Sabato 22 luglio si sono tenute le elezioni parlamentari nella Repubblica Democratica di Timor Est, piccolo stato di recente indipendenza che occupa la metà orientale dell’isola di Timor, mentre la parte occidentale appartiene all’Indonesia. Timor Est, in effetti, ha ottenuto l’indipendenza da Jakarta solamente 20 maggio 2002, dopo lunghi e spesso sanguinosi conflitti con i colonizzatori portoghesi prima e successivamente con il governo indonesiano.
IL RUOLO DEL FRETILIN NELL’INDIPENDENZA DEL PAESE
Il Fronte Rivoluzionario di Timor Est Indipendente (FRETILIN – Frente Revolucionária do Timor-Leste Independente) fu fondato già nel 1974, quando questo territorio era ancora una colonia portoghese. Dopo l’indipendenza da Lisbona, ottenuta il 28 novembre 1975, alcuni Paesi incominciarono ad accusare il FRETILIN di essere filosovietico, in quanto molti dei suoi leader si ispiravano al marxismo-leninismo. Iniziò così il conflitto con l’Indonesia, ex colonia olandese che aveva a sua volta già eliminato al proprio interno la maggioranza dei militanti comunisti con un vero e proprio genocidio politico. Per evitare la nascita di un nuovo stato comunista in Asia, Jakarta occupò Timor Orientale, riducendo il Paese ad una nuova provincia indonesiana, denominata Timor Timur (Timur in indonesiano significa “est”, ed in origine il nome stesso dell’isola di Timor significava “est”, al punto che Timor Est potrebbe essere tradotto come “Est Est”).
L’occupazione indonesiana fu in realtà perpetrata in maniera spesso violenta, vista anche la storia e la cultura molto differenti di Timor Est rispetto a tutto il resto dell’arcipelago: dall’occupazione portoghese, infatti, i timoresi avevano ereditato un vasto uso della lingua dell’ormai ex madrepatria, dalla quale era nata anche la lingua locale, il tetum, e soprattutto il 90% della popolazione si era convertito al cattolicesimo, mentre la maggioranza della popolazione indonesiana è di religione musulmana. Il FRETILIN continuò così la propria lotta per l’indipendenza, ed in contemporanea venne fondato il FALINTIL (Forças Armadas de Libertação Nacional de Timor Leste – Forze armate della Liberazione Nazionale di Timor Est), che, sotto la guida di Xanana Gusmão divenne il braccio armato del FRETILIN, conducendo una vasta opera di guerriglia.
Dopo anni di massacri e diverse migliaia di morti (le stime vanno da 100.000 a 300.000), le Nazioni Unite intervennero concedendo alla popolazione di Timor Est un referendum da tenersi il 30 agosto 1999, dove il 78.5% della popolazione si espresse a favore dell’indipendenza dall’Indonesia. Fino al 20 maggio 2002, tuttavia, Timor Est fu sottoposta ad un’amministrazione di transizione guidata dall’ONU, denominata UNTAET (United Nations Transitional Administration in East Timor), fino al raggiungimento dell’indipendenza vera e propria.
IL FRETILIN DOPO L’INDIPENDENZA
Dopo l’indipendenza, Xanana Gusmão divenne il primo presidente della Repubblica Democratica di Timor Est, mentre Mari Alkatiri, esponente del FRETILIN e della minoranza musulmana del Paese, ottenne la carica di primo ministro. Il FRETILIN ha poi continuato a dominare la scena politica del Paese negli anni successivi fino al 2007, quando Xanana Gusmão decise di fondare il CNRT (Congresso Nacional de Reconstrução de Timor – Congresso Nazionale per la Ricostruzione di Timor).
Il carisma di Xanana Gusmão e le posizioni più moderate del CNRT rispetto al FRETILIN, che nel frattempo si era a sua volta spostato su posizioni più socialdemocratiche, hanno permesso al nuovo partito di affermarsi, seppur in coalizione, nei successivi confronti. Nel 2007, alla sua prima partecipazione elettorale, il CNRT ha ricevuto il 24.10% delle preferenze, e Xanana Gusmão ha ottenuto il ruolo di primo ministro, mantenuto fino al 2015, raggiungendo addirittura il 36.66% delle preferenze nel 2012. La coalizione di governo, tuttavia, è entrata in crisi nel 2015, ed il ruolo di premier è tornato in mano ad un esponente del FRETILIN, Rui Maria de Araújo.
Nel frattempo, nel febbraio del 2017, un’altra figura storica della lotta per l’indipendenza, Francisco Guterres, ha ottenuto la presidenza della repubblica. In questo caso, però, il candidato del FRETILIN è stato appoggiato anche da Xanana Gusmão e dal CNRT.
LE ELEZIONI 2017
A questa tornata elettorale si arrivava dunque con il FRETILIN che occupava le due più importanti cariche dello stato timorese, pur essendo reduce da due sconfitte consecutive alle votazioni del 2007 e del 2012. Nonostante un calo percentuale rispetto alla tornata di cinque anni fa, il Fronte è tornato ad essere il primo partito del Paese con il 29.65% delle preferenze, l’equivalente di 23 deputati sui 65 che compongono il Parlamentu Nasionál. Il sistema utilizzato, infatti, è un proporzionale con metodo d’Hondt e soglia di sbarramento al 3%.
La vittoria del FRETILIN si è tuttavia giocata per poco più di un migliaio di voti, visto che il CNRT ha ottenuto il 29.46% delle preferenze e 22 seggi, facendo registrare però una netta perdita di otto deputati rispetto alle ultime elezioni parlamentari.
Questa situazione ha permesso la crescita di molte formazioni politiche minori: il nuovo PLP (Partidu Libertasaun Popular – Partito della Liberazione Popolare) è entrato in parlamento con il 10.58% delle preferenze, eleggendo otto rappresentanti; stabile il PD (Partido Democrático), con 9.79 punti percentuali e sette deputati eletti, mentre elegge cinque rappresentanti il KHUNTO (Kmanek Haburas Unidade Nasional Timor Oan), con il 6.43%. Gli altri partiti non hanno superato la soglia di sbarramento del 3%.
In base alla distribuzione dei seggi, il FRETILIN sarà chiamato a formare una coalizione con il CNRT oppure scegliendo dei partner tra le tre forze minori. Rui Maria de Araújo dovrebbe essere riconfermato nel ruolo di primo ministro, ma non è da escludere la scelta di un indipendente per ottenere maggiori consensi.
Da segnalare, infine, che l’affluenza alle urne è stata pari al 76.71%.