INCESTO E RAZZISMO, PULSIONI ANTISOCIALI E PULSIONI ANTIUMANE.
« E se nonostante tutto questo non mi darete ascolto … Mangerete la carne dei vostri figli e mangerete la carne delle vostre figlie. » (Levitico 26:27-29)
A seguito della pubblicazione del mio articolo “urina omicida sulle mendicanti di Roma e futuro europeo” che avevo postato sul mio profilo fb è successa una cosa a mio avviso paradigmatica che ha lasciato vedere in perfetta trasparenza la potenza devastante di talune pulsioni dormienti nell’essere umano.
Il mio articolo si riferiva al gesto a mio modo di vedere “omicida” di un gruppo di uomini che hanno urinato su una donna inginocchiata a terra perché mendicante l’elemosina su ponte Sant’Angelo a Roma il 17 marzo scorso e anche sul triste complemento culturale a questo scempio di un deplorevole articolo de La Repubblica che ha finito il lavoro di umiliazione della donna già Psichicamente uccisa dal plotone d’esecuzione degli urinatori.
Poco dopo aver postato il mio articolo sul mio profilo Fb un mio carissimo amico tedesco, un intellettuale che vive da quasi 30 anni in Italia e si occupa di teatro lasciava un commento sotto al post dell’articolo che specificava che la donna era una Rom e che coloro che gli avevano urinato addosso erano slovacchi e che quindi ora potevamo capire bene perché i rom fuggono in massa dai paesi dell’est e dai paesi balcanici. Aveva attribuito dunque la causa di un gesto di alcune specifiche persone alla natura stessa dei popoli a cui essi appartenevano per nascita ( gli Slovacchi, quelli dell’est e per estensione i balcanici) invece che alla volontà di quegli individui che non è un sostrato naturale di tutto un popolo.
Nel mio articolo non si parlava mai di qualità etniche o razziali in riferimento alle persone e persino l’articolo di La Repubblica, per quanto disdicevole per il suo mettere alla gogna la vittima invece che i criminali che l’avevano oltraggiata, non aveva scritto che la donna fosse una Rom. Io non sapevo che la donna fosse eventualmente una Rom, è una informazione che mi ha dato il mio amico di cui non ho dunque nemmeno nessuna certezza. Ma come non mi interessava prima non mi interessa ora, mi interessa invece che il mio amico lo abbia specificato in una forma di razzismo rovesciata, perché lo ha detto per farci notare che i popoli balcanici e dell’est li perseguitano e che questo gesto era una conferma ora a tutti visibile ( alla mia richiesta di chiarimenti mi aveva linkato il libro della Fonseca “Seppellitemi in piedi” scrivendomi : “prima di cancellare informati, leggi” al che io gli avevo detto che in Germania nei campi di concentramento ai rom era sicuramente successo molto di peggio di qualsiasi cosa gli fosse accaduta altrove e se dunque, applicando il suo schema, dovessi temerlo, in quanto tedesco, un essere perciò pericoloso). L’intervento del mio amico era un argomento oggettivamente razzista perché attribuiva a qualità naturali di alcune persone ( cioè avute con l’atto di nascita come per esempio di essere italiano o abruzzese o biondo) l’essere causa di azioni morali ; ora sono proprio le caratteristiche delle azioni stesse le uniche che, con le dovute cautele, si possono giudicare come rappresentanti l’identità morale di una persona, poiché esprimono appunto le sue scelte, e anche in questo caso spesso nemmeno sempre, perché a volte le persone sono costrette obtorto collo a fare delle cose, ma insomma in linea di principio è cosi, dunque il mio amico confondendosi parecchio stava identificando l’identità dei popoli con l’atto, invece personale, di tre quattro persone.
Il mio amico aveva insultato razzisticamente cosi nel suo intervento e senza dubbio tutti coloro che fossero nati all’est o nei Balcani di essere pericolosi persecutori dei rom. Una mia amica, russa di ucraina, parecchio nazionalista, si era risentita e aveva scatenato il suo risentimento scrivendo in un lungo post che il problema “siete voi” che siete entrati nella Nato e bla bla bla e , seconda cosa, cadendo in pieno nella provocazione razzista, scrivendo che gli zingari infestano Roma derubando dei loro ultimi soldi quelli che lavorano e che ci prendono tutti per il culo. A questo lungo post a sfondo razzista aveva poi messo un bel mi piace un altro mio contatto fb, questo volta uno scrittore italiano, che addirittura aveva collaborato negli anni passati con Foucault, tanto per dire quanto possano sentirsi attratti dal fascino nichilista del politicamente scorretto persone dotate anche di grandi strumenti culturali; alla mia richiesta di come avesse mai potuto mettere un mi piace sotto quella deprecabile affermazione, mi aveva risposto che loro gli avevano svaligiato 5 volte la casa, e che quindi non gli stavano simpaticissimi ma che ovviamente non avrebbe mai torto loro un capello. Gli argomenti contenuti in questo articolo sono un po’ ciò che gli ho sommariamente elencato nel nostro breve scambio in chat.
Avevo cancellato dal mio profilo questi interventi a matrice razzista ma ero stato immediatamente tacciato di non essere democratico. La mia conoscente, nonostante io le avessi spiegato il mio punto di vista e anche quello della legge visto che il razzismo in Italia è un reato, continuava inoltre a postarmi che chi non riconosce che “gli zingari rubano” gli puzzava o di falso o di matto e che lei era semplicemente coraggiosa a dire cose che gli altri invece pensano e sanno ma che non hanno il coraggio di dire. Mettendo sullo stesso piano dunque ciò che si dice con ciò che si pensa e con ciò che si sa e toccando così una questione importante dei processi di trasformazione delle pulsioni private in azioni politiche e di cui dirò ancora a breve. Pensare dire e sapere. Tre categorie invece molto distinte le une dalle altre.
Discutendo animatamente con mia moglie dell’accaduto mi era balzato subito in mente un fatto: degli oltre 3600 contatti che ho su fb erano stati proprio due stranieri residenti in Italia a usare argomenti razzisti “ecco vedi, guarda è eclatante” avevo esclamato “sono proprio due stranieri che hanno fatto queste dichiarazioni, e perché? Ma certo perché due stranieri che vivono in un’altra nazione sono individui costituzionalmente “deboli” ovvero che incarnano una minoranza in mezzo a una maggioranza, e sono persone che sicuramente molto spesso vengono identificate, negativamente o positivamente che sia, con le loro qualità etniche o nazionali , e quindi inconsciamente hanno sempre accesa un piccola fiamma pilota di paura sociale: sono sempre i deboli che cercano altri deboli da segnalare ai più forti –nel senso di enormemente più numerosi- di cui hanno paura, e in questa segnalazione meritarsi una piena assimilazione inconscia che li fa sentire assicurati dagli incubi ancestrali che abbiamo tutti dentro dell’essere divorati da una tribù straniera qualora ci trovassimo nel loro territorio, certo, è chiaro”
Si, è una cosa storica e accertata. Sono sempre coloro che stanno nel gradino più basso della scala sociale quelli che si sentono protetti dal fatto che vi sia dopo di loro qualcuno più debole. È addirittura teorizzato nelle teorie dello stato moderno: se si ha un nemico comune si diventa amici, cosi la volontà generale e quella particolare come due buchi neri si tengono avvinte in una doppia orbita di minaccia reciproca. Questa pulsione era stata scoperta e quindi utilizzata in un momento preciso della storia politica da uomini che avevano bisogno di creare i moderni stati nazionali senza avere a disposizione il principio divino prepolitico come sorgente della legittimità della loro autorità che per secoli aveva servito invece le monarchie. Era stato per questo che l’antisemitismo aveva potuto essere la formidabile arma politica che aveva raccolto i consensi delle masse oceaniche naziste in tutta europa, perché alla fine delle voci che differenziavano gli uni dagli altri in gruppi gruppetti gruppuscoli etc c’èra qualcuno che restava fuori da tutto: gli ebrei e gli zingari. Perché non avevano alla resa dei conti una loro nazione, una loro terra. Appunto gli apolidi. I paria. La casta degli intoccabili. Coloro che non avrebbero potuto difendersi e che non avrebbero saputo dove andare perché ovunque fossero andati là non sarebbe stata la loro terra.
La reiterazione con cui la mia amica continuava a scrivere quasi ossessivamente che chi non ammette che gli zingari rubano puzza di falso o di matto, e che lei aveva solo il coraggio di dire quello che pensavano tutti, del resto mi portava a pormi la domanda. Ero matto -falso o no? E il suo era coraggio o che cosa?
Cosi venivo riflettendo che il coraggio non c’entra nulla – semmai l’esatto contrario- e poi che nel pensiero possono avvenire cose che solo se restano nella insondabilità del cuore umano sono legittime, che posso, nel mio intimo pensiero, anche postulare dei giudizi sommari, sbagliati, addirittura osceni o delittuosi e provare nel profondo del mio cuore dei sentimenti prodotti da quei pensieri o viceversa prodotti dai quei sentimenti avere pensieri indicibili perché è attraverso il pensiero che l’essere umano può conoscere le cose senza però distruggerle e che solo nel pensiero si può tornare indietro nel tempo, cambiare idea, capire, comprendere improvvisamente e finalmente di aver sbagliato per anni e anni su tutto o su qualcosa senza conseguenze irreparabili soprattutto per gli altri e per il mondo.
Insomma io sono razzista? Si io sono anche “razzista”, in alcuni momenti della mia vita, anche nelle mie passioni di amore, verso certi popoli per esempio, nel mio pensiero e nel mio sentimento, ho momenti di pregiudizio che mi conquistano e mi travolgono, giudicare in me stesso qualcun altro sulle basi per esempio di una sua appartenenza o della sua apparenza fisica o storica o culturale o nazionale è una cosa che mi capita abbondantemente, so anche di essere oggetto a mia volta di pregiudizio e razzismo ( razzismo è tutto ciò che mi giudica in bene o male da ciò che io non posso decidere di non essere, basso , alto, moro, biondo, italiano, cinese etc e per estensione poi che giudica anche le mie convinzioni in quanto libertà che non mi si vorrebbero riconoscere poiché si vorrebbe riconoscere solo un modo d’essere e non tanti modi d’essere- che comunque hanno un limite ovvio nel rispetto della dignità e libertà altrui) dunque si può essere “razzisti” , sebbene si possa essere qualcosa, oltre ad essere un essere umano con diverse caratteristiche riconoscibili, solo se la si professa tra gli uomini. Si può scivolare in questi sentimenti , ma è una cosa legittima e innocua se avviene dentro il proprio cuore e nel proprio pensiero. Si può decidere di non frequentare le persone verso le quali si nutrono pregiudizi, si ha la piena libertà di prepararsi a fronteggiare borseggiatori nei luoghi pubblici e in casa ladri contrastando furto e borseggiamento con delle tecniche e degli stratagemmi allo stesso modo che se non si sa nuotare o si ha fobia dell’acqua ci si premunisce da l’affogamento non andando al mare o mettendosi un salvagente. Nessuno ce lo vieta e nessuno sindacherà le nostre scelte. Ma non si può esprimere il razzismo. La democrazia non lo consente. Perché il razzismo ucciderebbe la democrazia. Il concetto di Umanità non lo tollera perché il razzismo è una minaccia di morte verso l’Umanità.
Il politicamente corretto è una categoria dunque preziosa, anzi indispensabile alla vita umana sociale. Attraverso il politicamente corretto si può esprimere qualsiasi cosa necessaria a risolvere i problemi della convivenza umana sulla terra, attraverso la buona educazione politica si può parlare di tutto senza omettere nulla , ovvero attraverso la sempre vigente regola che prima di tutto noi dichiariamo che ci rispetteremo innanzi tutto come inter pares; invece attraverso il tanto in voga politicamente scorretto si va a finire solo nella barbarie assoluta. Il politicamente corretto sta’ alla convivenza umana come il tabù di incesto alla convivenza familiare.
Il Tabù indica una cosa che universalmente tutti ammettono, proprio perché se non la ammettessero non isolandola con un Tabù questa cosa distruggerebbe la possibilità di vita familiare. Ovverosia tutti ammettono ( il tabù sull’incesto è universale sulla terra), con l’istituire e riconoscerne il tabù di incesto , che membri della stessa famiglia hanno anche profonde pulsioni sessuali gli uni verso gli altri, e che è solo la forza culturale della civiltà umana dispiegata in tutta la sua potenza a poter controllare la forza di un residuo inestinguibile e incompatibile di natura nel desiderio sessuale che altrimenti si libererebbe con conseguenze catastrofiche tra membri della stessa famiglia. Per difenderci dal potere distruttivo dell’energia sessuale incontrollata abbiamo dovuto storicamente e culturalmente ammettere che ogni padre arriverebbe quasi certamente a possedere la figlia o la madre il figlio e viceversa i figli i genitori se non ci fosse il tabù ancestrale dell’incesto a impedirlo incanalando le energie nel modo che noi abbiamo voluto e far si che questi desideri repressi come possesso si dispieghino invece come amore familiare. Ed è proprio una tragedia greca, basata sull’incesto con la madre e l’omicidio del padre nonché sul tentato d’infanticidio del figlio, L’Edipo di Sofocle, ad aver catturato come ambra le vestigia fossili del tempo in cui queste pulsioni sgomentarono, non ancora messe sotto controllo dalla titanica forza dei Tabù, l’umanità con il loro potenziale caotico e antisociale.
Laddove è istituito un tabù è con ciò riconosciuto che la cosa vietata è al tempo stesso desiderata universalmente ma che questo desiderio è antivitale e principio di morte. E’ proprio su questa presa di coscienza, che l’umanità antica aveva elaborato artisticamente come mito e tragedia, che l’umanità moderna ha concepito la psicoanalisi. Oggi, ampiamente semplificando, è un dato pacifico per ogni persona sufficientemente colta che vi è sempre un Edipo o una Elettra risolti o meno in gran parte dei problemi psicologici da cui poi discendono anche terribili azioni, ovvero una libido che si è scontrata con altre forze psichiche dando vita a conflitti risolti bene o tragicamente.
Il razzismo deve essere dunque concepito come non diversamente nefasto dell’incesto. E’ un desiderio di distruzione della stessa classe di questo tipo di desiderio sessuale. Ne più ne meno. Questa pulsione diventa razzismo solo quando è espresso pubblicamente ovviamente, non è politicamente razzismo invece quello che viene percepito all’interno del proprio se ma che resta sentimento privato, desiderio o repulsione con cui ci misuriamo solo noi stessi. Deve essere oggetto di un tabù sociale come l’incesto, perché il suo potenziale distruttivo per l’umanità intera è immenso e certo. Esso è più pericoloso delle armi atomiche perché è proprio il razzismo che potrebbe armare la decisione di usarle. Non è detto che si tratti del razzismo degli occidentali verso altri popoli, potrebbe essere anche il razzismo degli altri popoli, che ora hanno sufficiente forza distruttiva per commettere essi stessi olocausti e genocidi, verso i popoli occidentali, o di qualche gruppo che odia in maniera dichiarata per esempio, come base politica della loro unione, tutti quelli che possono assomigliare a qualcosa che caratterizza te che stai leggendo ora perché così sei nato o nata, perché hai gli occhi verdi o celesti o neri, perché sei robusto o gracile, perché sei basso o magra.
Il razzismo nella sua forma prerazzistica di mero sentimento di paura ed identificazione dell’altro discendenti dalla percezione delle infinite differenze secondo cui si possono raggruppare infiniti gruppi umani ( alti bassi magri gialli bianchi rossi etc) è una facoltà di sentimento assolutamente universale, è sentimento di paura ancestrale, e probabilmente è insito addirittura come una difettosa istruzione cellulare in ogni nostra molecola. Le malattie autoimmuni sono lo scatenamento di una sorta di razzismo biologico da parte delle cellule dotate di potenziale distruttivo verso altre cellule diverse da loro stesse all’interno di uno stesso corpo con i fatali esiti autodistruttivi che tutti conosciamo. La paura è una energia basilare e universale della vita biologica altrettanto potente che la libido, il desiderio sessuale. La paura riguarda la sfera della conservazione della vita come la pulsione sessuale quella della sua riproduzione.
Proprio sulla base di questa universalità di questa pulsione i movimenti storici che per la prima volta hanno infranto come strumento politico i codici morali basilari della cristianità stessa dichiarando il razzismo un progetto politico ( i primi politicamente scorretti della modernità appunto) e non solo della cristianità (si badi che nazismo fascismo e stalinismo sono stati generati tutti entro l’alveo della civiltà cristiana) infrangendo i principi di fratellanza e solidarietà universale, cioè del concetto di umanità, e con essi i relativi tabù necessari alla vita comune ( non rubare –tabù questo che ci dimostra essere il furto una pulsione universale almeno in tutta la cristianità– non uccidere etc) chiamando all’azione politica la massa in quanto aggregato di individui singolarmente spaventati-dunque i deboli, si, ma numericamente preponderanti e deboli fino a che uniti da qualcuno non diventano la forza mostruosa delle masse oceaniche– in nome del razzismo scatenato come progetto politico di identificazione e distruzione degli assolutamente-più-deboli-di-tutti, e numericamente i molto minori, e dunque proprio perché il razzismo è forma di panico scatenata dalla energia della paura che colpisce i socialmente esposti al rischio di declassamento, hanno perciò potuto ottenere lo spaventoso potere politico e la conseguente forza militare poi che ha innalzato il nazismo alla vertigine della sua potenza omicida elevata a legge di stato. Parimenti un regime totalitario, a rigor di logica, come ha potuto istituire a sua legge l’omicidio di massa, potrebbe domani imporre l’obbligo in ogni famiglia di praticare come legge di stato l’incesto, cosa che se sembra più assurda che quella di bruciare milioni di bambini donne e uomini sulla base innanzi tutto della loro incapacità a difendersi perché non dotati di organismi di difesa propri ( stati ed eserciti) e poi sulla base dei credo religiosi e sulla base della etnia, nei forni crematori, vi spinga a riflettere invece essere con ciò logicamente e totalmente compatibile, poiché nulla è ormai assurdo per una simile configurazione politica che ha infranto tutti i tabù necessari alla vita umana.
i movimenti storici che per la prima volta hanno infranto come strumento politico i codici morali basilari della cristianità stessa, dichiarando il razzismo un progetto politico, chiamando all’azione politica la massa in quanto aggregato di individui singolarmente spaventati in nome del razzismo, scatenato come progetto politico, hanno perciò potuto ottenere lo spaventoso potere politico e la conseguente forza militare poi che ha innalzato il nazismo alla vertigine della sua potenza omicida elevata a legge di stato.
Dunque la questione se sono falso o matto non pronunciando il verdetto “tutti sanno che gli zingari rubano” mi porta a riconoscere, prendendo molto sul serio questa questione, che nell’intimo silenzioso del mio pensiero questo e altri tipi di pre-giudizi verso molteplici soggetti e cose aleggiano in continuazione, insieme a voci ad essi contrarie, in quello che Platone chiamava “dialogo interiore dell’anima con se stessa che avviene senza voce” –Sofista 263 E 4-5– in quel processo di conoscenza, quale che sia il suo nome, che si ha quando “l’anima si affatica in se stessa intorno agli enti” Teeteto 189 E 6-7, e per cui Hannah Arendt afferma che i principi sono visibili solo nelle azioni e che il cuore umano è oscuro e a chiunque insondabile.
E che questi pregiudizi possono anche farmi prendere delle decisioni in piena libertà senza con ciò ledere nessuno o scatenare nessun male, fintanto che non diventino le dichiarate basi ideologiche e quindi politiche delle azioni che ho deciso di compiere sulla base di quei pregiudizi, come quella di non frequentare ad esempio una o un numero maggiore di persone che manifestano delle determinate caratteristiche naturali o nazionali o storiche e verso le quali nutro ostilità, paura , persino avversione, o dalle quali pregiudizialmente mi aspetto azioni contro la mia sicurezza o proprietà e via dicendo. Posso, si, ma senza che queste azioni vengano attuate con ostentazione ideologica di pubblica offesa, ovvero politicizzate in quanto razzismo e discriminazione. Cosi come non ci interessa estorcere con la forza il sapere se ad una madre possano illuminarsi fantasie erotiche verso il figlio o la figlia o se ciò accada tra fratelli e via dicendo, fintanto che, tenuti sotto controllo dalla titanica forza dei Tabù, questi desideri restano, con ciò, solo momenti della conoscenza psichica del mondo e delle sue infinite declinazioni che ogni individuo sperimenta liberamente nella propria dimensione interiore.
Matto o Falso, per tornare alla affermazione razziste della mia amica, è chi non ammette e non conosce appunto che nella profondità dei cuori e nella mente degli esseri umani viene certamente senza conseguenze desiderato e pensato di tutto, e che ciò è un mistero che non è dato di penetrare con la forza o con la scienza a nessuno, sebbene in parecchi anelino a questo potere finale.
Folle è chi, invece, non riconosce che, come sul desiderio incestuoso, anche sul razzismo deve vegliare la potenza titanica di un Tabù che non gli permetta assolutamente di agire neanche in forma di parola nella vita concreta, chi non riconosce che si può pensare in certi modi solo nel mistero della propria interiorità o altrimenti si commette atto di razzismo come lo si commetterebbe di incesto se si dichiarasse apertamente il desiderio verso un consanguineo: un atto, il razzismo, che scatena sempre il principio distruttivo della intera umanità cosi come l’incesto lo scatena per l’intera società . Scrive senza dubbi a tal proposito la Arendt : “se gli uomini sono prigionieri dell’inarrestabile processo delineato da Hobbes, l’organizzazione della plebe trasforma inevitabilmente le nazioni in razze perché, nel quadro di una società accumulatrice , non c’è altro vincolo unificatore a disposizione degli individui privati, nel corso dell’accumulazione del potere e dell’espansione, di ogni legame naturale coi loro simili (neretto del Redattore). In verità il razzismo può segnare il tramonto del mondo occidentale e della intera civiltà umana. Una volta che i russi sono diventati slavi, che i francesi hanno assunto il comando di una foirce noire, che gli inglesi si sono trasformati in “bianchi” come già tutti i tedeschi per una disastrosa formula magica in “ariani”, è la fine dell’uomo occidentale. Perché, a prescindere di quel che possono dire gli scienzati ( NdR si era ancora in piena guerra quando la Arendt scriveva queste cose e c’erano scienziati nazisti che affermavano seriamente le teorie razziali) la razza è, da un punto di vista politico, non l’inizio dell’umanità ma la sua fine, non l’origine dei popoli ma loro decadenza, non la naturale nascita dell’uomo ma la sua morte innaturale. (pag 220 Le origini del Totalitarismo)
Arendt, testimone e protagonista diretta degli eventi immani della seconda guerra mondiale, e per un sottile fato scampata all’essere vittima nei campi di concentramento nazisti dello sterminio, in quanto di origine ebrea, essendo riuscita a fuggire da un primo campo di smistamento francese dove era stata rinchiusa, verso la salvezza negli Stati Uniti, scrive ciò con cognizione di causa. Il razzismo nella sua principale declinazione antisemita, senza dimenticare gli zingari e gli omosessuali e altri gruppi umani identificati per un qualche loro connotato, era stato infatti lo strumento politico con cui Hitler aveva raccolto il suo potere scatenando poi la catastrofe del secondo conflitto mondiale che aveva portato l’umanità sull’orlo della tragedia definitiva e lasciandoci , pur sconfitto, comunque in eredità la minaccia dell’olocausto nucleare che pende tuttora su noi tutti e un mondo che non ritroverà mai più la originaria fiducia tra gli uomini distrutta, appunto, dallo scatenamento delle forze distruttive raccolte intorno a se stesso grazie al razzismo usato come ideologia e progetto politico nel perseguimento della distruzione di tutti gli ebrei rintracciati nella sua sfera di potere.
Perciò la mia intransigente reazione al razzismo contenuto nelle dichiarazioni ricevute , razzismo che, ripeto a sfinimento, è tale solo come ideologia politica, come arma politica, come azione politica che si realizza in quanto tale solo nella pubblica dichiarazione delle sue ragioni senza ragione, non è il bigotto pensiero che non sa –ma senza prove ad personam ovviamente– ciò che pensano ma che non dicono le persone rispetto a coloro ai quali si può dire di tutto perché ultimi tra gli ultimi nella scala della forza sociale dei gruppi e che quindi non possono difendere se stessi, o che non è esso stesso attraversato da pregiudizi odi o amori fondati su mere credenze illazioni, parvenze etc, ma è la reazione che non tollera in maniera assoluta l’effrazione del tabù di razzismo che deve essere posto a guardia della nostra promessa di vita in quanto umanità, cosi come tutti noi condividiamo la convinzione di non dover tollerare la benché minima effrazione del tabù di incesto posto a guardia della nostra vita familiare e sociale.
Il balenare di un desiderio sessuale verso un consanguineo così come il balenare di un odio fondato sulle caratteristiche naturali storiche o etniche di un essere umano, invece che su una azione malvagia che eventualmente avesse commesso contro di noi o qualcuno, non devono certo essere rimossi dalla consapevolezza culturale del loro esistere nell’intimo dei pensieri che ce ne hanno dato prima il mito e l’arte e poi la psicoanalisi e le altre scienze umane e sociali, ma devono restare per quanto riguarda la vita concreta segregate e risolte nel segreto della insondabilità del cuore di ognuno. Come pacificamente ammettiamo debba farsi per l’energia nucleare , che liberata ucciderebbe la vita, non tutte le energie psichiche o naturali possono ambire al diritto di pubblica rappresentazione o essere liberate tra gli uomini, ma possono vivere solo chiuse in ogni singolo uomo o in speciali contenitori. Gli antichi questo, a proprie spese, lo avevano perfettamente imparato. Oggi chi afferma di non capire ciò o è pazzo o è falso, per finire con le parole usate dalla mia amica, e senza dubbio estremamente pericoloso per la vita umana : deve essere governato dunque dalla forza repressiva di un tabù assoluto che noi abbiamo il dovere di innalzare e difendere con le unghie e con i denti.
Odiare razzisticamente è la stessa distruttiva cosa che incestuosamente desiderare .
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Bibliografia essenziale : Le Origini del Totalitarismo – Hannah Arendt
Sofista – Platone; Teeteto – Platone. Edipo Re – Sofocle.