Una coraggiosa e fiera bambina kurda di forse nemmeno dieci anni, figlia di quelle combattenti kurde che hanno fermato i macellai dell’isis , in maglietta rossa con il sole della bandiera Kurda, ai bordi di una manifestazione si rivolge dalle telecamere e dai microfoni di Kurdistan24 al mondo, alle Nazioni Unite e al Presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
“Io sono EVA, sono Rojava, di Kobane, Afrin, Qamishli. Di tutto il Kurdistan. Sono una infanzia rubata, sono una infanzia dimenticata” dice guardando fisso negli occhi del mondo. “Non ho armi. Ho solo un cuore bianco da inviare a tutto il mondo: mi darete la pace? Mi restituirete l’infanzia? È questo il mio messaggio. Per favore! Per favore fermate questa guerra!”.
Ci auguriamo che il Signor Antonio Guterres ascolti questo messaggio e che presto Eva venga fatta parlare davanti ai capi di Stato delle Nazione Unite, perché da questo poco che abbiamo visto e sentito ci troviamo di fronte a un’altra straordinaria bambina che ha delle cose urgentissime da dire al mondo. Soprattutto Noi, Il Popolo, come recita la costituzione americana, chiediamo che venga accolta immediatamente la sua richiesta di fermare immediatamente l’aggressione Turca e la Guerra e che si avvi un processo di Pace in Siria. Ci auguriamo che i grandi organi di Stampa, che hanno ben altri mezzi che i nostri, recepiscano e amplifichino la purezza e la tragicità del messaggio di Eva, che, lo speriamo con tutto il cuore, visto anche il suo mitico nome, potrebbe essere la prima donna di un mondo di pace nel martoriato Medio Oriente.
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