Backscattering neurons: immagini di ritorno, apre domani al Mo.Ca. Studio a Piazza degli Zingari 1 a Roma la Personale di Massimo Lorenzo Petrucci, e noi abbiamo incontrato Francesco Gallo il Curatore che ce ne parla velocemente.
Come descriveresti Massimo Lorenzo Petrucci?
Massimo, capello spigliato, baffo gagliardo ed occhi e orecchie vigili, è un uomo ed un artista che si riflette perfettamente nelle sue opere: colorate, talvolta caotiche, ma sempre ben delineate e definite nelle loro componenti, grazie alla coerenza di pensiero e di idea che lo caratterizza. Sia lui che le sue opere spingono chi vi trascorre del tempo a porsi interrogativi talvolta impensati; dopo i primi minuti di conversazione spesso il dialogo si trasforma in un viaggio intellettuale attraverso paesaggi concettuali dinamici, dove possono cambiare le direzioni della gravità e dei moti planetari con la stessa facilità con cui una farfalla si adagia su un fiore. Le tensioni del discorso sovente si invertono o sovvertono con giochi di potere dettati dall’emotività ma sempre incatenati da una logica stringente, alterando la realtà nelle alternative forme che attraversano il campo del possibile. Anche in questo, i lunghi dialoghi somigliano spesso alle opere di Massimo, che nascono nel piano di intersezione tra il subconscio cosciente del pittore ed il subconscio collettivo, dal quale attinge attraverso l’osservazione e l’ascolto anche con un appassionato slancio verso le tematiche scientifiche. Le sue opere sono puro movimento, luoghi in evoluzione costante, ritratti di emozioni vive e simboli che esercitano la loro naturale essenza attraverso la tela e che, mutevoli, su di essa imprimono una traccia di ciò che erano e di ciò che sono diventate lasciando all’intuito il compito di intravedere ciò che potrebbero essere.
Riguardo alla mostra, da cosa viene il titolo?
Come curatore, ho cercato di unire diversi aspetti in coppie sincretiche artistico-scientifiche, geologico-pittoriche e di concretizzare il frutto di molte passeggiate esplorative fatte con Massimo attraverso questi territori emotivo-culturali. Con questo scopo, “Backscattering neurons: immagini di ritorno”, il titolo scelto per questa mostra, è stato coniato in una sentenza speculare composta dalle due facce della medaglia, potremmo dire da due aspetti essenziali.
Da un lato la parte scientifica, il “backscattering”, traducibile in italiano come “radiazioni di ritorno”. Ѐ quel fenomeno per il quale un’onda, una particella o, più in generale, dei segnali, vengono riflessi verso la sorgente in modo non speculare ma diffuso. Grazie a questo fenomeno è stato possibile indagare la materia, ed in particolare, nella mineralogia, ha permesso di sondare gli aspetti più intimi dei cristalli, mostrando la disposizione degli atomi nella struttura cristallina. Quando per la prima volta furono osservati i pattern, ottenuti sulle lastre di impressione bombardando i minerali con specifiche radiazioni, si pensò che fossero figure astratte legate a fenomeni casuali. Ma in seguito ad una più meticolosa analisi, la comunità scientifica, si rese conto che gli stessi erano in relazione con i rapporti geometrici tra gli atomi del minerale studiato, aprendo così la strada ad una nuova era della cristallografia. Oggi, grazie a questa iniziale scoperta, possiamo costruire minerali con caratteristiche che li rendono atti ai nostri scopi e creare illustrazioni interpretative degli stessi. Si passa così da una realtà, apparentemente astratta, che genera domande, al riconoscimento dell’ordine nascosto che la ha generata, per arrivare alla capacità applicativa.
La seconda parte del titolo “immagini di ritorno” vuole bilanciare il discorso scientifico con quello artistico, proponendo così una prospettiva personale sulle opere di Massimo, in cui l’attenzione dell’artista trova la giusta lunghezza d’onda per osservare ed ascoltare l’apparentemente infinita ed inestricabile realtà che ci circonda, filtrandola attraverso un subconscio allenato ed interpretandola senza soggettivizzarla o assoggettarla al proprio ego. Qui però, a differenza del settore mineralogico, sono i neuroni che ci restituiscono un’opera pittorica capace di scavare in aspetti intimi della realtà. Ciò che l’artista ci rende è un’opera astratta che, differentemente dalle opere figurative, non mira a dare una risposta e ad esporre il particolare punto di vista dell’autore, ma ad accompagnare il subconscio dell’osservatore in un cammino di scoperta del mondo e del sé.
Ho la speranza, attraverso “Backscattering neurons: Immagini di ritorno” di proporre uno sguardo scientifico-creativo su forme del paesaggio, dettate dalla stratigrafia del colore, e al contempo di lasciare la più totale libertà alla personale interpretazione e fruizione delle opere. Queste, infatti, non nascono per essere assoggettate ad un singolo pensiero, ma per divenire porte uniche di accesso ad infiniti spazi intimi di emotività, scoperte e dubbi; ove sia possibile interrogarsi liberamente ma con il sostegno dell’opera stessa che, in questo senso, funge da bussola, in nuovi luoghi mentali, spesso troppo sconosciuti per avventurarvisi senza.
Quando e dove sarà la mostra?
“Backscattering neurons: Immagini di ritorno” verrà inaugurata il 18 Novembre alle 18:00 presso il Mo.C.A. Studio, Piazza degli Zingari n1, uno studio di architettura del quartiere Monti a Roma, già molto noto per le sue numerose e importanti esposizioni artistiche, dove rimarrà aperta alle visite fino al 22 Novembre dalle 10:00 alle 13:30 e dalle 15:00 alle 18:00.
e tu Chi sei?
Sono Francesco Gallo, di professione geologo, ma interessato e spesso vicino al mondo dell’arte; uno strumento utile per leggere ed interpretare il mondo che ci circonda. Li dove il pensiero razionale fatica ad arrivare per vie dirette l’intuizione artistica può essere di grande aiuto, in particolare se poi si è capaci di razionalizzarla in concetti scientifici. Allo stesso modo, quado si ha già un risultato in mano, spesso è difficile riuscire a spiegarlo in tutta la sua complessità a chi non è del settore, in questo contesto un’opera ben riuscita può sintetizzare e trasmettere il concetto in un modo comprensibile e emotivamente accattivante. Non è un caso che si stiano sviluppando molti bandi per parlare, artisticamente, del problema delle plastiche e del riscaldamento globale.
Ringrazio You-ng per questa intervista e lo spazio dedicatoci, nella speranza che il grande amore per l’arte che da sempre palpita tra le vie di Roma possa continuare a vivere e crescere a lungo!