha gestito con poteri eccezionali il primo momento della emergenza.
Nel lungo e sapiente testo di Zucchelli si osserva che la Corte Costituzionale ha sempre ribadito una cosa : “Il potere di emanare ordinanze contingibili e urgenti deve essere espressamente conferito da una norma di legge.” E che “- In ogni caso questa stessa legge non può attribuire il potere di deroga in materie coperte da riserva di legge assoluta e, in caso di riserva relativa, deve fissare principi e criteri direttivi cui il Governo si deve attenere.” Ovvero che
“- Le deroghe non devono riguardare norme di rango costituzionale;
– Le deroghe non devono contrastare con i principi generali dell’ordinamento giuridico;
– Le deroghe devono durare per un tempo determinato o determinabile”
Zucchelli osserva che “I divieti e gli obblighi concretamente previsti in queste ordinanze, secondo gli scienziati, sono necessari e sufficienti per fermare la pandemia. Il contenuto di essi quindi non è in questo momento in discussione. Ma la domanda che ci dobbiamo porre è se il principio di necessità possa stravolgere del tutto il nostro sistema costituzionale e ci spinga a chiudere gli occhi su una situazione al limite della legalità costituzionale, nella quale ormai al potere esecutivo tutto è permesso senza alcun controllo parlamentare”
VIOLAZIONI DI DIRITTI PROTETTI DA RISERVA ASSOLUTA DI LEGGE EDA RISERVA DI GIURISDIZIONE, UN PERICOLO PER LA DEMOCRAZIA
È la stessa cosa che si chiedono gli autori di prima, scrivendo in perfetta assonanza nel loro testo che “Una cosa, infatti, è valutare se i limiti posti siano stati o meno conformi alla Costituzione, altra cosa è valutare se, stante l’emergenza, era possibile ritenere lecita, o comunque sopportabile, una sospensione dei diritti costituzionalmente garantiti”
Ancora Zucchelli scrive “Non per rifiutare le limitazioni, ma per riportare il sistema alla legalità costituzionale. Credo sia giunto il momento di riconoscere con serenità e senza polemiche che le ordinanze sia sanitarie sia di protezione civile fin qui assunte sono in contrasto con le condizioni sottolineate dalla Corte Costituzionale e che sono un pericolo per la democrazia futura”
Civini e Scarselli constatano che “terminata questa drammatica esperienza, è auspicabile un intervento costituzionale volto a regolare lo “Stato di emergenza”, al fine di evitare che i cittadini si trovino senza garanzie, e in balia delle decisioni del Governo, nella disgraziata ipotesi che fatti di questo genere dovessero ripetersi. E va da sé che, ove si dovesse dare disciplina costituzionale allo “Stato di emergenza”, lì si dovrebbe, a nostro sommesso parere, prevedere che lo stesso debba esser dichiarato dal Parlamento con maggioranza qualificata, che debba essere il Parlamento a stabilire i poteri del Governo fissandone i limiti, e che in ogni caso non possano essere pregiudicati i diritti fondamentali della persona, né quelli che si riconducano ai c.d. diritti dell’uomo, e che ogni misura del Governo debba sempre essere proporzionata, strettamente adeguata e necessaria allo scopo, limitata nel tempo. b) La seconda è che l’assenza di riferimento costituzionali e ordinari per far fronte ad una pandemia da virus non significa allora libertà piena per il Governo di adottare ogni misura”
Secondo Civini e Scarselli, autori del primo testo citato in tutta la serie delle restrizioni e sospensioni dei diritti di cui è attore il Potere Esecutivo, come scrivono “il tema più rilevante, a nostro parere, è quello della libertà personale e del suo rapporto con il diritto di soggiorno e circolazione. Se si vuole, è il rapporto tra l’art. 16 e l’art. 13 Cost., che, appunto, si tende a minimizzare, e che invece non può non essere affrontato”
Soprattutto per un fatto sostanziale-formale che è il seguente, come essi ricordano, che “la restrizione della libertà personale gode non solo di una riserva di legge, bensì anche di una riserva di giurisdizione, e ciò nel senso che qualsiasi restrizione alla libertà personale deve necessariamente essere disposta dall’autorità giudiziaria”
Da cui emerge in tutta la gravità l’azione dilettantesca, per non voler pensare male, quanto pericolosa dell’Esecutivo nell’essersi spinto a violare su scala di massa questo diritto che può essere sospeso solo e unicamente dalla autorità giudiziaria. A mio modo di vedere tutto ciò è aggravato oltre ogni decenza dal fatto che in questa situazione ci siamo caduti per negligenze e omissioni di questo stesso potere che sta violando persino un diritto protetto da riserva di legge assoluta quale la libertà personale.
Impossibile andare qui avanti con questi autori, la carne al fuoco è molta, il cittadino sovrano, se vuole restare tale, se è degno della sovranità di cui partecipa se ne deve fare carico in questo momento,e se possiede facoltà cognitive che glielo permettano approfondire con il massimo rigore anche in vista di una azione di ripristino della Costituzionalità , qualora, speriamo di no, fosse necessario.
ALTRE VOCI, I MONITI DI AGAMBEN : COME ABBIAMO POTUTO ACCETTARE CHE I CORPI DELLE PERSONE CARE FOSSERO BRUCIATI SENZA UN FUNERALE?
“La peste segnò per la città l’inizio della corruzione… Nessuno era più disposto a perseverare in quello che prima giudicava essere il bene, perché credeva che poteva forse morire prima di raggiungerlo.”
Tucidide, La guerra del Peloponneso, II, 53 – citazione in esergo all’intervento del 14 aprile 2020 di G.Agamben
Altre voci si sommano. Il quasi ottantenne Filosofo Agamben, celebre in tutto il mondo per i suoi studi sullo Stato di eccezione, in cui, ma non solo, ha in qualche modo unito la ricerca sul potere e sulla biopolitica di Michel Foucault, alle tematiche delle ricerche Arendtiane, in una splendida e originale sintesi testimoniata dal celebre Homo Sacer , tradotto in tutto il mondo e vera e propria pietra miliare del pensiero contemporaneo, filosofo che ha pensato la Zoè, la nuda vita, in relazione allo Stato d’Eccezione, e al Bios, ovvero la vita socialmente qualificata, questo solo per dare un indirizzo approssimativo sulla sua opera, Agamben ha lanciato e lancia tuttora dalle colonne di Quodlibet sulla sua rivista una voce, moniti, in questo senso, forse ancora più gravi, per andare essi all’essenza morale che cova sotto il Diritto stesso, come ci ricorda la tragedia di Antigone.
Moniti che, come l’ultimo del 14 aprile, dal titolo “Una Domanda” iniziano chiedendosi e chiedendoci “Com’è potuto avvenire che un intero paese, sia senza accorgersene eticamente e politicamente crollato di fronte a una malattia?”
Egli vi scrive, fra le molte cose, parole tragiche che indicano a qualcosa con cui dovremmo dolorosamente confrontarci “Credo che il lettore che si darà la pena di considerare i punti che seguono non potrà non convenire che – senza accorgersene o fingendo di non accorgersene – la soglia che separa l’umanità dalla barbarie è stata oltrepassata.
1) Il primo punto, forse il più grave, concerne i corpi delle persone morte. Come abbiamo potuto accettare, soltanto in nome di un rischio che non era possibile precisare, che le persone che ci sono care e degli esseri umani in generale non soltanto morissero da soli, ma che – cosa che non era mai avvenuta prima nella storia, da Antigone a oggi – che i loro cadaveri fossero bruciati senza un funerale?
2) Abbiamo poi accettato senza farci troppi problemi, soltanto in nome di un rischio che non era possibile precisare, di limitare in misura che non era mai avvenuta prima nella storia del paese, nemmeno durante le due guerre mondiali (il coprifuoco durante la guerra era limitato a certe ore) la nostra libertà di movimento. Abbiamo conseguentemente accettato, soltanto in nome di un rischio che non era possibile precisare, di sospendere di fatto i nostri rapporti di amicizia e di amore, perché il nostro prossimo era diventato una possibile fonte di contagio”
PURA BARBARIE
“Wstawać”, alzarsi – Primo Levi “Se questo è un Uomo”
Sotto la sferza di questa immagine gravissima, dei corpi di persone costrette a morire in isolamento e poi bruciati senza un funerale, che ci sveglia dall’ipnosi mediatica della macchina del consenso che pompa terrore e tanatalogia, come ci si libera dagli artigli di un incubo, ci si ri-aprono gli occhi, ma si aprono come dall’interno di un gigantesco campo di concentramento de-territorializzato dalla storia e dal passato orribile e ri-territorializzato nel presente infinito, specie di gigantesca Aushwitz virtuale senza confini ma dagli effetti assolutamente concreti, espansosi come un gas letale nei tessuti ontologici del tempo, permeando simultaneamente passato presente e futuro, e rivelandoci la natura triviale e tanatologica di chi ci ha cosi condotto, inermi, come gli inermi che si fecero condurre allo sterminio, a questa che Agamben chiama in purezza filosofica, pura Barbarie.
No Grazie, si nutrano Loro di questi cadaveri spogliati della loro umanità, noi rifiutiamo questa orrida comunione che vorrebbe celebrare l’ ecclesia ecumenica dell’ avvento del regno biopolitico totalitario.
E invece di chi vorrebbe fare della conservazione della nuda vita il motore politico della storia sociale, imponendo isolamento e stato di eccezione dall’alto di poteri incostituzionali, in nome della salvaguardia dal contagio, non dobbiamo dimenticare che ha sostanzialmente sempre agito in spregio assoluto delle vite umane , e che non esisterebbe a mandare le masse che oggi separa con l’isolamento nelle trincee delle guerre. Cosi ci illustrano essere le cose, nella loro essenza fattuale, le mostruose spese con cui da decenni sta accumulando mezzi di distruzione bellica spendendo denari che ha sottratto a quella salute pubblica nel cui nome oggi assume (genericamente il potere) poteri eccezionali. Una incoerenza aberrante, abito di una depravata coscienza. O cosa? dite voi.
Allego di seguito tutti gli interventi brevi, cruciali, dolorosi, del filosofo sulla questione pandemia, su cui si deve profondamente ragionare, al di la se li condivide in parte o nella loro interezza o meno.
Distanziamento sociale (6 aprile 2020)
Riflessioni sulla peste (27 marzo 2020)
L’invenzione di un’epidemia (26 febbraio 2020)
OSSERVATORIO COSTITUZIONALE: ATTENZIONE CHE LO STATO DI EMERGENZA NON SI TRASFORMI IN UN VERO E PROPRIO CAMBIO DI REGIME POLITICO
Già citato degli autori di prima, uno di questi moniti di Agamben, dolorosi ed essenziali come la parola agra di Tiresia, inascoltata in questa in-civiltà desertificata dalle intelligenze, è stato ripreso come incipit da un testo pubblicato dall’Osservatorio Costituzionale, dal titolo “Il lascito della gestione normativa dell’emergenza: tre riforme ormai ineludibili∗ di Francesco Clementi – (Professore di Diritto Pubblico Comparato nell’Università degli Studi di Perugia).
Testo che partendo da Agamben, quasi come un liquido di contrasto per il contenuto intenso delle sue esternazioni metafisiche, esegue una sommessa tomografia del rapporto incerto, perché fuor di Costituzione- dello Stato di urgenza / emergenza con l’impianto costituzionale italiano per cui “ la disciplina dell’emergenza” scrive sin dalle prime battute “nel nostro ordinamento è ambigua, debole e frammentata” (pag 2) .
Lo studioso conferma quello che avevamo sentito dai tre primi autori fuori campo che abbiamo preso in considerazione: la nostra Costituzione contempla la trasformazione dello stato di urgenza in stato di emergenza solo rispetto alla guerra, e attraverso un preciso percorso di delibera parlamentare e dichiarazione presidenziale.
Comprendiamo bene anche che l’articolo 120 della Costituzione, che il nostro autore in calce a una nota cita come articolo espansivo della ipotesi emergenziale, dando poteri sulle autonomie al governo centrale per questioni di salute pubblica, distrugge ogni alibi che l’Esecutivo potrebbe invocare, quali quelle di non risposta dai poteri regionali a non perseguire lo scopo, nel non aver mai indetto Esercitazioni nazionali per concretizzare il piano pandemico, e altresì che lo stesso articolo confligge con l’uso che se ne possa fare per imporre lo stato di eccezione che sposta la sovranità temporaneamente dal potere Legislativo che la esercita in rappresentanza del Popolo all’ Esecutivo, perché detto articolo recita chiaramente che lo Stato lo deve usare specialmente e in particolare per “la tutela dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, prescindendo dai confini territoriali dei governi locali” ove è chiaro che lo stesso governo qualora intaccasse extra giurisdizionalmente diritti protetti da riserva di legge assoluta e da riserva di giurisdizione, come sta facendo secondo gli autori da noi citati in prima istanza, non potrebbe mai proteggere la sua azione sotto l’ombrello dell’articolo 120 della Costituzione, la quale ancora una volta fa riemergere nel bilanciamento di diversi diritti e doveri l’importanza dei diritti civili e sociali. Altri articoli che potrebbero sostenere la trasformazione dello stato di urgenza in stato di emergenza sono l’Art 77 Cost, l’Art. 126 Cost, che riguarda lo scioglimento dei governi delle regioni da parte del Presidente della Repubblica, e l’Art 78 Cost. che appunto è la deliberazione dello Stato di Guerra da parte delle camere che decidono quali poteri affidare all’Esecutivo.
Il nostro autore osserva una cosa che ci deve molto interessare, che il potere di emergenza, che si è attestato nel nostro ordinamento su ambigue e ristrettissime basi normative, sospende il diritto vigente presupponendolo inadeguato a risolvere l’emergenza, cosa che appunto giustificherebbe l’uso di mezzi giuridici straordinari. Mezzi che secondo l’ ex Capo del Dipartimento degli affari giuridici e legislativi della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Zucchelli, sono oggi usati in maniera distruttiva dell’impianto costituzionale da parte del Governo, e bene ricordarlo. E osserva che tale uso avviene su basi discrezionali del titolare di questo potere (il Premier, come capo dell’Esecutivo, N.mia) e che questa cosa lo “investe di una responsabilità politica e giuridica piena”, donde il tentativo ritirato per pressioni della stampa- scrive in nota Clementi – del decreto che aveva tentato di installare lo scudo penale con sub emendamento a firma Boldrini-Collina numero 1000/58.
NECESSITA DI SORVEGLIANZA, SUPREMA MISSIONE TRADITA DALLA STAMPA DI APPARATO
Ciò ci dovrebbe far comprendere, come implicito corollario di questa piena responsabilità giuridica, che il Sovrano (ovvero il popolo) è tenuto a una massima attenzione e sorveglianza costituzionale preventiva su questa attività discrezionale dell’esercizio del potere di emergenza che sostituisce il mezzo giuridico ordinario con un mezzo giuridico straordinario.
Questo dovrebbe essere il supremo indirizzo che dovrebbe darsi una Stampa che lavora in nome degli interessi dell’elettore e non dell’eletto come recitava la celebre sentenza della Corte Suprema americana quando diede ragione al New York Times contro il Pentagono nella questione dei Pentagons Papers.
Sulla scorta di quanto scrive Clementi questa sorveglianza è della massima importanza: proprio per quello che scrive l’autore per l’Osservatorio Costituzionale, ovvero “Onde evitare di trasformare quanto stabilito in uno “stato di eccezione” – che dovrebbe avere “caratteristiche della contingenza, della straordinarietà e della aticipità” in modo tale “da configurare, pericolosamente e al contrario, un vero e proprio cambio di regime politico”.
Su questo grave monito del testo dell’Osservatorio Costituzionale il cittadino si soffermi e mediti se intende ancora far calpestare la propria sovranità e di farla calpestare proprio da chi è colpevole per negligenze e omissioni di obblighi giuridici, della emergenza stessa.
AGGRAVAMENTO DELLA DISTORSIONE DEL POTERE EMERGENZIALE NELLA GESTIONE NORMATIVA, MA PER IL SERVIZIO PUBBLICO DELLA INFORMAZIONE E’ TUTTO A POSTO
L’autore osserva che gli strumenti giuridici straordinari quali i decreti del Presidente del Consiglio sono usati in maniera intensa e profonda, e in “latitudine e logitudine” cosa per cui osserva che si sono sollevate da parte della dottrina osservazione dissenzienti, quali quelle espresse nell’articolo “CORONAVIRUS, DECRETO DEL GOVERNO/ Caos e scontro tra poteri: 4 domande a Conte”, il quale recita che “L’emergenza sanitaria del coronavirus ha condotto il Governo ad adottare una escalation di decisioni forse di dubbia efficacia, ma senz’altro criticabili nel metodo seguito. Sino a giungere al decreto-legge n. 6 del 2020 che, per sovrappasso, sembra stia per essere convertito in legge all’unanimità.”
Vediamo bene come in ogni dove, pur non ricevendone il Popolo Sovrano nessuna informazione ufficiale dal servizio pubblico informativo, quale quello della Ra,i per cui ci prelevano denari dalle bollette, ci sia una enorme preoccupazione per le conseguenze sull’ordinamento costituzionaledello Stato degli effetti distruttivi che potrebbe avere un Stato di emergenza- ἄμετρος-, senza misura.
E dunque , scrive Clementi a pag 6 “il rapporto tra cittadini ed istituzioni si è palesemente infragilito: tanto in ragione della confusione che si è prodotta a causa dei vari dpcm adottati e delle misure ivi previste (comprensive pure di quattro progressive differenti autocertificazioni da produrre per poter circolare…18), quanto in ragione del conflitto di questi dpcm con la restante normativa”. (…)queste si sostanziano di contenuti ampi e profondi per limitare le libertà costituzionali come i decreti del Presidente del Consiglio dei ministri adottati, ha degradato e svilito almeno in parte proprio le libertà costituzionali che si dovevano tutelare”
Cosi “l’emergenza del coronavirus poteva essere, invece, un’ottima occasione per adottare, financo in modo plurimo e ripetuto proprio lo strumento normativo ad hoc che la Costituzione esattamente prevede «in casi straordinari di necessità e di urgenza», ossia il decreto-legge; e difficilmente qualcuno avrebbe avuto da ridire non da ultimo perché questo avrebbe coinvolto da subito il Parlamento in modo formale dentro questa emergenza.21 Invece, si è preferito scegliere un’altra strada, facendo almeno in parte un cattivo servizio proprio a quel principio di legalità, tanto invocato dal Governo di fronte ai cittadini per chiedere loro, per paradosso, proprio il rispetto di quei decreti emergenziali, espressivi della scelta di limitare le loro libertà costituzionali tramite una fonte normativa di rango secondario, al posto invece di una di rango primario.”
È esattamente quello che osservava l’ex Capo del Dipartimento degli affari giuridici e legislativi della Presidenza del Consiglio dei Ministri Zucchelli, lo abbiamo citato già sopra, scriveva “I divieti e gli obblighi concretamente previsti in queste ordinanze, secondo gli scienziati, sono necessari e sufficienti per fermare la pandemia. Il contenuto di essi quindi non è in questo momento in discussione. Ma la domanda che ci dobbiamo porre è se il principio di necessità possa stravolgere del tutto il nostro sistema costituzionale e ci spinga a chiudere gli occhi su una situazione al limite della legalità costituzionale, nella quale ormai al potere esecutivo tutto è permesso senza alcun controllo parlamentare”.
approfondimenti da Osservatorio della Associazione Italiana dei Costituzionalisti
Covid-19: primo tracciato per una riflessione nel nome della Costituzione
Il lascito della gestione normativa dell’emergenza: tre riforme ormai ineludibili
AVVISO AI GOVERNANTI
Dobbiamo ovviamente fermarci qui per non trasformare questo testo in un libro, ma è stato necessario far ascoltare a questi usurpatori di sovranità, a questi negligenti sul piano della prevenzione e sorveglianza sanitaria, almeno alcune delle voci con cui fuori campo dalle inquadrature mainstream della stampa d’apparato, parla la sovranità popolare, ammonendoli che la corda è arrivata al punto di rottura e consigliando loro di non provare a tirarla ancora, o dovrò personalmente essere fra i primissimi che insorgeranno infine, virus o non virus, in difesa dello Stato Costituzionale. Tutto deve urgentemente tornare nell’alveo normativo Costituzionale, perché ne va della salute della Repubblica senza la quale non esiste nessuna salute cittadina.
EPILOGO
Dunque abbiamo un potere Esecutivo che, seguendo lo schema concettuale dell’articolo 40 del codice penale per non avere nemmeno tentato di impedire preventivamente ciò che era giuridicamente obbligato a impedire, possiamo ritenere senza ombra di dubbio essere la cagione prima sul territorio nazionale della conflagrazione della Pandemia, e che in virtù dello stato di emergenza prodotto dalla sua negligenza ha assunto poteri straordinari, magistratura speciale della dittatura, per parlarci in termini di storia Romana, e con questi poteri ha sottratto la sovranità all’organo che la esercita in rappresentanza del popolo che ne è l’unico proprietario titolare, il parlamento, senza nemmeno degnarsi di mostrare un resto di pudore verso la sovranità usando i pur tradizionalmente abusati decreti legge.
Questo potere esecutivo esercitando mezzi giuridici di estremamente dubbia costituzionalità sta mettendo in pericolo l’impianto costituzionale stesso dello Stato, e nel fare questo tratta i cittadini sovrani come sudditi in stato di minorità, che sta perseguitando con migliaia di multe, multe con cui potrà pulirsi quello che meglio crede alla fine di questa vicenda, o meglio scriverci le sue memorie sopra. Per quanto mi riguarda , giunti a questo punto non intendo più delegare nemmeno un’oncia della mia quotà di sovranità a questo Esecutivo in carica, non riconoscendogli nient’altro che il diritto a essere mantenuto a vita nelle patrie galere, quando dovranno rispondere di non aver messo a norma di sicurezza lo Stato, non appena lo presero in consegna, non attuando tutto quello che i Piani Pandemici prescrivevano, non appena il primo governo Conte si insediò, ben 578 giorni prima che scoppiasse una Pandemia è mettendo con ciò in essere le condizioni di possibilità della morte di oltre 20.000 cittadini, a cui ha negato la prevenzione e la sorveglianza sanitaria che era obbligato a garantire e la carastrofe economica del paese.
Che gli esecutivi degli altri paesi abbiano peccato delle stesse imperdonabili negligenze non attenua per nulla la situazione istituzionale italiana, ogni popolo sovrano se la vedrà con i rispettivi cattivi servitori nello Stato, riservandogli quello che crederanno opportuno.
LA TUA SOVRANITA’ E’ LA CONDIZIONE DI NECESSITA’ DELLA TUA SALUTE
Per intanto Popolo Italiano voglio solo ricordarti che sei tu il Sovrano e che nessuno può trattarti come uno spregevole suddito che si può impunemente privare della sua inalienabile libertà individuale, men che meno può solo pensare di osarlo fare chi ha tradito le consegne che dalla legge aveva ricevuto di sorvegliare preventivamente sulla salute dei cittadini sovrani. E’ chi ha tradito queste consegne, che alla fine dovrà finire ai ceppi.
UNA PROPOSTA PER LA SALUTE PUBBLICA: LA COSTITUZIONE MATERIA PERMANENTE DI INSEGNAMENTO
Per la salute della Sovranità popolare più che mascherine, passata questa catastrofe, propongo che la Costituzione diventi urgentemente permanente materia scolastica in tutto il percorso scolastico di ogni cittadina e cittadino, in tutti i gradi e indirizzi di istruzione, Ut Carmen necessarium, necessaria conoscenza delle leggi che ci siamo dati, per avere coscienza e dignità della sovranità popolare che ci appartiene e di cui compartecipiamo.
Grazie di avermi seguito
FINE –
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