Dovevo Sopravvivere: la tragedia dell‘incidente aereo delle Ande
Lunedì 19 novembre alle ore 18.00 presso la Sala Fanfani dell’IIla (Organizzazione Nazionale italo-latino americana, sita in Via Giovanni Paisiello, Roma) in collaborazione con l’Ambasciata dell’Uruguay in Italia, verrà presentato il libro “Dovevo sopravvivere” di Roberto Canessa e Pablo Vierci (Carlo Delfino Editore). Interverranno Sylvia Irrazábal, Addetta Culturale dell’Ambasciata dell’Uruguay, lo scrittore e giornalista Federico Guiglia, la giornalista de La Repubblica Stefania Parmeggiani e l’editore Carlo Delfino. Seguiranno letture di Alessandra Mosca Amapola.
Pubblicato in Uruguay nel 2016, il libro di Roberto Canessa sta sorprendendo il mondo. Lanciato negli Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada, Australia, Nuova Zelanda e Spagna ha ricevuto elogi dalla stampa di tutto il mondo. Il prestigioso Publishers Weekly scrive che questo libro “ti tiene incollato dall’inizio alla fine”. Il libro racconta le analogie tra l’incredibile esperienza vissuta sulle Ande in seguito all’incidente aereo nel 1972, in cui i sedici sopravvissuti rimasero per due mesi in bilico tra la vita e la morte, e il suo lavoro di diagnostica di malattie cardiache congenite molto complesse nei neonati e nei feti, che lo ha portato a diventare uno dei cardiologi più conosciuti del mondo.
Roberto Canessa, all’età di 19 anni, nel dicembre del 1972, insieme a Nando Parrado, ha stupito il mondo arrivando a piedi in Cile dopo aver attraversato le Ande, riuscendo così a salvare i quattordici sopravvissuti all’incidente aereo ancora intrappolati nella fusoliera dell’aereo. Si è laureato come cardiologo pediatrico, è stato premiato tre volte con il premio Medicina Nazionale Uruguay e nel 2015 è stato nominato commesso onorario della Società Americana di Ecocardiografia. Attualmente è a capo dei reparti di Ecocardiografia e Cardiologia presso l’Ospedale Italiano in Uruguay.
Alessandra Mosca Amapola
Attrice. Regista. Performer.
Dominata dalla fame.
Sono nata da un viaggio. Ho sempre viaggiato sin da bambina grazie a mia madre che mi ha fatto vivere il viaggio come un aspetto naturale della vita. Viaggiando mi sono appassionata a tutti i posti che ho visitato trovando in ogni paese una fonte inesauribile di bellezza e stimoli che hanno fortemente condizionato la mia produzione e i miei gusti.
Numerosi i paesi che mi sono rimasti nel cuore e che hanno segnato la mia creazione artistica ma più di tutti l’Argentina, la Turchia, l’Uruguay. L’amore per questi paesi ed i lunghi periodi che vi ho trascorso mi hanno aiutata ad intrecciare amicizie indelebili che hanno cominciato a mutare in una sorta di radici affettive scelte da me per identificazione amorosa e affinità elettive.
In questi luoghi scelti dall’anima ho avuto ispirazioni di lavori che mi hanno accompagnata per il resto della mia vita.
Ho vissuto e lavorato a Parigi, Dublino, l’Avana, Buenos Aires e Montevideo ed è proprio qui che ho conosciuto la poesia del poeta Uruguaiano Mario Benedetti che ha fatto nascere in me la voglia di girare un documentario su di lui: Mario Benedetti y otras sorpresas.
In Turchia ho realizzato un video che ne racconta l’arte, l’architettura, la musica e i paesaggi: Sons of Anatolia.
Ho trascorso la mia vita a studiare le lingue e recitazione avendo la fortuna di collaborare con maestri del teatro contemporaneo che hanno contribuito in maniera fondamentale a determinare preferenze e scelte artistiche.
Personali vicende familiari mi hanno portata ad indagare gli oscuri corridoi della mente umana, ad analizzare fenomeni come la depressione e i disagi psichici.
Da qui è nata la regia di #Limbo, uno spettacolo/performance sul disagio psichico delle donne negli ex manicomi in collaborazione con la visionaria scultrice americana Kirsten Stingle presentato al Macro in occasione della giornata d’apertura di Chromatica Festival delle Arti.
M’ispiro alle donne, alle madri, che con il loro sforzo quotidiano hanno cambiato e continuano a cambiare il mondo.
Innamorata di Pina Bausch, ho sempre camminato su difficili e scomodi terreni di un Teatro di vera sperimentazione.
I ruoli che mi hanno più segnata sono Medea senza dubbio per “Medea: tracce”, regia di Lucia Calamaro,
e Madame De Merteuil in “Le Relazioni pericolose”, regia di Massimiliano Marano.
Ho una passione innata per la poesia e letteratura che mi ha portato ad occuparmi spesso di presentazioni di libri. Adoro conoscere una storia attraverso i racconti degli altri. Spesso quando viaggio m’informo pochissimo sui luoghi che visito proprio per avere il piacere di farmeli raccontare dalle persone del luogo.
I libri sono i viaggi che fai da fermo ed infatti l’incipit del video sulla Turchia inizia con la voce di mio figlio Zion che legge questa frase di Josef Koudelka che parla dei viaggi e che io amo trasferire anche ai libri.
Quando vivi in un Luogo a lungo, diventi cieco perché non osservi più nulla.
Io viaggio per non diventare cieco.
Molte collaborazioni fotografiche hanno arricchito il mio lavoro attoriale ed emotivo, cito le più significative:
Gianni Girolami, Paolo Soriani, Emanuele Giacomini.
Oggi abito la poesia con una forte gratitudine alla vita.