“El Chapo, come tanti messicani di potere, conosce l’inglese, ma quando poi deve raccontare del suo potere usa la lingua in cui si sente più comodo” Roberto Saviano su Huffington Post 29 gennaio 2016
“Mr. Penn and Mr. Guzmán spoke for seven hours, the story reports, at a compound amid dense jungle. Mr. Guzmán does not speak English, and the interview was conducted in Spanish through translators” The New York Times 9 gennaio 2016
Roberto Saviano nella sua intervista rilasciata a Fabrizio Lorusso per Huffington Post tre giorni fa apre con una misteriosa battuta “El Chapo, come tanti messicani di potere, conosce l’inglese, ma quando poi deve raccontare del suo potere usa la lingua in cui si sente più comodo” strano inizio di intervista, strana risposta, bizzara excusatio non petita, visto che nella prima domanda di Fabrizio Lorusso non vi è accenno diretto sul rapporto tra El Chapo e la conoscenza della lingua inglese. Questione che infatti necessiterebbe di alcune ulteriori considerazioni per essere contestualizzata. La prima domanda dell’intervista recita: “Sul letto di uno dei covi del narcotrafficante Joaquín El Chapo Guzmán Loera, capo del cartello di Sinaloa arrestato lo scorso 8 gennaio dai marines messicani, è stata ritrovata anche una copia dell’edizione americana del tuo libro Zero zero zero. Che significa secondo te? Cosa leggono i boss? Perché?” Ed è pacifico che questo “cosa significa secondo te” è riferito al significato del ritrovamento del libro, e non certo a “secondo te El Chapo legge in inglese?” domanda infatti non formulata. Dunque perché a Roberto Saviano ronza in testa cosi fortemente la questione dell’inglese da fargli rispondere, senza che nessuno glielo abbia esplicitamente chiesto, che El Chapo conosce l’inglese ma che deliberatamente non lo voglia usare? I lettori dello Huffington Post faticheranno a capirlo ma i lettori di Young lo sanno benissimo perchè.
Sanno che Saviano non sta rispondendo alla domanda di Lorusso dicendo che El chapo conosce l’inglese, affermazione che è una menzogna, come tutti possono appurare in due click , ma sta rispondendo con un’altra bugia, deliberata a questo punto, al suo pubblico, temendo che il suo pubblico possa iniziare a nutrire un certo sospetto che Saviano gli menta senza farsene un problema.
Questo perché dal 24 gennaio 2016 su Young è on line “Saviano sul letto de El Chapo. Bufala Mondiale” cioè il mio articolo – che ovviamente consigliamo anche al giornalista Lorusso semmai gli fosse sfuggito, ( qui il link https://you-ng.it/2016/01/24/saviano-sul-letto-del-el-chapo-bufala-mondiale/) in cui dimostro che la notizia con cui la stampa internazionale ha affermato che la copia del libro di Saviano, zero zero zero ritrovata sul presunto letto del Chapo, sia stata sicuramente letta dal El chapo è una menzogna, una bufala, una bugia, un inganno, una truffa, una mistificazione, insomma una pura operazione pubblicitaria.
Infatti la copia di Zero Zero Zero mostrata in tutto il mondo nel video sul letto del Chapo era una copia scritta in inglese edita da Penguin, lingua che El chapo ne parla ne legge. Un po come vedere in un film storico sull’impero di Roma un bell’orologione al polso di Giulio Cesare. Piccola dimenticanza. Una cosa cosi.
Saviano,dopo che questa clamorosa notizia del suo libro sul letto del El Chpao ha fatto il giro del mondo, ha rilasciato numerose interviste, in vari paesi, in cui la ha commentata innanzi tutto come un fatto certo. Interviste del tono di questa ultima appunto rilasciata a Huffington Post
Non ho certamente il numero di followers da pop star di Roberto Saviano, al quale va tutto il mio affetto, anzi io non ho proprio nessun follower, semmai ho qualche lettore, ma sono stato in grado, con twitter e altri social, di far arrivare l’articolo agli addetti innanzi tutto della stampa e della letteratura italiane e internazionali.
–tra cui anche l’Huffington Post per cui ignaro di tutto ovviamente scrive mr. Lorusso–
Dunque dei quasi duemila lettori che hanno letto l’articolo in questa prima settimana molti sono lettori scelti a cui l’articolo è stato inviato, sono redattori giornalisti scrittori intellettuali e corrispondenti di importanti testate, che a loro volta, pur decidendo di non infierire giornalisticamente sul povero Saviano chiedendo ragione di ciò, pena il ritrovarsi tacciati di gettare fango sull’icona dell’eroico antitaliano, hanno comunque girato l’articolo ad altri lettori scelti e qualificati della stampa e della letteratura loro amici : lentamente ma inesorabilmente il numero dei lettori del mio articolo cresce, e crescendo insieme al suo contenuto, si diffonde nel web, ma anche nell’ambiente letterario e dell’informazione, la consapevolezza di questa sua decisione di sfruttare a fini pubblicitari questa bugia data in pasto al pubblico. E Saviano (Saviano online come egli chiama se stesso) grande comunicatore del web di questo è ormai perfettamente cosciente. Urgono contromisure, avrà meditato.
Ora quando uno non sta morendo di fame certe scelte pubblicitarie (ingannevoli) quantomeno discutibili anche se si è in condizione di bisogno diventano cattivissimo gusto, se appunto realmente non sono giustificate dal bisogno di dar da mangiare ai propri figli, e Saviano sappiamo che è ormai economicamente al riparo dalla fame; un cattivo gusto che potrebbe anche tracimare nella dimensione morale della public figure in questione facendola cadere a sua volta nell’amoralità se non nell’immoralità.
Ecco perchè a Saviano rimorde la coscienza e questo rimorso lo ha indotto –in realtà avendo in mente la mia denuncia che sta diventando di pubblico dominio- a fare la sua affermazione non realmente petita all’inizio della intervista su Huffpost, sulla conoscenza dell’inglese da parte del Chapo, e magari proprio a chiedere lui stesso la smaliziata gentilezza al giornalista di un non troppo esplicito aggancio per poter dire due parole al proposito, cercando così convincersi e, soprattutto, convincerci che, si, El Chapo l’inglese lo sa ma non vuole parlarlo.
Avevo invitato Roberto postando il mio articolo sul suo profilo facebook a rispondermi prendendosi tutto il diritto di replica sulle colonne di Young. Ma Saviano si è guardato bene dal farlo riconoscendomi come un interlocutore inter pares, come dovrebbe essere tra intellettuali che si misurano sempre e solo sui contenuti e non sulla potenza sociale della fama. Però non è riuscito a dominarsi ed è caduto vittima del suo inconscio nell’irrefrenabile bisogno di rispondere comunque -soprattutto di rispondere ai rimorsi della sua coscienza, purtroppo ingannandola- dalle colonne di Huffington Post alla questione che io ho sollevato unico e per primo con il mio articolo, a cui la affermazione di Lorusso incastonata nella prima domanda sull’essere americana quella copia nel video evidentemente si riferisce ipertestualmente e anche contestualmente.
Che risponda a me, o meglio che tenti di confutare con ulteriore bugia la bugia che ho scoperto, è cosa certa poiché sono l’unico ad aver scritto e pubblicato qui su Young che El Chapo non poteva aver certamente letto quella copia di Zero Zero Zero dato che quella copia che ci è stata mostrata sul letto era edita dalla Penguin Press, come tutti possono vedere, il cui contenuto era quindi scritto in inglese, visto che El Chapo è cosa certa che l’inglese non lo parli ne tanto meno lo legga come dimostro in quell’articolo incui ho denunciato questa bufala mondiale portando a prova il video della CNN con l’intervista de El Chapo e l’articolo del NYT che sono linkati nel mio articolo stesso, quali fonti a cui tutti possano attingere direttamente, altra buona abitudine, insieme a quella di non mentire ai propri lettori, questa, che Saviano dovrebbe apprendere, quella di citarle le fonti sempre, –consiglio quello di citare le fonti valido per tutti, anche per Lorusso– come gli ha fatto affettuosamente notare già anni or sono la ex corrispondente da Roma del NYT, Rachel Donadio,
Saviano in questa intervista Afferma categoricamente che El Chapo conosce l’inglese. Io al contrario affermo che non lo conosce sulle basi dell’ascolto dell’intervista rilasciata a Penn, pubblicata nel video della CNN, che è rilasciata in spagnolo e sottotitolata in inglese sia nelle risposte che nelle domande. Se volessimo credere che Guzman semplicemente non vuole rispondere in inglese , come ci racconta Saviano, pur essendo perfettamente capace di farlo dovremmo in questo video quanto meno sentire almeno le domande poste in inglese non potendosi uno impedire di capirla una lingua che conosce. E lo affermo in base ad un articolo del NYT di del 9 gennaio 2016, dove è esplicitamente scritto che Penn ha dovuto usare un interprete nel suo colloquio di 7 ore con El Chapo perche mister Guzman non parla inglese, ecco il passaggio originale ( linkato nel mio precedente articolo ) “Mr. Penn and Mr. Guzmán spoke for seven hours, the story reports, at a compound amid dense jungle. Mr. Guzmán does not speak English, and the interview was conducted in Spanish through translators”
Saviano dica anzi scriva su quali basi, dopo aver certamente letto il mio articolo, ancora continua in questa finzione e in questo inganno-autoinganno di affermare che El Chapo abbia letto in Inglese Zero Zero Zero come ancora esplicitamente dice in questa ultima intervista a Huffpost. Cosa grave, importante specificarlo, per la questione etica e cruciale del rapporto tra intellettuale e pubblico, per l’inganno che continua pervicacemente a perpetrare continuando in questa ostinata mistificazione, piuttosto che per la cosa in se, infine insignificante per le nostre vite, se El Chapo conosca o meno l’inglese. Infatti sulle nostre vite El Chapo influisce altrimenti e cioè con la morte che diffonde con omicidi e droga, e con il conseguente abbassamento delle nostre libertà politiche e sociali conseguenti alla militarizzazione della nostra realtà, mentre un intellettuale, già uno qualsiasi, ma a maggior ragione uno divenuto Public Figure, invece influisce proprio in base al contenuto di verità o di menzogna – –e parlo di menzogna deliberata e non accidentale e in buona fede come può certo accadere talvolta di profferire o scrivere a tutti – che egli ci abitua a ricevere dalle sue parole.
Ci dimostri con dei fatti sufficientemente verificabili, che non siano la sua mera autorità spirituale, cosa questa più da Imam che da intellettuale, che non ci sta mentendo, ovvero ci dimostri che realmente siamo noi tutti a sbagliarci affermando che El Chapo non può leggere ne parlare inglese, cosa che invece pubblicamente Saviano afferma egli saper fare, cosi potrà riappacificarsi con la propria coscienza, la quale con i suoi rimorsi ha dimostrato di essere evidentemente molto migliore di quanto lui pensi.
Resta aperta in tutta questa vicenda anche, cosa non meno grave, la questione di come la grande industria culturale saccheggi con i suoi mezzi e il suo capitale la cultura e l’arte sprovvista degli stessi mezzi, cercando di strappargli i contenuti per farli suoi, quasi alla stregua di un bottino di guerra, nel mentre cerca di eliminarne come esistenze storiche visibili nella sfera pubblica gli autori che li hanno creati. A buoni intenditori poche parole.