Le carni rosse stanno vivendo in questi giorni un Media hype: un esposizione intensiva ed esagerata sui media. Una parola che non esiste, ma che potrebbe essere coniata per descrivere i personaggi che cavalcano le notizie e i trend del momento per ottenere abbondante esposizione mediatica, è Media Hyper.
Utilizzerò questo nuovo termine per definire tutti coloro che ora sono saliti sul carro de “La carne rossa fa male“, dopo che la OMS ha finalmente dichiarato che i salumi e gli insaccati fanno malissimo.
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Uno dei più noti media-hyper della nutrizione non ha perso l’occasione per lanciare una bombetta anticonformista, tipo ( mah!) ” mangiare un po di carne ogni tanto potrebbe anche andar bene” . A la Stampa il dott. Veronesi dichiara infatti: «Le sostanze nocive mangiate dal bestiame anche attraverso i mangimi, vengono introdotte nel loro tessuto adiposo e poi finiscono nel nostro piatto. Una volta ingerite si accumulano più facilmente nel nostro tessuto adiposo dove rimangono per molto tempo esponendoci a effetti tossici a lungo termine. Invece, con frutta e verdura, che sono poverissime di grassi e ricche di fibre, viene agevolato il transito del cibo ingerito e viene ridotto il tempo di contatto con la parte intestinale di eventuali agenti cancerogeni presenti nella nostra alimentazione quotidiana. Per la carne lavorata, a tutto questo si aggiungono le sostanze utilizzate per la conservazione e il trattamento». (Leggi l’articolo)
Pare che dopo anni e anni di esposizione mediatica della quale il sommo oncologo godeva grazie alla battaglia contro la carne rossa, ora sia venuto il momento di andare contro corrente (un pochino) per distinguersi dalla massa. La carne rossa fa malino, la carne insaccata fa malissimo. Il che va in contraddizione con le sue precedenti dichiarazioni shock in merito.
Un colpo al cerchio, uno alla botte. Qualche anno fa, sul sito della fondazione Veronesi, veniva riportato il seguente menù ideale per i bambini dell’asilo:
- Frutta e vegetali: 1 porzione di frutta e una di vegetali tutti i giorni
- Cereali (pasta, riso, orzo, mais…): 1 porzione tutti i giorni
- Pane: 1 porzione tutti i giorni
- Legumi (anche come piatto unico se associati a cereali): 1-2 volte a settimana
- Patate: 0 -1 volta a settimana
- Carni: 1-2 volte a settimana
- Pesce: 1-2 volte a settimana
- Uova: 1 uovo a settimana
- Formaggi: 1 volta a settimana
- Salumi: 2 volte al mese
Da notare che i legumi secondo lui andrebbero consumati solo una o due volte alla settimana, la pasta e il pane tutti i giorni, e proteine animali (carne, pesce, uova) da 5 a 7 volte alla settimana, due giorni al mese un (non più) buon salume.
Secondo una sua dichiarazione rilasciata tempo fa il settore insaccati rappresenterebbe un’industria troppo importante per l’Italia, per cui escludere gli insaccati dal menù sarebbe stato un offesa ad un mercato nazionale storico. A rigor di logica tale dichiarazione giustificherebbe il suggerimento di tenere un alimento oggi definito cancerogeno nelle mense dei nostri figli.
Ora il media-oncologo torna a spiegare perché la carne rossa fa male aggiungendo il dettaglio delle sostanze nocive contenute nel mangime somministrato agli animali che finisce per essere assorbito anche dai consumatori di carne. Ci è andato vicino, per una volta, a dire che le condizioni alimentari, salutari e ambientali nelle quali gli animali vengono allevati, influiscono sulla qualità alimentare della loro carne. Ma non l’ha fatto. Forse perché l’industria della carne è troppo grande per essere abbattuta con un sol colpo e un medico probabilmente non può non tener conto della salute del paese oltre che quella dei pazienti. E, per estensione, un medico senza pazienti non ha ragione di esistere.
I mangimi dei polli (carne bianca) sarebbero dunque meno tossici?
Pensate che un pollo allevato nelle condizioni mostrate nella foto possa sopravvivere senza antibiotici, antimicrobici e antibatterici? I mangimi industriali contengono cocktails sempre più complessi per stare al passo con i virus sempre più resistenti.
E il pollo “allevato a terra” pensate che sia allevato nell’orto retrostante l’azienda?
In un capannone che pratica “allevamento a terra” la concentrazione di polli consentita per legge è fino a ben 20 polli per metro quadro!
Avevi mai fatto caso che le uniche immagini che si riescono a trovare a riguardo sono quelle sgranate rubate dagli attivisti nelle loro incursioni? A parte naturalmente quelle di propaganda girate ad hoc per i fuffa-tiggì dove le mucche hanno con gli allevatori un rapporto più di amicizia che altro, dove un azienda per produrre latte o carne alleva una ventina di mucche su cento ettari di collina con il sole che fa capolino all’orizzonte e il fiorellino con la goccia di rugiada che fa da sfondo allo schermo.
Un interessantissimo libro scritto da Jonathan Safran Foer, racconta di una molto difficile ricerca di informazioni riguardo le condizioni di allevamento degli animali, anzi, dell’impossibilità di accesso a queste informazioni. Riesce comunque a visitare, come racconta lui “vestito tutto di nero, nel mezzo della notte nel mezzo del nulla”, alcuni allevamenti di bestiame e ne racconta la scena.
La sua verità sintetizzata all’estremo è questa: gli allevamenti di animali, tengono le povere bestie (un termine più consono ad una animale in allevamento) in capannoni affollatissimi, con feci e urine a fargli compagnia, mangiano alimenti inappropriati (quasi tutti soia e mais) conditi con mix di farmaci da far paura anche al più convinto ipocondriaco.
I metodi di macellazione non sono affatto gentili, perchè devono più che altro seguire i ritmi veloci che il mercato impone. Lascio alla vostra immaginazione il resto e consiglio caldamente di leggere il libro, che a parte l’argomento, è scritto benissimo, è piacevole e coinvolgente, oltre che illuminante.
Allora?
Personalmente tendo ad ignorare i mass-media, perché servi delle industrie, che, se mi stanno informando che una cosa fa male, per me vuol dire che vogliono prepararmi a cambiare tipologia di veleno. L’olio di palma fa male! (Magnatevi l’olio di soia ora che fa benissimo…). La carne fa male! Ecco un “ottimo” prodotto industriale a base di soia, il tofu. Eccoti il seitan, glutine estratto da farine bianche che secondo gli ottimisti farebbe le veci della carne in una zuppa….
Ci sono degli studi che evidenziano come le condizioni di allevamento influenzino la salubrità della carne. Una mucca ha due stomaci, il primo in realtà è solo una sacca che ospita dei batteri che rendono le cellule legnose dell’erba digeribili per il secondo stomaco. Quando invece di mangiare erba, mangiano mais e soia, sviluppano una malattia chiamata acidosi ruminale. Questa malattia, comporta un incremento di flora batterica dell’animale di oltre il 500%, anche di batteri pericolosi come la E. Coli. Peggio, questi batteri, sviluppandosi in ambiente acido, hanno una resistenza molto maggiore ai succhi gastrici del tuo stomaco, di fatto sopravvivendo e insediandosi nell’intestino.
Evitando gli studi fuffa dei paladini della medicina pret-a- porter, consiglio di approfondire l’argomento con uno studio dell’universita di Cornell e uno dell’ Università del Wisconsin .
Certo, leggerli richiede più attenzione che ascoltare lo sproloquio pro-fama dei vari media-hyper del momento ma le informazioni contenute sono a dir poco preziose.
Un altro dato interessante da considerare è che la carne proveniente da mucche allevate liberamente e con una dieta a base di foraggio hanno dei valori molto maggiori di precursori della vitamina A ed E, antiossidanti anti-cancro come l’ SOD ( superossido dismutasi ) e il Glutatione .
Oltre che una maggiore quantità di acido linoleico (CLA) (nella foto, comparazione del contenuto di CLA per grammo di grasso, di animali nutriti a graniglie e di mucche che spendono 1/3, 2/3 o tutto il loro tempo al pascolo)
Concludendo: si può mangiare la carne o no?
La scelta non deve essere superficiale perché per vivere da vegani in salute bisogna prima imparare un po’ di cose riguardo la propria alimentazione (leggi : Diventa vegano ma rimani a vivere sulla terra)
In generale direi che la carne è un ottimo alimento ma con i dovuti distinguo. La carne degli animali da allevamento contiene una grande dose di inquinanti ma, sebbene in misura minore, anche gli animali liberi forniscono la loro porzione.
Una mucca che mangia foraggio sta comunque ingerendo gli inquinanti presenti nell’ambiente, e di questi ce n’è a iosa. La carne di un animale grande contiene promotori della crescita naturali proporzionati all’animale, nell’uomo potrebbero promuovere la crescita anche di tumori, questo è un fatto che vale sia per gli animali da allevamento intensivo che per quelli da pascolo.
La giusta misura, secondo me, è quella di mangiare la carne raramente, anche per sopperire a eventuali carenze che la dieta vegetariana può avere generato (se non fatta con metodo scientifico). Scegliendo animali allevati liberi e nutriti per bene, si minimizzano i rischi. In Italia non è difficile individuare allevamenti rispettosi del benessere animale e macellai “etici”.
Io consumo raramente la carne ma quando lo faccio scelgo chi macella animali cresciuti liberi e trattati con amore.
GG