eMemory: la piattaforma privata dedicata alla memoria digitale delle persone e alla tutela della loro privacy
A Torino è da poco nata una startup che dire particolare è dire poco.
Il fondatore ha deciso di salvare il mondo dalla distrazione generata dall’uso esibizionistico delle tecnologie digitali e dalla perdita del controllo sulla privacy dei nostri contenuti grazie ad una nuova piattaforma di memoria digitale: eMemory.
Si chiama Pietro Jarre ed è uno stimato sessantenne ingegnere che ha sviluppato business e progetti su scala internazionale.
Che cos’è eMemory?
eMemory è una piattaforma digitale dedicata alla conservazione e valorizzazione delle memorie individuali e collettive. eMemory offre l’opportunità di salvaguardare i propri file digitali in maniera sicura e di gestire l’eredità digitale del patrimonio digitale. eMemory sostiene importanti progetti di conservazione della memoria che sono immaginati, promossi e sviluppati con il supporto attivo dei propri iscritti.
Nel settembre 2015, Pietro Jarre ha fondato eMemory, un protetto spazio digitale che permette alle persone di conservare file, documenti e ricordi in maniera totalmente sicura e privata, senza incorrere in profilazioni, pubblicità e violazioni della nostra preziosa privacy.
Siamo abituati a non preoccuparci del backup dei nostri file, della loro sicurezza e del controllo sulla loro gestione. Ci sono Facebook, Instagram, WhatsApp, Google Foto che ci dicono che se ne preoccupano per noi. Ma cosa potrebbe succedere se Facebook, Instagram o Google decidessero di utilizzare i nostri dati, le nostre foto, i nostri ricordi, contro di noi?
Se vuoi vedere la piattaforma di memoria digitale, clicca qui per visitare il sito.
Per farmi dare una risposta ho intervistato appunto i ragazzi di eMemory e ho chiesto loro come intendono salvare la nostra privacy.
– E se Facebook si mette a utilizzare le nostre informazioni per controllarci? –
Pietro: Già lo fa! E ricorda bene che quando si parla di Facebook si parla conseguentemente di WhatsApp, di Instagram, di Oculus Rift e altri servizi informatici che sono stati acquistati da Zuckerberg e fanno parte del gruppo Facebook Inc. Di fatto stiamo già parlando di un monopolio dell’informazione privata. Oligopolio se consideriamo anche Google. Sta di fatto che già ci controllano. Ci osservano, ci profilano ci vendono.
Mi stai dicendo che tutte le attività e i contenuti all’interno di Facebook vengono tracciati e profilati? Per farci cosa esattamente?
Pietro: E chi lo sa! Sanno talmente cose di noi, questi colossi del digitale, che non abbiamo idea di quanti modi per monetizzare le nostre informazioni abbiano e effettivamente usino.
Pensiamo però al più banale e scontato: la pubblicità. Ogni nostra attività su Facebook aiuta Facebook a profilarci con sempre più accuratezza e far pagare sempre di più le aziende in cerca di clienti.
Capisco i likes e gli interessi. Ma come fa Facebook a profilarmi utilizzando le mie foto e i miei video?
Alberto Trivero (esperto di sicurezza informatica – CTO eMemory): Facebook utilizza delle intelligenze artificiali per leggere ciò che è ritratto nell’immagine (o nei frame dei video) e riesce a estrarre dei dati anche (soprattutto?) da file visivi, incrociando questi con la geolocalizzazione, la data e l’ora, più certi dati estraibili direttamente dal nostro dispositivo remoto (smartphone o pc), per esempio le rubriche, il nostro nome e cognome e tanto altro. Ogni contenuto che entra a far parte del circuito Facebook, che, come diceva Pietro, non si limita a facebook.com ma comprende altri siti web molto utilizzati, viene effettivamente preso e analizzato fino all’inverosimile al fine di estrarre più dati possibili da ogni singolo contenuto. L’informazione in fondo è il quarto potere, no?
Sì. A quanto pare sì. E come pensate che eMemory possa controvertere questa apocalittica tendenza, che vuole il controllo e la gestione delle informazioni personali e confidenziali, nelle mani di pochi.
Alessandro Macagno(informatico – Mobile dev): ci siamo impegnati per NON fare tutto quello che non ci piace di Facebook e siti simili. Noi non profiliamo nessuno, non analizziamo i contenuti, non ci appropriamo dei contenuti a livello di licenza d’uso (Facebook fa quello che vuole con i tuoi contenuti), non ci assumiamo nessun tipo di responsabilità per i contenuti caricati e non pratichiamo nessuna forma di censura.
Ci siamo infatti impegnati per strutturare la nostra piattaforma di memoria digitale per come, secondo noi, dovrebbe essere l’Internet: anonimo, privato, confidenziale, sicuro.
Alberto: Esatto! Possiamo vantare il fatto che la nostra piattaforma tutela prima di tutto sicurezza e segretezza, e che da parte nostra non viene praticata nessun tipo di attività che vada a ledere la privacy dei nostri iscritti – che per noi è quanto di più sacro ci sia -. Quello che facciamo è fornire una tecnologia sempre migliore, sempre più sicura e accessibile, per aiutare le persone a conservare, ricordare e custodire, in piena consapevolezza, la propria vita, i propri ricordi in digitale.
Praticamente io posso mettere le foto dei miei nonni su eMemory, le foto di quando ero piccolo, ma anche foto, video, documenti miei intimi e privati di oggi di ogni giorno, che non caricherei altrimenti su nessun social network e che su molti cloud sarebbero sprecati. Sai com’è dopo che hanno rubato le foto a gente come Diletta Leotta, due paranoie vengono a tutti…
Alberto: e farebbero bene a farsele venire. La sicurezza è un punto focale nel mondo digitalizzato di oggi, per le imprese ma anche per tutti i cittadini. Avere al sicuro i propri contenuti più privati e avere su di loro piena facoltà di accesso e gestione dovrebbe essere considerato un diritto inalienabile nella nostra società dell’informazione. Un diritto che presenta una grande sfida tecnologica e culturale. Perché la realità è che ci stanno disabituando al diritto alla privacy, alla sua importanza. Il perché è semplice, si sono accorti che le nostre informazioni valgono un sacco di soldi. A noi questa cosa non piace, e siamo convinti sia anche pericolosa, basti pensare al potere che hanno governi non propriamente democratici sulla vita (digitale e non) dei propri cittadini.
Ok ho capito. Però scusa, voi allora i soldi come li fate?
Pietro: oltre a un piano gratuito che mettiamo a disposizione a chiunque voglia accedere a eMemory per curiosare e iniziare a vedere cosa voglia dire far parte di uno spazio digitale sicuro, intimo, privato e calmo, abbiamo una linea di abbonamenti che prevedono diverse tipologie di servizi, oltre che uno spazio più ampio per usufruire della tecnologia di eMemory e salvare più ricordi. E servizi di digitalizzazione, di consulenza informatica e professionale per aiutarti a fare tutto questo.
Gli abbonamenti variano e hanno prezzi diversi a seconda della tipologia di servizi e funzionalità che sono compresi nel pacchetto. Abbiamo comunque pensato di studiare dei piani che potessero essere alla portata di tutti. Tutti hanno in fondo diritto di avere uno spazio privato, segreto, sicuro e di controllare le proprie informazioni personali in totale autonomia.
Quale pensate sia il più grande ostacolo alla vostra missione di salvare la privacy delle persone.
Alessandro: La parte più difficile è senz’altro quella di riuscire a comunicare alle persone – che spesso sono ignare di ciò che succede all’interno dei sistemi informatici come Facebook – che i social network non sono un luogo sicuro in cui custodire e salvaguardare le nostre informazioni personali. Anzi, sono un luogo laddove le nostre informazioni vengono utilizzate da uomini e aziende miliardarie al fine di essere sempre più ricchi e potenti.
Quando riusciremo a comunicare questo pericolo, siamo sicuri che ci sarà un naturale flusso migratorio di utenti Facebook verso servizi più equi, più trasparenti, più sicuri e più privati.
Quando gli utenti si ricorderanno di essere persone prima che utenti, si renderanno conto che la privacy e il controllo sulle proprie informazioni personali è quanto più prezioso possa esistere. Soprattutto quando parliamo di informatica. Soprattutto nella società di oggi.
Descrivetemi eMemory con una frase a testa.
Alberto: Un salvadanaio della memoria, dove non si conta il numero di byte e pixel ma dove si fa sì che essi contino per noi
Pietro: Uno spazio calmo, privato e silenzioso per custodire le informazioni della tua vita anche con l’aiuto della comunita di ememory e di professionisti qualificati, lontano dal rumore e dagli schiamazzi del web.
Alessandro: Un luogo sicuro in cui memorizzare le proprie memorie, i propri ricordi, Costruire oggi la memoria di domani al riparo da occhi indiscreti.
Segui eMemory sul blog della piattaforma e sulla pagina Facebook ufficiale, per rimanere sempre aggiornato sulle novità della piattaforma per la tutela della memoria digitale.