Sono stato, appena pochi giorni fa, con mia moglie Natalia Pavlova, soprano lirico, a Narni, in occasione del Narnia Festival 2017, appena concluso con numeri strepitosi, (10.000 presenze di pubblico) diretto dalla pianista Cristiana Pegoraro, musicista di calibro internazionale, dove mia moglie ha ricevuto un premio e cantato.
Mi sono trovato immerso per due giorni in una dimensione culturale, quella del Narnia Festival, semplicemente esaltante e di altissimo livello, che spazia dalla musica classica all’opera lirica, dalla musica sacra al jazz, dalla danza classica al flamenco e tango argentino, fino alle bellissime danze storiche della Compagnia Nazionale di Danza Storica diretta e fondata dal Maestro Nino Graziano Luca, che si è esibita nel Teatro Comunale. Festival che la grande stampa nazionale avrebbe dovuto, a mio modesto avviso, maggiormente raccontare, sostenendo con ciò la Kermesse Narnese per l’importanza strategica nella formazione culturale musicale che ormai ha nel nostro paese tanto che il Narnia Festival, ormai è giunto alla sua sesta edizione, è stato insignito della medaglia d’oro per meriti artistici e culturali dalla Presidenza della Repubblica, esperienza che mi ha infuso una enorme speranza, rispetto a uno scenario nazionale culturalmente parlando drammatico e che il settimanale L’Espresso aveva sintetizzato proprio poco tempo fa con questo eloquente titolo: Analfabeti funzionali, il dramma italiano: chi sono e perché il nostro Paese è tra i peggiori.
Allora a fronte della consapevolezza della catastrofe culturale italiana, andavo pensando, un gruppo editoriale che si fa portatore di questa denuncia come nell’articolo dell’Espresso, poi, trovandosi di fronte alla eroica fatica di Cristiana Pegoraro nell’inventare, realizzare e far durare negli anni il Narnia Festival, trasformando la cittadella in un campus musicale internazionale, dovrebbe volerlo assolutamente raccontare alla nazione, come esempio di controtendenza, di impegno a promuovere la cultura in un paese che sta diventando tra i più ignoranti d’Europa, e di immenso lavoro pedagogico, o no?
Camminando nello scenario medioevale mozzafiato del centro storico della cittadella di Narni, in questi giorni si veniva investiti e incantati dai flussi musicali dei cast di cantanti lirici statunitensi che nel bel Teatro Comunale Giuseppe Manini provavano Gianni Schicchi e Suor Angelica, che avrebbero poi eseguito come spettacolo finale di un programma didattico di altissimo livello, l’International Vocal Arts Program, e si veniva sommersi dai flussi musicali delle varie orchestre o dei pianoforti e altri strumenti ovunque suonanti degli studenti di musica provenienti da ogni parte di Italia e del mondo e dei loro Maestri anche essi provenienti da tutto il mondo. Una aria di operosità piena e felice, diffusa come il tepore di un sole, un’ impressione come di un favo di api dedite a produrre armonia al posto del miele. Semplicemente bellissimo, importante, stupendo. Oserei dire anche terapeutico.
La stessa infaticabile Cristiana, madre e madrina di questo festival, insegnava lei stessa, senza risparmiarsi, ogni giorno per ore e ore a studenti di tutte le età, maestra tra altri maestri impegnati in questo antichissimo uffizio di travasare nei discepoli-allievi segreti e saperi della propria arte –parliamo di oltre 300 studenti provenienti da 36 paesi seguiti da 40 maestri provenienti dalle maggiori università e scuole di livello internazionale: The Juilliard School di New York, il Conservatorio Tchaikovski di Mosca, il Mozarteum di Salisburgo, l’Università di Friburgo, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia- allievi che dopo mesi di attesa di questo tempo finalmente giunto approfittavano di questi giorni per poter essere seguiti personalmente dalla pianista che ha la sua base a New York ,dove vive da anni, e dagli altri superbi insegnanti.
Intanto i bar e i ristoranti della cittadina di quasi 20.000 abitanti gremiti da musicisti di ogni provenienza e colore, spesso potendo incontrare intere bellissime famiglie di musicisti con padre madre e figli musicisti al seguito, e dalle numerose persone che seguono il festival come pubblico, erano un riecheggiare delle più disparate lingue, quasi fossero essi stessi parti di un grande strumento divino di pace, l’umanità nel suo essere umanesimo, in una atmosfera carica di vibrazioni positive, di armonia e armonie risuonanti nella cassa armonica delle architetture medioevali della città, e riverberati dalla pietra, dai vicoli ovunque vocianti di un turismo educato colto e studioso, appassionato, dagli affreschi alto e tardo medioevali affioranti sulle colonne, sulle mura, nelle nicchie, germe visibile e sconvolgente lo sguardo, quello di trovarsi a faccia a faccia con il principio di quella che poi diventerà la magnifica storia dell’arte italiana tre-quattro-cinque-seicentesca. Segni di espressione e fede che uomini di 7-800 anni fa avevano un giorno proprio in quel posto lasciato sotto la mirabile forma della pittura o della scultura o della architettura.
Vertigine Ontologica, armonici metafisici, da rischio di Sindrome di Stendhal assicurata con tanto di mancamento e visioni mistiche. Sentivo ogni molecola del mio essere in questi giorni guarire da ogni male, allontanarsi, in questa isola di humanitas, gli atroci clangori delle guerre infestanti il pianeta, ogni nodo veniva sciogliendosi in un concilio tra anima e mondo circostante.
Io e mia moglie fummo alloggiati dalla meravigliosa ospitalità del Festival e della città in un delizioso appartamentino del 4-500 in pieno centro storico a livello strada, da cui ascoltavamo questa piacevole processione di genti qui venute da ogni dove a riempirsi lo spirito di bellezza e di musica, che scendevano o salivano nei vari livelli cittadini della magnifica Narni.
Ecco come tutto ci apparve l’incanto di questa città nei giorni del festival.
Ed ecco Infine Cristiana, tra una lezione e l’altra e i tanti impegni, con infinita cortesia, mi avverte al telefono che è riuscita a trovare una decina di minuti per un aperitivo insieme , mi sta aspettando tra cinque minuti in un bar davanti al teatro, finalmente potrò farle per i miei lettori e me stesso alcune domande, nonché godere del piacere della sua simpatica compagnia, vado.
CONVERSAZIONE CON CRISTIANA PEGORARO IDEATRICE E DIRETTRICE ARTISTICA DEL NARNIA FESTIVAL
Allora Cristiana, veramente sembra di essere a una corte di altri tempi qui in questi giorni…
Sì, interessante è proprio il connubio di arti, non solo musica di ogni tipo ma anche danza modern e la conoscenza del territorio attraverso escursioni guidate. Tutto ciò è già di per sè un percorso di grande ispirazione per tutti noi artisti, un percorso che attraverso le varie contaminazioni ci porta ad arricchire il nostro bagaglio culturale e linguaggio espressivo.
Un concetto assolutamente Rinascimentale
Infatti a me piace considerare questo festival come un festival del Rinascimento… un rinascimento sia spirituale che culturale, concetto alla base dell’intera operazione artistica. Rinascimentale anche in rapporto al contesto architettonico e urbanistico che lega, in questo senso di corte, l’intero impianto degli eventi artistici e didattici, e che però si proiettano bel oltre la città in un ampio raggio del territorio con concerti e spettacoli in varie città umbre e nella Capitale. Stiamo parlando in questa edizione 2017 di quarantatré concerti in 12 giorni, dislocati tra Narni, Terni, Amelia, Perugia, Orvieto, Acquasparta e Roma, sempre sotto l’egida del Narnia Festival. Un altro concetto importante è invece: spazio ai giovani! Attraverso i nostri programmi didattici, aiutare giovani musicisti a crescere artisticamente offrendo loro un’esperienza completa, a farli interagire, e soprattutto ad abituarli attraverso continui concerti, ada suonare in pubblico. Quest’ultima cosa è fondamentale e dovrebbe sempre far parte del training di qualsiasi artista, e che invece è un aspetto molto sottovalutato nelle scuole di musica. Al Narnia Festival i ragazzi fanno concerti tutti i giorni. Terzo concetto, parlando di giovani ma parlando anche di piccoli, e di piccolissimi, hai visto quanti bambini ci sono in giro? Hanno un’età tra i 5 e i 10 anni e grazie al programma Junior Masterclass vengono a Narni a studiare con i migliori maestri di livello internazionale. Ecco l’offerta unica del Narnia Festival: diamo la possibilità a questi giovanissimi musicisti in erba di studiare con i più grandi insegnanti perché bisogna inculcare da subito la musica fatta bene, ovvero quello che è la passione ma anche la tecnica giusta…
Direi una fabbrica del talento musicale, un po’ appunto come nell’antichità con la bottega dei pittori e degli scultori
Esattamente. Questi bambini vengono subito inseriti in grandi progetti orchestrali dove usando parti facilitate che vengono preparate ad hoc dal Maestro Porzio, e suonano accanto ai loro maestri dentro un’orchestra sinfonica, quindi i bambini sperimentano il suono della grande orchestra composta dai maestri e dai ragazzi avanzati. Un’esperienza unica!
Dunque ci sono tre livelli nella orchestra i maestri i ragazzi avanzati e i bambini?
Esatto. Attraverso questa operazione musicale anche i piu’ piccoli ottengono uno stimolo pazzesco e la cosa è anche molto bella e divertente da vedere perché ora costruiscono questi strumenti perfetti in miniatura adatti ai piccoli e quindi ti ritrovi davanti questi bambini con contrabbassi, violoncelli e violini in miniatura, sono stupendi!
Suonano perfettamente?
Assolutamente perfetti. Quest’anno, inoltre, grazie alla direzione del Maestro Porzio, si sono triplicate le iscrizioni al programma Junior Masterclass, quindi siamo arrivati ad un’orchestra di oltre 60 elementi.
Ma tutto ciò è stata una tua idea?
Tutto questo festival è una mia idea, a Narni non esisteva nulla di simile. Oggi abbiamo concluso una splendida sesta edizione con numeri da record.
Ma nel teatro non c’era nulla prima?
Si c’era e c’è tuttora la stagione teatrale unita a qualche spettacolo durante l’anno., ma ritornare qui dopo tanti anni di estero e vedere questa spettacolare cittadina che è un vero gioiello artistico con un centro storico molto piccolo e per questo si presta benissimo per un festival del genere, che unisce spettacoli e didattica. La bellezza della città risulta di grande ispirazione per gli artisti e le dimensioni ridotte del centro storico, dove si svolge il campus, piccola zona tranquilla e senza pericoli, favorisce lo svolgimento del campus anche con i piu’ piccoli. I posti sono meravigliosi, pieni di arte: c’è l’auditorium, il teatro, le chiese…
Cristiana, in questi due giorni ho avuto impressione di una città che ti segue compatta in questa bellissima avventura. Ecco, si sente questo grande feeling tra te direttrice e creatrice del festival e i cittadini di Narni che hanno capito il significato di quello che significa questo evento per la città…
Sì. In questi giorni molta gente mi ferma per strada per ringraziarmi di quello che sto facendo per Narni, per i giovani, per il territorio, per la cultura. Naturalmente la maggior parte della gente segue, però c’è sempre qualcuno che è un po’ ritardatario nel capire. A volte trovo grandi difficoltà a relazionarmi con il tessuto burocratico, per carità non parlo del Sindaco che ci apre le porte della città e sostiene l’iniziativa, ma di dirigenti ottusi che invece di facilitare un’operazione che a Narni porta tantissimo, anche in termini economici e di visibilità, al contrario cercano non so perche’ di rendere tutto più complesso del necessario. E per me diventa uno sforzo gigantesco dover superare tutte queste barriere per realizzare tutto cio’.
Tu sei stata tanti anni all’estero e hai importato qui in Italia, a livello procedurale e organizzativo, dei modi operativi che sono normali a New York ma forse qui non ancora…
Io lavoro con un ordinamento mentale e un’organizzazione americano-tedesca, perché fa parte del mio bagaglio culturale. Dopo essermi diplomata a Terni a 16 anni sono subito andata all’estero. Ho vissuto 5 anni in Austria, due a Berlino e poi sono andata negli Stati Uniti, e purtroppo, o per mia fortuna non lo so, ho sviluppato un cervello pensante che non è propriamente italiano. Per questo quando vengo in Italia mi scontro con delle realtà completamente diverse. Ho la mente organizzata su modelli diversi, assimilati all’estero, e faccio fatica. Certo poi anche in Italia si possono fare delle grandi cose, però ci sono dei percorsi molto più labirintici, più lenti e quindi si fatica un po’ di più in Italia.
Nonostante tutto sei riuscita a fare qualcosa di veramente straordinario, di bellissimo, di importante, specie pensando che dai semi che si piantano qui nei giovanissimi domani potrebbe nascere un Accardo, un Muti, un Benedetti Michelangeli, che magari ho incontrato oggi nei panni simpatici dei piccolissimi musicisti che suonavano nell’orchestra
Il Narnia Festival è cresciuto moltissimo in poco tempo, ogni anno sperimento aggiungendo nuovi programmi che poi si rivelano avere successo perché in fin dei conti è come imparare le lingue: quando ne conosci due, la terza, la quarta, la quinta le impari più facilmente… e allora l’idea di far interagire le arti significa che più ne metti a contatto e più riesci a far nascere dei progetti interessantissimi. Sono partita con un campus strumentale, poi si è aggiunta l’opera, poi si è aggiunto il corso di lingua e cultura, poi quello di cultura e piacere, è arrivato il campus dei bambini e quindi tutto è andato sempre in crescendo. Abbiamo una tale offerta oggi che chi viene a studiare da noi può scegliere di usufruire di tutti questi programmi
Insomma è diventata una scuola praticamente, un campus all’americana, con i corsi da scegliere…
Esatto, e quindi si cresce nell’ambito dell’arte in tutti i sensi. Ci sono sempre tanti personaggi, stelle del concertismo internazionale che ci vengono a trovare, lasciano la loro testimonianza, fanno masterclass, suonano con noi, in un’atmosfera di grande familiarità, e tutto questo e’ bellissimo. Nonostante le grandi difficolta’ nell’organizzare un festival simile, alla fine il sorriso dei ragazzi, della gente che viene ai nostri concerti e che ci ringrazia, I commenti delle famiglie che mi dicono “ i nostri figli sono contentissimi e per loro è un’esperienza unica” per me è la soddisfazione più grande che mi ripaga veramente di tutti i sacrifici, la soddisfazione di fare qualcosa di importante soprattutto per I giovani, che sono il nostro futuro.
A tal proposito voglio aggiungere una cosa che mi sta a cuore: nell’ambito del festival si è tenuta la terza edizione del Narnia Arts Academy International Competition, che ha visto la partecipazione di oltre 50 promesse del concertismo. Il concorso ha lo scopo di promuovere la cultura musicale tra i giovani e favorire l’affermazione artistica di nuovi talenti emergenti. I premi in borse di studio in memoria del fondatore della Società Italia Argentina Victor Uckmar sono state gentilmente offerte dal Presidente dell’Associazione Italia Argentina Giorgio De Lorenzi, e noi lo ringraziamo veramente di cuore per il sostegno che da’ alla nostra iniziativa.
Io in questi due giorni ho avuto un impatto forte, innanzi tutto ho visto il grande lavoro pedagogico sui bambini veramente di primo ordine anche perché oggi la musica è salvifica rispetto a tutto
Esatto, una vera arma di salvezza. Pensiamo che questi ragazzi sono puliti, credono in un sogno, mettono passione in quello chef anno, sono avidi di apprendere. Non sono paragonabili a quelli che passano ore davanti alla TV o a giocare con i videogames. Il nostro e un percorso di formazione ma anche spirituale.
Senti, il Ministero della Cultura ti segue?
Il Ministero della cultura sinceramente non tanto.
E se io fossi ora il ministro della cultura, se non sbaglio è ancora Franceschini, ecco cosa mi chiederesti? Sostegno economico?
Sostegno, sostegno e sostegno!
Quanto costa a voi questo festival?
In realtà riesco a contenere i costi del festival perché tramite i miei contatti riesco ad avere non tanto grandi sponsor ma artisti che vengono a costi contenuti perche’ amano l’iniziativa e credono nelle finalita’ del festival. In più sono innamorati di Narni e dell’Umbria
Perchè capiscono secondo me l’importanza di quello che stai facendo qui, però manca un po’ la presenza dello Stato..
Manca, e te lo dico nonostante la medaglia d’oro che ci è stata conferita dalla Presidenza della Repubblica. Questo e’ un
problema comune, non solo il nostro: lo Stato, ma anche la Regione, non si rende conto che attraverso queste iniziative si riesce anche a promuovere il territorio a costo zero. Pensa a quello che porto qui a Narni, a tutti le persone, italiane e straniere, che vengono per il festival in qualita’ di pubblico o come artisti, che sono un grandissimo indotto economico per la città e per la regione. Pensa a tutte le escursioni che noi abbiniamo ai concerti nelle varie citta’ dell’Umbria, un modo per far conoscere da vicino il nostro territorio. Questo concetto e’ stato fondamentale fin dall’inizio della creazione del Festival, unire arte, musica, cultura e territorio. Tutte le persone che vengono a visitarci poi ritornano a casa e ne parlano, Ormai anche con I social e’ tutto piu’ facile, si fanno milioni di fotografie e si postano, e vengono viste da migliaia di altre persone in tutto il mondo. Tutto cio’ è una immensa pubblicità per il territorio a costo zero. E allora dico: investite in queste operazioni culturali perché poi ritorna tutto elevato all’ennesima potenza.
Certo, si crea un circolo virtuoso.
Però purtroppo nessuno capisce che l’investimento nell’arte è importantissimo. Non solo per dare cibo per l’anima agli esseri umani, ma anche perché l’arte, soprattutto in un paese come l’Italia, potrebbe essere un business turistico culturale e di movimento da punti di pil
Hai ragione Cristiana, la cultura dovrebbe essere il nostro petrolio, anzi è la nostra riserva, gli altri hanno i giacimenti di petrolio per cui poi si fanno le guerre, noi avremmo invece giacimenti di arte, e Narni ne è esempio perfetto, con cui potremmo costruire tra l’altro la pace perché non vi è altro antidoto alla guerra che la cultura
Esatto… e l’Italia è il paese più ricco in assoluto di bellezze artistiche e stanno tutte qui, a cielo aperto…
Senti, per i miei lettori, mi dai qualche numero del festival?
Visto che espressamente me li chiedi: 50 spettacoli, 10.000 spettatori, 50 corsi di perfezionamento artistico, 300 partecipanti ai campus, 10 percorsi artistico – culturali, un concorso, 5 laboratori teatrali, ed ecco altri numeri che mi ha appena fornito l’ufficio: 10.330 visitatori al sito narniafestival.com, 120.000 visualizzazioni su Google, 460.000 pagine visitate, 8.120 followers su Facebook, 26.150 visualizzazioni dei video su YouTube… possono bastare ?
Assolutamente impressionanti direi.
Vorrei aggiungere ancora una cosa: non so se il governo mai potrà capire l’importanza di investire nella cultura e nell’arte, ma che succeda o no, l’arte non morirà mai e gli artisti non smetteranno mai di esistere.
Grazie Cristiana !
Grazie a te.
Sorridente, con i bei capelli nel vento e un bellissimo vestito di seta, Cristiana scompare dentro le mura secolari del Refettorio della Loggia degli Scolopi dove la sta aspettando un campione olimpionico di canottaggio nonché direttore d’orchestra: il Maestro Lorenzo Porzio, con l’orchestra dei giovanissimi musicisti bambini che suonano strumenti in miniatura tra cui forse già muove i primi passi un gigante della musica di domani.
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