Alessandro Venturelli 21 anni di Sassuolo e Stefano Barilli 23 anni di Piacenza non si conoscevano tra loro, ma oggi una triste storia li accomuna: la loro scomparsa.
Questa foto, che ritrae due ragazzi alla Stazione Centrale di Milano vestiti entrambi con un cappotto lungo e nero, è stata scattata da una donna che li ha riconosciuti dopo aver visto la trasmissione di Rai 3 “Chi l’ha visto?” e che potrebbe aver immortalato proprio i due giovani scomparsi.
5 dicembre 2020
Alessandro, 21 anni perito elettronico, alto 1 metro e 70 con alcuni tatuaggi sulle braccia, scompare da casa sua nel quartiere di Rometta allontanandosi da casa con uno zaino in spalla senza dare alcuna spiegazione ai suoi genitori non facendo mai più rientro.
8 febbraio 2021
A Piacenza anche Stefano scompare nel nulla.
Prende uno zaino, i documenti e si allontana da casa lasciando computer, hard disk e sim del cellulare cancellando ogni traccia ma lasciando un messaggio criptico: “So che non capirete il mio gesto“.
Le madri dei due ragazzi si sono incontrate a Piacenza per cercare di capire cosa ci fosse di simile nelle vite di questi due ragazzi ed hanno appreso che le modalità con cui i figli sono scomparsi sono praticamente identiche: entrambi avevano chiuso con i loro amici, avevano cambiato il loro modo di porsi con le rispettive famiglie e erano improvvisamente diventati ambiziosi, seguendo contemporaneamente dei corsi finalizzati alla crescita personale e ad ottenere opportunità di ottimi redditi finanziari.
La mamma di Alessandro ha dichiarato che qualche giorno prima della sua scomparsa il figlio era molto nervoso e confidandosi con lei le disse che si sentiva manipolato. Quando però venivano richieste ulteriori spiegazioni a tale affermazioni il ragazzo ammutoliva.
Ultimamente stava leggendo un libro alquanto particolare “Il potere del cervello quantico“, un testo sulla possibilità di poter aumentare le proprie capacità mentali. La madre si accorse che, giorno dopo giorno, il figlio prendeva sempre più le distanze dai genitori dicendo che “doveva imparare a crescere da solo“.
Gli inquirenti hanno avanzato l’ipotesi della manipolazione mentale attraverso una psico-setta.
Purtroppo per colpa del web, abili manipolatori fanno leva sui giovani ragazzi, sfruttando la loro ambizione, le loro fragilità e la loro poca esperienza, con il mero obiettivo di portarli all’interno di vere e proprie sette e reclutarli in sistemi economici per generare enormi ricchezze e reclutare altre vittime nella loro spirale infernale.
Noi speriamo che la scomparsa di questi ragazzi possa svegliare le nostre istituzioni per cercare di porre fine ad una piaga sociale che sta sempre più prendendo piede.
Il caso resta un giallo al momento.
Alessandro Norcia