Lo scorso 23 aprile si è tenuto il primo turno delle elezioni presidenziali francesi 2017, al termine del quale sono stati resi noti i nomi dei due candidati che si contenderanno l’accesso Eliseo in occasione del secondo turno, previsto per il prossimo 7 maggio: la sfida sarà tra Emmanuel Macron, trentanovenne leader di En Marche! (EM!), e Marine Le Pen, quarantottenne leader del Front National (FN).
I RISULTATI DEL PRIMO TURNO
I risultati del primo turno vedono Macron al comando con il 24.01% delle preferenze, contro il 21.30% dei voti che portavano il nome di Le Pen. In lotta per l’accesso al ballottaggio c’erano anche altri due candidati: François Fillon de Les Républicains (LR), che ha ottenuto il 20.01% dei suffragi, e Jean-Luc Mélenchon di France Insoumise (FI), che ha invece ricevuto il 19.58% dei suffragi. Il risultato di quest’ultimo è stato salutato come storico, trattandosi sicuramente del miglior esito per un candidato che si posizionava a sinistra del Parti Socialiste (PS), la storica forza del centro-sinistra francese.
Proprio il PS è il grande sconfitto di queste elezioni presidenziali: il candidato Benoît Hamon ha infatti ricevuto solamente il 6.36% dei voti, risultato disastroso per la forza che ha espresso il presidente uscente nella persona di François Hollande. Nonostante la vittoria delle primarie, Hamon non è riuscito ad attirare a sé gli elettori, probabilmente pagando anche gli errori del capo di stato in carica. Per quanto riguarda gli altri sei candidati, buon esito per Nicolas Dupont-Aignan di Debout la France (DLF), forza euroscettica di centro-destra.
IL PROGRAMMA DI EMMANUEL MACRON
Con i suoi trentanove anni, il leader di En Marche! (EM!) era il più giovane tra gli undici candidati delle elezioni presidenziali. Questi i punti salienti del suo programma:
– Finanziare la protezione sociale con le tasse: sopprimere i prelievi patronali per il salario minimo interprofessionale di crescita ed i prelievi salariali per malattia e sciopero, aumentare lo SMIC dell’1.7%
– Dare la priorità agli accordi d’impresa per la durata del lavoro;
– Aumentare del 50% la “prime d’activité” (sostegno al potere d’acquisto dei lavoratori con redditto basso”
– Confidare l’indennità di disoccupazione allo stato
– Tassare con l’imposta di solidarietà sulla fortuna i soli beni immobiliari
– Mettere in piedi un progetto politico comune e democratico nell’Unione Europea, ed un piano europeo di investimenti
– Ridurre progressivamente il ruolo del nucleare ed i vantaggi fiscali per il diesel, nominare un mediatore per l’aeroporto di Notre-Dame-des-Landes
– Aumentare la parte del proporzionale nelle elezioni parlamentari, limitare i mandati nel tempo, introdurre la necessità del casellario giudiziario pulito per diventare ministro
– Ridurre a contravvenzione la pena per l’uso e la detenzione di cannabis
IL PROGRAMMA DI MARINE LE PEN
La figlia di Jean-Marie Le Pen e leader del Front National (FN) spera di ottenere un esito migliore rispetto a quanto accadde a suo padre nel 2002. Questi i punti salienti del suo programma:
– Avviare le negoziazioni sui trattati europei ed indire un referendum per l’uscita dall’Euro e dall’Unione Europea
– Indire un referendum per inserire la “priorità nazionale” nella Costituzione
– Introdurre il sistema proporzionale, ridurre i parlamentari, implementare i referendum di iniziativa popolare, sopprimere le regioni e le intercomunalità
– Introdurre una soglia massima di 10.000 per il saldo di immigrazione, sopprimere lo ius soli, abolire il rimborso delle spese sanitarie per gli stranieri prima dei due anni di soggiorno regolare
– Introdurre una tassa sull’assunzione di salariati stranieri
– Introdurre un prelievo del 3% sulle importazioni
– Detassare le piccole e medie imprese
– Abbassare l’età pensionabile a 60 anni, abrogare la “loi Travail”
– Rivalorizzare la pensione minima, con condizioni di nazionalità o di residenza
– Abbassare del 10% le imposte sui redditi bassi, defiscalizzare le ore di straordinario, sopprimere il prelievo alla fonte
– Reintrodurre il carcere a vita senza possibilità di sconti di pena
– Reintrodurre le uniformi scolastiche
– Sviluppare le filiere di energia rinnovabile, imporre una moratoria sull’eolico, mantenere il nucleare
– Rimpiazzare il matrimonio omosessuale con le unioni civili, riservare la procreazione assistita alle coppie sterili eterosessuali
I POSSIBILI SCENARI
Secondo i sondaggi, la sfida tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen dovrebbe risolversi con un verdetto nettamente favorevole nei confronti del primo. Il giovane candidato di En Marche! viene accreditato da tutti gli istituti di una percentuale non inferiore la 58% nella sfida con Le Pen. Se si considerano solamente i sondaggi effettuati dopo il primo turno, Macron dovrebbe vincere addirittura con una percentuale tra il 60% ed il 64%.
Questi risultati sono facilmente spiegabili, in quanto la figura di Le Pen ed il programma del suo Front National polarizzano molto l’elettorato. Secondo questa constatazione, al secondo turno è probabile che a votarla siano quasi unicamente coloro che l’avevano già votata al primo, con l’aggiunta di qualche elettore proveniente dalle altre forze di centro destra, mentre la maggioranza degli elettori che avevano preferito altri candidati opteranno una soluzione alla “meno peggio” pur di non vederla salire all’Eliseo. In poche parole, gli elettori di sinistra preferiranno il meno estremo Macron, pur essendo di ispirazione decisamente liberista e con un background che lo vede legato al settore bancario e finanziaro, piuttosto che l’ultranazionalista Le Pen, nella quale vedono una minaccia di “fascismo”. Uno scenario simile vide protagonista a suo padre Jean-Marie nelle elezioni presidenziali del 2002, quando concorreva contro Jacques Chirac. In quell’occasione, i due furono molto vicini al primo turno (19.88% per Chirac e 16.86% per Le Pen), ma Chirac si impose al secondo turno con uno schiacciante 82.12%.