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Puccini razzista? Ritorna la polemica – di Marcello Lippi

Postato il Settembre 27, 2021 Redazione Cultura 0

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Ci risiamo. Non c’è giorno senza che la galassia sempre più numerosa dei no-brain mi regali uno spettacolo d’ignoranza rara. L’Opera Nazionale Scozzese ha deciso di censurare la “Madama Butterfly” di Puccini in quanto razzista e colonialista e di organizzare un convegno sul tema, oltre a proporre modifiche alla partitura del Grande Lucchese in nome del politically correct o, meglio, della cancel culture talebana.

Nulla di nuovo, in realtà. Risale al 2007 l’attacco a “Madama Butterfly” portato da Roger Parker, autorevole musicologo, tra l’altro autore della revisione di “Tosca”, che dall’alto della sua credibilità di studioso insinuò in modo tra il serio ed il faceto il dubbio che esistesse un problema nel rappresentare “Madama Butterfly” in un tempo nel quale la sensibilità era molto cambiata. “Madama Butterfly” avrebbe contenuto elementi razzisti e colonialisti. Si era allora al tempo di una rappresentazione dell’opera al Covent Garden di Londra e Parker volle fare nella recensione sul “Guardian” del 13 febbraio una provocazione della quale era perfettamente consapevole e divertito (“I exaggerated, of course” scrisse infatti nel testo “One fine obscenity”). Ci fu un’eco immediata nel Regno Unito sul Daily Telegraph ed in Italia dove la reazione fu ovviamente dura, inficiata solo da uno dei più divertenti strafalcioni giornalistici nel quale incappò la Stampa di Torino che titolò “La Butterfly opera razzista: Puccini ha scritto parti anticolonialiste da modificare”. Una perla di “saggezza” che conservo tuttora tra gli strafalcioni più divertenti.

Alla reazione dei musicologi di tutto il mondo, soprattutto italiani, si aggiunse anche la voce dell’ambasciatore giapponese che dichiarò non esserci nessun elemento offensivo verso il suo paese e di essere anzi orgoglioso che Puccini avesse ambientato in Giappone la sua opera (tuttora la più eseguita in Giappone).

Fu una provocazione per fare rumore. Premesso che la musica non può essere razzista o meno, ma è musica e basta, dunque sarebbe la storia di John Luther Long ripresa e portata in teatro da David Belasco e trasformata in libretto per Puccini da Luigi Illica e Giuseppe Giacosa ad ospitare questi contenuti contro i quali è necessario l’intervento talebano di cancel culture per adattarsi alla sensibilità dei nostri tempi!

Ma è la stessa identica storia (sebbene trasposta nel Vietnam al tempo dell’invasione americana) di uno dei più rappresentati musical del Regno Unito, quel “Miss Saigon” di Alain Boublil e Claude-Michel Schoemberg che trionfa sui palcoscenici da molti anni. La storia è identica, ma con una simpatia per gli americani che in Madama Butterfly non c’è. In Miss Saigon il protagonista Chris non abbandona l’amata Kim, ma non riesce a farla salire sull’ultimo aereo in fuga e quando torna a prendersi il bambino è un ragazzo sfortunato travolto dalle circostanze, non quell’idiota da turismo sessuale del Pinkerton pucciniano, che fugge davanti alle proprie responsabilità anche quando si tratta di riprendersi il bambino (“Ah, son vil”). Puccini rispetta il mondo giapponese che è rappresentato come il mondo positivo dell’onore e del rispetto, per cui Cio-Cio-San aspetta il ritorno del marito senza ascoltare nessuna sirena tentatrice.

Il problema non esiste: in Madama Butterfly nessuno tra il pubblico esce commosso per Pinkerton dicendo “povero ragazzo”; l’eroina è Butterfly, il mondo giusto è quello giapponese. Dunque dov’è il razzismo? Nel riferimento alla “legge giapponese” del tempo che Puccini certamente non conosceva, come credo nemmeno Parker, e che permetteva il ripudio della moglie?  Dunque ringrazio il sindaco della mia città, Alessandro Tambellini, per essere intervenuto prontamente e decisamente a difesa del nostro grande compositore (dichiarazioni riportate dai quotidiani La Nazione QN e il Tirreno), ma lo prego di farlo anche presso l’Opera scozzese, (nella quale evidentemente qualcuno non conosce l’opera di Puccini e ha deciso di coprirsi di ridicolo), mandando una protesta che io e credo molti altri siamo disposti a firmare.

Non si tratta di difendere i contenuti del capolavoro pucciniano, perché scritti in un’altra epoca, e quindi ribadirne l’intoccabilità in quanto capolavoro del passato, ma di affermare che in esso non c’è nessuno spunto razzista. Pinkerton è il cattivo, non l’eroe e quindi l’opera condanna il suo comportamento e le sue azioni. Per quanto riguarda l’accusa di colonialismo, proprio non capisco. Io, contrariamente a molti ai nostri giorni, non pretendo di essere un tuttologo, quindi può darsi che sbagli, ma nonostante le mie lauree non so di un’occupazione colonialistica del Giappone da parte degli Stati Uniti (ovviamente precedente a quella del 1945, della quale Puccini non poteva essere a conoscenza per ovvi motivi). E se anche venissi smentito e la mia ignoranza svergognata, non c’è nessun accenno ad un’inferiorità del popolo giapponese rispetto all’americano nell’opera pucciniana.

Posso capire altri casi nei quali la “storicità” del capolavoro risulti in contrasto con il comune sentire: ho compreso, e non condiviso, le critiche al “Flauto Magico” di Mozart nel quale il cattivo è nero di pelle in una simbologia all’epoca assai diffusa. Penso ad altri capolavori come “L’alfier nero” di Arrigo Boito, tutto incentrato sulla simbologia bianco-nero. Se poi allarghiamo il tiro alle opere buffe settecentesche, incontriamo turchi ridicoli in Rossini e in Paisiello, autore anche (insieme a molti altri perché i libretti non erano esclusivi allora) dell’ ”Idolo cinese” nel quale si racconta che la legge cinese imponeva che il re fosse eletto tra gli sconosciuti di passaggio, come scusa forzatissima per mettere un napoletano sul trono di Cina e far ridere il pubblico partenopeo) . In questi casi dobbiamo evocare la mentalità dell’epoca ed accettarli come sono o non rappresentarli e leggerli, se ci sentiamo animati dallo spirito talebano anche noi. Non c’era malanimo, solo voglia di divertirsi.

Cosa dobbiamo attenderci? L’assalto a Giuseppe Verdi per Aida, nera di pelle, per Otello descritto come “quel selvaggio dalle gonfie labbra”, per Alvaro “l’indio” di “La forza del destino” e a Bizet per Carmen “zingara”? La nostra epoca è contrassegnata dal disprezzo per la cultura e questo è evidente; come in politica, regna l’idea che occorra fare il “nuovo” e che il nuovo sia mettere alla guida dei teatri persone che non sanno nulla di musica e di letteratura e che il più delle volte non hanno esperienza. Questi ne sono i frutti, un bel convegno su “Butterfly opera razzista”!  In Scozia censurano “Madama Butterfly” ma non “Miss Saigon”? Già questo fatto fa perdere ogni credibilità all’operazione, spero solo pubblicitaria, ma non per questo meno biasimevole.

MARCELLOLIPPI
MARCELLO LIPPI 
Nato a Genova, ha tre lauree: si è infatti diplomato in canto lirico (omologato laurea) presso il conservatorio Paganini e laureato in discipline musicali-indirizzo interpretativo e compositivo presso l’istituto Accademico Braga di Teramo con il massimo dei voti. E’ anche laureato in lettere moderne presso l’Università degli studi di Genova, sempre con il massimo dei voti. Parla cinque lingue.
Baritono. La sua carriera comincia nel 1988 con La notte di un nevrastenico e I due timidi di Nino Rota e subito debutta a Pesaro al Festival Rossini in La gazza ladra e La scala di seta. In seguito canta in Italia nei teatri dell’Opera di Roma (Simon Boccanegra, La vedova allegra, Amica), San Carlo di Napoli (Carmina Burana), Carlo Felice di Genova (Le siège de Corinthe, Lucia di Lammermoor, Bohème, Carmen, Elisir d’amore, Simon Boccanegra, La vida breve, The prodigal son, Die Fledermaus, La fanciulla del west), Fenice di Venezia (I Capuleti e i Montecchi), Massimo di Palermo (Tosca, La vedova allegra, Orphée aux enfers, Cin-ci-là, Barbiere di Siviglia), Massimo Bellini di Catania (Wienerblut, Der Schulmeister, das Land des Lächelns), Maggio Musicale di Firenze (Il finanziere e il ciabattino, Pollicino), Regio di Torino (The consul, Hamlet, Elisir d’amore), Arena di  Verona (La vedova allegra), Verdi di Trieste (I Pagliacci, Der Zigeuner Baron, Die Fledermaus, Al cavallino bianco, La vedova allegra), Lirico di Cagliari (Die Fledermaus- La vida breve), Piacenza (Don Giovanni), Modena (Elisir d’amore), Ravenna (Elisir d’amore), Milano ( Adelaide di Borgogna), Savona (Medea, Il combattimento di Tancredi e Clorinda, Torvaldo e Dorliska), Fano (Madama Butterfly), Bari (Traviata, La Cecchina), Lecce (Werther, Tosca), Rovigo (Werther, Mozart e Salieri, The tell-tale heart, Amica), Pisa (Il barbiere di Siviglia- La vedova allegra), Lucca (Il barbiere di Siviglia) eccetera. All’estero si è esibito alla Monnaye di Bruxelles (La Calisto), Berlin Staatsoper (Madama Butterfly, La Calisto), Staatsoper Wien (La Calisto), Staatsoper Muenchen (Giulio Cesare in Egitto), Liceu di Barcelona (La gazza ladra, La Calisto, Linda di Chamounix), Atene (Il barbiere di Siviglia- Madama Butterfly), Dublin (Nozze di Figaro, Capuleti e Montecchi), Lyon (Nozze di Figaro, Calisto), Paris (Traviata, Nozze di Figaro), Dresden (Il re Teodoro in Venezia, Serse), Nice (Nozze di Figaro, The Tell-tale heart), Ludwigshafen (Il re Teodoro, Serse), Jerez de la Frontera (Nozze di Figaro), Granada (Nozze, Tosca), Montpellier (Calisto, Serse), Alicante (Traviata, Don Giovanni, Rigoletto, Bohème), Tel Aviv (Don Pasquale, Elisir d’amore, Traviata), Genève (Xerses, La purpura de la rosa), Festival Salzburg (La Calisto), Madrid Zarzuela (La purpura de la rosa, don Giovanni), Basel (Maria Stuarda), Toronto (Aida), Tokio (Traviata, Adriana Lecouvreur), Hong Kong (Traviata), Frankfurt (Madama Butterfly), Dubrovnik (Tosca), Cannes (Tosca), Ciudad de Mexico (La purpura de la rosa), Palma de Mallorca (Turandot e Fanciulla del west), Limoges (Tosca), Toulon (Linda di Chamounix), Macao (Turandot) ed altre decine di teatri in differenti nazioni del mondo.
Incisioni discografiche in commercio: 1989- LIVE from R.O.F. Pesaro ROSSINI La gazza ladra,
1991- LIVE from Teatro La Fenice Venezia BELLINI I Capuleti e i Montecchi, 1992 – LIVE from Teatro Carlo Felice Genova ROSSINI Le siège de Corinthe- orch. T. Carlo Felice, 1994- Studio
MARTIN Y SOLER Il tutore burlato, 1994- LIVE from T.dell’Opera Giocosa Savona PACINI Medea, 1995- Studio CAVALLI La Calisto, 1995- Studio MONTEVERDI   Madrigali guerrieri e amorosi, 1996- Studio VIVALDI Il Teuzzone, 1998 VOYAGE EN ITALIE studio, 1998  2000 YEARS OF MUSIC, 1999- Studio TORREJON Y VELASCO  La purpura de la rosa, 1999 HISTORY OF BAROQUE MUSIC, 2002- LIVE from Teatro Lirico Cagliari DE FALLA-  La vida breve, 2002
LES LUMIERES DU BAROQUE-studio. DVD: 1997 Opera de Lyon MOZART- LE NOZZE DI FIGARO, 2000 HAENDEL XERSES Semperoper Dresden- 2004 COLI THE TELL-TALE HEART teatro Sociale di Rovigo- 2006 CAVALLI  LA CALISTO La Monnaie  Bruxelles- 2009 STRAUSS- DER ZIGEUNER BARON-teatro Verdi Trieste
 Dal 2004 al 2009 ha ricoperto l’incarico di Direttore Artistico e Sovrintendente del Teatro Sociale di Rovigo.
Nel 2010 è stato direttore dell’Italian Opera Festival di Londra.
Dal 2011 al 2016 è stato direttore artistico della Fondazione Teatro Verdi di Pisa.
Dal 2017 al 2019 è stato casting manager per la società di produzione Golden Globe Production nella sede di Praga
Ha insegnato Management del Teatro all’Accademia del Teatro alla Scala di Milano, attualmente insegna la materia nell’ambito del progetto regionale toscano Music Pro, presso il Festival Pucciniano di Torre del Lago Puccini e per la Regione Toscana progetto Dipas.
Dal 2015 firma come regista importanti spettacoli operistici in tutto il mondo: il Trittico di Puccini ad Osaka (Giappone), Don Giovanni a Pafos (Cipro), Jolanta e Aleko a Banska Bistrika, Don Pasquale a Massa Marittima, Cavalleria rusticana, Traviata, Tosca, Rigoletto, Suor Angelica e altre importanti produzioni estere e italiane. Ha firmato la regia anche di opere moderne come Salvo d’Acquisto al Verdi di Pisa e barocche come Il Flaminio con il Maggio Formazione di Firenze e Incoronazione di Poppea di Monteverdi produzione toscana di Opera Network.
Docente di canto lirico in conservatorio a La Spezia, Alessandria, Udine, Ferrara, Rovigo e ora nuovamente a La Spezia.
Ha fatto Master Class in varie parti del mondo, Kiev (accademia Ciaikovski), Shangai, Chengdu, Osaka, San Pietroburgo, San Josè de Costarica, Hohhot ed in moltissime città italiane Modena, Genova, Catania, Torino, Roma, Belluno ecc.
Musicologo, ha pubblicato molti saggi: Alla presenza di quel Santo 2005 quattro edizioni e 2013; Era detto che io dovessi rimanere…  2006; Da Santa a Pina, le grandi donne di Verga   2006 due edizioni; Puccini ha un bel libretto   2005 e 2013, A favore dello scherzo, fate grazia alla ragione 2006 e 2013; La favola della “Cavalleria rusticana” 2005; Un verista poco convinto 2005; Dalla parte di don Pasquale 2005; Ti baciai prima di ucciderti    2006 e 2013;  Del mondo anima e vita è l’amor   2007 e 2014; Vita gaia e terribile   2007; Genio e delitto sono proprio incompatibili?   2006 e 2012; Le ossessioni della Principessa 2008 e 2012; Dal Burlador de Sevilla al dissoluto punito: l’avventura di un immortale 2014; L’uomo di sabbia e il re delle operette    2014; Un grande tema con variazioni: il convitato di pietra 2015; E vo’ gridando pace e vo’ gridando amor 2015; Da Triboulet a Rigoletto 2011 e 2016; Un trittico molto particolare 2016, editi da Teatro Sociale di Rovigo, Teatro Verdi di Padova, Teatro Comunale di Modena, Festival di Bassano del Grappa, Teatro Verdi di Pisa, Teatro Alighieri di Ravenna.
Ha contribuito al volume “Una gigantesca follia” – Sguardi sul don Giovanni per la casa editrice ETS.
Come attore è stato spalla di Oreste Lionello, Vincenzo Salemme, Leo Gullotta, Gianfranco Jannuzzo, Massimo Dapporto, Gennaro Cannavacciuolo, Elio Pandolfi, Chiara Noschese in produzioni d’operetta.
Come scrittore nel 2012 Ha edito un libro di poesie “Poesie 1996-2011” presso la casa editrice ABEdizioni. E’ nell’antologia di poeti contemporanei “Tempi moderni” edito da Libroitaliano World. Critico musicale della rivista You-ng, per la stessa rivista ha pubblicando a puntate il romanzo “L’inconsapevole trinità”.
E’autore delle versioni italiane del libretto delle opere: Rimskji-Korsakov  Mozart e Salieri; Telemann  Il maestro di scuola (entrambe rappresentate al Teatro Sociale di Rovigo ed al teatro Verdi di Pisa); Dargomiskji  Il convitato di pietra  rappresentata al teatro Verdi di Pisa

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