Il dibattito aperto in questi giorni sul “femminicidio” mi ha incuriosito soprattutto per la mancanza di un approccio scientifico all’analisi del problema. Per conoscere un fenomeno è necessaria una classificazione molto rigorosa e non aleatoria dove a priori vengano definiti i parametri da prendere in considerazione e solo dopo iniziare il censimento. Non dobbiamo mai dimenticare che i grandi progressi ottenuti in biologia sono figli della classificazione introdotta da Linneo.
Ho provato a classificare i delitti con donne vittime, (in realtà l’approccio corretto sarebbe una classificazione di tutti gli omicidi), utilizzando come fonte l’elenco messo on line dal corriere della sera.
http://www.corriere.it/cronache/speciali/2016/la-strage-delle-donne/
Si tratta di una scelta discutibile in quanto sarebbe come voler studiare l’astronomia usando come libro di testo la Bibbia ma al momento non esiste una fonte ufficiale che utilizzi un sistema di classificazione condiviso ed elaborato dopo una discussione aperta a tutti i professionisti del settore, psichiatri in primis.
L’analisi riguarda il solo 2016, non è una scelta ottimale ma considerando che siamo quasi a metà anno possiamo approssimare i risultati finali moltiplicando per due i dati attuali. Anche questa scelta è discutibile perché, come ha dimostrato Steven Pinker nel suo “il declino della violenza” le società evolute vivono uno strutturale processo di abbandono della violenza ed infatti il numero di tutti gli omicidi è in continua decrescita in Italia e anche limitandoci al solo omicidio di donne si può osservare ( utilizzando i dati del corriere) una diminuzione pari a quasi il 20% delle donne uccise nel periodo che va dal 1 gennaio al 21 giugno 2016 rispetto allo stesso periodo del 2015
NB
Tutti i dati sono stati intabellati il 13 giugno 2016 e in seguito aggiornati al 22 giugno 2016, in questa data sono stati inseriti solo i casi non presenti in elenco al 13 giugno senza effettuare controlli su eventuali modifiche da parte del corriere ai dati precedenti. L’analisi riguarda il periodo dal 1 gennaio al 21 giugno.
Criteri di classificazione
Data dell’evento delittuoso e nome della vittima
Si tratta ovviamente di un dato essenziale per identificare correttamente e univocamente ogni evento delittuoso.
Tipo di rapporto con l’omicida
In che modo vittima e omicida erano legati.
Nome omicida: informazione essenziale per poter identificare correttamente l’omicida e tentare una valutazione delle cause dell’evento delittuoso.
Sesso omicida
Il corriere inserisce nel suo elenco anche donne uccise da altre donne e quindi si rende indispensabile questa informazione perché altrimenti si verrebbe tratti in errore attribuendo ad uomini delitti realizzati da donne.
In particolare il corriere considera addirittura “femminicidio” l’omicidio da parte di Giovanna Leonetti della figlioletta. Inizialmente pensavo si trattasse di un errore perché pur non essendo un addetto ai lavori conoscevo ben altri 3 omicidi di figli da parte delle madri avvenuti nel 2016 poi all’improvviso mi è venuto un orribile sospetto dimostratosi vero, le altre madri hanno ucciso figli maschi e quindi per il corriere quei bambini non erano da citare.
Solo a me la cosa appare una grande sciocchezza?
Età
Si tratta di una informazione essenziale perché, anche se non ci fa piacere ammetterlo, il cervello subisce processi degenerativi al pari di tutti gli altri organi.
Una improvvisa gelosia patologica in tarda età è un sintomo chiaro di un processo degenerativo ed è necessario un consulto psichiatrico per praticare la cura appropriata. E’ divento geloso/a da vecchio/a!
E tu che aspetti a portarlo/a dallo psichiatra?
Va anche considerato che la persona anziana prende moltissimi farmaci e alcuni di questi hanno tra i possibili effetti collaterali bazzecole del tipo sdoppiamento della personalità e allucinazioni. La cosa ho potuto constatarla personalmente quando il medico di mia madre le assegnò un farmaco in dosi massicce, io ero presente e lo prescrisse come si prescriverebbero delle vitamine. Dopo un po’ di tempo dall’inizio dell’assunzione non riuscivamo più a capire che cosa stesse succedendo fino a quando mio fratello non ebbe la brillante idea di leggere il foglio illustrativo del farmaco permettendoci di prendere delle precauzioni affinchè non ci fossero tragedie. Fortunatamente appena fu possibile dimezzare le dosi tutto tornò alla normalità.
Nazionalità dell’ omicida
Poiché una teoria punta a cercare le cause del “femminicidio” nella componente culturale diventa importante verificare la cosa studiando questa variabile in quanto si sa che la cultura varia da zona a zona. Purtroppo dai dati del corriere si può solo conoscere la nazionalità dell’omicida mentre occorrerebbe una classificazione basata anche su altri criteri. Purtroppo dobbiamo fare di necessità virtù sperando che in futuro venga adottata
una classificazione più seria.
Tipologia omicidio
Si tratta di una prima scrematura per selezionare dalla totalità degli omicidi che riguardano le donne quelli che in qualche modo afferiscono ad una relazione sentimentale come coniugi, conviventi e simili. Con criminalità ho indicato gli omicidi maturati nell’ambito della criminalità comune ed infatti non si capirebbe perché un uomo possa tranquillamente essere ucciso in una rapina ed una donna no. Questi omicidi vanno affrontati nel capitolo del contrasto alla criminalità. Con matricidio ovviamente l’omicidio della madre. Poiché sappiamo benissimo che l’omicidio del genitore è dovuto a problemi di salute mentale, alla droga o in misura inferiore a questioni economiche io direi di escluderli dall’analisi anche perché non ha nessun senso valutare l’omicidio della madre in maniera separata rispetto a quello del padre. Con figlicidio si intende l’uccisione del figlio da parte del genitore, anche se scorretta come cosa la considero nel “femminicidio” giusto per conservare l’errata ,secondo me, classificazione del corriere. Con tra vicini si intende quei conflitti generati dal vicinato che sfociano in delitto. I conflitti tra vicini sono una delle maggiori fonti di processi giudiziari e chiunque potrà testimoniare su quanto siano aspri e quanto sia terribile avere un vicino fuori di testa. Non li considero perchè andrebbero analizzati con maggior correttezza nella conflittualità da confine o vicinato. Con nc indico l’assenza di notizie.
Utili alla nostra analisi sono l’uxoricidio e quella che ho definito assimilata nel primo caso si tratta dell’omicidio della moglie mentre con assimilata si intende un omicidio che può essere assimilato all’uxoricidio. Stranamente il corriere non considera “femminicidio” l’omicidio di Ashley Olsen da parte di Cheik Tidiane Diaw. Seppur trattandosi di rapporto occasionale l’omicida non ha gradito essere trattato da “boy toy” e quindi in teoria potrebbe essere classificato come “femminicidio”. La cosa appare ancora più assurda se si considera che ha classificato come “femminicidio” l’omicidio di una figlia da parte della madre.
Precedenti penali omicida
Di notevole importanza per comprendere la propensione al crimine da parte dell’omicida.
Elementi utili
Tutte quelle informazioni che possono aiutarci a capire meglio gli eventi ed indirizzare l’analisi del singolo caso. Ad esempio un tumore al cervello può rendere il soggetto pericoloso, (dipende da che area va a ledere), un malato di tumore può prendere farmaci che danno allucinazioni, la cocaina è chiamata la droga dell’omicidio proprio perché agevola questi fenomeni delittuosi, l’abuso di alcool può aprire la strada ad episodi delittuosi ecc.
Suicidio omicida
Il suicidio dell’omicida ci fa capire sia l’utilità delle pene nel contrasto di questo tipo di delitti sia una possibile instabilità mentale dell’omicida.
Analisi dei dati
Il Corriere censisce ad l’altro giorno (21 giugno 2016) 53 donne morte di cui 2 uccise da altre donne. Poiché questo numero viene usato per indicare l’omicidio di donne da parte dei loro partner sarebbe oltremodo scorretto usare omicidi agiti da donne allo scopo di alimentare l’opinione che ad uccidere fossero stati i loro partner per cui escludo questi due casi e siamo a 51.
Onestamente pensavo fossero di più, evidentemente l’Italia è molto avanti in quel processo strutturale di abbandono della violenza verificato da Steven Pinker nelle società evolute.
Da notare ,infatti, che sempre il corriere della sera censisce nel 2015 in un periodo dal 1 gennaio al 21 giugno un numero di donne uccise in totale ( quindi senza andare a definire la tipologia di omicidio né se sia stato un uomo o una donna ad uccidere) pari a 65 ovvero nello stesso periodo del 2016 sono state uccise 12 donne in meno con una riduzione pari a quasi il 20%
Gli omicidi legati alla criminalità risultano essere tre e andrebbero analizzati nel capitolo criminalità se volessimo essere corretti. L’omicidio di Mariana Szekeres è attualmente attribuito, (a leggere il corriere), alla criminalità che si sviluppa attorno al mondo della prostituzione ma potrebbe anche essere opera di un maniaco. Mi attengo comunque alla pista seguita dagli inquirenti
Abbiamo quindi 48 donne uccise da 44 uomini + 1. Aggiungo arbitrariamente nella categoria omicida di sesso maschile anche il caso di cui non si sa nulla.
Poichè a noi interessano gli assassini per capire le motivazioni dell’evento delittuoso ragioniamo su 44 persone + 1 nc.
Cancellerò i 2 delitti tra vicini perché non rientrano assolutamente tra i delitti “passionali” ma vanno analizzati nel capitolo conflitti di vicinato. siamo a 42 + 1nc
I matricidi sono 4, uno è chiaramente dovuto alla prolungata mancanza di sonno del figlio e a leggere il resoconto si capisce chiaramente, se si è in buona fede, che si è trattato di un problema indipendente dalla volontà, un altro è chiaramente ascrivibile al disagio psichico e il terzo al pietatis causa. Per il caso di Andrei Filip vedere la nota 1. Poiché sappiamo che le cause dell’uccisione di un genitore afferiscono proprio al disagio psichico, all’abuso di droga o alcool e in casi minori a questioni economiche io direi di escluderli dall’analisi. Siamo a 39 + 1nc
Anche se è assolutamente scorretto non cancellerò i 7 delitti tra parenti ma li metterò nel calderone dei delitti “passionali” solo per conservare la classificazione del Corriere.
Degli assassini 9 (22%) sono stranieri, 30 (75%) italiani e 1 nc (2 %) (ho troncato e troncherò anche nel prosieguo alla seconda cifra decimale per cui la somma delle percentuali ha uno scarto dell’ 1% ma la cosa è irrilevante)
Esiste una componente culturale quindi? I numeri sono troppo piccoli per fare una analisi seria, per capirci se ci fosse stato un omicida in più o in meno nel gruppo stranieri la percentuale salirebbe o scenderebbe di circa il 3%, insomma dipenderebbe troppo dalla casualità. Gli uomini italiani saranno circa 30 milioni ed escludendo i minori di 16 anni quasi tutti sono stati lasciati almeno una volta, se esistesse una componente culturale dovremmo contare alcune migliaia di morti l’anno. Idem per gli stranieri, 9 su almeno 5 milioni tra immigrati regolari e non regolari rappresentano una cifra molto piccola anche solo per immaginare di fare una verifica. Esiste una maggioranza di casi che coinvolgono persone dell’est ma sappiamo anche che è maggiore l’abuso di alcool in quelle zone e sappiamo che l’abuso di alcool è un elemento di degrado molto importante. Tutti gli stranieri tranne uno hanno una età inferiore ai 50 anni, (ma questo può essere dovuto al fatto che sono i giovani ad emigrare e quindi i giovani costituiscono la stragrande maggioranza degli stranieri). Tutti i casi di omicidi multipli ,(secondo i dati riportati dal corriere), riguardano stranieri e questo potrebbe avvalorare l’ipotesi dell’alcool ma anche quella della instabilità mentale.
Osservando questi dati io declasserei la componente culturale a concausa e neppure di grande impatto.
Limitandoci agli italiani e quindi a 31 casi sicuri in cui comprendiamo anche il caso di cui non si sa nulla, va detto che uno è chiaramente un pietatis causa ovvero una errata interpretazione della pietà che porta ad uccidere il coniuge molto malato e nel caso specifico anche il tentato omicidio del figlio autistico. Anche l’omicidio del 19 marzo di Laura Germignani ha tutte le caratteristiche del pietatis causa in quanto la coppia aveva perso il figlio per leucemia a 35 anni e, (a detta del Corriere), era una coppia molto “riservata” un eufemismo in genere per indicare una coppia chiusa in sè stessa. In questi casi diventa probabile la scelta di farla finita da parte di entrambi e per motivi culturali spetta all’uomo di uccidere e poi suicidarsi. Anche nel caso di Ernestina Bianca Chiari il sospetto che si tratti di un pietatis causa viene.
Anche se profondamente scorretto non cancellerò i pietatis causa dall’elenco e quindi gli eventi delittuosi oggetto di analisi restano 31 e non diventano 29.
età dell’omicida
<50 anni n°10 pari al 32%
50<= anni <= 60 n° 5 pari al 16%
60 < anni <70 n° 5 pari al 16%
>= 70 anni n° 7 pari al 22%
nc= n° 4 pari al 12%
Nell’omicidio di Isabella Panzella il sospettato viene genericamente indicato come pensionato , per correttezza lo ho inserito tra gli nc ma è sicuramente avanti con l’età.
Il 38% dei casi si posiziona in una età critica ( > 60 anni), ma gli nc una volta risolti potrebbero far crescere questa percentuale, e almeno in alcuni casi leggendo l’andamento dei fatti il dubbio sulla presenza di problemi di stabilità mentale vengono.
In 11 casi su 31 l’omicida si è suicidato e in 4 ha tentato il suicidio ma se contiamo solo i casi di uxoricidio ed assimilati escludendo quindi gli omicidi tra parenti e gli nc abbiamo 11 suicidi e 4 tentati su 27 ovvero il 40% di suicidi e il 14% di tentati suicidi
Effetto werther
Siamo una specie sociale ed è dimostrato che decidiamo cosa fare tenendo in considerazione anche cosa fanno gli altri. L’effetto Werther è un fenomeno imitativo individuato inizialmente nel caso dei suicidi anche se poi si è scoperto che interveniva in tutti i casi in cui vi fosse una forte copertura mediatica, (come avvenne con la pubblicazione del libro: i dolori del giovane Werther), ricordiamo il periodo in cui lanciare sassi dai cavalcavia sembrava essere diventato uno sport nazionale proprio a causa della forte copertura mediatica. I 3 casi avvenuti tra il 7 e il 9 giugno rientrano perfettamente nel fenomeno imitativo: sono avvenuti in un lasso di tempo molto ristretto; la copertura mediatica verso gli omicidi di donne per motivi “passionali” era molto estremizzata; la tipologia di vittime e la tipologia di assassini è molto simile.
http://www.sublimia.it/Psicologia/effettowerther.html
Conclusioni
Ho cercato di usare una classificazione migliore di quella attualmente in circolazione ma ovviamente non può essere considerata né esaustiva né pienamente valida anche per la scarsa affidabilità dei dati di partenza.
Secondo me il primo compito della politica è istituire una consultazione pubblica e aperta a tutti dove vengono proposti a priori dei criteri e dei parametri di classificazione operando una cernita ragionata. Una volta definiti i criteri si può partire con il censimento che va affidato ai tribunali presenti sul territorio i quali dovrebbero avere l’obbligo di raccogliere i dati, (nella forma e nei modi richiesti ), relativi ai fenomeni oggetto di analisi occorsi sul territorio di loro competenza e caricarli su una piattaforma on line pubblica con un software interrogabile capace di elaborare statistiche di ogni tipo.
Una famosa massima recita
Agire senza riflettere è pericoloso.
Riflettere senza agire è sterile.
E’ impossibile fare interventi efficaci se non si conosce in profondità il problema che si vuole affrontare e l’unico modo efficace per conoscere un problema è creare una valida classificazione, (Linneo insegna).
Alcuni interventi potrebbero nel breve periodo ridurre il numero delle vittime, ad esempio chiedendo ai media di usare per i delitti “passionali” gli stessi accorgimenti che si usano per i suicidi e che hanno fermato “l’epidemia” di lanciatori di pietre dai cavalcavia . Con questa semplice azione si potrebbe avere un risparmio di 5-6 vite umane forse anche di più. Può sembrare una piccola cifra ma considerando che anche il numero di omicidi è molto basso questo semplice accorgimento potrebbe comprimere il fenomeno anche del 10%.
Gestire meglio la malattia mentale , (capisco che si tratti di un onere notevole per lo Stato ma non si può continuare a scaricarne il peso sulle famiglie), può portare un ulteriore risultato positivo.
Il mio consiglio è di usare classificazioni rigorose e pienamente aderenti ai criteri scientifici, in particolare se la categoria generale dei delitti in famiglia non la si ritiene sufficiente è possibile suddividerla ulteriormente però se si introduce il termine “femminicidio” bisogna prima di tutto descriverlo in maniera rigoroso per evitare il minestrone in cui anche la bimba uccisa dalla madre finisce dentro facendo credere a tutti che si tratti di una donna uccisa dal partner (a me appare un tantinello scorretta come cosa) inoltre vanno create delle sottocategorie anche per gli altri tipi di delitti che rientrano nella categoria omicidi in famiglia come ad esempio quello delle donne che uccidono i loro partner onde evitare di avere una classificazione totalmente scorretta. Non ha senso studiare solo gli omicidi di donne perché si perdono correlazioni importanti ovvero se nei delitti
di donne verso uomini si ritrovano le stesse dinamiche presenti nei delitti di uomini verso donne allora la variabile di genere è evidente essere inesistente ma questo è possibile verificarlo solo studiando con assoluto rigore tutti i dati e non un sottoinsieme di questi scelti arbitrariamente.
Nota 1
Poiché ho escluso il matricidio dal conteggio generale si è creata una anomalia nel conteggio dei crimini commessi da stranieri. In uno stesso evento delittuoso Andrei Filip ha ucciso sia la madre che la sorellastra per cui è stato cancellato come matricida ma conteggiato per quanto riguarda i delitti tra parenti.
Nota 2
Poiché questa analisi si basa su dati giornalistici pubblicati da una testata nazionale di un certo prestigio ma priva della credibilità scientifica riservata ai centri di ricerca e poiché i dati sono stati raccolti da detta testata senza l’applicazione di alcun metodo scientifico il presente lavoro è da intendersi esclusivamente come un tentativo di leggere in maniera razionale il fenomeno dei cosiddetti femminicidi avvenuti nel 2016.