Il 17 ottobre a “Lettere Caffè” di Trastevere, la giornalista Silvia Buffo discuterà al fianco della scrittrice Enza Li Gioi, l’artista Gabriele Morleo, regista del film “Gramsci, Film in Forma di Rosa” e il filosofo Diego Fusaro, circa l’attualità di Antonio Gramsci, proprio a partire dal libro di Diego Fusaro, “Antonio Gramsci. La passione di essere nel mondo”, edito da Feltrinelli, di cui l’interprete Daniela Cavallini ne estrarrà una piacevole lettura antologica.
Lo scopo dell’incontro di sabato è orientato ad omaggiare, apprendere e capire perché possiamo ancora attingere a Gramsci per ereditare la sua passione rivoluzionaria più che mai necessaria nell’era dell’alienazione ideologica e del pensiero unico. L’approccio e il recupero dei classici si è sempre rivelato lo strumento intellettuale più prezioso per imparare a vivere il mondo contemporaneo e per edificare il nostro nuovo futuro. In particolare l’incontro sarà incentrato sul parallelismo fra un’opera saggistica come quella del Prof. Fusaro e un’opera filmica di Gabriele Morleo, entrambi i contributi convergono su Antonio Gramsci che più di ogni altro autore è fecondamente “inattuale” e dissonante rispetto allo spirito del nostro presente.
A caratterizzare il rapporto che l’odierno tempo del fanatismo dell’economia intrattiene con Gramsci è, infatti, la volontà di rimuoverne la passione rivoluzionaria, l’ideale della creazione di una “città futura” sottratta all’incubo del capitalismo e della sua mercificazione universale. Risiede soprattutto “nell’attuale inattualità” della sua figura la difficoltà di ogni prospettiva che aspiri oggi a ereditare Gramsci e ad assimilare il suo messaggio: ossia ad assumere come orientamento del pensiero e dell’azione la sua indocilità ragionata, fondata sulla filosofia della praxis dei “Quaderni”. Essa trova la sua espressione più magnifica nella condotta di vita gramsciana, nel suo impegno e nella sua coerenza – pagata con la vita – nella “lotta per una nuova cultura, cioè per un nuovo umanesimo”. Critica glaciale delle contraddizioni che innervano il presente e ricerca appassionata di un’ulteriorità nobilitante costituiscono la cifra del messaggio dell’intellettuale sardo: l’ha condensato lui stesso nel noto binomio del “pessimismo dell’intelligenza” e dell'”ottimismo della volontà”.
Ereditare Gramsci significa, di conseguenza, metabolizzare la sua coscienza infelice e non conciliata, la passione durevole della ricerca di una felicità più grande di quella disponibile. Il sistema economico in cui viviamo, a differenza dei regimi del passato, non pretende di essere perfetto: semplicemente nega l’esistenza di alternative. Per la prima volta il potere non manifesta le proprie qualità, ma fa vanto del proprio carattere inevitabile.
Il nuovo saggio di Diego Fusaro è un colpo di frusta alla retorica della realtà come situazione immutabile, all’abitudine di prenderne atto anziché costruirne una migliore. Si impone così il principale comandamento del monoteismo del mercato: “non avrai altra società all’infuori di questa!”
Il primo compito di una filosofia resistente è quindi ripensare il mondo come storia e come possibilità, creare le condizioni per cui gli uomini si riscoprano appassionati ribelli in cerca di un futuro diverso e migliore. A partire da questo pensiero in rivolta, si può combattere il fanatismo dell’economia: e, di qui, tornare a lottare in vista di una più giusta “città futura”, un luogo comune di umanità in cui ciascuno sia ugualmente libero rispetto a tutti gli altri.
L’appuntamento è previsto per Sabato 17 ottobre intorno alle ore 21, 30 presso Lettere Caffè di Via San Francesco a Ripa 100-101.