Ieri, Daisy Osakue, la primatista italiana under 23 di lancio del disco, è stata colpita a un occhio da un uovo scagliato contro di lei da una macchina in corsa.
Un uovo che le ha procurato una lieve lesione alla cornea e che avrebbe potuto seriamente compromettere la sua partecipazione ai prossimi campionati europei di atletica.
Ma probabilmente non si è trattato di un atto di razzismo: sembra che la Fiat Dobló dalla quale sono state lanciate le uova avesse già colpito, nei giorni precedenti, in maniera abbastanza “ecumenica”, senza particolari motivazioni razziali.
A quanto pare, insomma, forse Daisy è stata vittima di un branco di imbecilli, non di razzisti.
Perché tutti i razzisti sono imbecilli, ma non tutti gli imbecilli sono anche razzisti.
E Daisy, a quanto pare, ha avuto solo la sfortuna di incrociarne alcuni esemplari notevoli.
Ed è una grande vittoria per il cretino medio che, in queste ore, va in giro ripetendo: “Visto? Non era razzismo, stupidi radical chic col Rolex e la maglietta rossa!”.
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Più o meno nelle stesse ore, l’altra sera, tre “bravi italiani” travestiti da giustizieri inseguivano l’automobile di un marocchino perché, per loro, era “sospetta”.
Uno dei tre aveva anche una pistola con sé.
E forse quell’uomo era un ladro, forse era un malintenzionato, ma noi non lo sapremo mai perché, nella fuga, è andato a sbattere ed è morto per un colpo alla testa.
Ma magari neanche questo è razzismo, magari è solo un assaggio del far west trumpiano che piace tanto allo sciacallo padano, quello in cui i cittadini si fanno giustizia da soli. A volte, fatalmente, sbagliano e la gente muore, ma in fondo sono solo danni collaterali.
Il razzismo è sicuramente quello dell’uomo che, a Milano, ha puntato un taglierino alla gola di un cingalese che era al telefono con un suo amico, intimandogli di parlare italiano.
Il razzismo è quello dei SEI episodi in poco più di un mese che hanno visto protagonisti una serie di cerebrolesi armati di pistole a piombini colpire delle vittime selezionate in base al colore della pelle.
Il razzismo è quello del sessantenne che impugna la sua carabina ad aria compressa, esce in balcone e si esercita nel “tiro alla rom”, ferendo gravemente una bimba di un anno.
Il razzismo è quello del senegalese pestato vicino Palermo al grido di “tornatene a casa tua!”.
Quello è razzismo.
[sostieni]
Fate bene attenzione, insomma, buonisti col Rolex e la maglietta rossa, perché distinguere un idiota razzista da un semplice idiota con una pistola (o un cartone pieno di uova) in mano non è sempre semplicissimo.
E i cretini che vanno ripetendo “Non c’è nessun allarme razzismo, in Italia” ci tengono moltissimo a queste cose.