Lo scorso 28 gennaio, tre milioni di finlandesi (il 66.8% degli aventi diritto) si sono recati alle urne per le elezioni presidenziali del Paese nordeuropeo. Senza la necessità di ricorrere al secondo turno, il capo di stato in carica, Sauli Niinistö, è stato confermato come primo cittadino della Finlandia.
Sessantanovenne, Sauli Väinämö Niinistö vanta alle sue spalle una lunga carriera politica passata nella fila del Partito di Coalizione Nazionale (KOK – Kansallinen Kokoomus), forza di centro-destra liberal-conservatrice e filoeuropeista. Niinistö ha ricoperto in passato diversi ruoli chiave nel governo finlandese, sin dal 1995, quando divennte Ministro della Giustizia e vice-premier. Dal 1996 al 2003 è stato titolare del Ministero delle Finanze, mentre dal 2007 al 2011 ha ricoperto il ruolo di Presidente del Parlamento. Nel 2012, poi, si è candidato alle elezioni presidenziali per la successione a Tarja Halonen, venendo eletto al secondo turno.
Nel corso del suo primo mandato presidenziale, Niinistö ha dimostrato soprattutto di sapersi muovere abilmente sul piano della politica internazionale. Nonostante il suo europeismo e l’adesione alle posizioni dell’UE su numerose questioni, il presidente finlandese ha intrattenuto buone relazioni bilaterali con la Russia di Vladimir Putin, con l’Iran, incontrando il leader supremo Ali Khamenei nell’ottobre del 2016, e con la Cina, dichiarandosi sostenitore della “politica di una sola Cina”, posizione che vedrebbe il riconoscimento della Repubblica Popolare Cinese come unico governo legittimo a discapito di quello di Taiwan.
Come previsto dalla costituzione finlandese, Niinistö si è quindi candidato per un secondo mandato di sei anni, questa volta da indipendente (anche se sempre sostenuto dal partito KOK), in quanto il capo di stato in carica non può essere affiliato a nessuna forza politica. Già sconfitto sei anni fa, il rappresentante del partito ecologista Lega Verde (Vihreä liitto), Pekka Olavi Haavisto, precedentemente Minsitro dell’Ambiente e Ministro dello Sviluppo Internazionale, sembrava dover essere il suo principale avversario.
Tuttavia, il responso delle urne ha premiato nettamente Niinistö, che ha ottenuto il 62.6% dei consensi, senza bisogno dunque di ricorrere al secondo turno, previsto solamente nel caso in cui nessuno dei candidati riesca ad ottenere la maggioranza assoluta al primo. Haavisto, dal canto suo, si è piazzato come previsto in seconda posizione, ma molto distante dal vincitore, raccogliendo i 12.4% dei consensi. Laura Huhtasaari, del partito nazionalista Veri Finlandesi (PS – Perussuomalaiset) ha conquistato il 6.9%, appena davanti a Paavo Väyrynen (6.2%), presentatosi da indipendente.
Per quanto riguarda i restanti candidati, Matti Vanhanen, del Partito di Centro (Suomen Keskusta), si è fermato al 4.1%, Tuula Haatainen, del Partito Socialdemocratico (SDP – Suomen sosialidemokraattinen puolue), al 3.2%, Merja Kyllönen, dell’Alleanza di Sinistra (Vasemmistoliitto), al 3%, e Nils Torvalds, del Partito Popolare Svedese di Finlandia (SFP – Svenska folkpartiet i Finland), all’1.5%.