Ucraina : Sto leggendo, insieme a molte altre cose al riguardo, un libro di Giulio Sapelli sull’Ucraina, dal titolo “Ucraina anno zero“.
Tale libro , contrariamente a una inchiesta del Die Zeit sul neonazismo intitolata “Fascism: die brown international” , che identificava l’Ucraina essere da anni punto di riferimento di una internazionale neo nazista e anche sua armeria, parrebbe indicare, contro l’evidenza analizzata dal Die Zeit, invece che l’Ucraina, come epicentro del fascismo mondiale, la Russia, la quale , come da sue dichiarazioni di governo, è scesa in guerra contro l’Ucraina adducendo fra le varie cose l’intento di volerla denazificare.
La cosa particolare e che mi ha incuriosito, è che tale libro è prefato da Lucio Caracciolo, raffinatissimo e conosciutissimo Geopolitologo, consacrato dai media come uno dei massimi esperti italiani, cosa che realmente è.
Ho idee completamente opposte a quelle di Sapelli sul perché di questo conflitto, la cui responsabilità attribuisco almeno per il 90% al potere militare USA, idee che ho articolato nel mio libro “Ucraina 2022 La minaccia Strategica Perfetta“, pubblicato il 9 maggio 2022, dove senza fare sfoggio di raffinata erudizione come Sapelli, ricordo alcune cose completamente assenti dal dibattito mainstream: ad esempio che gli USA nel 2003 si offrirono di pagare e pagarono la spedizione del contingente ucraino nella invasione dell’Iraq, e nel fare questo, seguendo la lezione tacitiana sul potere militare, medito che fu sicuramente in quel frangente che gli USA legarono a se, in modo clientelare, i vertici delle forze armate di quel paese, allora come oggi profondamente corrotto, sottraendole così al controllo dei loro legittimi governi. E colloco in questo momento l’inizio definitivo del movimento dell’Ucraina verso la tragedia in cui oggi è piombata.
Ora, dato che l’occidente è in guerra contro la Russia con una proxy war fatta con i corpi dei poveri Ucraini, ai quali il governo di Zelensky, continuando l’opera dei suoi predecessori Yushenko e Poroshenko nello stringere il cappio intorno alle libertà, ha chiuso media, partiti e chiese, facendo dell’Ucraina uno stato di polizia finanziato dai contribuenti americani ed europei, come ricordava recentemente su Fox News, il giornalista Tucker Carlson, comprendiamo bene che l’apparato bellico occidentale, maggior fuochista di questa guerra, abbia bisogno di magie che, fra le varie cose, facciano sparire sotto il fazzoletto dell’illusionista l’Ucraina quale uno degli epicentri del neo nazismo europeo, per sostituirlo con la Russia, così riproducendo quell’efficacissimo schema della guerra fredda che sostenne l’idea della necessità della direzione militare della politica estera per decadi, e sostenendo la direzione politica del Pentagono come supremo decisore occidentale, condizione che da 30 anni è la forza motrice di una espansione della NATO che, come teorizzo nei miei libri, ha, uno scopo fondamentale: espansione del potere militare, acquisizione di sempre maggiori quote di ricchezza pubblica, erosione di poteri decisionali alla società civile in nome della Military effectiveness come nuova chiave ideologica con cui il potere militare sta scalzando la Borghesia dal trono della storia, così come illustro nel mio ultimo libro Lineamenti Generali del Trattato sulla Classe Armata, con cui registro alla anagrafe della storia una nuova classe sociale che da 50 anni si muove nell’orizzonte degli eventi disastrandoli, e che è la classe sociale che si è concretizzata con la professionalizzazione degli eserciti occidentali fra XX e XXI secolo , che ha per mestiere la guerra.
Neo classe che per il suo essere caratterizzata dal proprio rapporto con gli strumenti di distruzione, quali le armi da guerra, invece che di produzione, ho definito “Classe Armata”, neo classe militare che ripeto ha come intrinseco scopo di riproduzione, l’appropriazione di sempre maggiori quote di ricchezza prodotta dal lavoro produttivo civile, e di potere decisionale.
Questa espansione militarizzante l’esistente è, al pari dell’espansione dei mercati per la borghesia capitalista, una legge di movimento immanente di questa nuova Classe Armata, la quale attraverso tale militarizzazione, entropizzando lo spazio geopolitico con la distruzione dei delicati equilibri storici , frutto di decadi di trattati e mediazioni politiche mondiali, produce tensioni internazionali, di origine esogena al motore capitalista, tali che la FED, nel 2017, ha persino prodotto un nuovo strumento ermeneutico con cui tentare di monitorarle, ovvero l’Indice di Rischio Geopolitico. Un modello, basato sul presupposto che “forze “impersonali” – cose come geografia, politica, economia, capacità militare e demografia – governino i leader mondiali e non viceversa“. Tensioni che poi essendo governabili solo con la forza delle armi producono la percezione sociale di una necessità storica di una direzione militare del presente, sostenendo così gli scopi di riproduzione di questa neo classe, la Classe Armata da me teorizzata.
In questo artificio retorico di pregiatissima fattura quale è a mio avviso il testo che sto leggendo sull’Ucraina, che identifica la Russia invece che l’Ucraina come epicentro mondiale del fascismo, per giustificare la catastrofe del volere a tutti i costi sconfiggerla militarmente, mi interessa quasi di più questa prefazione di Caracciolo che il libro stesso.
Anzi mi interessa decisamente di più la prefazione, mi interessa perché mi ricorda un gravissimo conflitto di interesse che ci dovrebbe preoccupare enormemente, non meno importante per gli effetti sulla vita pubblica di quello che potrebbe intercorrere fra i medici delle agenzie di controllo dei farmaci e le aziende farmaceutiche. Dunque semmai certamente acquistatelo il libro di Sapelli, non solo per la grande reputazione del suo celebre autore ma anche per leggere questa interessantissima prefazione.
Caracciolo è un geopolitologo che da quando è scoppiata la guerra, uscendo dalle consuete e prestigiose nicchie in cui si esercita la Geopolitica in tempo di pace, riempie dei propri saperi, profusi a piene mani al pubblico, innumerevoli schermi televisivi e non, in cui appare, e da cui dispensa le sue verità certificate di esperto, quale egli è senza dubbio.
Bisogna tuttavia che io vi informi che insieme ad altri importanti analisti, onnipresenti sugli schermi per commentare i fatti della attuale gravissima crisi, influenzando non poco sia gli smarriti e atrocemente incolti ceti politici, ormai solo ratificanti decisioni prese altrove, e soprattutto nel Pentagono, quanto la confusissima opinione pubblica, come, per fare un nome, Germano Dottori, anche egli onnipresente su una infinità di schermi, e che a sua volta è consigliere scientifico di Limes, notissima rivista geopolitica diretta da Lucio, ebbene Caracciolo, anche in ciò insieme a Dottori, è un membro, stavolta egli come consigliere scientifico, della fondazione Med-OR, di cui Dottori è invece addirittura membro del CdA.
E cos’è Med-Or?
Ebbene Med -Or, è una fondazione di Leonardo Finmeccanica, e per chi voglia iniziare ad approfondire, consiglio un ottimo pezzo intitolato “La tela di Leonardo: Med-Or, fondazione del “Sistema Italia”, lo trovate seguendo il link su Google.
Dunque Med-Or è una diretta creatura di quello che volgarmente potremmo definire come il complesso militare industriale, ma, le cose essendo ben più complesse, che in realtà complesso industriale non è più da quando nel 2015, durante la direzione dell’ex sindacalista Moretti, che ne fu l’AD in quel periodo, tale complesso appunto da “complesso industriale militare” venne trasformato nella Leonardo One Company & It’s Divisions, ovvero in una direzione militare centralizzata delle industrie che producono beni militari, che cosi ne divengono sue sub-divisioni, trasformazione questa che mima, a distanza di circa 60 anni, la mutazione avvenuta nel 1961 sotto il segretariato della difesa degli Stati Uniti di McNamara e che, senza alcun dibattito congressuale (S.Melman), proprio grazie allo stato di emergenza perpetuo formalizzato attraverso la guerra fredda, vide la creazione di una direzione centrale industriale militare nel Pentagono, la Defense Supply Agency, che poneva di fatto fine al complesso militare industriale, ancora inteso come un libero mercato, in cui le proprietà industriali erano ancora libere di pianificare la propria produzione, e come scrisse Seymour Melman, attraverso cui i militari presero a controllare in ogni minimo dettaglio il più grande impero industriale del mondo, operando in tal modo l’avvio di questa direzione centrale industriale militare, una trasformazione dello Stato federale americano, scriveva Melman nel suo celebre seppur dimenticato Capitalismo Militare, caratteristica delle società totalitarie ad economia centralizzata.
Kennedy, sotto la cui amministrazione si concretizzò questo tragico errore di ingegneria statuale, che consegnava ai militari un potere inaudito, quale i militari invano fino ad allora avevano cercato di concretizzare , ad esempio attraverso gli indirizzi delle commissioni Hoover, formalizzando il potere dei vari generali in un potere militare tout court, che ora grazie a Kennedy e McNamara era de facto divenuto semi formale nello Stato, che per Melman, anzi, trasformava il Pentagono in uno Stato nello Stato, certamente vi avrebbe, da titolare di tale riforma, come teorizzo nel mio Trattato , messo mano, proprio al fine di correggere questo gigantesco bug di sistema a cui aveva dato vita, che metteva nelle mani dei militari un potere smisurato. Come sappiamo, Kennedy fu assassinato prima che potesse ricandidarsi per il secondo mandato, e quando suo fratello si candidò nel 68 per portare a termine il progetto kennedyano, anche lui venne assassinato, cosi la Defense Supply Agency scampò a qualsiasi manipolazione che le avrebbe potuto togliere potere, e si sviluppò da allora in poi indisturbata, come una piovra tentacolare nei decenni a venire, permeando ogni andito della società civile di controllo militare.
Leonardo S.p.a., società per azioni, dove l’azionista non ha nessun potere decisionale, come aveva già chiarito a suo tempo Galbraith nel suo celebre saggio lo Stato industriale, essere le società per azioni, ha ben poco di Italiano in senso stretto, tranne il fatto di sottrarre allo sviluppo civile italiano, depauperandolo, molti dei migliori elementi, scienziati e tecnici, della ricerca italiana: per fare un esempio eclatante di questo enunciato citiamo l’esempio, ancora a tutti noto, del Dottor Cingolani, il quale a un certo punto, abbandonando la ricerca civile in cui era una delle grandi eccellenze italiane, accettò la prestigiosa e potente poltrona di direttore scientifico della ricerca di Leonardo, ricerca, per quanto mitologicamente dual civile-militare si voglia, che fondamentalmente verte sulla ideazione, progettazione, e costruzione di sempre più potenti mezzi di distruzione. Passato a dirigere la ricerca bellica, poi Cingolani diventerà ministro della transizione verde, probabilmente intendendo chi ha ideato questo slogan “transizione verde” il verde dei mezzi militari, non certo quello dei prati.
Dunque Caracciolo, prefatore di questo libro che picchia duro sulla Russia e incensa l’Ucraina, andando a disturbare per questa operazione un enorme volume di citazioni colte, siede insieme a Germano Dottori, e a molti altri illustri personaggi, nel board della fondazione Med-OR, fondazione ripetiamo di Leonardo Finmeccanica, fondazione, come recita la sua missione, che “fa propri e condivide i valori del socio fondatore“, ovvero Leonardo Spa, che sostanzialmente è una industria di armi da guerra, partecipata dallo Stato sì, ma anche con ingenti capitali stranieri in essa attivi.
Ora non ho idea degli emolumenti, degli eventuali redditi, diretti o meno, se non degli stipendi, che ciò comporti essi e se li comporti; che sarebbero del resto del tutto legittimi alla luce dell’attuale legislazione, non esistendo per gli analisti geopolitici, come esiste per i medici un obbligo, seppur ridicolmente autocertificato, di dichiarazione di interessi conflittuali quando lavorino per organismi di controllo istituzionali , e non mi interessa fare un approfondimento su una simile questione, perché sono sociologicamente consapevole, ed è questo che ci interessa, che in ogni caso essere membri del board di una fondazione del genere, espressione di un gruppo di immenso potere come quello rappresentato da Leonardo Finmeccanica, a sua volta parte integrante di un sistema industriale militare occidentale che fa capo direttamente al Pentagono, quasi come sua mega sub divisione, istituzione il Pentagono, e quello che ritengo il suo ufficio politico internazionale, ovvero la NATO, che movimenta e, attenzione, funzione tipicamente statuale, redistribuisce, un volume di oltre 1500 miliardi di dollari annui di cosiddette spese militari, di cui una enorme parte in forma di stipendi, che è equivalente di un PIL da potenza industriale assoluta, di per se comporta una ricaduta di prestigio e potere sociale che possiamo definire semplicemente come enormi, rapportati all’uomo della strada, ma anche al bistrattatissimo insegnante qualunque, ovvero al borghese medio.
È evidente che partecipare in qualità di membri del board di una simile fondazione, oggi presieduta dall’ex ministro degli Interni Dottor Minniti, comporti una significante quantità di privilegi, e anche notevolissime opportunità di fare reddito, non solo direttamente, con le proprie eventuali prestazioni quali membri della fondazione, ma in una infinità di direzioni verso cui corre, a doppio senso di marcia, l’influenza sociale che comporta essere esponenti di tale network istituzionale di potere: pensiamo, solo per fare un esempio, proprio agli inviti frequenti nei media che si ricevono come esperti certificati da tale sistema, e attraverso i quali si diventa delle conosciutissime public figure molto riverite dal cittadino comune, e oltre al reddito, non da meno, comporta un enorme consolidamento, in una società sempre più pericolosamente liquida, del proprio status sociale.
Dunque è pacifico che chiunque chiamato a rendere pubbliche analisi di natura geopolitica, sia in rapporti del genere con l’industria militare barra potere militare, si trovi rispetto alle analisi che fa come esperto, in grado di indirizzare processi decisionali e ancor più consenso sociale, in un grave conflitto di interesse, perché, per limitarci al banale, senza andare nel complesso, anche i bambini sanno leggere i grafici delle quotazioni di Leonardo Finmeccanica schizzate in alto dal primo giorno di guerra in Ucraina.
Potrebbe essere interessante, per contestualizzare quanto vado riflettendo, leggere in questo rapporto dal titolo “Defence industry influence in Italy: Analysing defence industry influence on the Italian policy agenda” come quello che ancora chiamiamo complesso militare industriale, ma che in realtà è già qualcosa di ben diverso da decenni negli USA, ovvero una direzione militare dell’industria, cosa di cui mi occupo ampiamente nel trattato, influenzi i cosiddetti decisori politici, i quali andrebbero piuttosto classificati, con una nuova tassonomia, come meri ratificatori.
Questa rete di civili, che nel mio Trattato sulla Classe Armata, recependo la lezione di Seymour Melman, chiamo ausiliari del potere militare e transfughi dalla propria classe, rappresenta un potentissimo partito trasversale agli stessi partiti. Figure come Minniti e Crosetto, appartenenti a partiti radicalmente avversari, come PD e FdI, e che cooperano per questi interessi che vengono ammantati dell’aggettivo plurale di interessi “nazionali”, ce ne possono dare una vaga idea.
È evidente, che essere coinvolti in questo modo come analisti nella struttura del potere industriale militare, sottopone, se si è degli analisti o dei geopolitologi, e si si vogliono conservare i privilegi di integrazione nell’apparato istituzionale di tale potere, il pensiero, l’analisi e soprattutto la sintesi, a un potentissimo campo induttivo ideologico, capace di indirizzare automaticamente, secondo i propri interessi strutturali, così come fa il campo di forze di un magnete con la limatura di ferro, tali analisi lungo le line strutturali di tali interessi.
Basterebbe ricordare indicativamente l’inchiesta di David Barstow, “Behind TV Analysts, Pentagon’s Hidden Hand” pezzo premio Pulitzer, stranamente non ripresa da nessun altro quotidiano, ne americano ne internazionale, nonostante fosse stata pubblicata dal più importante giornale del mondo, sul New York Times, che nel 2008, dopo anni di richiesta giudiziaria degli atti del Pentagono, svelò lo scandalo delle centinaia di analisti militari che nel 2002 si presentarono come indipendenti ai media, per convincere l’opinione pubblica che Saddam Hussein fosse coinvolto nell’attentato delle Twin Towers, cosa completamente falsa, producendo cosi il consenso necessario alla invasione che il Pentagono aveva già in programma di fare nel 2003 dell’Iraq. L’inchiesta svelò che tutt’altro che indipendenti, coordinati dal Pentagono diretto allora da Rumsfeld, tali analisti ingannarono deliberatamente il pubblico, dietro dettagliate istruzioni del Dipartimento della Difesa.
Ma andando ben più indietro nel tempo, questi rapporti fra membri civili, per così dire transfughi dalla borghesia e impegnati trasversalmente nella promozione degli interessi del potere militare (Melmam) non sono cosa nuova, sono stati ampiamente osservati e denunciati fra anni 50 e 70 in una enorme produzione di libri soprattutto negli USA, epicentro dello sviluppo di questo nuovo potere militare, solo che tale produzione è scomparsa in quella che, rubando un concetto alla geologia, ho definito nel mio Trattato sulla Classe Armata, una grande subduzione culturale avvenuta con l’ascesa negli USA di Reagan e in Europa della Thatcher.
Il mio Lineamenti Generali del Trattato sulla Classe Armata, come spiego nella prefazione è sintesi di un Trattato sulla Classe Armata, purtroppo inedito perché rifiutato da tutti i maggiori editori italiani a cui l’ho proposto, e che a breve pubblicherò in volumi da indipendente, alla cui redazione ho speso circa dieci anni.
La prima parte del Trattato, di oltre 500 pagine, che pubblicherò come spero nei primi mesi del 2023, analizza proprio come negli Stati Uniti, dopo la seconda guerra mondiale, il potere individuale dei militari di alto grado divenne un quarto potere tout court nello Stato . Potere che il sociologo Mills con il suo libro “Power Élite”, NY Columbia University Press 1956, aveva già compreso essere salito al vertice della composizione della élite di potere negli USA, da ultimo dei poteri quale era prima della seconda guerra mondiale; e ciò soprattutto proprio grazie alla riforma del Pentagono voluta da Kennedy, troppo spesso mal consigliato se non addirittura “plagiato” da un generale a capo di una corrente del Pentagono che voleva prenderne il controllo, scalzando il gruppo di Eisenhower, il generale, Maxwell Taylor, il quale spingerà anche Kennedy a impelagarsi nel Vietnam, e ideatore della cosiddetta strategia della risposta flessibile, dottrina che, come teorizzo, causerà una militarizzazione di tutte le zone di crisi politica indifferentemente dalla loro ampiezza geografica. Potere che dunque si concretizza come potere tout court, in un vero e proprio quarto potere alieno nello stato di matrice illuminista, in cui la forza militare era invece solo uno strumento senza volontà alcuna, rigorosamente sotto controllo civile, e che velocemente inizierà a stendere i suoi tentacoli oltre che sull’impero industriale, letteralmente regalato ai militari dal tragico errore di Kennedy, anche sulle università e poi su tutto il sistema dei Media, e soprattutto sulla politica stessa.
Il Senatore del Congresso americano Fulbright, a cui dedico ampio spazio nella prima parte del Trattato, nel 1970, per denunciare questa esondazione del potere militare dalle proprie sedi istituzionali, come Eisenhower ammonì nel suo discorso di addio, invitando gli americani a vigilare affinché non accadesse perché sarebbe stato una catastrofe per la democrazia, pubblicherà un celebre e dimenticato libro dal Titolo “La macchina di propaganda del Pentagono”, frutto di una lunga inchiesta congressuale su come il Pentagono avesse pianificato e stesse portando avanti una conquista del sistema mediatico USA. Tale movimento di conquista militare dei mezzi di produzione culturale del consenso ebbe il suo acme nello scandalo del rapporto Rebird, da nome del generale che lo redasse. Si trattava di un vero e proprio piano segreto dei generali del Pentagono per conquistare il controllo dei media attraverso cui indirizzare la pubblica opinione a dare consenso al potere militare, e non solo dei media, ma anche del cinema, quando trattava questioni come la guerra, nonché delle amministrazioni locali, come di quelle delle contee e via discorrendo.
Il Senatore Fulbright aveva scoperto come il Pentagono con la disponibilità infinita di capitali che aveva, (proprio grazie al potere distributivo che aveva acquisito con la creazione della direzione centrale industriale militare voluta da Kennedy e ideata da McNamara , N.d.A), letteralmente stesse comprando, paese dopo paese, citta dopo città, contea dopo contea, i personaggi più influenti delle élite locali, nelle località in cui intendeva, ad esempio, impiantare basi di missili balistici intercontinentali, con metodi che lavoravano sulla gratificazione, come quella di offrire essi, per fare un esempio, delle ampie crociere sulle corazzate militari al largo delle Hawaii. Pratica clientelare che oggi si fa con i giornalisti di cose militari, come prassi normale, come ci potrebbe ricordare lo scandalo delle feste a bordo delle navi della marina organizzate dell’ammiraglio Giorgi, ma che all’epoca scandalizzarono enormemente i legislatori che lo vennero a sapere.
E denunciava come tale controllo militare fosse penetrato capillarmente nei palinsesti delle piccole emittenti radiofoniche e televisive, che erano a migliaia negli USA, a cui forniva gratuitamente materiali cine-televisi di propaganda militare con cui riempire senza spese i propri palinsesti, producendo cosi un vasto consenso al potere militare e molte molte altre forme di penetrante controllo militare della società civile, come mettere a disposizione di Hollywood, caserme, mezzi e persino militari come comparse: unica clausola, il controllo totale sulla sceneggiatura da parte di ufficiali del Pentagono che avrebbero affiancato la produzione, come avvenuto nella produzione del celebre e iconico Top Gun, film che incrementò del 500% gli arruolamenti nella aviazione. Di tale impianto ne beneficiò John Wayne per girare Berretti Verdi, al quale il Pentagono diede di tutto gratis, e ne fece le spese Francis Ford Coppola con Apocalypse Now al quale il Pentagono invece rifiutò tutto, e che dovette affittare mezzi per girare il film, ipotecando la propria casa, dall’esercito filippino.
Di tale piano svelato dal rapporto Rebird, passato ai giornali da una gola profonda, il Pentagono aveva sentito impellente bisogno per contrastare il feroce antimilitarismo scoppiato con la guerra del Vietnam nella società americana, per cui agli arruolatori delle forze armate gli studenti impedivano persino l’accesso nelle università.
Ora senza andare per le lunghe, chi vorrà approfondire leggerà il mio libro Lineamenti Generali del Trattato sulla Classe Armata, e non appena riuscirò a pubblicarlo, il primo volume del Trattato sulla Classe Armata, ecco voglio dire che questo strettissimo rapporto fra giornalisti, analisti, commentatori , personaggi dello spettacolo, nonché fra atenei, professori e docenti, politici e tecnici della politica e potere militare come nuova signoria da servire, negli USA ha alle spalle ormai 70 anni, oltre mezzo secolo, di assidua pratica come pratica di influenza del potere militare sulla società civile, e insieme alla professionalizzazione delle forze armate avvenuta negli USA nel 1973, con cui tale potere militare ebbe infine una propria classe sociale, nel nome dei cui interessi agire, rappresenta uno dei maggiori alberi di trasmissione con cui esso ormai, appunto da decenni, controlla il consenso alla propria metafisica militare, e indirizza i processi decisionali, come quelli che ci hanno portati a sostenere nonché a scatenare, con l’espansione della NATO, il conflitto in Ucraina.
Basti vedere l’ampiezza della estensione di questa rete attraverso il numero docenti di innumerevoli atenei presenti nel vasto comitato scientifico della Fondazione Med Or, struttura mimetica dei Think tank USA, e che in America, da molti decenni , formano un poderoso e capillare network per il controllo della pubblica opinione e soprattutto della politica, steso fra centri del sapere e ricerca , industrie, media e potere militare: ne ricordiamo due molto potenti, la Rand Corporation e l’Atlantic Council, molto attivo in Ucraina quest’ultimo fin dal 2014 , tanto da avere persino una sua rubrica fissa sul Kiev Post, come sottolineo nel mio Libro Ucraina 2022 La Minaccia Strategica Perfetta“, per renderci conto che ormai siamo agli albori anche in Italia di una imminente vasta ramificazione del genere, che in parte è appunto già attiva e per cui già operano una enorme quantità di figure pubbliche.
Dunque, concludendo, pur leggendola con avido interesse proprio per monitorare i processi di produzione del consenso al potere militare, e vi invito a fare altrettanto, non posso che diffidare enormemente di una Geopolitica che siede nei board di Fondazioni che sono terminali diretti a cui, a detrimento innanzi tutto delle prerogative originali dei poteri istituzionali, Legislativo, Giudiziario, Esecutivo, afferiscono i bisogni intrinseci ed automatici di espansione del potere di quella che ho chiamato la Classe Armata e del suo potere militare.
Ci lasciamo contestualmente con un frammento della prefazione di Caracciolo al libro in questione:
“Sapelli legge l’aggressione russa all’Ucraina nel contesto di un sistema internazionale saltato. Irrecuperabile. Perché quando una grande potenza come la Russia, in strutturale declino, decide di opporre la forza dei suoi armamenti all’incedere verso l’emarginazione, tutto diventa possibile. Anche la guerra mondiale.
Il ragionamento dell’autore ruota intorno all’idea che oggi noi si viva nel mondo “a frattali”, a geometrie molto variabili. Con l’America sempre Numero Uno, potenzialmente per un paio di secoli ancora. Ma incapace o non interessata a ricomporre e colmare le frane sistemiche in corso”
Cose a mio avviso quanto meno molto contestabili: potremmo obbiettare ad esempio, ma non lo faremo estesamente, che in declino sia piuttosto l’impero americano: ovviamente noi intenderemmo con ciò l’impero della Borghesia capitalista, non certo quello della Classe Armata che negli USA si è concretizzata e dagli USA ha lanciato la sua fase internazionalistica, che in quanto tale tale, la Classe Armata è ben poco nazionale e piuttosto sovrannazionale, come del resto lo sono tutte le classi sociali, e in flagrante ascesa proprio grazie al saccheggio, attraverso cui si riproduce, dell’accumulo del capitalismo, dal quale a ogni anno fiscale riceve, in una sorta di immortalità che la rende immune dai fallimenti, sempre nuovi capitali freschi in nome delle spese militari, e con cui fondamentalmente aumenta il proprio potere decisionale in seno alla sempre meno influente società civile, impero del capitalismo occidentale, ridotto a suo bancomat, divorato dal grande parassita del potere militare; e che se sarà potenzialmente numero uno per i prossimi 200 anni, forse è cosa che dovremmo lasciare predire a qualche talentuoso cartomante , cose tuttavia sicuramente molto ben dette, e finemente argomentate, e che, sostenendo intrinsecamente le ragioni della Classe Armata già con il loro semplice essere dette dall’alveo di simili fondazioni, l’autore deve inconsciamente sentire come estremamente piacevoli e giustificanti per il potere militare, lungo le cui linee di forza si trovano adagiate le istituzioni cluster del suo campo di forza, come la stessa Fondazione Med-Or, dove, rispettato e ammirato siede e meraviglia con il suo finissimo intelletto il nostro amico geopolitologo Caracciolo, fine e colto pensatore, ma in tragico e profondo conflitto di interesse fra analisi realmente libere e dominio della neo Classe Armata al cui servizio, ahinoi, poveri borghesi di matrice illuminista in declino, egli, forse suo malgrado, chissà, a quanto pare, sembra trovarsi immerso fino al collo.
Da questa geopolitica compromessa, i cui membri sono in strettissimi rapporti professionali e sociali con il potere militare industriale, e che con lo Stato ha persino stipulato un contratto di consulenza sulle gravi questioni strategiche, come potrete leggere in un testo dal titolo “Politica estera e difesa, il governo si farà consigliare da una fondazione di Leonardo“, dove crediamo di poter essere menati dunque?, se non dove porteremo sempre più acqua al mulino del potere militare della Classe Armata? Ovvero se non per una infinita serie di guerre infinibili, come è ormai evidente da 30 anni, e come le chiama sovente lo stesso Caracciolo, e che servono soprattutto a rendere evidente, alla società, la direzione militare dell’esistente come storicamente necessaria?
A voi lettori, cittadini elettori e contribuenti, l’ardua risposta, ma soprattutto il grave onere di trovare soluzione per porre un rimedio a questo potere militare esondato da troppo tempo ormai dalla sua sede istituzionale, se vi volete conservare ancora, per qualche decennio almeno, in forma di cittadini sovrani, senza ritornare nell’oscurità dei tempi in cui, come scriveva Hobsbawn, ancora nel XIX secolo, tre quarti dell’umanità si trovava in una qualche condizione di servitù.
(cover di David Colantoni)
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