E ricoprir di terra una piantina verde
sperando possa
nascere un giorno una rosa rossa
E prendere a pugni un uomo solo
perche’ e’ stato un po’ scortese
sapendo che quel che brucia non son le offese
e chiudere gli occhi per fermare
qualcosa che
e’ dentro me
ma nella mente tua non c’e’
Capire tu non puoi
tu chiamale se vuoi
emozioni
Emozioni.: tutti ne parlano, nessuno può ( e sa) farne a meno. Sin dalle prime forme di comunicazione nell’antichità, dai primi passi come cacciatore ai voli pindarici come filosofo, l’uomo è sempre stato attratto dall’astrazione. Ciò che non si intende, che non si vede ma si sente, che resta un mistero della vita: L’amor che move il sole e l’altre stelle (Paradiso XXXIII,145) . Le emozioni: indiscusse protagoniste nella vita dell’essere umano, a volte l’unica cosa concreta della stessa.
Per Thomas Hobbes, filosofo del ‘600, dai movimenti causati dagli oggetti nasce anche l’emozione. Il fondatore della tesi “Cogito, ergo sum“, Cartesio grande personaggio del ‘600, definisce l’emozione come una serie di cambiamenti di uno stato corporeo corrispondenti ad uno specifico sistema cerebrale attivato da immagini mentali. Ciò vuol dire che mente e corpo sono due cose separate e il corpo avrebbe un ruolo molto più importante della mente. Spinoza sostiene che l’emozione tocca interamente la vita umana e deriva dallo “sforzo di perseverare nel proprio essere“. Invece alla fine del ‘700 sarà il filosofo Cabanis a contrapporre alla visione di Cartesio l’idea di sensibilité: un uomo-organismo fatto di istinti, pulsioni e appetiti e la relativa sensibilità a questi, che altro non è che la forza fondante del vivere. Anche per Kant, filosofo del ‘700, le emozioni sono utili all’uomo perché vengono da lui paragonate all’ebbrezza, ossia uno stato affettivo improvviso e transitorio. Passando al ‘900 non possiamo non ricordare le teorie freudiane, così importanti a capire il sistema mentale intrinseco dell’uomo. Freud per emozioni intende pulsioni che sono stimoli interni che influenzano il comportamento dell’individuo e lo spingono a determinate azioni. Anche Nietzsche parlava delle emozioni come sensazioni che sono provocate da ogni parte del nostro corpo, tutti gli organi sono in funzione delle sensazioni e emozioni. Nel 1963 Paul MacLean, neurofisiologo interessatosi per molti anni al comportamento delle scimmie scoiattolo, giunse alla conclusione che le emozioni sono funzioni biologiche e in quanto tali svolgono un ruolo importante nella sopravvivenza di un individuo e del gruppo a cui appartiene.
SOPRAVVIVENZA. Ogni singola emozione, nervosismo, felicità, gioia, ansia, paura coraggio costruisce il nostro antro nel mondo, serve a farci vivere.
Se le teorie filosofiche hanno dato il loro contributo nell’identificazione del termine, resta un’entità evanescente con la quale dobbiamo avere a che fare continuamente. Proviamo emozione quando mangiamo, quando chiacchieriamo con un amico, quando raggiungiamo un traguardo e anche quando facciamo anche la più semplice delle azioni, come appunto dice Lucio Battisti nella sua canzone “emozioni”: sdraiarsi sull’erba, parlare del più e del meno con un pescatore.
Senza emozioni non saremmo uomini, anche i più cinici lo sanno.