Il 23 aprile, i cittadini francesi verranno chiamati alle urne per eleggere il successore di François Hollande alla carica di presidente della Repubblica. In realtà, per conoscere il nome del nuovo capo di stato bisognerà attendere con ogni probabilità il 7 maggio, quando si svolgerà il ballottaggio tra i due candidati che avranno ricevuto la maggioranza delle preferenze. L’elezione diretta è prevista solamente nel caso – molto improbabile – che uno dei candidati superi il 50% dei suffragi al primo turno.
I CANDIDATI
Sono ben undici i candidati alle elezioni presidenziali del secondo stato – dopo la Germania – più popoloso dell’Unione Europea, e mai come in questo caso l’esito finale appare incerto. Facciamo dunque una carrellata dei pretendenti all’Eliseo, esposti nell’ordine previsto dal sorteggio per la formulazione della scheda elettorale:
– Nicolas Dupont-Aignan (DLF – Debout la France), 56 anni: ex sostenitore di Nicolas Sarkozy, dal quale si è discostato in occasione delle elezioni del 2007, propone un programma conservatore e basato sul sovranismo nazionale di ispirazione gaullista, opponendosi anche alla NATO;
– Marine Le Pen (FN – Front National), 48 anni: la figlia di Jean-Marie Le Pen si autoproclama difensore degli interessi nazionali, proponendo l’uscita dall’eurozona e dando la priorità ai cittadini francesi, e ponendosi dunque su posizioni di estrema destra per quanto riguarda tematiche come la sicurezza e l’immigrazione;
– Emmanuel Macron (EM! – En Marche!), 39 anni: ex ministro dell’economia, il più giovane dei candidati è il più strenuo difensore dell’europeismo e propone una serie di riforme economiche per ammodernare la Francia;
– Benoît Hamon (PS – Parti Socialiste), 49 anni: il candidato socialista sostenuto anche dai Verdi (EELV – Europe Écologie Les Verts), che si è affermato alle primarie grazie alle sue forti critiche nei confronti di Hollande, propone soprattutto un reddito universale di base e la riforma del governo verso una “Sesta Repubblica”;
– Nathalie Arthaud (LO – Lutte Ouvrière), 47 anni: docente di economia, la candidata del partito di ispirazione trotzkista si propone come voce delle classi lavoratrici e subalterne, e propone il superamento del sistema capitalista;
– Philippe Poutou (NPA – Nouveau Parti Anticapitaliste), 50 anni: sindacalista, è diventato noto soprattutto per la lotta contro la chiusura dello stabilimento Ford di Blanquefort, e propone un programma basato sulla lotta al capitalismo;
– Jacques Cheminade (S&P – Solidarité & Progrès), 75 anni: ispirato dal movimento LaRouche, questo candidato propone l’uscita dalla NATO e dall’Unione Europea, con conseguente ritorno al Franco;
– Jean Lassalle (Résistons!), 59 anni: noto per i suoi scioperi della fame, l’ex centrista si definisce un difensore dei territori rurali ed un ecologista umanista;
– Jean-Luc Mélenchon (FI – France Insoumise), 65 anni: fuoriuscito dal Parti Socialiste nel 2008, vanta il sostegno di molte forze di sinistra, compreso il PCF (Parti Communiste Français) e propone il passaggio alla “Sesta Repubblica”, la redistribuzione delle ricchezze, la riformulazione dei trattati europei e l’assunzione di una posizione meno subordinata agli Stati Uniti;
– François Asselineau (UPR – Union Populaire Républicaine), 59 anni: di ispirazione sovranista, l’ex sostenitore di Nicolas Sarkozy propone l’uscita della Francia dall’Unione Europea e dalla NATO;
– François Fillon (LR – Les Républicains), 63 anni: veterano della politica di centro-destra, propone la cancellazione della tassa sui patrimoni, e riforme di stampo liberista riguardanti il sistema sanitario ed il codice del lavoro.
I POSSIBILI SCENARI
Secondo i sondaggi che sono stati pubblicati negli ultimi giorni, sono molti gli scenari che potrebbero aprirsi, e queste si annunciano come le elezioni presidenziali più incerte della storia francese. Quello che è certo, come anticipato, è che sarà necessario il secondo turno per eleggere il nuovo presidente francese, ma sono almeno in quattro a poter sperare di accedervi: tenendo conto dei sondaggi degli ultimi dieci giorni, Marine Le Pen si attesta tra il 21% ed il 24%, Emmanuel Macron tra il 22% ed il 24.5%, Jean-Luc Mélenchon tra il 17% ed il 22% e François Fillon tra il 18.5% ed il 20%. La maggioranza delle combinazioni prevedono dunque un ballottaggio tra Le Pen e Macron, ma non sono assolutamente da escludere dalla corsa all’Eliseo Mélenchon e Fillon. Indietro, invece, il candidato socialista Benoît Hamon, che paga lo scarso gradimento del quinquennato di Hollande e si attesta tra il 7% ed il 10%.
Interessanti anche i sondaggi riguardanti il possibile secondo turno: il caso più testato, quello della sfida tra Macron e Le Pen, vedrebbe la vittoria del giovane candidato di En Marche! con almeno il 58% delle preferenze; Le Pen sarebbe sconfitta anche in un ballottaggio con Fillon, ma con percentuali che difficilmente si avvicinerebbero al 60%. Meno testate le altre combinazioni, che vedrebbero Macron battere nettamente Fillon con percentuali spesso superiori al 65% ed in modo meno deciso Mélenchon (58% circa). Il candidato di sinistra vincerebbe invece contro Fillon (58% anche in questo caso) e contro Le Pen (60%).
Lo scenario particolare che potrebbe venirsi a creare, potrebbe dunque vedere Marine Le Pen arrivare al primo posto nella tornata di domenica, per poi perdere contro qualsiasi avversario: questo è facilmente spiegabile, in quanto la figura di Le Pen ed il programma del suo Front National polarizzano molto l’elettorato. Secondo questa constatazione, al secondo turno la voterebbero quasi unicamente coloro che l’avevano già votata al primo, mentre la maggioranza dei votanti degli altri candidati preferirebbero una soluzione alla “meno peggio” pur di non vederla salire all’Eliseo, proprio come accadde a suo padre nel 2002 contro Jacques Chirac.