La Luce.
Da sempre simbolo di vita, di nascita e rinascita.
Napoli.
Dove la Luce ha una dimora e un ruolo privilegiati. Per il calore legato tradizionalmente al suo popolo, per le sue armonie architettoniche, per la creatività che permea le Cultura, intrinseca, storica, e quella legata alle iniziative, all’inventiva produttiva e propositiva.
Lo sanno bene i responsabili del Napoli Light Festival (dall’8 al 12 maggio), patrocinato dal Comune di Napoli e dalla Regione Campania. L’organizzazione vede invece la collaborazione di Cantiere Idea, Oniride, Ifaktory e altre realtà esperte nell’applicazione delle tecnologie digitali alla valorizzazione dei beni culturali.
Dopo Amsterdam, Berlino, Praga, Lione, Cascais e altre città in tutto il mondo, per la prima volta, il Festival delle Luci sceglie quest’anno il capoluogo partenopeo come location. Un gioco di Luce dunque speculare: una emanata naturalmente dalla città, e l’altra sotto la quale la kermesse ci propone di farcela vedere.
Installazioni luminose e digitali, presentazioni di libri, cooking show delle eccellenze enogastronomiche campane, viaggi di realtà virtuale, videoproiezioni, esibizioni danzanti: il tutto immerso in un’aura ipertecnologica rappresentata dalla Sfera Geodetica installata a Piazza Dante.
Una fusione di storia, arte e natura che, partendo da Terra, Acqua, Fuoco e Aria, abbraccerà gli astanti in un percorso multisensoriale.
E se il tema scelto per la I edizione di N-Light è quindi quello dei quattro elementi, non potevano essere che quattro i luoghi deputati, concettualmente e fisicamente, ad ospitare le installazioni luminose e digitali: Piazza del Plebiscito, Piazza Municipio, la Certosa di San Martino e Piazza Dante.
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Ma scopriamo qualche dettaglio in più, grazie al contributo di Giuliano Gasparotti, Presidente di Cantiere Idea nonché organizzatore del Festival delle Luci a Napoli, che abbiamo intervistato.
La Luce è forse tra i concetti a più alta valenza simbolica, facilmente immergibile in una combinazione di immanenza e trascendenza. Il Festival delle Luci, quanto di immanente e quanto di trascendente ha e vuole comunicare?
Immanente e trascendente è per noi che abbiamo fortemente voluto questo festival, insieme alle Istituzioni che ci hanno patrocinato, una dicotomia che può e deve trovare una sintesi proprio con progetti come il Festival delle Luci. Mettiamo, infatti, insieme cultura e innovazione, affinché da beni intangibili – come la bellezza di Napoli – si producano beni tangibili, l’economia del turismo. Stiamo dimostrando, da anni, che con la cultura “si mangia”, anzi la cultura può e deve essere un’attività sulla quale una città come Napoli può investire con fiducia: Napoli ricca di capitale culturale, ma povera di capitale economico, può utilizzare il primo per produrre il secondo. La cultura ha poi un valore metaeconomico, senza prezzo: restituire dignità e consapevolezza a un popolo.
Perché i quattro elementi? Cosa della Terra, dell’Acqua, del Fuoco e dell’Aria avrà questa esperienza?
Il gioco di declinare gli eventi o il video mapping sui quattro elementi nasce da un dato fisiologico: Napoli, città vulcanica e sul mare, cinta dalla terra della Campania Felix e avvolta dall’aria mediterranea, è “coincidentia oppositorum”. Lo vediamo dal carattere della città e dagli abitanti, secondo la fortunata frase, benché un po’ logora, di Goethe di “paradiso abitato da diavoli”.
Ma sarebbe vero anche il contrario, dato che esiste anche l’immagine infernale della città-Gomorra, a cui si contrappongono eroi come i giornalisti o i magistrati anticamorra. Abbiamo voluto giocare, dunque, su questi contrasti, consapevoli anche dello stereotipo che aleggia sulla città, perché fare branding territoriale è anche risignificare pratiche, abitudini, immaginari.
Napoli e il suo patrimonio culturale e umano, immenso, contraddittorio, multisfaccettato. Come si sposano le tradizioni partenopee con una kermesse ipertecnologica e anche fortemente metaforica?
Anche in questo caso, non vediamo frattura fra tradizione innovazione, anzi, facciamo sintesi.
Dobbiamo evitare di riprodurre la cartolina oleografica della città turistica, ma anche evitare il rischio Gomorra o quello del Mezzogiorno arcaico e premoderno. Napoli, con tutti i suoi problemi che la inchiodano all’idea di arcaico e tradizionale, è stata nutrice della modernità, capitale italiana dell’Illuminismo. Napoli è la canzone classica, la tarantella, la Scuola napoletana del Settecento, ma anche la città dell’innovazione musicale, quando il Bristol Sound era di casa qui, e luogo dell’ibridazione, come dimostra il genio di Pino Daniele. Insomma, raccontare una sola Napoli sarebbe stereotipo e falso. La nostra sfida, da operatori culturali, è raccontarne la complessità e le mille sfaccettature.
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Inaugurazione delle installazioni Martedì 8 maggio alle ore 21, con una parata artistica luminosa, organizzata dall’associazione culturale Casa della Cultura in collaborazione con attori, musicisti e danzatori del gruppo “New Impact of South” coordinati da Grethel Mondello.
Grande serata di chiusura Sabato 12 maggio.
Alle ore 20 nella Sfera geodetica in piazza Dante aperitivo e cena multisensoriale con cooking show live dello chef Giammarco Lampis. Dalle ore 21,30 alle ore 0,30 ci sarà invece il Light show in tutte le piazze coinvolte dal Festival, arricchito, a partire dalle 22.30, dal Circo Nero di Stranomondo e il dj set di Kommando dj.
La pagina ufficiale del Festival: www.napolilightfestival.com
La pagina evento su Facebook: www.facebook.com/events/207472553394818
Al link di seguito potete infine scaricare il pdf con il programma dettagliato delle cinque serate: https://bit.ly/2wr6ZM7