Rossana Campo e una favola di potere tutta al femminile
Di isabella borghese
Va bene. Ma che genere di cose mi puoi insegnare tu? Semplice: quelle che non ti ha mai detto nessuno. I segreti per vivere bene, per essere felici, senza incazzarsi col mondo perché non ci dà quello che vorremmo. È forse questo breve, ma esaustivo passaggio di dialogo a raccontare l’obiettivo del lungo racconto Cati. Una favola di potere, l’ultima uscita di Rossana Campo (Bompiani – Assaggi di narrativa): insegnare il segreto per vivere bene, per essere felici.
Verità che nessuno – prima di un incontro speciale – ha mai rivelato, né provato a inculcare neanche a Cati, vera protagonista della storia.
Ma chi è Cati? E perché ha bisogno che qualcuno le insegni questa felicità?
Cati, il lettore, la lettrice la incontrano quando ha tredici anni. E’ cresciuta con la mamma Raffaella. Lei una madre un poco stramba, ma a dire della figlia anche una donna tostissima, con la passione per Janis Joplin e Billie Holiday; sì, certo, sfortunata con gli uomini, molto sfortunata, “una sfigata” penserà Cati, e interessata agli oroscopi e alle massime come, Finché c’è vita c’è speranza. A tredici anni Cati resta orfana di madre, si ritrova con un lutto da elaborare, ben presto si trasferisce in casa del padre – mai conosciuto prima e sempre in viaggio – e pure in casa con Titti, la sua compagna. Non una convivenza facile spiega al tredicenne: Io e Titti viaggiavamo in due universi paralleli che non si incontravano mai.
Cati soffre – la mancanza della madre, la conoscenza del padre (sempre assente) -; lei ha un temperamento ribelle e quando qualcosa la turba esprime con eccessi tutto il suo disagio: mena le mani, spacca i vetri, scappa di casa… Una vita, la sua, segnata dallo scompiglio, dalle mancanze, dalle assenze, dall’incapacità di riuscire a controllare la rabbia, come di abbattere la malinconia; si interroga sulla normalità, detestandola. Va d’accordo solo con le amiche più pazze. Quelle come me, dice.
D’improvviso un incontro, quello con Seraphine, all’apparenza una barbona – in realtà: una strega cattiva? Una strega buona? Una fata? -, ma non è alla Campo che interessa l’apparenza, tutt’altro: un bel giorno questo incontro sembra avvenire non solo per portare ordine alla vita di Cati, ma soprattutto per ricordarle che ogni donna ha la sua luce, merita di prendersi la sua felicità, e in tutto questo detiene un potere da condividere con le altre donne.
Ed ecco, dunque, che il lettore, la lettrice riescono a riconoscere in questo incontro con Seraphine la favola di potere, queste parole significative che danno il titolo al romanzo; ecco pure che gli stessi trovano Cati ben presto in un giardino, quello della Casa della Luna di Seraphine, dove la ragazza non solo si sente tranquilla per la prima volta da anni, per lei è come se fosse tornato il profumo delle belle giornate. E Seraphine – senza privarci di soprese, e colpi di scena – le sta accanto perché le piace aiutare le donne nei guai, le donne in confusione e pure insegnare a costruire, a trasformare la rabbia in energia positiva… Non dunque una rivelazione si direbbe questa storia della Campo, ma una nuova e ulteriore conferma dell’amore, della cura e dell’attenzione che l’autrice, venticinque anni di carriera alle spalle, con la sua scrittura mostra di avere per le donne, per le sue lettrici, i suoi lettori – (per i sostenitori delle donne). Se nel romanzo c’è un uomo, a raccontarlo è un’assenza preponderante, così prepotente da farsi presenza.
E pure, il lungo racconto che con questo libro l’autrice dona ai lettori, dopo aver vinto il Premio Strega Giovani, con Dove troverete un altro padre come il mio e aver pubblicato la raccolta di racconti Difficoltà per le ragazze, è una favola che, se non tradisce le aspettative delle lettrici più giovani, di certo accompagna, coinvolge e richiama l’attenzione delle più adulte; delle lettrici e delle donne meravigliosamente immerse in un mondo in cui vanno alla ricerca e alla scoperta del loro potere, della capacità stessa che hanno – quando mostrano di farla loro questa capacità – di scegliere come vivere: “Siamo delle donne che hanno deciso di viaggiare nel regno del cuore e dello spirito”.
E la Campo, oggi, con questa favola di potere al femminile sembra avere l’urgenza di raccontare alle donne che non è più tempo di attendere la felicità; alle donne non manca difatti più nulla per essere felici: le donne hanno l’amore.
——————————————————————————————————————————-
Rossana Campo è nata a Genova nel 1963, vive tra Roma e Parigi. Debutta con Feltrinelli con il romanzo In principio erano le mutande (1992), bestseller tradotto in numerosi Paesi, da cui è stato tratto anche un film. Sempre con Feltrinelli ha pubblicato Il pieno di super (1993), Mai sentita così bene (1995), L’attore americano (1997), Il matrimonio di Maria (1998), Mentre la mia bella dorme (1999), Sono pazza di te (2001), L’uomo che non ho sposato (2003), Duro come l’amore (2005), Più forte di me (2007), Lezioni di arabo (2010). Per Ponte alle Grazie ha pubblicato Il posto delle donne (2013) e Fare l’amore (2014). Ha scritto il saggio Felice per quello che sei (Oscar Mondadori) e i libri per bambini Piccoli Budda (Gallucci) e La figlia del re drago, illustrato da Alessandro Sanna, (Piemme junior, in uscita nel 2017). I suoi romanzi sono stati tradotti in diversi Paesi. Il suo ultimo libro, Dove troverete un altro padre come il mio (Ponte alle Grazie, 2015), già uscito in traduzione in Spagna e in Francia, candidato alla LXX Edizione del Premio Strega da Umberto Eco, Antonio Riccardi e Valeria Parrella, ha vinto il Premio Strega Giovani 2016.
——————————————————————————————————————————–