Antonio Monda ha presentato la XIII edizione della Festa del Cinema di Roma. Donne, Memoria e Documentari gli snodi strutturali.
Si è tenuta ieri venerdì 5 Ottobre, all’Auditorium della Musica di Roma, in una sala Petrassi gremita fino all’inverosimile, la conferenza stampa della XIII edizione della Festa del Cinema di Roma, che avrà luogo dal 18 al 28 ottobre, in presenza di Antonio Monda, suo direttore artistico, affiancato in sala da una splendida Laura Delli Colli, direttrice della Fondazione Cinema per Roma, che portava favolose scarpe di smalto rosse tali che meritavano di essere immortalate da un pittore.
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A mezzogiorno in punto i posti a sedere erano terminati da un pezzo e gli spazi a disposizione per gli spettatori in piedi lungo i fianchi della sala avevano già raggiunto i limiti di capienza. Sono riuscito a guadagnarmi un posto, con mia somma gioia, in prima fila, ma seduto sulle scale tra un settore e l’altro.
Il carisma culturale di Monda ha ormai scavato il suo inconfondibile solco nella città eterna, e il suo essere filo di trama tra il tessuto culturale newyorkese e quello romano sta producendo un rinnovo di stimoli non indifferente nella nostra Capitale, grazie anche alla felicissima ubicazione della sua Festa del Cinema, in una istituzione così carismatica e nobile come l’Auditorium (dove domenica 7 si esibirà tra l’altro il grande violoncellista Giovanni Sollima).
La peculiarità di Monda di essere creatura perfettamente anfibia tra cinema e letteratura, essendo un romanziere con ormai molte opere all’attivo nella sua produzione, Mondatori sta pubblicando ogni anno un romanzo della sua decalogia americana, che è al 6 libro ormai, è a mio avviso la sua arma segreta per scardinare i compartimenti stagni del mentale riversando nella parte più leggera e popolare, solo convenzionalmente identificabile con il cinema come spettacolo, anche la densità profonda del peso specifico della letteratura, cosa che fa con i suoi inviti, ad esempio, ad alcuni grandi protagonisti che vengono a Roma ad incontrare il pubblico per parlare da scrittori di cinema alla Festa del Cinema, quest’anno verrà Jonathan Safran Foer, facendo si che cinema e letteratura diventino specchi archimedici che convergono i propri raggi sullo spettatore, che ci immaginiamo soprattutto essere un ragazzo o una ragazza che verranno fecondati da queste luci a intraprendere percorsi di serio approfondimento nell’uno e nell’altro campo del sapere e dell’arte, per magari diventare, scoprendo in se stessi il talento anche grazie a questi formidabili stimoli, i grandi artisti di domani.
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Monda è in ciò soprattutto pedagogo, ricordiamo che egli è professore di cinema nella Università di New York, e questa matrice che rivolge il meglio di se alla formazione di nuove generazione è una filigrana perfettamente sempre visibile o palpabile nel suo stile di organizzatore culturale e nel suo metodo, quasi didattico, con cui si rivolge al pubblico sempre come a un pubblico intellettualmente giovane nella migliore delle accezioni.
Per cui incontrarlo ha sempre qualcosa dell’opportunità che offre una grande lezione di livello universitario, nella sua franchezza, nella semplicità del linguaggio, nella completa e vasta padronanza delle materie cinematografica e letteraria soprattutto, ma non solo, che mette a disposizione con una perfetta capacità di sintesi e una magnifica eloquenza, e nella capacità, anche, di fronte a una sterminata platea di tessere una infinità di dialoghi dal palco citando e coinvolgendo via via i molti intellettuali, giornalisti, artisti, figure istituzionali presenti e dando la massima attenzione anche agli interventi di sconosciuti tra il pubblico, cosi ché si crea sempre negli eventi che organizza e presiede, quella percezione di comunità, di laboratorio collettivo, che rende piacevolissimo e fresco passare il tempo tutti insieme arricchendosi di spunti, informazioni e suggestioni.
Come nel suo cenacolo affacciato sulle meraviglie del Central Park dove a casa sua e della bella moglie Jacquie, si incontrano intorno alla tavola gli artisti di New York o semplicemente di passaggio nella grande mela, la Festa del Cinema di Monda diventa miscelatore e poi carburatore, e quindi propulsore di un vero e proprio movimento culturale.
Ancora non dimentico, ad esempio, il grandioso incontro di due anni fa con Oliver Stone, grande intellettuale e artista della dissidenza americana, venuto a presentare il film “Snowden” di cui scrissi in “Salvate il soldato Oliver Stone“ e le sue lunghe ore tra il pubblico romano organizzate da Monda nei suoi tipici incontri ravvicinati che anche quest’anno promettono di farci arrivare a tu per tu con celebri marziani della cultura e dello spettacolo mondiali.
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Donne, 13 registe, tra esse la nostra Alice Rohrwacher, memoria e documentari sono gli snodi strategici attraverso cui Monda ha sviluppato questa edizione della Festa del Cinema, procurando alla nostra capitale e al suo pubblico circa 50 anteprime cinematografiche mondiali, ponendo così Roma tra le maggiori città del cinema del momento, cosa che ha creato anche un certo disorientamento, e qualche scivolone stilistico comunicativo tra i reggenti dei tradizionali feudi del cinema come Venezia o Cannes alla vista della magnificenza che Monda con la sua dote ha portato sposando la direzione della Festa del Cinema di Roma.
Cosmopolitismo con le 31 nazioni di provenienza dei film.
Quando a breve apriranno i battenti della Festa del Cinema ci aspettano incontri ravvicinati con Martin Scorsese che sarà premiato alla carriera da Paolo Taviani, come Omaggio ai Taviani e in ricordo dello scomparso Vittorio, e poi con Cate Blanchett e Sigourney Weaver e si incontrera il favoloso Michael Moore – indimenticabile il suo articolo sui 5 motivi per cui Trump avrebbe vinto le elezioni scritto mesi e mesi prima delle stesse, cosa che ci dice quanto ne sappia di ciò di cui parla o filma- che verrà insieme al suo film già Palma d’oro a Cannes, “Fahreneit 11/9” a cui seguirà prevedibilmente uno dei dibattiti importanti della Festa, ci incontreremo poi con Thierry Frémaux, delegato generale del Festival di Cannes che verrà a discutere della controversa questione Netflix e insieme delle difficoltà di gestione di un festival cinematografico oggi, cosa che ci rende perfettamente l’idea di come la Festa del cinema possa rappresentare anche un momento altamente formativo per futuri giovani manager del cinema stesso, e molti altri.
Lascio ad altre testate di raccontarvi le parti più luccicanti e pop dei vari red carpet e quant’altro, altrettanto ricche e ghiotte per gli amanti del genere tra i quali per ora, ahimè, non mi annovero.
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Arrivederci alla Festa del Cinema!