Piccolo stato arcipelagico dell’Oceano Pacifico, Tonga è teatro di un’aspra battaglia politica tra il sovrano Tupou VI, salito al trono nel 2012, ed il primo ministro ‘Akilisi Pōhiva.
La polemica ebbe inizio nell’agosto di quest’anno, quando il presidente dell’Assemblea parlamentare, Sialeʻataongo Tuʻivakanō, dichiarò che il governo di Pōhiva, in carica dal 2014, stava organizzando delle riforme per passare la maggioranza dei poteri attualmente detenuti dal re al capo del governo. Ad esempio, secondo le riforme programmate, la ratifica dei trattati internazionali non sarebbe più spettata al sovrano, inoltre Pōhiva aveva proposto il ritiro del Paese dall’organizzazione dei Giochi Panpacifici, fortemente voluti da Tupou VI.
Sentitosi sotto assedio, il re è intervenuto sciogliendo il Parlamento ed incidendo nuove elezioni, consultazione che si è regolarmente svolta il 16 novembre. I risultati, però, hanno premiato proprio il primo ministro uscente ‘Akilisi Pōhiva ed il suo partito, il Partito Democratico delle Isole dell’Amicizia (Paati Temokalati ‘a e ‘Otu Motu ‘Anga’ofa – Democratic Party of the Friendly Islands), in ricordo del nome dato all’arcipelago dal capitano britannico James Cook quando vi approdò per la prima volta. Sui diciassette seggi destinati al voto popolare, infatti, quattordici sono andati proprio a questa forza politica, mentre in altre tre circoscrizioni sono stati eletti candidati indipendenti. Il parlamento tongano è completato da nove rappresentanti della classe nobiliare, ovvero i fedelissimi del re.
A questo punto, con la maggioranza assoluta e la possibilità di nominare altri quattro deputati per raggiungere il numero massimo di trenta, ‘Akilisi Pōhiva potrà formare un nuovo governo e proseguire la sua politica di indebolimento della monarchia, oltretutto forte di un consenso popolare addirittura aumentato dopo il conflitto con il re (il Partito Democratico delle Isole Amichevoli aveva infatti nove seggi nella precedente legislatura, e si era avvalso dell’appoggio di alcuni candidati indipendenti). Tupou VI, dall’altra parte, dovrà trattare con il leader della maggioranza per trovare un accordo, visto che al momento è Pōhiva ad avere il coltello dalla parte del manico: in caso di prosecuzione del conflitto, si potrebbe addirittura arrivare alla fine della monarchia, anche se al momento nessuno è arrivato ad ipotecare questa soluzione nella politica di Tonga.