Questo spazio, dacché esiste (piaciuto “dacché”? E che solo Bonolis?) ha volutamente sorvolato su un dramma delle pubblicità che ormai sfiora la tragedia: la moglie di quello del Conad.
Pensavamo di interpretare un senso di umanità diffuso non menzionando questa buia vicenda ma oggi vogliamo addentrarvici con avidità. La storia è quella di un’unione coniugale dove lui ha delle difficoltà che però possiamo solo supporre perché la saga degli spot parte da quando il marito, una notte, si alza e se ne va al supermercato per occuparsi nottetempo dei suoi clienti, i clienti del Conad. La moglie lo osserva allontanarsi e pensa “e niente, ho sposato un cretino!”. Poi vediamo lui, col camice, che sistema i barattoli del caffè, i detersivi, l’insalata, molto soddisfatto. Negli episodi successivi lo ritroviamo tessere le lodi del supermercato, spiegare il perché delle offerte, mostrarsi riluttante quando la consorte cerca di coinvolgerlo in una vita matrimoniale normale alla quale lui vuole sottrarsi per un motivo preciso, supponiamo: è omosessuale. Si, d’accordo, la conclusione è personale e proditoria ma come spiegarci altrimenti le fughe di un uomo che non fuma e non ha neanche un’amante? A questo punto però dobbiamo rilevare quanti passi in avanti si siano compiuti nel mondo della scusa matrimoniale. Un tempo lui si allontanava dal focolare domestico millantando un tabagismo che lo costringeva a uscite notturne in cerca di distributori automatici che rispondevano al nome di Gina e che praticavano tariffe variabili. Oggi la scusa è “cara, vado al Conad a sistemare il bancone dei salumi” con lo sgomento che poi la meta sia veramente quella.
Più raffinata invece l’argomentazione del tizio riccio e alto che inspiegabilmente convive con due ragazze di un metro e quaranta al garrese che da anni hanno immolato la loro esistenza solo alla rimozione del calcare del bagno di una casa chiaramente in affitto. Parliamo dello spot del Viakal e la scena questa volta ci offre una bionda asciugamanata, di quelle che James Bond avrebbe trovato sciabili giusto per una sera, che esce dalla porta scorrevole a doppia anta del bagno (??) e che il riccio presenta alle nane coinquiline come sua nipote. Il problema che viene sollevato dallo spot è che la biondina potrebbe aver lasciato il bagno in balia dell’odiato calcare… ma la questione è un’altra: è possibile che questo qui a quarant’anni debba organizzarsi le tresche inventandosi parentele implausibili?
La soluzione a tutto questo appare evidente: bisognerebbe operare uno spostamento di personaggi. L’innocuo marito del Conad lo mandiamo dalle nane pulitrici con prodotti forniti dal reparto igiene-casa del suo supermercato e il testosteronico quarantenne lo sistemiamo nel letto della moglie di quello del Conad che forse se lui poi la chiama zia, a quella piace pure. A volte basta un niente e tutti so’ contenti e i bagni so’ puliti.