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Elezioni 2018: l’Italia è della Lega, ma la marea nera non esiste

Postato il Marzo 5, 2018 Germano Milite 0

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A leggere alcune disamine, portate avanti anche da osservatori autorevoli e di solito attenti come Enrico Mentana, a quanto pare i progressisti e gli antifascisti italiani hanno fatto tanto baccano per nulla. Il rischio di deriva xenofoba, razzista ed ultranazionalista era inesistente nel nostro paese. Noi che siamo stati per tanto tempo in apprensione, ci siamo stupidamente lanciati in una sorta di guerra isterica ed allucinogena a fantasmi del passato che mai sarebbero potuti tornare.

Del resto, Casapound e Forza Nuova, i due partiti involontariamente autopradositici che da anni rievocano il ventennio senza alcun rischio di scioglimento imposto, hanno collezionato il consueto prefisso telefonico come percentuale di voto. Ergo è tutto ok: il pericolo di deriva ultradestrorsa non esiste. Le ronde contro i bengalesi, le aggressioni e gli omicidi a sfondo razziale; l’attentato di Macerata: tutti elementi “folkloristici” e fisiologici in un contesto socio-economico che, lo dicono i dati e le evidenze, è comunque più florido e solido rispetto a quello del 2013, quando il Pd si portò comunque a casa il 40% dei voti e raccolse un paese depresso e sfilacciato da governi tecnici ed altre politiche di corto respiro che sedussero negli anni precedenti le destre come le sinistre (vere o presunte).

Come dite? Lo stesso centrodestra è stato di fatto sconfitto dall’ultradestra della Lega? Sul serio? Volete dirmi che, nel 2018, corriamo il concreto rischio di avere un Matteo Salvini premier? Ma è lo stesso Salvini che solo qualche mese fa paragonava Laura Boldrini ad una bambola gonfiabile? Quello che ha fatto la sua fortuna con un’incessante campagna d’odio e fake news contro immigrati di ogni sorta e, fino al 2014, anche contro i meridionali, descritti come incapaci di sostenere una moneta come l’Euro? Lo stesso che instilla odio razzista con il sorriso? Quello che glissò clamorosamente sull’imbarazzante vicenda che vide condannato Umberto Bossi per aver rubato i fondi pubblici che finanziavano la Lega Nord?

[newsletter]

Eh ma allora lo vedete? Ha ragione Mentana nel dire che non c’era nessuna marea nera all’orizzonte. Ora c’è la Lega al (potenziale) timone del paese. La Lega, noto partito che non ha nulla a che vedere con le istanze neofasciste, con l’odio verso il diverso, con la retorica cialtrona e banalotta che presenta soluzioni semplici a problemi infinitamente complessi. La stessa formazione politica convinta che l’unica famiglia possibile sia quella “tradizionale”, che giura sul vangelo con una mano mentre con l’altra propone intolleranza verso il prossimo, “carrozze per i milanesi” e dipinge gli insegnanti meridionali come un peso di cui il Nord dovrebbe liberarsi.

Insomma: quel movimento che, volendo parlare esclusivamente alla “pancia della gente”, ha proposto negli anni solo una perpetua flatulenza dialettica.  Che poi, abbiate pazienza: ma quanto si deve essere inetti e/o sempliciotti per ignorare il goffo a paraculissimo passaggio da “Prima il Nord” a “Prima gli Italiani”, come se i due approcci possano coesistere e portare concreti benefici a tutto il paese. Come se il “Prima il Nord” non sarà sempre la vera ed unica priorità di Salvini e di chiunque guiderà il suo partito.

L’ITALIA MAI COSÌ A DESTRA NELLA SUA STORIA

Per carità: in quest’epoca nella quale essere antifascisti è a quanto pare diventato (per molti mentecatti) motivo di vergogna, qualcosa per cui essere addirittura “marchiati”, non ci permetteremmo mai di dire che un governo di ultradestra possa essere anche solo lontanamente una cosa brutta per il paese. Ma almeno finiamola di raccontarci che l’Italia non ha virato a destra come mai aveva fatto nella sua storia post-fascista, perché significherebbe essere dei negazionisti del contemporaneo o, nella migliore delle ipotesi, dei miopi cialtroni

Perché tra l’altro è così palese che le istanze di Casapound e Forza Nuova abbiano trovato accoglienza quasi totale nella Lega.

Cioè, dovrebbe essere ovvio anche per i più sempliciotti, il ragionamento che in molti hanno fatto: perché votare partitucoli che come detto sono auto-parodie di se stessi tradizionalmente perdenti, quando c’è il finto moderato Salvini, che spande odio e xenofobia con il sorriso e si veste da pecora pur essendo da sempre un lupo? Perché scegliere quelli neri senza speranze, quando c’è quel tizio che di diverso dai neri ha solo il colore della bandiera partitica e la possibilità concreta di governare?

[sostieni]

LA LOTTA AI “COMUNISTI” E INVECE ATTUALE, A QUANTO PARE

Il centrodestra ed il centronistra sono dunque momentaneamente finiti, ridotti a fare gli alleati o le stampelle di un governo che potrebbe essere guidato da un leghista che intonava “lavali col fuoco” fino al 2009 e, voi visionari, venite a dirci che in Italia non c’era alcun pericolo di far vincere la propaganda d’odio xenofobo e razzista? Che abbiamo fatto tanto casino per nulla? Che basta non vestirsi di nero e far finta di prendersela solo con gli immigrati criminali per essere considerati dei progressisti pregni di saggezza e amore per il prossimo?

La coalizione con più voti ha in seno Meloni e Salvini, con il secondo che per la prima volta nella storia del suo partito ha preso più voti di Forza Italia e non c’è alcuna deriva ultradestrorsa?

Poracci voi illusi che esistano soluzioni semplici a problemi complessi, comunque. Poracci voi convinti che sul serio Salvini & Co faranno qualcosa per rendervi meno pezzenti e più sicuri di prima, anche se vivete al Sud.

Non lo hanno fatto per 20 anni, questi riciclati, con Forza italia molto più forte di oggi e molti meno vincoli internazionali ad imbrigliare le politiche su fisco ed immigrazione. Non si capisce perché dovrebbero riuscirci ora, che siamo molto più “legati” a certi obblighi tecnocratici rispetto agli anni 90 ed i primi 2000 ed abbiamo perso parecchio terreno e potere e credibilità anche a livello geopolitico.

Viene quindi da dedurre una cosa forse odiosa ma sicuramente vera: il problema più grave di questo paese resta il suo elettorato schizofrenico e smemorato, non certo il Pd. Perché gli stessi che intonano sberleffi per chi si preoccupa del fascismo, accusano di simpatie “comuniste” chi osa contraddirli. È singolare, in effetti: il pericolo di una “marea nera”, con la Lega che sfiora il 20%, sarebbe ridicolo da paventare. Ma i partiti di centrodestra e di destra, sostenitori di Salvini in testa, non fanno che ricordare le Foibe e definire “comunista buonista” chiunque possieda idee differenti dal far morire in mare chi arriva in barca.

E’ tutto un deprimente, già visto e patetico ballo doppio pesista, dove ognuno si muove pestandosi i piedi e sceglie un partner ancora più imbranato di lui per auto-convincersi di essere un gran ballerino.

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I MERIDIONALI LEGHISTI SPERINO NEGLI IMMIGRATI

E poi, nel fondo di questo barile senza fondo, ci sono loro: i terroni che hanno votato per la Lega. In Calabria, Campania; Puglia. Ogni regione e città del Sud ha oramai il suo micro-esercito di colonizzati convinti di poter trovare salvezza ed assistenza nei propri colonizzatori.

Questi improvvidi alleati dei propri becchini, devono solamente pregare per i flussi migratori (possibilmente composti da un buon numero di delinquenti e sbandati) non si fermino mai. In caso contrario, infatti, chi oggi votano tornerà a metterli al centro delle problematiche del mancato sviluppo del paese, li vedrà ancora una volta come palla al piede del “Grande Nord”, sfrutterà nuovamente ignoranza, egoismo e paure ed innalzerà altre barriere, proprio contro chi un attimo prima aveva contribuito a costruirle illudendosi di poter (re)stare dalla parte buona in etero.

La marea nera non esiste, è vero. Almeno fin quando non ci saremo tutti annegati dentro.

Autore

  • Germano Milite
    Germano Milite

    Giornalista professionista. Partendo dalla televisione, ha poi lavorato come consulente in digital management per aziende italiane ed internazionali. E' il fondatore e direttore di YOUng. Ama l'innovazione, la psicologia e la geopolitica. Detesta i figli di papà che giocano a fare gli startupper e i confusi che dicono di occuparsi di "marketing".

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Pubblicato da

Germano Milite

Giornalista professionista. Partendo dalla televisione, ha poi lavorato come consulente in digital management per aziende italiane ed internazionali. E' il fondatore e direttore di YOUng. Ama l'innovazione, la psicologia e la geopolitica. Detesta i figli di papà che giocano a fare gli startupper e i confusi che dicono di occuparsi di "marketing".

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